Fanfic su attori > Coppia Downey.Jr/Law
Segui la storia  |       
Autore: maggieredknight    28/10/2012    3 recensioni
Terra. Anno 2034.
Un virus sconosciuto colpisce l'America.
Inizialmente, le uniche ad esserne colpite, sono le persone con gli occhi chiari.
Si scatena il panico.
Le persone dagli occhi azzurri, vengono perseguitate e cacciate, per essere catturate e isolate in luoghi protetti, lontano dal resto della popolazione.
Così ha inizio la storia di due uomini, appartenenti alle due diverse fazioni, che si troveranno legati dal destino e che lotteranno per la sopravvivenza, per la speranza di un' esistenza migliore, e per la cosa più grande di tutte. L'Amore.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CONTAGION - YOUR EYES, AT THE END OF THE WORLD

 

CAPITOLO 1 - PRIMO CONTATTO, SFIORARSI DI ANIME

 

 

Robert era un bravo poliziotto.

E non lo dicevano perchè suo padre era il capo della polizia.

Era un bravo poliziotto perchè rispettava le regole, era serio e sempre pronto sul lavoro, non tardava mai, non dimenticava nulla, nessuno era mai riuscito a corromperlo.

Appena diventato poliziotto, se n'era andato a Los Angeles, perchè non voleva vivere all'ombra di suo padre - col quale non andava nemmeno d'accordo - e perchè non voleva passare per il solito raccomandato.

Voleva lavorare duro per ciò in cui credeva, per cercare di migliorare almeno un po' la vita delle persone, e voleva guadagnarsi la stima e il rispetto da solo.

E ci era riuscito, facendosi un'ottima reputazione, migliore anche di quella di suo padre.

Quando Robert aveva circa 29 anni, esplose la terribile epidemia che sconvolse l'America, e le forze di polizia iniziarono sempre più ad essere utilizzate per cercare e catturare tutte le persone con gli occhi chiari, che venivano poi date in consegna all'esercito, per essre scortate in luoghi isolati e protetti, per evitare il diffondersi ulteriore del virus.

Robert fu chiamato da suo padre, che gli disse che c'era bisogno di lui a New York, che era stata una delle città più colpite.

Robert sorrise tra sè: qualunque padre avrebbe mandato i suoi figli lontano dai maggiori focolai se avesse potuto, ma suo padre no, lui lo richiamava all'ordine in uno dei luoghi peggiori.

E peggiori non solo per la malattia.

Tutta la gente era completamente impazzita, e il panico dilagava e New York era diventata una città pericolosa in tutti i sensi...

Ormai erano passati circa 7 anni dall'inizio dell'epidemia e Robert ne aveva appena compiuti 35, e si chiedeva se tutto quell'incubo avrebbe mai avuto una fine.

Era l'inizio di Aprile, e il cielo a New York era scuro come a promettere un imminente temporale, ma ogni tanto qualche spiraglio di sole usciva tra le nubi.

Robert era appena uscito dall'ufficio di suo padre.

Avevano discusso come al solito.

Perchè, come al solito, non andavano d'accordo su quasi nulla.

Mentre camminava sovrappensiero nel corridoio, si sentì afferrare da dietro per una spalla.

"Ehi, Rob! Ti ho salutato, non hai sentito?!"

Robert si voltò : davanti a lui trovò un ragazzo snello e moro, con due grandi occhi castani.

"Orlando! Scusa, ero distratto..."

Gli sorrise, e gli poggiò anche lui una mano sulla spalla in segno di saluto.

"Me ne sono accorto!" replicò l'altro sorridendo, "Giornataccia?"

Robert lo guardò e sbuffò in segno di assenso.

Orlando sorrise ancora e tenendolo per il braccio lo trascinò per il corridoio.

"Andiamo, ti offro un caffé!"

Robert sorrise e lo seguì.

Orlando era il suo partner.

In senso lavorativo, si intende.

Era entrato in polizia ancora giovanissimo, e da quando Robert era tornato a New York l'avevano "affibbiato" a lui perchè lo istruisse e lo facesse diventare un vero poliziotto.

Era un bravo ragazzo, Orlando.

Inizialmente, Robert non era entusiasta all'idea di fare da balia a un pivellino, ma si era dovuto ricredere.

Orlando era in gamba, sveglio anche più del necessario, volenteroso, credeva nei suoi stessi ideali, e imparava in fretta.

Era un po' troppo istintivo e irruento alle volte, ma questo era dovuto alla sua giovane età, ed era più che normale.

In breve tempo, oltre che colleghi, erano diventati ottimi amici.

Ma anche se sembrava così allegro e spensierato, Robert sapeva che c'era una profonda cicatrice nel cuore di Orlando.

Robert non ne sapeva molto, ma una sera che erano usciti a bere qualcosa Orlando gli aveva raccontato che prima di trasferirsi a New York aveva avuto una relazione con un uomo più grande di lui - Orlando era bisessuale - con il quale per un po' avevano vissuto insieme.

Da quel che aveva capito Robert, era un rapporto complicato ma si amavano molto.

Poi il compagno di Orlando all'improvviso era morto.

Il ragazzo non ne voleva parlare, e Robert non aveva indagato oltre, ma da quel che aveva intuito era stata una morte violenta.

Orlando da allora, molte volte si rabbuiava all'improvviso e si chiudeva in se stesso.

Doveva aver sofferto molto.

Orlando sapeva anche molte cose sul contagio e sui Chiari di cui Robert non era a conoscenza.

Quando gli aveva chiesto come facesse a sapere tutte quelle cose il ragazzo si era intristito e aveva risposto solo che "aveva avuto una fonte certa".

Aveva messo al corrente Robert di ciò che la maggior parte della gente non sapeva, o faceva finta di non sapere: gli aveva raccontato di ciò che succedeva realmente quando le persone con gli occhi azzurri venivano catturate, i maltrattamenti, la reclusione in piccole celle, gli esperimenti disumani a cui erano sottoposti in favore di quello che si diceva un bene più grande. La salvezza degli Altri.

Robert era rimasto allibito e disgustato. Non voleva crederci.

Ma Orlando ne era molto sicuro, ed era molto convincente.

Robert ne aveva parlato con suo padre.

Che ovviamente sapeva tutto.

E non tentò nemmeno di smentire.

Robert si sentì tradito, preso in giro, terribilmente ingenuo.

Chi era il novellino, ora?

Per un attimo aveva anche pensato di dimettersi, ma pensò che non sarebbe servito a niente e che comunque sarebbe stato più utile a chi realmente aveva bisogno continuando a lavorare.

Se non altro lui e Orlando cercavano davvero di fare qualcosa per la popolazione rimasta a New York.

"Allora? Litigato ancora col capo?" Orlando lo distolse dai suoi pensieri.

Robert bevve un sorso del caffè bollente, "Già." disse solo.

Il ragazzo gli sorrise ancora : "Dai, questa sera ti porto fuori e andiamo a bere qualcosa, che ne dici?"

Robert non fece in tempo a replicare che arrivarono di corsa dal corridoio due loro colleghi che senza fermarsi li chiamarono dicendo : "Robert, Orlando! Una segnalazione! Pare siano stati avvistati dei Chiari nella zona della vecchia discarica di Oak Street! Stiamo raggiungendo gli altri,andiamo!"

Robert e Orlando per un attimo si guardarono e sospirarono. Queste non erano assolutamente le missioni che preferivano. Buttarono i bicchieri ancora mezzi pieni nel cestino e seguirono gli altri correndo.

 

 

 

*

"Fermo!Non muoverti!"

Robert era riuscito a raggiungere uno degli uomini che stavano scappando e gli teneva la pistola puntata da dietro. Un paio erano già stati catturati.

Una voce sconosciuta. Una voce che nonostante il tono duro e autoritario non riesce a spaventarmi del tutto...una voce che è...calda...

Nonostante ciò un gemito di paura esce dalle mie labbra.

E' la fine. Mi hanno preso.

Sento il suono inconfondibile di un caricatore.

Magari mi sparasse e mi uccidesse subito.

Ma no, Loro sono sadici, vogliono guardarci soffrire, vogliono torturarci per scoprire come salvare se stessi.

"Voltati lentamente!"

Robert non riusciva ad avere un tono fermo come avrebbe voluto. Non gli piaceva fare ciò, dopo tutto quello che gli aveva raccontato Orlando, ma cercava di convincersi che fosse necessario.

Ancora la voce. E' la fine.

No, non posso rinunciare ora, così vicino all'uscita!

Improvvisamente scatto in avanti, con le ultime forze che mi restano.

Ma lui è veloce, non si fa cogliere di sorpresa, e in un attimo è su di me, e mi agguanta, e cadiamo a terra.

Io gemo ancora sotto al suo peso.E' finita. E' davvero finita.

Lui sospira.

"Voltati ora."

Il suo tono sembra calmo.

Lascia leggermente la presa.

Mi volto, lo guardo. Incrociamo i nostri occhi.

*

 

 

Jude si girò e i due si guardarono negli occhi per la prima volta.
Robert sussultò e si sentì mancare il respiro.

Non vedeva occhi azzurri da così vicino da parecchio tempo.

" E, Dio, " Pensò " Questi sono gli occhi più intensi e più belli che io abbia mai visto...Sembra...Di guardare nelle profondità di un abisso marino..."

Per un attimo tutto fu silenzio, potevano sentire solo i loro respiri affannati e vicini.

Anche il pulviscolo nell'aria sembrò rallentare il suo movimento vorticoso.

Robert si sentì la gola secca.

Jude lo osservò intensamente, e vedendo il suo sguardo per un attimo pensò che forse se la sarebbe cavata.

All'improvviso le grida degli altri poliziotti si fecero forti e vicine, e tutto il rumore che sembrava sparito tornò.

E tornò anche l'urgenza della situazione. Jude non poteva perdere tempo.

Era ancora bloccato sotto al corpo dell'altro e lo guardò dal basso.

" Ti prego! " Implorò in un sussurro. Non aveva mai implorato nessuno.

I capelli biondi e fini gli ricadevano scomposti sul viso.

Robert lo guardò ancora, per un istante che sembrò eterno.

Si voltò verso le voci concitate che si stavano avvicinando.

Poi di nuovo verso di lui.

" Ti prego! " Ripetè ancora il ragazzo sotto di lui, con un filo di voce. Ma senza mai distogliere gli occhi dai suoi.

Robert, ancora dopo anni da quel giorno non sapeva dire, quando gli veniva chiesto, perchè reagì così in quel momento.

Il volere del Fato, forse.

Un disegno già esistente.

Una forza inspiegabile.

O forse, solo le loro anime che si erano sfiorate, e la sensazione inconscia che loro fossero nati per incontrarsi.

E che gli occhi castani di Robert fossero fatti solo per annegarsi e sciogliersi in quelli liquidi e maledetti di Jude.

Qualunque fosse il motivo, Robert si alzò di scatto, tirando su anche Jude con sè.

" Presto! " disse, iniziando a correre e trascinandosi dietro il ragazzo.

Jude non credeva ai suoi occhi.

Quell'uomo - quel poliziotto - lo stava davvero aiutando?!!

Robert si lanciò fuori dalla porta semi aperta tenendo Jude per un braccio e tirandoselo dietro.

Controllando che non ci fosse nessuno, si lanciò nel piccolo spiazzo al di fuori dell'edificio, e poi dentro un altro capannone abbandonato.

Tutto odorava di chiuso e di polvere, e solo poca luce filtrava dalle alte finestre.

Attraversarono un paio di stanze, poi Robert si fermò.

Scostò un tappeto logoro e pieno di polvere e muffa e scoprì una piccola botola nel pavimento.

La aprì.

Guardò Jude, che lo osservava con uno sguardo strano, poi abbassò un attimo gli occhi. Sembrava come preso da un vecchio rimorso.

"...Ci trovammo una famiglia...circa un anno fa..." sussurrò.

Jude sentendo queste parole si irrigidì, poi però l'altro lo fissò di nuovo e il suo sguardo era più deciso.

" Non verranno a controllare qui...Entra, presto!"

Jude lo guardò, senza sapere cosa fare, senza sapere se fidarsi.

"Presto!" ripetè l'altro.

Jude vide una luce negli occhi di quel poliziotto, e senza quasi rendersene conto, si convinse e si lasciò calare dentro la botola.

All'interno, c'era una piccola stanza con un paio di letti, qualche provvista in scatola, e una vecchia torcia.

Guardò in su verso l'altro uomo.

Da sopra, Robert nella semi oscurità vedeva solo i suoi occhi, come due iceberg nella notte artica.

Sentì un brivido alla schiena.

Stava davvero facendo la cosa giusta?

" Resta qui." Gli disse.

"Non ti chiuderò dentro, ma resta qui. Stanotte, quando si saranno calmate le acque, tornerò." - Lo avrebbe fatto davvero?Sarebbe tornato? - Si chiese.

Da sotto, Jude lo guardò e non rispose.

Robert ricambiò lo sguardo, anche lui in silenzio, poi con un lento cigolio chiuse la botola, finchè quelle due pozze azzurre non scomparvero alla sua vista.

Mentre usciva dall' edificio e si riuniva ai suoi colleghi, ignorando la voce nella sua testa che gli diceva che si era bevuto il cervello, si chiese se l'avrebbe più rivisto.

 

 

 

 

 

 

  

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Coppia Downey.Jr/Law / Vai alla pagina dell'autore: maggieredknight