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Autore: selenasbff    28/10/2012    2 recensioni
"è come se stessi urlando, e nessuno ti sentisse.
ti senti quasi in imbarazzo che una persona possa essere così importante che senza di lui ti senti proprio come il nulla. nessuno capirà quanto fa male.
ti senti senza speranza, e niente può salvarti.
e quando tutto è finito, tu speri di poter avere indietro tutte le cose brutte, per poter vivere quelle belle."
è la storia di una ragazza e le sue passioni.
la vita di una ragazza può cambiare così velocemente? nessuno sa chi è per davvero. solo lui.. riuscirà a capirlo.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Vieni qua piccola!»
«Lasciami stare, lasciami stare! Mamma!» Le gambe correvano veloci. Il cuore le palpitava così forte da riuscire a sentire il suo battito, le lacrime le bagnavano il piccolo ed impaurito viso e i suoi occhi sprigionavano paura. La stanza era buia, non si vedeva niente.
Fu presa e stesa un letto, con la forza.
Sentiva pian piano le sue mani salire sul suo corpo, il tocco era così delicato da sembrare un massaggio. Lei urlava, tirava calci, cercava di andare via, ma le sue mani e le sue gambe erano legate. Sentiva il brutto odore di alcol e un lungo respiro sulla sua pelle che saliva sempre più su. Chiamava il suo nome, desiderava fosse lì. Lei voleva lui, ma con lei c’era solo un lurido porco.
Le mani di quel maniaco arrivarono alla piccola gonna che indossava e, leggermente, la abbassavano.
« Ci siamo.»

Mi sveglia di colpo.
«Dio.» dissi a me stessa. «Che incubo.» proseguii.
Non avevo mai fatto questo sogno. Mai vissuto quel momento. Non sapevo perché proprio a me tutto questo fosse venuto in mente. Cercai di cacciare via questo pensiero, e vedendo l’orario, tornai a dormire. Erano solo le nove ed era domenica, avevo tutto il tempo per dormire tranquillamente.
«Silence, puoi andare a fare la spesa?» sentii mia madre urlare nell’altra stanza. Non mi alzai, continuai a dormire, avevo troppo sonno.
«Svegliati dormigliona!» mia madre prese una bottiglia d’acqua e me la buttò in faccia. «Maaamma!» urlai. La vidi ridere, mi guardava con degli occhi dolcissimi e pieni di gioia. «Su, ho tane cose da fare, fammi questo favore!» mi disse.
«Ti odio mamma.»
«Ti amo anche io, si!» disse sorridendo. Sbuffai facendo svolazzare quel piccolo ciuffo uscito dalla coda, e tirando uno schiaffetto a mia mamma, la abbracciai e andai a cambiarmi.

Ore 09:45

Uscii da casa, faceva freddo, nonostante ci fosse un bel sole. Mi girai a guardarlo, era bellissimo. Mi dava serenità. Camminavo strofinandomi le braccia dal freddo, sentendo il rumore delle mie scarpe che toccavano terra. Alle dieci meno un quarto di mattina di domenica non c’era nessuno, che strana città quella in cui vivevo! Però era bello, tutto il silenzio che rilassava, il canto dolce degli uccelli e l’aria che passava attraverso i miei capelli e li faceva muovere come una piccola danza.
«Eccolo.» dissi vedendo quello strano ragazzo. Volevo raggiungerlo e prendere il mio portachiavi una buona volta. Così mi misi a correre velocemente, quando le mie scarpe inciamparono su un legnetto e caddi per terra.
«Stai bene?» sentii provenire da sopra di me.
Alzai gli occhi ed era lui.
«Lasciami stare!» dissi infastidita. Lui sorrise e, spostandosi il sui bel ciuffo, mi porse una mano per aiutarmi ad alzare.
Ignorai la sua mano, mi alzai e mi pulii con le mani tutta la polvere sui miei jeans.
«Vabbè come vuoi.» disse lui.
Io non volevo alzare lo sguardo, ero infuriata. Ero caduta e per lo più questo ragazzo mi stava infastidendo, senza nemmeno conscerlo.
All’improvviso sentii il suo tocco leggero sul mio mento. Le sue dita mi stavano lentamente alzando il viso, per porre il mio sguardo su di lui. «Ora va meglio.» disse. I suoi occhi sembravano penetrare nei miei. Il suo sguardo era meraviglioso, ci navigavo dentro, mi ci perdevo. E’ come se in quel momento niente fosse attorno a noi, c’eravamo solo io e lui.
  
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