Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: Berenice88    28/10/2012    6 recensioni
Oscar e Andrè ricevono l'ordine di partire per Parigi, sanno che dovranno sparare sulla folla o combattere con essa,ma soprattutto sanno che rimane loro poco tempo da passare insieme e per decidere del loro futuro... riusciranno i loro ingarbugliati sentimenti, sogni e ideali a venire alla luce e a prendere forma in mezzo alla polveriera della rivoluzione francese?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Generale Jarjayes, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Ecco, ora sapete tutto Robespierre.” commentò Oscar.
All'uomo si era oscurato il volto. Sapeva che il suo amico Antoine non era un santo, anzi, conosceva la sua natura impulsiva e travolgente, che sempre più spesso compensava la propria onesta e accordante. Antoine era stato cruciale in molti momenti negli ultimi tempi, e aveva permesso di portare avanti la lotta popolare laddove egli aveva troppo titubato... ma trentaquattro omicidi a sangue freddo...
Se fosse stato vero, quell'uomo non si sarebbe più rivelato un rivoluzionario un po' troppo sconsiderato, ma solo un brutale assassino che usava la causa popolare come scusa per le sue perverse inclinazioni. Robespierre rimase un secondo senza fiato, anche se nessuno lo notò.
“Temo molto quello che vi ho detto.” continuò la donna avanti a lui, “Bernard sa cosa penso di questi assassinii e sa che più che per la mia vita temo per quella dei miei uomini. Saint-Just ha depistato tutte le mie indagini tre anni fa, e alla fine il Generale mio superiore mi ordinò di lasciar perdere. Sono sicura che Saint-Just volesse impedirmi di diffondere i risultati delle nostre indagini, soprattutto a voi Robespierre, e ora che sapete...” la donna abbassò gli occhi un istante sul tavolo, per poi sospirare e tornare a guardarlo in faccia, “Spero e credo che agirete di conseguenza, e credo anche che lui, se saprà, cercherà in qualche modo di vendicarsi di me. Sa benissimo che l'unico modo per farlo è attraverso Andrè o attraverso i miei soldati. Io non ho paura di morire Robespierre, ho la tisi, non vivrò più di altri sei mesi, ma non ho la minima intenzione di mettere in pericolo questi uomini. Loro hanno combattuto per la libertà propria e della Francia con me, non di certo per me. E voglio che questo sia chiaro.”
Gli occhi di Oscar erano due pezzi di ghiaccio bollente, furibondi. Lo sdegno era tale, che lui ne vedeva tutta la natura e la verità. Lei non stava mentendo, eppure...
Che Antoine avesse ragione? Che quella intrigante avesse sedotto il suo attendente e convinto i suoi uomini a proteggerla per salvarsi la vita? Che si stesse inventando quella storia di omicidi efferati e senza motivo per metterlo contro il suo uomo più fidato e amato? Che quegli occhi sinceri fossero il suo ennesimo inganno e maschera?
Eppure Robespierre non riusciva ad ignorare quel fuoco che la illuminava in volto, una luce che rendeva le iridi di un tono più chiare e più penetranti, vivide come quelle di un santo, il fuoco di chi combatte per qualcosa in cui crede, in cui spera, in cui ripone ogni sua forza anche senza speranza nel domani. Era il fuoco che a volte anche lui vedeva allo specchio, nei propri occhi, quando sapeva di portare con un gesto la Francia più lontana dalla povertà e dalla disperazione.
L'uomo era combattuto, quel fuoco limpido e le parole che aveva appena detto da una parte e l'uomo che era stato suo fido consigliere e compagno di lotta dall'altra. Quelle parole parlavano di un uomo che lui non conosceva, di un assassino che non aveva mai visto, fiutato o sospettato. Gli pesavano sul cuore. Eppure il popolo amava Antoine, i suoi modi virulenti, la sua bellezza felina, la sua risoluzione nel portare avanti le ragioni popolari contro un'aristocrazia sempre più dura contro gli ultimi della Francia. Ma tutte quelle morti... Antoine poteva aver fatto tutto questo?
Mise da parte il dubbio per un istante, e tornò a fissare in profondità negli occhi di Oscar.
Decise di crederle, decise di darle una possibilità...
“E se io vi proponessi di prendere il comando della Guardia Nazionale, madamigella?” disse Robespierre, si illuminò di un mezzo sorriso imperscrutabile sul volto, un pescatore che aveva appena gettato un amo succulento per un pesce d'oro.
Oscar aveva abbassato la testa, non più accecato dai suoi occhi, Robespierre seguì la direzione del suo sguardo e intuì le mani intrecciate di quella donna e del suo soldato sotto il tavolo, lei le fissava.
Quella donna aveva promesso, aveva promesso qualcosa al suo innamorato, un qualcosa che proprio quel fuoco negli occhi, quella determinazione non gli permettevano di ignorare.
Antoine aveva ragione su una cosa, qualsiasi cosa fosse intercorsa fra loro, seduzione come diceva lui o amore come pensava Robespierre in quel momento, quell'uomo era il centro del mondo per il comandante delle guardie. Qualsiasi richiesta, qualsiasi minaccia sarebbero arrivate a lei solo se avessero tirato in gioco anche lui.
“Vi risponderei che combatterò di nuovo per la libertà della Francia e per la mia, ma non così.” disse lei, prese fiato e rialzò lo sguardo su di lui, “Sappiamo entrambi che Saint-Just ha i suoi fedeli fuori dal vostro controllo e i suoi metodi, che voi crediate o meno a quel che vi dico. In questo momento i miei uomini mi seguirebbero se diventassi comandante della Guardia Nazionale, e come tali sarebbero dei bersagli fin troppo facili. Suvvia Robespierre, pensateci bene, un incidente con uno dei rappresentanti popolari e la colpa ricadrebbe su di me o sui miei, il popolo non esiterebbe a lapidare o sparare, avrebbe paura di perdere una libertà non ancora a pieno controllata. E io questo non lo voglio permettere.”
“Ne deduco che sia un no.” commentò lui, il pesce dorato era sfuggito. “Quindi voi consigliereste La Fayette?” riprovò.
La donna riconcentrò lo sguardo sulla tazza vuota, facendo dondolare tra il pollice e l'indice della mano sinistra il piccolo manico.
“Non saprei...” incominciò, “vi dirò quel che ritengo verosimile: mi sembra anche lui un uomo che Saint-Just possa strumentalizzare...”
“Davvero” continuò Andrè. Robespierre lo vide guardarla, quel ragazzo leggeva con quell'unico occhio verde il volto e il pensiero di lei come un libro aperto e conosciuto, più volte sfogliato e sottolineato a penna d'oca e inchiostro rosso. “La Fayette ha abbracciato la causa popolare,” continuò il ragazzo, senza staccarle gli occhi di dosso, “ma per quanto riguarda le sue posizioni verso la monarchia e l'aristocrazia, esse sono davvero molto moderate. Una sua piccola indulgenza verso la nobiltà e Saint-Just riuscirebbe a renderlo odioso al popolo e a prendere il comando della Guardia, e allora si che sarebbe terrore.”
Robespierre abbassò lo sguardo davanti a quel gioco di legami, era un qualcosa di privato, non poteva guardarlo così da vicino.
Si concentrò sulle parole dette da Andrè, che erano ragionevoli. Una possibile spiegazione era proprio quella: La Fayette era molto amato da popolo per aver combattuto nella guerra d'indipendenza in America, ma un solo passo falso e tutto quello che il popolo aveva dimenticato su di lui, nobiltà, ricchezza e orgoglio aristocratico, sarebbero tornati a galla. Allora Antoine avrebbe potuto fare quel che voleva della Guardia, sapeva bene che lui, Robespierre, non gli avrebbe mai impedito nulla che credeva essere fatto nell'interesse del popolo.
Il dubbio tornò a far capolino: poteva credere loro?

Oscar aveva messo in tavola tutte le carte, sapeva che appena Robespierre avesse parlato quella mattina all'assemblea si sarebbe trovata uno o più sicari addosso, ne era convinta. Guardò Andrè in volto, il suo sguardo preoccupato, la piega imbronciata della bocca, la ruga tra le sopracciglia che accennava al disappunto verso l'espressione incolore di Robespierre, erano l'unica faccia e opinione in quella stanza che le interessasse davvero.
“Non me lo toglieranno nemmeno con le fucilate, non lo permetterò, non ora, non.. ancora.” pensò prima di riuscire a mettere qualsiasi filtro ai propri pensieri. Finché avesse avuto fiato in corpo, avrebbe fatto qualsiasi cosa per restare in vita, ne valeva la pena, valeva la pena affrontare i sicari e schivare le loro pallottole.
“Non so se le vostre preoccupazioni sono davvero fondate Oscar”, disse dopo un minuto Robespierre, “ma vi prometto che terrò d'occhio il mio amico e cercherò di evitare che faccia colpi di testa, visto il precedente che ha con voi e con i vostri uomini.”
“Beh, meglio di niente”, pensò Oscar.
Sentiva che Robespierre le aveva creduto, anche se non del tutto. Di certo l'affetto per il suo braccio destro era un velo sulla sua ragione, anche se il guizzo di vitalità e forza nei suoi occhi mentre diceva queste parole, riuscivano a intuire la profonda sincerità di quello che lei e Andrè avevano rivelato.
“Per quanto mi riguarda sono felice che combattiate dalla nostra parte,” continuò l'uomo, “siete un soldato coraggioso ed intelligente, e spero di vedervi oggi all'assemblea. Sarà un giorno importante per la Francia, e abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile per rendere reali e sicuri i cambiamenti che vogliamo per Parigi e per la nazione.”
“Ci sarò Robespierre, io e i miei uomini cercheremo di tenere sotto controllo la situazione.” assicurò subito Oscar.
“Grazie mille a entrambi, questa chiaccherata è stata preziosa.” aggiunse Bernard. Anche lui era convinto che Robespierre le avesse creduto, il suo dito impaziente che tamburellava sul tavolo la diceva lunga. Era il suo tic quando era soddisfatto di qualcosa.
Oscar vide i due uomini riprendere i soprabiti, Bernard chiamò Rosalie nella stanza adiacente ed uscirono assieme agli altri due amici a cui avevano dato ricovero. La porta batté e tutto attorno tacque per un lungo minuto.
Andrè si allungò dalla sedia per abbracciarla.
“So che sei preoccupata dopo questa visita,” disse, allacciandole la mani allo stomaco, facendo aderire la schiena di lei al suo torace, “ma ricorda quello che mi hai promesso: devi rimanere lucida Oscar. Ora Robespierre sa, e sono quasi sicuro che ti creda, ma questa non è una sicurezza. Niente colpi di testa e niente gesta eroiche, sii solo te stessa e stai attenta come hai fatto fin ora. Forse Robespierre dirà qualcosa a Saint-Just o forse niente, non sappiamo se quell'uomo, anche messo all'erta, tenterà qualcosa contro di noi o no, quindi non lasciare che la paura ti faccia fare qualche sciocchezza, intesi?”
Andrè passò le mani sulle sue braccia, distendendo ogni muscolo sotto la stoffa della camicia, sciogliendo ogni riserva e ogni dubbio che le tendevano i muscoli e i legamenti, dalle spalle alle dita.
L'ordine che le mandavano quelle mani che le cingevano le spalle e stringevano gli arti era imperioso: non lasciarsi andare al timore delle ritorsioni di Saint-Just.
Si promise che avrebbe affrontato quella giornata come la precedente, come se ogni ora di vita fosse potenzialmente l'ultima e avrebbe cercato in tutti i modi di evitare di farsi uccidere. Quello era l'ordine di Andrè per lei, ed era anche quello che dava a sé stesso. Ce l'avrebbero fatta da lì solo se restavano uniti, che la fine fosse quel giorno o no.
Lei avrebbe eseguito quell'ordine tacito, così come Andrè, fino alla fine...
Ma allora perché quell'inquietudine crescente non le abbandonava il petto? Cos'era quella paura di non farcela che sentiva in fondo allo stomaco allargarsi ai polmoni e mozzarle il fiato ad ogni tentativo di respirare?

“Che vuol dire che non ci siete riusciti?” disse spazientito Saint-Just, aggiustandosi la camicia nei pantaloni davanti allo specchio.
“La prima volta signore ho mandato due dei nostri ai cannoni ancora in piedi nella torre ovest. C'era molto via vai, sarebbe sembrato un incidente. Invece quella donna ha fatto sparare una palla di cannone contro le feritoie e li ha centrati in pieno!” disse trafelato Lucien, il segretario di Saint-Just, stando in piedi con un taccuino accanto allo specchio. Aveva appena ricevuto gli ultimi rapporti dei suoi uomini e stava facendo un conto delle perdite.
“Ho assistito anche io al fatto, davanti alla Bastiglia, e ho subito provato a mandare ancora quattro dei nostri a dire in giro che il comandante delle guardie personali della regina era vicino alla Bastiglia, ho anche promesso del denaro per chi l'avesse uccisa, signore, come mi avevate detto, ma è riuscita a scappare di nuovo, grazie allo scompiglio creato dai suoi soldati.”
“L'hai fatta seguire?”
“Si signore,” disse Lucien sfogliando il taccuino, "ma il mio uomo mi ha appena mandato il rapporto. L'ha ospitata per la notte il signor Chatelet stesso e ha pensato che non fosse prudente tentare di ucciderla in casa sua.”
“Benfatto, Lucien” disse Saint-Just. Un'espressione poco più calma prese il posto dell'irritazione sul volto dell'uomo allo specchio. Aveva già un altro piano in mente.
“Suppongo che Bernard la porterà con tutti i suoi uomini oggi al municipio, lui già sa che oggi verrà proclamata a Parigi l'amministrazione indipendente di Bailly e la Guardia Nazionale. La porterà per tenere sotto controllo la situazione. Ma si sa, basta poco per cominciare una sparatoria. Mi raccomando Lucien, fai posizionare tre uomini con i fucili sul tetto del municipio e dì loro di mirare a lei. Io creerò un diversivo, e quando ti darò il segnale tu li farai sparare.”
Saint-Just si aggiustò il panciotto davanti allo specchio, indossò il mantello e si pose in testa, con gesto impeccabile, il berretto nero, divisa di ogni deputato del terzo stato. Era pronto per andare al municipio, doveva rendere libero il popolo di Parigi quel giorno, e oltre che con una nuova amministrazione, voleva inaugurare quella libertà con la sua personale liberazione da quella cagna aristocratica che scimmiottava un soldato, e che gli aveva impedito con le sue insulse indagini di liberare la Francia da un bel po' di immondi aristocratici.
“Sarà fatto signore.” Lucien chiuse il taccuino dopo un ultimo appunto, e si congedò con un inchino mentre il suo padrone gli passava avanti senza degnarlo di uno sguardo e se ne andava con un sorriso già trionfale in volto.

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Berenice88