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Autore: CHOU    28/10/2012    6 recensioni
Il quinto anno sta per iniziare e nel cuore di Harry il rimorso per la morte di Cedric Diggory, continua a tormentarlo. Ma sono soprattutto due occhi freddi e grigi come il metallo a rendergli le cose insopportabili.
Tra litigi e magia il tempo sembra scorrere normale fino a che una parola di troppo e una maledizione scagliata quasi per caso non cambiano le cose.
Sarà arrivato il tempo di porre fine a quell'antica rivalità?
( 4 capitoli, conclusa)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Quando Harry tornò da Hogsmeade fu sommerso da ogni genere di domanda. La curiosità di vedere l’eroe del mondo magico uscire con il principe, in quel caso principessa, delle serpe, aveva suscitato una smisurata curiosità. Anche i professori osservavano con interesse l’insolito sviluppo che aveva preso la faccenda.

“Allora?” chiese Ron cercando di trattenere la curiosità che lo divorava.

“Cosa?”

L’amico alzò gli occhi al cielo, stizzito.

“Com’è andata con Malfoy?” ripeté ringhiando il nome.

“Ah. Bhe… è andata bene”

All’occhiata scettica di Ron, Harry si sentì in dovere di dare maggiori spiegazioni.

“E’ stato strano. Lei era così diversa da lui però allo stesso tempo si somigliano.”

“Quindi è andata bene perché lei assomigliava a lui?” fece choccato.

“Oh Ron!” gemette Harry buttandosi sul letto a baldacchino.

“Non hai risposto” lo ribeccò l’altro.

“E’ Malfoy!” disse solo il moretto chiudendo esasperato gli occhi.

“Appunto! Io lo so bene, la domanda è: tu te lo sei dimenticato?!”

Harry non rispose, colpito più di quanto avrebbe voluto dalle parole dell’amico.

L’aveva dimenticato? No di certo. Sapeva benissimo che era Malfoy però… si era divertito, suo malgrado.

Quella ragazza aveva qualcosa di incredibilmente attraente.

Probabilmente, se Malfoy avesse sempre avuto quel carattere se ne sarebbe innamorato.

A quel pensiero arrossì prepotentemente, tanto intensamente che lo notò anche Ron.

“Sei arrossito!! Per quale diamine ragione Sei arrossito, per merlino?!?!” urlò stridulo sull’orlo di una crisi di nervi.

 

Il lunedì era arrivato e l’atmosfera festosa del weekend fu presto dimenticata.

La sala grande era immersa in un silenzio quasi religioso mentre gli studenti facevano colazione a testa china.

Un gufo elegante e dal piumaggio bianco immacolato, planò con maestria sul tavolo rosso-oro.

Si andò a posizionare davanti ad Harry e rimase a guardarlo in attesa.

Il moretto si affrettò a slegare il messaggio legato alla zampa dell’animale che, però, rimase fermo al suo posto.

“Cosa vuole?” domandò Dean distraendosi dal suo pudding.

“Non lo so…” ammise Harry.

“Probabilmente vuole una ricompensa” intervenne Hermione.

“Del cibo” continuò la ragazza presagendo la domanda dell’amico.

Dopo avergli dato un pezzo d’avena, srotolò il messaggio per leggerlo.

 

Buongiorno Harry,

potresti venire alla scala per la torre di astronomia dopo l’ora di cena.

C’è una cosa di cui vorrei parlarti.

Draco M.

 

Il Grifondoro lesse la missiva osservando perplesso la firma. Senza dubbio non era stato il vero Draco Malfoy a spedirgliela poiché mai si sarebbe firmato in quel modo.

D’istinto volse gli occhi al tavolo dei Serpeverde. Draco incrociò lo sguardo come il suo e sorrise.

“Chi è che ti scrive, Harry?” chiese Hermione.

“E’ Malf-”

“Non voglio sentire!” lo interruppe Ron senza distogliere lo sguardo dal proprio piatto.

“Bhe io si, per cui, caro Ronald, fattene una ragione” lo azzittì, stanca del modo di affrontare la situazione del loro amico.

“E’ Malfoy. Mi ha chiesto di vederci dopo cena per parlare”

“E tu ci andrai?”

“Bhe si”

“Ma potrebbe essere pericoloso!” intervenne Ron.

“Non penso.”

“Sinceramente non so cosa pensare di questa storia. Questa ragazza che ha preso il posto di Malfoy, non so voi ma a me ricorda molto lui. Allo stesso tempo la gentilezza verso Harry non me la riesco a spiegare se non con il fatto che si sia innamorata di Harry ma in questo caso anche Malfoy dovrebbe esserlo” si perse a spiegare Hermione senza notare l’effetto delle sue parole su Potter e Weasley.

“Non penso proprio che Malfoy sia …innamorato… di me” bofonchiò Harry.

“Oh, certo che no. Probabilmente mi sbaglio” fece poco convinta

 

La giornata passò senza particolari avvenimenti. Le lezione avevano completamente assorbito i tre giovani maghi, solo Harry era distratto. La sua mente continuava a tornare alla pergamena di Malfoy e sentiva crescere una strana ansia per quell’incontro.

Quando la cena finì quasi sperò che Ron gli impedisse di andare ma l’amico, per una volta, rimase calmo al suo posto limitandosi a dire uno “Non vorrai fare tardi al tuo ‘appuntamento’ ” per poi continuare ad evitare l’argomento.

Draco lo stava già aspettando seduta alla base della scala.

Era bella come al solito ma quello che aveva colpito Harry era l’eleganza con la quale riusciva a muoversi. Un’eleganza che aveva avuto modo di ammirare più e più volte nei movimenti di Lui.

“Harry! Sei venuto!” gli sorrise.

“Si, cosa dovevi dirmi?”

“Ecco, io – Draco arrossì visivamente e iniziò a tormentarsi una ciocca di capelli – volevo dirti che tu mi piaci davvero tanto. Io volevo chiederti se tu…se volessi stare con me” concluse puntando gli occhi grigi in quelli stupiti di Harry.

“E’? Non…io no-”

Non riuscì a finire la frase poiché due labbra morbide e carnose gli andarono a coprire le sue.

Il moro spalancò gli occhi e spinse via la ragazza. Rimasero a guardarsi per qualche secondo prima che Harry fu in grado di parlare.

“Ah, scusa, io… io non posso”

Draco lo guardò ferita. Indietreggiò lentamente fino a che non incontrò il gradino. Dopo un ultimo sguardo si volse e corse su per le scale.

Harry rimase bloccato alla visione delle lacrime di Malfoy. Soprattutto perché la persona che era sparita sulle scale aveva sembianze maschili.

Senza pensarci troppo rincorse il Serpeverde fino all’aula di astronomia dove Draco si era andato a rifugiare.

“Malfoy!”

“Sparisci Potter!” ringhiò questi continuando a dargli le spalle.

“No” rispose testardo.

“Non ti sei già divertito abbastanza?” gli sibilò girandosi a guardarlo negli occhi.

Gli occhi grigi non erano più bagnati da lacrime, solo il rossore e l’espressione sofferente svelavano che avesse pianto.

“Malfoy io-”

“Non voglio ascoltarti. Non voglio sentire nulla che esca da quelle dannate labbra. Vattene se non vuoi essere schiantato”

Aveva parlato con un tono di voce basso e freddo ma Harry non ne fu intimidito. Si avvicinò al biondo continuandolo a scrutare.

“Pensavi davvero quello che mi hai detto?”

“Fottiti!”

“Ti sono sempre piaciuto?” continuò imperterrito.

Draco non rispose, era stanco di quella situazione. Non aveva più parole da usare, soltanto, arrossì lievemente.

Harry rimase a fissarlo. Gli sembrava così evidente adesso la differenza tra lui e lei.

“Avrei anche potuto innamorarmi di lei” mormorò.

Malfoy sentì una fitta al cuore e tutto dentro di lui gli ordinava di urlare: innamorati di me!

Rimase fermo, senza guardare il moro negli occhi.

“Draco”

Sentire il suo nome pronunciato per la prima volta da Harry, fu qualcosa di troppo sorprendente per impedirsi di alzare il viso e riportare l’attenzione su di lui. Potter approfittò del suo smarrimento per colmare la distanza da loro e baciarlo. Al contrario di prima non sentì nessun labbra carnose posate sulle sue, le labbra di Draco erano sottili ma ugualmente morbide. Ed Harry si ritrovò a pensare a quanto le preferisse.

“Sei impazzito?!” fu il turno di Draco di staccarsi da Harry.

“Ti ho baciato” rispose piuttosto stupidamente. Non sapeva nemmeno lui perché l’avesse fatto così all’improvviso e quale strano coraggio lo incollasse al pavimento impedendogli di scappare lontano gridando: ho baciato Draco Malfoy, aiutatemi!

“Non mi lascerò umiliare da te, Potter” non più di quanto non abbia già fatto io, continuò mentalmente.

“Cos-”

“Non hai voluto che ti baciassi quando ero una ragazza e l’hai voluto fare adesso perch-”

“Perché volevo baciare te!” lo interruppe gridando.

“Volevo baciare te perché mi ero innamorato del vero Draco Malfoy, non di lei!” continuò accalorandosi.

Non era pienamente conscio delle parole che stava pronunciando ma sentiva che erano vere.

“Te l’ho detto, avrei potuto innamorarmi di lei se non avessi conosciuto prima te.”

Draco ghignò amaro.

“Non sapevo che ai Grifondoro fosse concesso mentire, non eravate voi i coraggiosi e leali?”

“Non sto mentendo! Non ti sopportavo, eri la persona più odiosa che avessi mai conosciuto. Ma quando lei ha preso il tuo posto, mostrando lati del tuo carattere che nascondevi mi sono reso conto che non eri così male. Stare con te era bello, ma c’era sempre qualcosa che mi stonava in lei. Troppo gentile, troppo accondiscendente.

Mi sono reso conto che, merlino sa come!, Mi ero innamorato di Draco Malfoy. E non della sua versione femminile, mi piacevi tu con quel carattere impossibile che ti ritrovavi!” disse Harry. Aveva le guance imporporate e il fiatone, tanta era la foga con cui aveva pronunciato il discorso.

“Potter…”

“Sono Harry, il mio nome è Harry”

“Potter, Harry, Sfigato…non cambia. Non ti credo. Pensi che sia così stupido da credere che ti sei svegliato una mattina e ti sei accorto di amarmi? Draco Malfoy?”

Esasperato dalla piega che stava prendendo la situazione, Harry allungò una mano verso Malfoy attirandolo a sé.

“Mi ci è voluta più di una mattina. Pensi che io sia contento? Che non vedessi l’ora di innamorarmi di te? Se me ne fossi accorto prima avrei fatto di tutto per impedirlo ma ora sono qui, come un cretino, a  continuarti  ripetere che ti amo. Il minimo che tu possa fare è credermi, Draco”

Senza dargli tempo di replicare lo baciò di nuovo. Questa volta però, Draco non lo respinse. Piano, con titubanza iniziò a ricambiare il bacio.

“Sappi che io non ho un carattere così affabile come quella, Potter”

“Meno male Malfoy”

Dopo, non ci fu più spazio per le parole. Draco rimase tra le braccia di harry, intimamente felice anche se non ancora pienamente convinto delle parole del moro.

Potter, di suo canto, continuava a pensare che quella fosse una pazzia. Che qualcuno gli avesse dovuto far bere un filtro d’amore – e anche bello potente! – per avergli fatto dire quelle cose. Eppure, nessuno dei due ragazzi avrebbe voluto essere in un posto diverso da quello.

 

Il giorno dopo quando Draco Malfoy si presentò in sala grande per la colazione ci fu un ovazione generale. Nessuno, alla vista del suo sguardo freddo, osò fare battute sul suo comportamento di quando era stato ragazza.

Tutti si domandavano come aveva fatto a tornare uomo e, soprattutto Ronald Weasley, non si diedero pace per tutta la settimana a venire a fare speculazioni su possibili contro incantesimi.

“Ron, ma dov’è Harry?” chiese Hermione non vedendo l’amico al tavolo.

“E’ in ritardo come al solito! Ci conviene portargli qualcosa da mangiare. La prima lezione è pozioni, Piton è già insopportabile di suo, figuriamoci a stomaco vuoto!”

La ragazza annuì ridendo.

Quando, mezzora dopo, Harry James Potter correva per i corridoi per arrivare in orario a lezione, si sentiva stranamente agitato. Solo la sera prima si era dichiarato a Malfoy e adesso non sapeva come comportarsi. Come lui si sarebbe comportato.

Non si era pentito di quello che era successo nell’aula di astronomia – anche se si vergognava ancora a morte a ricordare anche il più piccolo dettaglio – ma si sentiva come in sospeso.

Era accaduto tutto coì in fretta e allo stesso modo così lentamente.

Aveva passato quattro anni ad essere accecato dal rancore verso Malfoy e a vivere nell’ossessione di lui. Gli ci era voluta l’idea di perderlo per sempre, di vederlo soppiantare da qualcun altro, per rendersi conto che per lui, Draco, era insostituibile.

Quando si ritrovò nei sotterranei si sentì gelare il sangue nelle vene vedendo fuori dall’aula di Piton, Draco Malfoy che si apprestava ad entrare. Harry avanzò lentamente, il rumore dei suoi passi attirò l’attenzione di Malfoy che si girò a guardare.

I due ragazzi rimasero a guardarsi negli occhi perfettamente immobili, come se il tempo e lo spazio intorno a loro si fossero fermati. Poi, Draco, infilò una mano nella borsa e tirò fuori un muffin al cioccolato. Con un piccolo ghigno gli lanciò il dolce e con noncuranza entrò in classe.

Harry guardò il dolce e sentì un forte calore riscaldargli il petto. Draco non gli aveva detto nulla, non l’aveva salutato e nemmeno iniziato un discorso. Si era limitato a lanciargli il dolce quasi come se non gli importasse, completamente diverso da come avrebbe fatto lei.

A quel pensiero il Grifondoro sorrise apertamente. Quella era Malfoy, il suo Malfoy e poté percepire tutta la dolcezza e premura celati dietro a quel gesto.

Senza pensare in poche falcate raggiunse il biondo, che aveva già preso comodamente posto affianco al suo calderone. Incurante di dove fossero, si chinò su Draco baciandolo.

Così preso da lui, non si accorse di un ragazzo dai capelli rossi svenuto in aula.

 

 

 

 

 

 

 

 

 “Albus, ma si può sapere come abbia fatto a tornare normale?”

“Ah Minerva, io avrei una teoria. Hai presente le favole babbane?”

La professoressa di trasfigurazione lo guardò corrugando la fronte.

“’Solo una bestia come te colpirebbe una ragazza! Tu non capisci la loro fragilità, non ne hai rispetto’, questa è stata la frase che il signor Weasley pensò quando lanciò per sbaglio la maledizione.

Malfoy è stato trasformato in una ragazza proprio perché imparasse la lezione. E cosa rende una ragazza più fragile emotivamente se non l’amore. La ‘bestia’ ha imparato l’amore, e ciò l’ ha liberato dalla maledizione. Alla fine, il signor Potter risolve sempre tutto” rise il vecchio preside.

“Come fai ad esserne sicuro, Albus?”
“La legilimanzia è un’arte molto utile, non che mi piaccia usarla sui miei studenti, ma questa volta si è rivelato necessario”

La McGranitt fece una smorfia tra il contrariato e il divertito.

“E cosa c’entrano le favole babbane?”

“Oh, temo nulla, Minerva. Però, devo ammettere che mi ricorda molto quella storia di un uomo senza sentimenti che fu tramutato in bestia  e salvato con l’amore. Mi hanno sempre affascinato le loro storie, si può imparare molto dai babbani. Alle volte sembrano conoscere la magia molto più dei maghi”


NOTE:
Volevo spiegare un po' il titolo e perché, alla fine ho messo un riferimento alla storia 'la Bella e la Bestia'.
Per quanto riguarda il titolo, tradotto in italiano, vuol dire mitigare, correggere, rettificare, modificare, emendare. Ed è  'emendare' che io ho voluto come titolo di questa fanfic poiché emendare al riflessivo significa 'correggere se stessi'. E questa storia è una storia di correzione, non solo fisica, ma soprattutto una correzione sentimentale. Harry si accorge che tutto l'astio e il rancore verso Malfoy non è reale, che quello che l'unisce alla bionda serpe è ben diverso dall'odio. Deve correggere la sua visione delle cose, la sua conoscenza di Draco per capirlo e lo stesso Draco deve cambiare i suoi comportamenti, deve fare pace con i suoi sentimenti e accettarli per poter avere una chance di essere felice.
Quindi, per questo motivi sono convinta che 'Amend' sia il titolo che più poteva sposarsi bene con questa fanfic :)
Per la Bella e la Bestia, invece, è tutta un altra faccenda! Volevo scrivere una Drarry che avesse come base una 'conversione' di Draco. Perché lui è apparentemente senza sentimenti, il suo destino è di tramutarsi in un assassino fedele a Voldemort ma, grazie all'amore e alla fiducia di Harry, possa cambiare in qualche modo il suo destino. E quale veicolo migliore se non trasformarlo in una fanciulla preda di una tremenda cotta??... ok, la verità è che non volevo vedere un Draco peloso... ma vabbè XD
Concludo ringraziando tutti quelli che l'hanno letta, in particolar modo chi l'ha recensita e messa tra le preferite, spero che questa fine vi possa piacere :)

  
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