Siccome
il capitolo scorso l’ho scritto
e postato un po’ di fretta e non ho lasciato un commento
decente, lo metto qui.
In
primis: strano il comportamento di Malfoy,
vero? Sarei curiosa di scoprire che spiegazioni vi siete date, ma
comunque non
potrò né vorrò dirvi se ci avrete
azzeccato.. quindi fate come volete: se vi va
di farmi sapere le vostre ipotesi, mi farebbe piacere leggerle..
altrimenti, no
problem!
La
decisione di Rose di non parlare con
Daria è importante: sta maturando e non vuole più
pesare sull’amica né dare
troppa importanza a qualcosa che non vuole ritenere importante. In
più sta cercando
di porre rimedio ai suoi errori, volontari o no.
Il
pezzo Al-Rose mi è uscito così, non
era pianificato. Però, nel momento in cui l’ho
scritto, ho capito che era
giusto, che i miei personaggi ne avevano bisogno.
Tutte
voi nelle recensioni del settimo
capitolo avete ventilato l’ipotesi che lo sposo del sogno di
Daria fosse Al..
beh non è detto.. ciò che volevo fosse chiaro
è che potrebbe essere sia Albus che
James e che la cosa veramente importante ai fini della storia non
è il sogno il
sé, ma il fatto stesso che Daria abbia fatto quel sogno..
Ok
altro punto che volevo chiarire: Al
non ha reagito così bene come sembra a ciò che
l’italiana gli ha rivelato, ha
avuto il suo bel momento di crisi, solo che qualcuno l’ha
aiutato a superarla.
Comunque penso che più avanti ci tornerò su.
Per
concludere volevo scusarmi nuovamente
per il mio comportamento e chiedere perdono per il tremendo ritardo con
cui sto
aggiornando.
Detto
questo vi lascio al capitolo, ci
rivediamo in fondo
9) New And Old Friends
Nel
castello iniziava a dilagare una certa, irragionevole, a parer suo,
agitazione:
il ballo di Halloween si stava avvicinando e l’intera scuola
era in fermento.
Daria,
come al solito, stonava: non era alla ricerca del cavaliere perfetto,
non
sperava di trovare il vestito dei suoi sogni, né aspettava
con ansia la sera
del ballo, sera che molte credevano sarebbe stata splendida, epocale,
memorabile. Lei si limitava a sopportare stoicamente l’essere
vittima
volontaria delle fervide e pericolose fantasie delle sue amiche e
l’essere
obbligata a partecipare al detestabile ballo. Del resto era naturale:
aveva chi
l’avrebbe accompagnata, aveva chi avrebbe pensato al suo
vestito e non aveva
alcuna aspettativa per la serata, se non quella di riuscire a
sgattaiolare via
il prima possibile.
Per
questo, la Serpeverde se ne stava tranquillamente e comodamente seduta
in
biblioteca tutta presa dalla lettura di un libro fantastico che,
ovviamente,
non trattava di nulla di scolastico o pseudo tale: l’italiana
leggeva molto
raramente libri riguardanti le materie scolastiche, senza che fossero
obbligatori
– a volte non lo faceva nemmeno quando lo erano – ,
e sempre per suo interesse
personale, mai per approfondire le conoscenze, migliorare una ricerca o
ampliare una relazione. Quelle, di solito, le copiava da Rose.
Daria
era completamente rapita dal racconto, ma, proprio mentre la storia si
avvicinava al punto di svolta, la lettura dell’italiana fu
interrotta: sentì i
capelli tirare leggermente e poi ricaderle, disordinati, sulle spalle.
La
ragazza non distolse lo sguardo dalla pagina del libro, pur
interrompendo la
lettura: non aveva bisogno di guardarlo per sapere che ad infastidirla
era
stato Albus Potter.
Il
Grifondoro aveva preso il detestabile vizio di scioglierle i capelli in
qualunque momento o situazione, solo perché sapeva che lei
odiava averli sulle
spalle e che lo trovava oltremodo fastidioso.
“Che
leggi di bello?” Chiese lui, con tono decisamente divertito
“Nulla
che ti riguardi, ladro di matite e disturbatore di fanciulle
indifese”. Rispose
l’altra, alzando finalmente lo sguardo e puntandolo con astio
sulla suddetta
matita, che lei aveva usato, fino a un momento prima, per tenere
raccolti i
suoi indisciplinati boccoli castani, e che ora giaceva nella mano del
moro.
“Fanciulla
indifesa, tu?” Chiese il ragazzo ironico, indicandole il
livido violetto che
lei gli aveva procurato durante i loro allenamenti mattutini.
“Comunque
dovresti smetterla di intrappolare i tuoi poveri capelli: sono
bellissimi e
dovresti lasciarli liberi. In più coi capelli sciolti stai
davvero bene, sai?”
“Non
sono affari che ti riguardino, mini-Potter. E ridammi la mia
matita”. Daria
allungò la mano recuperando il preziosissimo oggetto.
Albus
si accigliò: “Ti ho già detto di non
chiamarmi in quel modo: è fastidioso e
irritante”.
La
ragazza, per tutta risposta, fece un sorriso furbo:
“Smetterò di chiamarti
mini-Potter quando tu smetterai di sfruttare ogni occasione per
importunarmi”.
Il
Grifondoro mise su una smorfia da bambino capriccioso e fece tremolare
il
labbro, nel probabile ed inutile tentativo di corromperla.
“Ma è taaaanto,
tanto divertente”.
“Anche
chiamarti mini-Potter è taaaanto, tanto
divertente.” Fece, imitando il tono del
ragazzo. Poi aggiunse, con un sorrisetto beffardo
“Mini-Potter”.
“Uff..
sei proprio insopportabile tu”. Sbuffò il moro,
sedendosi accanto a lei.
“Nessuno
ti obbliga a sederti qui sai?” Ribatté
distrattamente, di nuovo immersa nella
lettura.
Dopo
poco il ragazzo la interruppe ancora. “Con chi vai al ballo?
Rose mi ha detto
che ti hanno obbligata ad andare, quindi immagino ti sia trovata un
cavaliere”.
“James”.
Rispose Daria, cercando di non perdere il filo del racconto.
“Lo
immaginavo. Io vado con Amanda. Sta diventando davvero noiosa, sai? Non
fa
altro che blaterare su quanto sarà bello il suo vestito e su
quanto farà morire
di invidia le sue amiche. Ultimamente, poi, è sempre
più difficile sopportarla:
con tutti i “piccoli incidenti” che continuano a
capitarle è sempre di pessimo
umore e quello che ci va di mezzo sono io. Non ne posso proprio
più. Sto
pensando di mettere da parte il nobile intento di tenerla alla larga da
altri
ragazzi e mollarla”.
Una
cosa su di lui l’aveva
azzeccata fin dall’inizio: logorroico. È davvero logorroico.
La
ragazza chiuse il libro, irritata “Potter ti hanno mai detto
che le biblioteche
servono per leggere, non per assillarmi coi tuoi problemi?”
Scostò
la sedia, si alzò e uscì dalla biblioteca, a
passo di marcia, ma già pentita
per come aveva trattato l’amico. Più
tardi mi scuserò con lui, ma ora ho davvero bisogno di un
po’ di calma.
Anche
se non condivideva l’agitazione che circolava nel castello,
questo non voleva
dire che Daria fosse calma. Al contrario, per lei quello era un periodo
strano.
Il suo umore, già soggetto a rapide variazioni normalmente,
negli ultimi giorni
era ancora più instabile del solito. Non era solo
perché il ballo che lei tanto
odiava si stava avvicinando inevitabilmente, i problemi erano altri: si
stava
abituando un po’ troppo
all’Inghilterra.
Il mare non le mancava più.
Sin
da quando aveva cominciato a frequentare Hogwarts, la nostalgia per il
Mar Mediterraneo,
per il suo mare era sempre stata una costante. Una piacevole e
rassicurante
costante. Sentire la mancanza del mare le ricordava chi era e da dove
veniva;
costituiva una sorta di legame con la sua terra natia.
Ultimamente
però non sentiva più quella tranquillizzante
nostalgia. La leggera malinconia
che le teneva compagnia da sempre era scomparsa e lei non riusciva ad
accettarlo. Non capiva perché fosse successo così
all’improvviso, anzi non
capiva perché fosse successo e basta. Aveva sempre pensato
che quello, almeno
quello, non sarebbe mai cambiato e invece…
E
la cosa più strana di tutte era che l’odore del
mare era il suo Riattivatore Speciale.
Tutti gli Eredi
avevano un RS:
una sostanza, un oggetto, un odore – poteva essere davvero qualunque cosa – che li aiutava a recuperare
più in fretta le
energie. E il suo era proprio l’odore del mare.
Perciò era ancora più assurdo
che non le mancasse più.
Di
conseguenza, Daria De Lupo in quel periodo, anche se
l’agitazione generale non
riusciva a contagiarla, era agitata, irritabile e di umore instabile
per conto
suo.
***
***
“Che
programmi hai per sabato?”
“Questo
sabato? C’è la gita ad Hogsmeade, se non
sbaglio”.
“Sì
infatti. Cosa pensi di fare, Mo?”
“Mah
il solito credo. Passerò la giornata con Dave, As e gli
altri ragazzi. Il che
vuol dire che mi toccherà sentir parlare di Quidditch e di
voi due per tutto il
tempo”.
“Bella
menata”. Osservò Daria da dietro un enorme libro.
“Ma
cosa dici? Moira è fortunata! Io e il Quidditch siamo
argomenti fantastci! Tu
un po’ meno, ma non si può avere tutto dalla
vita”.
“Hai
ragione. Se si potesse avere tutto io sarei in camera con Moira e Meg,
non con
te”.
Rose
fece un smorfia di disappunto, ma non commentò: rischiava di
perdere il filo.
“Comunque te l’ho chiesto per sapere se ti andava
di venire in giro per negozi
con me, Daria, Meg e Domi. Andremo a caccia di vestiti per il ballo!
Però ti
devo avvisare: sarà un’impresa
tutt’altro che facile. Sai quanto Daria ami fare
shopping e mettere abiti eleganti e quanto sia entusiasta della cosa..
beh Meg
è quasi agli stessi livelli”.
“Traducendo:
la Waterfall è refrattaria alla moda come Daria, quindi
trovare un vestito
decente che loro accettino di indossare sarà un
casino?”
“Esatto!
Che ne dici?”
“Per
me va bene! Se per tua cugina e per la Waterfall non è un
problema, ovvio”.
“Certo
che non è un problema! Anzi! Dom dice sempre che hai un
ottimo gusto nel
vestire, sarà contenta di poter usufruire del tuo
aiuto!”
“Oh,
me n’ero dimenticata” la voce di Daria, giunse un
po’ smorzata, da dietro il
libro. “Ho beccato Dominique per i corridoi l’altro
giorno: aveva appena
ricevuto una lettera da Artemis, dove le diceva di non prendere impegni
per
questo sabato perché le stava organizzando una sorpresa. Si
scusa molto, ma non
potrà venire per negozi con noi: è tanto che non
si vedono”.
Rose
la guardò sbigottita: dopo più di cinque anni,
restava ancora sconvolta di
fronte all’assoluta sbadataggine dell’altra.
Sospirò, sconfitta.
Si
voltò verso Moira e borbottò:“Pare che
ci toccherà fare a meno dell’aiuto di
Dom”.
La
mora le sorrise, empatica. “Ce la caveremo senza problemi,
vedrai”.
Rose
annuì: “Speriamo. Meno male che vieni anche tu
Moira, da sola sarebbe stato
impossibile”
L’altra
le sorrise ancora, poi si fece pensierosa. “Vi spiace se
pranziamo con Dave e
gli altri?” Esordì dopo un po’
“Ero già mezza d’accordo con loro e non
mi va di
dargli buca del tutto”.
“Non
ci sono problemi”. Disse la rossa, senza pensarci: pranzare
con gli amici di
Dave non poteva essere male. Un
momento….
Gli amici di Dave! “Aspetta, chi sono gli altri di
preciso?”
Moira
sorrise, di nuovo. Non sembrava turbata dalla sua reazione.
“Asa, i fratelli
Potter, Fred Weasley e Malfoy.Stai tranquilla Ros: saremo in tanti. E
io e D.
ti terremo lontana dalle sue grinfie”.
Rose
le sorrise grata: la mora aveva tenuto conto del suo problema, prima di
proporre loro il pranzo.
“Grazie,
Moira”.
“Di
nulla, a proposito come va con lui?”
“Non
va. Per fortuna. Non ci vediamo quasi mai se non a lezione e alle
riunioni dei
prefetti e in entrambi i casi siamo circondati da altre
persone”.
In
realtà Rose vedeva Malfoy anche per un altro motivo: la
vendetta su Amanda
Corner. Vendetta, di cui non poteva parlare in presenza
dell’italiana, ma che
stava procedendo particolarmente bene.
Era
un
piano estremamente semplice, il loro. Semplice, ma efficace: facevano a
turni e
ogni giorno uno di loro organizzava qualche scherzo con cui
perseguitare la Corner.
Siccome le menti erano tante, anche il tipo di scherzo cambiava e la
Corvonero
non aveva la benché minima speranza di identificare i
responsabili. Persino il
custode si era visto costretto a rassegnarsi dal momento che tutti i
suoi
sospettati fornivano sempre un alibi che veniva puntualmente confermato
da
almeno altri otto studenti.
A
Rose costava ammetterlo, ma di tutti gli scherzi che stavano portando
la Corner
alla pazzia il migliore era senza dubbio quello escogitato da Malfoy
solo
qualche giorno prima: il ragazzo, lungi dall’inventarsi
qualcosa di complicato
e di difficile riuscita, aveva semplicemente incantato gli specchi in
modo che
distorcessero l’immagine di Viperanda, rendendola molto
più simile ad una
balenottera che a una vipera.
Rose
sospirò, frustrata: l’attrazione non aveva
cancellato la rivalità, affatto.
“Dai
su con la vita Ros! Ti basterà tenere le distanze per un
altro po’ poi potrai
tornare ad odiarlo e affatturarlo senza conseguenze.”
La
rossa Serpeverde sorrise contagiata dall’insolita
positività dell’altra. “Già!
La mia assurda e immotivata attrazione per quel deficiente di Malfoy ha
i
giorni contati! Sarà un capitolo chiuso ancora prima del
ballo!”
“Oh,
me n’ero dimenticata.” A quella frase, Rose si
voltò verso il letto
dell’italiana, preoccupata: aveva un brutto presentimento.
“Belby l’altro
giorno mi ha detto che tutte le coppie di aspiranti caposcuola dovranno
ballare
assieme almeno un’intera canzone.”
Le
ci volle qualche secondo per assimilare la notizia. Durante il breve
lasso di
tempo in cui il suo cervello navigava beatamente
nell’ignoranza, vide Moira
fissarla con occhi decisamente preoccupati e ansiosi.
Poi
la realtà la colpì e Rose iniziò a
vedere rosso. Un secondo dopo era in
ginocchio sul letto dell’amica, le mani intorno al suo collo
abbronzato.
“Quando
pensavi di dirmelo, eh?! Quando?! Quando?!”
Moira,
che evidentemente se l’aspettava, reagì
prontamente, separandole con un
semplice Protego. “Calmati, Rose: se n’è
dimenticata, non l’ha fatto a posta”.
“Non
me ne frega una pluffa! Non si ci può dimenticare di una
cosa simile!”
“Scusami,
Rossa. Hai ragione tu: non avrei dovuto dimenticarmene e il fatto che
io abbia
la luna storta, ultimamente, non è una scusante”.
L’ira
di Rose, come al solito, si sgonfiò in un secondo, alle
parole dell’amica.
Nemmeno lei capiva come fosse possibile che il tono tranquillo
dell’altra
bastasse a calmarla, quasi, ogni volta.
“Comunque,
anche se mi sono dimenticata di parlartene, non ho scordato di pensare
ad una..
soluzione alternativa, diciamo”.
Rose,
nemmeno a dirlo, si illuminò all’istante.
“Ovvero?”
“Ho
chiesto a papà di mandarmi una fialetta di Polisucco, dalla
mia scorta
personale. Quest’estate mi annoiavo e ho rimpolpato un
po’ le mie scorte di
pozioni, ma non ho pensato a portarmi della Polisucco a scuola, anche
se ne ho
distillato due claderoni interi: non credevo ne avremmo avuto
bisogno”.
“Vuoi
usare la Polisucco per scambiarci?”
“Sì.
Così tu ballerai con Al e io con Scorpius e non ci saranno
problemi”.
“Non
funzionerà”. Rose si voltò di scatto
verso Moira, che le osservava seduta sul
proprio letto. “Tu” Fece indicando Daria,
“non sai né mentire, né recitare. Sei
bravissima ad omettere dettagli e a dire la verità nel modo
che ti conviene, ma
non sei mai stata capace di mentire. Non riusciresti a fingerti Rose:
siete
troppo diverse. Così come tu, Rose, non riusciresti mai a
fingerti lei”.
“Ma
io so mentire e so recitare!”
“Vero.
Tu sei brava a mentire e a recitare, ma fingerti timida e refrattaria
alle
attenzioni altrui va oltre le tue capacità”.
Rose,
suo malgrado fu costretta ad ammettere che la mora aveva ragione. E
questo
significava solo una cosa: lei era nei guai.
“Hai
ragione. Non ci avevo pensato.” Rose squadrò
l’amica con attenzione, i conti
non le tornavano: Daria pensava sempre a tutto, a tutte le
eventualità e a
tutti i possibili problemi. Che
cos’hai
italiana?
“Non
possiamo nemmeno scambiare te e Rose perché Dave capirebbe
subito che c’è
qualcosa che non va”.
“Ma
io non vado più al ballo con lui, lo sai”.
“Questo
non cambia niente. Lui passerà comunque molto tempo con
entrambe e..”
“Come
non vai più al ballo con Dave? Gli anni scorsi siete sempre
andati insieme”.
L’espressione scioccata di Moira la fece sorridere. Avrei potuto dirglielo prima, solo che.. non sapevo
come… L’aveva
fatto per lei. Se si stava impegnando così tanto per
allontanarsi da Dave, se
ci stava provando così intensamente era solo per Moira.
Certo voleva bene anche
a Dave e le sarebbe dispiaciuto illuderlo, ma Rose Weasley era una
creatura
egoista e mettere le distanze da Zabini si stava rivelando faticoso. Se
non
fosse stato per Moira, probabilmente avrebbe rinunciato subito, forse
non ci
avrebbe nemmeno provato. “Gli anni scorsi non sapevo che lui
fosse interessato
a me, e, soprattutto non sapevo che lui interessasse a te”.
“Non
me ne ha parlato…”
Daria,
abbandonando definitivamente il libro sul letto, si alzò e
abbracciò la mora da
dietro, circondandole il petto con le braccia e posandole il mento
sulla testa.
“Starà ancora cercando di assimilare le
cosa”
Moira
annuì. “Cosa gli hai detto Ros?”
“Che
trovavo egoista e ingiusto continuare ad impedirgli di invitare una
ragazza a
cui fosse veramente interessato e di non preoccuparsi per me,
perché avrei comunque
trovato un accompagnatore. Cosa che, tra l’altro, ho fatto
oggi”.
“Ovvero?”
“Ovvero
Jake Mitchell”.
Daria
inaspettatamente scoppiò a ridere così forte che
Moira si staccò
dall’abbraccio, confusa. Rose sospirò, troppo
abituata alle assurde reazioni
dell’altra per preoccuparsi veramente. L’italiana
prese fiato, poi disse: “Voi
due siete davvero assurdi”.
“Noi
assurdi, ma ti sei vista, italiana? … Aspetta noi due
chi?”
L’altra
non la degnò di una risposta e le chiese, sorridendo
divertita “Sai con chi va
al ballo Scorpius?”
“Dovrebbe
interessarmi?”
La
castana, di nuovo, non la considerò e andò avanti
imperterrita. “Va con
Christine Baston. Adesso, Mo-Mò, dimmi se non sono
assurdi”.
La
mora ridacchiò “In effetti”.
Rose
sospirò. Jake Mitchell, Grifondoro, settimo anno. Aspirante
portiere della
squadra della sua casa, erano anni che Jake cercava di soffiare il
posto a
Malfoy e l’anno prima, quando il biondo era infortunato,
l’aveva sostituito per
buona parte della stagione e aveva fatto di tutto per non dovergli
restituire
il posto. Si poteva benissimo dire che Jake fosse il Grifondoro meno
apprezzato
da Malfoy.
Comunque
io non vado al ballo con Mitchell per quello.
Christine
Baston, Grifondoro, sesto anno. Cacciatrice titolare della squadra di
Quidditch
della sua casa, erano cinque anni – da quando entrambe
avevano cominciato a
giocare – che lei e la Baston si davano battaglia, erano
cinque anni che la
Baston riusciva a segnare in tutte le loro partite. Si poteva benissimo
dire
che Rose la sopportasse appena più di quanto sopportava
Malfoy.
“Piantatela
di ridere. Io vado al ballo con Jake perché è un
bel ragazzo e non è uno che si
fa aspettative. Quanto a Malfoy, avrà i suoi motivi. Se
invece lo fa per
irritarmi, spreca il suo tempo”.
“Certo”.
Rose scoprì che il sorrisetto ironico di Daria, conseguenza,
a parer suo, di
tutto il tempo che l’italiana passava con James, poteva
essere davvero molto
irritante.
“Time-out
voi due. Devo andare in sala comune a recuperare il libro di difesa,
cercate di
non ammazzarvi mentre non ci sono”.
Moira
si avviò verso la porta, sorridendo e quando
passò vicino a Rose, la rossa la
sentì sussurrare: “Grazie, Rose”.
***
***
“Rose
mi ha detto che Daria sarà
uno schianto allucinante stasera. Curioso di vederla, fratellino? O
agitato?”
Albus
alzò le spalle con
indifferenza, poi sorrise, malandrino “A me hanno detto che
la Waterfall farà
una vera e propria strage”. Si voltò verso
Scorpius e cugino e aggiunse. “Ma,
stando alla mia fonte, pare che
sarà
Rosie a vincere la gara”.
Dave
sorrise, ma non riuscì a
replicare perché interrotto dall’esclamazione di
James.
“OH,
Merlino”
“D.
mi senti?” Moira la guardava preoccupata e le sventolava una
mano davanti agli
occhi.
“Sì
scusa ero solo distratta”. Daria
sospirò,massaggiandosi le tempie: le pulsavano
terribilmente. Come dopo ogni flash.
“Ti
accade un po’ troppo spesso ultimamente”.
Moira
aveva ragione: tutto ciò le accadeva davvero un
po’ troppo spesso. Almeno una
volta al giorno, se era molto fortunata.
Non
capiva cosa potesse essere, o meglio sapeva
cosa non poteva essere.
Aveva
ipotizzato che fosse una nuova strana malattia magica, ma
l’infermiera, Madama
Lones, le aveva assicurato, solo qualche giorno prima, che non aveva
niente
fuori posto, tutti i valori perfettamente nella norma.
“Già…
Cosa stavi dicendo?”
“Ti
stavo chiedendo se la Waterfall verrà ad Hogsmeade con
noi”.
“No”
rispose una voce dietro di loro. “Meggie ci ha precedute al
villaggio”.
Entrambe si voltarono verso Rose. La rossa sorrise a qualcuno dietro di
loro. Probabilmente
a qualcuno di sesso maschile e bell’aspetto dietro di loro.
“è andata col suo
ragazzo”.
Daria
annuì. “Sei in ritardo, Rossa. Abbiamo
appuntamento con l’altra rossa…”
lanciò
uno sguardo al suo babbanissimo orologio da polso in plastica colorata
e
concluse, seccata. “esattamente ora.. ai Tre
Manici”.
“Andiamo,
italiana cosa vuoi che sia? Scommetto che a Meg non dispiace.
È col suo
ragazzo”. Daria sbuffò.
“Da
quanto tempo stanno insieme?” Chiese Moira. “Non
sapevo nemmeno avesse il
ragazzo”.
“Si
sono messi insieme poco prima delle vacanze. Saranno quanto.. due, tre
mesi?”
“Quasi
cinque”. La corresse Daria, istintivamente: l’altra
aveva un concetto del tempo
che.. beh definirlo lato è, come
dire..
un eufemismo? Uno grosso però.
“Dettagli”.
La rossa fece un cenno con la mano per ribadire il concetto.
“A Daria non
piace”. Aggiunse a beneficio della mora.
“Come
mai?”
Daria
scrollò le spalle. “Non so spiegarlo, non mi piace
punto. È una sensazione a
pelle”.
“O
forse è solidarietà nei confronti di
Jamie”. Aggiunse Rose, con un sorrisetto.
Moira
sorrise, capendo al volo il riferimento. Loro due, Moira e Daria, erano
amiche
da anni, quindi l’altra
era stata a
conoscenza delle teorie dell’italiana ancora prima del
diretto interessato.
“Non
centra. È qualcosa di diverso, mi sa di.. sporco.. come se
nascondesse cose..”
“Tutti
nascondiamo cose, D.” La precisazione di Rose non era
provocatoria o derisoria,
ma seria. Era una tacita regola dell’amicizia, di come la
concepivano loro
l’amicizia, almeno: non si scherza sulla sofferenza di
un’amica, nemmeno se era
solo una possibile, remotamente possibile, sofferenza.
L’altra
annuì. “Speriamo solo che il mio istinto
sbagli”.
“Solo
che non succede quasi mai”.
Dopo
il commento di Moira la conversazione si spostò su toni
più leggeri e andò
avanti senza intoppi fino ai Tre Manici Di Scopa.
“Siete
in ritardo”.
“Colpa
di Rose. Grazie per averci salutate, comunque”.
“Ciao!”
Meg sorrise apertamente. “Sapevo che
non poteva essere che colpa tua, Weasley”.
“Ciao
Meggie, Ethan. Sempre tutti a dare la colpa. Siete voi due ad essere
troppo
fissate con gli orari”.
Il
saluto di Rose al ragazzo di Margaret, le ricordò della sua
presenza. Si sforzò
di mettere su un sorriso cordiale. “Buongiorno
Davies”
“Rose,
De Lupo.” L’altro sorrise di rimando ad entrambe.
Era la sua impressione o
quando si era rivolto a lei il suo sorriso era sembrato ancora
più tirato e
falso di quello che si stava costringendo ad indossare lei?
“Vi affido
Margaret”. Detto questo, il ragazzo-che-nasconde-cose si
allontanò.
“Meg,
conosci Moira, vero?”
La
rossa annuì. “Di vista e indirettamente, tramite
queste due pettegole”. Fece
rivolgendosi direttamente alla mora. Poi le tese la mano.
“Margaret Waterfall,
o più semplicemente Meg”.
Moira
la strinse con un sorriso. “Anch’io ho sentito
parlare di te, Meg. E devo dire
che ti sei già guadagnata tutta la mia stima: sopportare
Daria durante tutte
quelle ronde notturne l’anno scorso.. devi proprio essere una
tosta”.
“Ehi!”
Protestò Daria, fingendosi indignata, ma col sorriso sulle
labbra. Il suo
istinto, quello che non sbagliava quasi mai, le diceva che quelle due
sarebbero
andate d’amore e d’accordo.
Meg
sorrise, divertita: “Ho sopportato di peggio”.
“Potter
grande?” Suggerì la mora.
“Potter
grande”. Confermò l’altra con un sospiro
sconsolato, ma il sorriso divertito.
***
***
“Forza!
Ci sono ancora due negozi da controllare. Vedrete che troveremo i
vestiti
adatti a voi!”
Daria
sbuffò: “Altri due negozi? Ti detesto
Weasley”.
Meg
annuì, sconsolata “Che poi non ho capito
perché cerchiamo solo i vestiti per me
e Daria. Non dovreste occuparvi dei vostri?”
“Noi
i nostri vestiti li abbiamo già. Li abbiamo presi insieme
quest’estate. Cosa
che facciamo tutti gli anni”.
All’espressione
stupita e sconcertata delle altre due, Moira aggiunse: “Ma vi
pare che ci
saremmo ridotte all’ultimo per comprare il vestito? E poi ad
Hogsmeade c’è
troppa poca scelta”.
Rose
annuì. Comprare il vestito lì al villaggio,
limitando in modo considerevole le
proprie possibilità di scelta, era impensabile, per lei come
per Moira e Dom. Aprì
la porta dell’ennesimo negozietto e la tenne aperta per le
sue amiche.
Si
stava divertendo da matti. Persino il pranzo coi ragazzi non era stato
male.
Malfoy era seduto all’altro capo del tavolo, quindi non aveva
avuto problemi ad
ignorarlo ed era riuscita a non dare troppa confidenza nemmeno a Dave
con la
scusa di dover chiacchierare con Meg per non farla sentire troppo a
disagio.
Che poi non era una scusa. Meg, tra loro quattro, era quella meno a suo
agio:
Moira girava sempre con Asa e Dave, quindi era un membro di quello
strano
gruppetto fatto di Grifondoro e Serpeverde, tanto quanto gli altri
ragazzi;
Daria era amica di tutti i ragazzi presenti e, anche se di solito aveva
a che
fare con loro singolarmente o, al massimo, a coppie, si era trovata
benissimo
anche nel contesto di gruppo. Per lei valeva un discorso simile: la
metà di
loro erano suoi cugini e gli altri, eccezion fatta per Malfoy, erano
suoi
amici.
Meg,
al contrario, non conosceva quasi nessuno. Le uniche persone con cui
era in
confidenza erano lei e Daria. Andava d’accordo con Moira, ma
si conoscevano
direttamente solo da un paio d’ore. Senza contare che era
seduta di fronte a
James e, per quanto il loro rapporto non fosse più
completamente disastroso e
unicamente basato su scherzi e rispostacce, la cosa non aveva
contribuito a
farla sentire a suo agio.
“Wow,
questi sì che sono problemi veri: dove andare a comprare il
vestito. E io che
pensavo fossero la fame nel mondo, il razzismo, la dissolutezza della
società e
altre cavolate simili..”
Rose
sbuffò: era tutto il giorno che Daria le prendeva in giro
con il suo sarcasmo.
Una piccola vendetta ci stava. Si voltò verso Moira che le
fece l’occhiolino.
Eccome se ci stava.
“Senti
un po’ italiana” Esordì la mora, con
tono serio “che effetto ti ha fatto vedere
le tue prede insieme?”
Daria
arrossì immediatamente: “Jam e Al non sono mie
prede”.
“Vero”
acconsentì Rose “sono prede del tuo fascino
latino”.
“Ma
la volete piantare con questa storia?!”
Moira
e Rose scoppiarono a ridere, mentre il colorito dell’altra
tendeva sempre di
più all’aragosta.
Meg
le guardò, confusa “Lo raccontate anche a me
così rido anch’io?”
Daria
tappò la bocca sia a Moira che a Rose, prima che potessero
dare la loro, di
spiegazione e raccontò brevemente alla Grifondoro del
bacio-incidente.
“Ok
afferrato. Ma Potter grande che centra con questa storia?”
“Ti
interessa eh?” Fece Daria insinuante.
Meg
scrollò le spalle: “Sono solo curiosa”.
Rose
approfittò della distrazione dell’italiana, che
stava scrutando l’altra rossa,
e si liberò dalla sua presa.
“James
centra tutto. È stato lui il primo bacio di Daria”.
“Trovati!”
Esclamò a quel punto Moira, indicando un paio di vestiti.
“Decisamente
sì! Forza! Provateli!” Rose, già
dimentica del suo proggetto di far imbarazzare
l’amica per vendicarsi delle prese in giro, li
afferrò e spinse entrambe le
ragazze dentro i camerini.
“Siete
stupende!” L’esclamazione entusiasta di Moira,
qualche minuto dopo la fece
voltare.
La
ragazza scrutò le amiche con sguardo critico, poi
annuì e sorrise estasiata.“I
vestiti sono decisamente perfetti!”
Spazio
autrice:
Daria
è un po’ in crisi, eh? Beh abituatevici
perché
sarà una condizione ricorrente. Anzi direi che la cosa
è destinata a
peggiorare. Rose, invece, secondo me sta dando prova di una notevole
maturità,
eccezion fatta per alcuni scoppi di rabbia improvvisa che fanno troppo
profondamente parte della sua natura.
Moira
è un personaggio che mi piace, è una tosta e
lei e Meg diventeranno sempre più importanti: ora che il
quartetto si è
costituito sarà difficile sfaldarlo.
Ero
tentata di spiegare il discorso del primo bacio
e di descrivere i vestiti direttamente in questo capitolo, ma, siccome
sono una
persona perfida, preferisco aspettare. I vestiti li rimando al capitolo
del
ballo, che, tra l’altro, è il prossimo, mentre
quello del primo bacio.. beh
forse tra un paio.. non so voglio dare sia a voi che a Meg un
po’ di tempo in
più..
Per
quanto riguardo gli strani flash di Daria no
comment. Io, perché come ho detto prima sono una persona
cattiva, non voglio
darvi nessun indizio né suggerimento.
Spero
di riuscire a postare il prossimo capitolo di
qui a un mese, ma non prometto nulla. Tra lavoro ed
università devo capire come
ri-organizzare la mia vita e far quadrare tutto e tutti e potrebbe
volermici un
po’. Ciò nonostante non ho la benché
minima intenzione di abbandonare la
storia. Mai.
Ok
provo a postare le foto dei ragazzi:
Scorpius
Al
Non
sono ancora riuscita trovare Dave, ma se qualcuna
avesse qualche suggerimento sarebbe più che gradito
Un
bacio
AiraD