Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides
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Autore: Winry977    28/10/2012    1 recensioni
Essere condotti alla roulotte di una band da un cane per non vedenti non è una cosa che capita a tutti. Cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passarono un paio di giorni da quando avevo parlato con Ash, e, in un pomeriggio in cui mi trovavo sola con Jinxx nella cucina gli chiesi di farmi sentire un po' di notizie dal telegiornale o dalla radio. Lui accettò, e sentii il rumore di accensione della radio. Passarono in rassegna diverse notizie che non mi interessarono più di tanto, finché non sentii un annuncio che avevo sperato non arrivasse mai. “La prossima notizia è inerente ad una ragazza scomparsa” annunciò il cronista. “E' una ragazza cieca scomparsa qualche mese fa dalla cittadina si Sheffield. La donna che ha messo il suo annuncio era la sua badante personale, e afferma che la non vedente sia scomparsa con il suo cane in un momento in cui era distratta. Inizialmente aveva pensato che sarebbe tornata in serata, ma quando non la vide arrivare cominciò a preoccuparsi e cominciò a cercarla per la città, spargendo annunci e rivolgendosi alla polizia. Siete pregati di chiamare al seguente numero se avvistate una ragazza dai capelli castani, ricci e lunghi, con un Pastore Tedesco per non vedenti. Oppure, riportatela all'indirizzo tra poco descritto. Chi la dovesse ritrovare riceverà una somma ricompensa. Ecco numero e indirizzo...”

-Jinxx segnati numero di telefono e indirizzo!- esclamai io freneticamente.

-O...ok...- balbettò lui, i cui movimenti mi giunsero impacciati.

Quando il cronista cambiò notizia io chiesi gli chiesi se li avesse scritti.

-Ehm... si. Ma a che scopo?- chiese lui preoccupato.

Rimasi per un po' in silenzio. Da giorni macinavo qualche idea su Suzanne e su cosa mi sarebbe potuto accadere. Sospirai, ma decisi di non rivelare nulla, avvicinando le ginocchia al mio petto e circondandole con le braccia, affondai il mio viso tra le gambe.

 

Quello stesso pomeriggio decisi di farmi un giro con Iyo, e promisi che stavolta non mi sarei fermata o persa da nessuna parte. Mentre camminavo, mi immergevo nei miei pensieri, e pensavo a cosa fare per mettere a tacere le voci sulla mia scomparsa, quando sentii dei passi nella neve, poco distanti da me.

-Ragazzi?- mi girai io, ma non arrivò alcuna risposta, mentre i passi si avvicinavano. -Andy?- cominciai a preoccuparmi quando Iyo cominciò a ringhiare. -Ash?- le mie preoccupazioni cominciarono ad aumentare quando i passi si fermarono.

-Ciao. Tu devi essere la cieca di cui parlano alla radio...- disse una voce roca, maschile e con una punta di maliziosità.

-Chi sei?- indietreggiai io, sentendo, tramite il guinzaglio, la gola di Iyo vibrare a causa dei suoi ringhi. Sentii due passi affondare nella neve. -Stai lontano da me, chiunque tu sia!- esclamai io.

-Tranquilla, non voglio farti del male. Ma sai, quando ho saputo che c'erano dei soldi di mezzo mi sono ricordato di una cieca su un autobus con un Pastore Tedesco. E mi sono pure ricordato dove sei scesa. Quindi ho cominciato a girovagare da queste parti, finché... puff! Eccoti qui, col tuo bel cane.

-Non ti avvicinare!- continuai ad indietreggiare.

-Oh, andiamo. Non costringermi a usare la forza! Vieni con me e basta.- il suo tono si fece più duro.

-No!- avevo paura. Una paura tremenda che quell'uomo mi portasse via di lì o che mi facesse del male. Cominciai a tremare. -Non voglio andarmene di qui!-

-Invece te ne andrai. Non è questo il posto adatto per te!- esclamò. La sua voce si fece molto più vicina, e quando sentii una mano afferrarmi la spalla destra, Iyo mi sfuggì dalle mani, e lo sentii abbaiare e ringhiare contro l'uomo, che aveva mollato la presa. Io, dal canto mio, non riuscivo a muovermi per la paura e perché non sapevo dove andare. Rimasi lì, ad ascoltare Iyo e l'uomo che urlava chiedendo aiuto perché “un dannatissimo cane” lo stava azzannando.

Io ero immobile, come se un covo di api mi ronzasse attorno e io rischiassi di essere punta. Le lacrime cominciarono a sgorgarmi dagli occhi, le fobie che avevo sognato per notti e notti cominciavano a manifestarsi.

A un tratto udii delle voci familiari. -Noah!

-Christian?- mormorai io.

-Chi diamine sei tu?!- esclamò la voce lontana di Ashley.

-Io...- cominciò l'uomo, ma venne subito interrotto.

-Cosa volevi fare, eh?- imprecò Jake.

-Io ho bisogno di soldi! E lei è la mia occasione!- esclamò l'uomo disperatamente.

-Non la indicare!- ringhiò Jinxx.

-Sentite.. io...

-Non parlare!- e sentii un botto, subito dopo l'esclamazione di Andy.

Alle mie spalle udii un sussurro. -Andiamo Noah. Non finisce bene qui.- Christian mi guidò a passo svelto, mentre io udivo dei lontani gridi di dolore.

-Ecco siamo arrivati.- sentii uno scatto e un'aria calda mi invase il viso, con un dolce odore familiare. Indugiai a camminare, poi mi ricordai di Iyo.

-Aspetta! Iyo! Dov'è??

-E' qui. Appena ti ha vista allontanarti ti ha subito rincorso, lasciando ad Ash, Jake, Andy e Jinxx quell'uomo.

Sospirai, e mi accorsi che le mie lacrime non si erano ancora fermate, perché la paura non si era ancora dileguata dalla mia mente. Salii tremante i gradini e quando giunsi al capo di essi un corpo mi abbracciò.

-Oh, Noah. Che paura che abbiamo avuto.- sussurrò Christian dal suo timido abbraccio.

-N... Non dirlo a me!- mormorai scoppiando in lacrime, e stringendolo.

Poco dopo, dal divano, sentimmo la porta aprirsi, e io scattai sull'attenti, facendo ruzzolare dalle mie spalle la coperta che qualche minuto prima Christian mi aveva messo addosso.

-Ragazzi!- esclamò Christian. -Com'è finita??

-Pestato, descrive la condizione attuale di quell'essere.- commentò Jake.

-Ma... lo avete lasciato lì?- chiesi io, accigliata.

-Naaah. Ha ancora la forza di camminare... infatti poco dopo che tutto era finito si è rimesso in piedi, imprecando, ma almeno se n'è andato.- rispose Jinxx.

-E... Andy e Ashley?

-Io sono qui.- rispose Ashley. -Andy è andato a controllare che non ci fossero altre persone moleste nei dintorni...- spiegò.

-Ehi, ma stai ancora piangendo?- domandò una voce che aspettavo.

-Andy?- chiesi io, passandomi una mano sugli occhi.

-E chi altro?- rise. Poi cambio tono. -Stai bene? Ti ha fatto del male?- una mano ghiacciata mi sfiorò una guancia.

-Per fortuna, no...- mugulai io.

 

Rimasi molto scossa da quell'accaduto. Persino quando bussava il postino, che veniva settimanalmente, mi agitavo ovunque io fossi. Intanto avevamo già oltrepassato la metà gennaio e i ragazzi avevano ripreso a lavorare sui loro testi. Febbraio era alle porte e io mi ricordai che alla fine di esso i ragazzi sarebbero dovuti tornare in California. Il mio pensiero fisso era cosa avrei fatto quando loro sarebbero dovuti ripartire, quindi presi a rimuginarci sopra, mentre i giorni continuavano a scorrere velocemente, tra una chiacchierata, una risata e un dubbio.

  
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