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Autore: _Dolphin_    28/10/2012    2 recensioni
Giada è una diciassette qualunque, che ama la musica, odia la scuola e fa tutto quello che fanno le persone normali, ma qualcosa cambia quando durante una normale giornata di scuola qualcuno spara in classe e Giada scampa alla morte per un soffio. Questa storia è fatta di lacrime, risate, affetti, amicizie, ma soprattutto ansia.
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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hg Quando entro a casa mia madre è intenta a cucinare, mio padre è a lavoro, mia sorella è a pranzo da un'amica e mio fratello sta guardando la televisione.
Quando saluto, mia madre inizia a farmi l'interrogatorio sulla serata di ieri, così mentre apparecchio la tavola le racconto tutto quanto. Quando parlo e mi soffermo sui particolari della serata ridendo a crepapelle lei si rallegra e sembra sinceramente contenta per me. Se solo sapesse quello che mi aspetta domani..
Per la prima volta dopo settimane riusciamo a mangiare insieme e lei ha perfino cucinato le patatine fritte che adoro e anche se non ho molto appetito non riesco a dire di no e me le mangio nel giro di qualche minuto.
-Mamma, ti va se ci guardiamo qualche film più tardi?-chiedo con la bocca piena.
-Certo, è da molto che non passiamo un po' di tempo insieme.-
Decidiamo di guardare film drammatici e optiamo per The Last Song, I Passi Dell'Amore e Ho cercato il tuo nome, insomma tante lacrime e tanto Sparks.
Visto che sono soltanto le due del pomeriggio mi metto un po' al computer ed entro su Twitter per vedere le novità, e infine decido di aiutare mia madre nelle pulizie di casa.
Spolvero la mia stanza, quella dei miei genitori e infine quella di mio fratello ed è proprio qui che trovo la via di fuga ideale. La finestra di mio fratello si trova sopra una specie di tettoia che collega casa nostra al terrazzo di mia nonna e io non devo far altro che attraversare la tettoia senza cadere nel mio orto o nella casa disabitata e vecchia che si trova a fianco alla mia.
Decido di fare una prova per vedere se il piano può riuscire. Apro la finestra attraverso la tettoia stando ben attenta a non scivolare e mezzo minuto dopo mi ritrovo nell'orto di mia nonna mentre lo attraverso di corsa per uscire dalla porta sul retro che tiene sempre aperta di giorno e che si affaccia direttamente sulla strada. Appena esco nella strada inizio a saltellare come un'idiota pensando che il mio piano sia infallibile e che niente potrà andare storto. Ritorno velocemente a casa e finisco di spolverare dopodiché prendo i dvd e io e mia madre ci buttiamo nel divano e iniziamo a guardare The Last Song con la scatola di fazzoletti in mano. Più o meno alla fine del film, da quando il padre della protagonista è ricoverato all'ospedale, iniziamo a piangere come delle disperate e quando rientra mio padre per poco non gli viene un infarto.
-Perchè state piangendo?- chiede allarmato mentre ignora totalmente la televisione.
Mia madre tira su con il naso.
-Il padre ha un cancro e lei l'ha scoperto solo ora.-dice singhiozzando. Io naturalmente non sono da meno.
Mio padre per un attimo ha lo sguardo offuscato come se non riuscisse a capire di cosa diavolo stia parlando mia mamma con un cenno gli indica il televisore.
Allora lui sbuffa e alza gli occhi al cielo.
-Voi donne siete tutti uguali!- dice mentre esce dal soggiorno e sale al piano di sopra.
Il nostro pianto dura fino alla fine de I Passi Dell'Amore e qualche volta ricompare una lacrimuccia anche durante Ho Cercato Il Tuo Nome che è sicuramente il meno tragico dei tre.
Alla fine dei film ci accorgiamo che sono già le sette e mezza di sera e mentre fuori è già buio e mia madre si rimette ai fornelli io salgo in camera mia e mi rendo pienamente conto che tra meno di ventiquattro ore non ci sarò più. Sto cercando un modo per salutare Luca, ma mi rendo conto che non posso dire niente senza che lui capisca che c'è qualcosa sotto, perciò penso che mi limiterò al solito abbraccio. Scrivergli una lettera non mi sembra proprio il caso, perchè di sicuro non lo farà sentire meglio.
Durante la cena non tocco quasi niente come al solito e appena finisco salgo subito in camera mia e mi sdraio nel letto mentre fisso il soffitto e ascolto i Coldplay.
Dopo qualche minuto entra mia madre e si siede nel mio letto mentre spegne l'Mp4.
-Stai bene? Ti vedo strana oggi.-
-No è solo che stavo pensando a quanto dev'essere stato difficile per voi in questi mesi. Sai, con tutta questa storia.-
Mia madre annuisce e accenna un sorriso.
-É stato difficile, ma grazie a Luca, a Riccardo e a tutta la squadra siamo riusciti a stare molto sereni perchè sappiamo che sei in buone mani, nonostante ogni giorno speriamo che tutto questa finisca presto.-dice lei con voce preoccupata.
Ora sono io che accenno un sorriso.
-Finirà presto.-
-E tu come fai a dirlo?- mi chiede improvvisamente curiosa.
Scrollo le spalla.
-Lo so e basta.-dico sorridendo mentre mi avvicino ad abbracciarla. Lei ricambia immediatamente l'abbraccio e riesco a sentire il suo profumo che è così buono.
Mi dispiace tantissimo per il dolore che causerò a lei e al resto della famiglia e vorrei restare tra le sue braccia per sempre, ma prima di scoppiare in lacrime sciolgo l'abbraccio e le do un bacio proprio mentre mio padre entra per chiedermi se voglio guardare la partita con lui.
Ci posizioniamo io e lui nel divano con una ciotola di pop corn in mano mentre il derby Milan-Inter sta iniziando e ovviamente noi tifiamo Milan.
Per quanto io ami il calcio oggi non riesco proprio a seguire la partita e guardo il televisore come se fossi inerme.
-Goaaaaaaal! Goaaaaaal!-urla mio padre mentre fa saltare alcuni pop corn per aria.
Non posso fare a meno di ridere e cerco di condividere la sua gioia. Probabilmente se fosse stato un giorno qualunque mi sarei messa anche io a strillare come una pazza, ma oggi proprio non ci riesco.
-Hai visto che ha segnato Nocerino?- mi domanda mio padre.
Annuisco e sorrido. Ha fatto proprio un bel goal.
-In genere quando segna lui inizia a urlare come una dannata. Non..hai voglia di guardare la partita vero?-chiede un po' deluso.
Mi alzo dal divano e gli do un bacio.
-Scusami, oggi proprio non ho voglia. Vado a letto, ci vediamo domani. Buon lavoro.-gli dico certa che domani mattina non lo vedrò perchè lui esce sempre presto e torna intorno alle quattro del pomeriggio e a quell'ora domani sicuramente non sarò a casa.
-Ah, dimenticavo. Ti voglio bene.- gli dico con un groppo in gola pensando che questa è l'ultima volta che lo vedo.
Corro in camera mia e affondo la faccia nel cuscino mentre scoppio a piangere e questa volta non è per il film drammatico di Sparks. Voglio parlare con qualcuno e raccontargli tutto, ma non posso parlarne con Riccardo perchè tanto non mi risponderebbe, non posso parlarne con la mia famiglia né tanto meno con Luca. Ne parlerei con Matteo se non fosse un poliziotto.
Mi rimane un'ultima persona con cui parlare, anche se sono consapevole dei rischi che corro perchè anche se è la mia migliore non posso sapere come reagirà e anche se al novanta per cento sono sicura che terrà la bocca chiusa, rimane quel dieci percento di possibilità che vada a dire tutto a Luca facendo saltare tutto, ma non ne posso più di tenermi tutto dentro. Ho bisogno di parlarne con lei.
Prendo un telefono con un'altra scheda che non è tenuta sotto controllo dai poliziotti e compongo il numero di Federica mentre continuo a singhiozzare.
-Pronto Giada? Perchè mi chiami durante il derby? Per farmi sapere che ci state umiliando?-domanda lei da tifosa interista.
-N..no non è per quello.-dico con la voce che si spezza.
Il suo tono diventa serio e preoccupato.
-Stai bene?-
Tiro su con il naso.
-No. Devo dirti una cosa.-
Prendo fiato e le racconto tutto quanto a partire dalla foto per poi proseguire con il biglietto e con il luogo dell'appuntamento, poi le dico di come ho intenzione di scappare e che nessuno sa niente a parte lei e Riccardo. Le racconto tutto questo in un fiume di lacrime e quando capisce che se vado lì sicuramente non ne uscirò viva inizia a piangere anche lei.
-Ti prego non farlo. Vai da Luca e raccontagli tutto prima che sia troppo tardi. Ti prego.- singhiozza lei.
-Non posso farlo, non posso. Cerca di capirmi, se ci fossi stata tu in questa situazione probabilmente avresti fatto lo stesso. Giurami che non dirai una sola parola.-
La sento singhiozzare attraverso il telefono e dopo qualche attimo di silenzio la sento parlare di nuovo.
-Te lo giuro. Però..ripensaci..ti prego, fallo per me. Hai pensato al dispiacere che causerai a tutti quanti?-
-Lo so, ma dopo quello che è successo a Riccardo non vedo soluzioni. Questa storia non finirà mai altrimenti.-dico io continuando a piangere.
Lei rimane di nuovo in silenzio per qualche istante.
-Quindi..ci..saluteremo domani..mattina?-chiede con la voce che si spezza di continuo.
-No, domani ti devi comportare come se niente fosse. Ci salutiamo adesso. Mi dispiace, Fede. Sei la mia migliore amica e in questi quattro anni sei stata un'amica e una compagna ideale. Ti voglio bene.- dico mentre i singhiozzi mi fanno tremare tutto il corpo.
Lei esplode in un pianto ancora più rumoroso.
-Mi mancherai così tanto. Mi dispiace davvero tanto. Non meritavi una cosa del genere.-
-Senti fammi un favore. Tra qualche settimana dovrai chiamare Luca e gli devi dire che mi dispiace tantissimo e che è stato un gesto stupido, ma necessario e che gli voglio un mondo di bene e che è stata una persona eccezionale. Lo farai?-
-Certo. Te lo prometto. Ci vediamo domani a scuola?-
-Si, per l'ultima volta.-sussurro io.
-Per l'ultima volta.-ripete lei.
Finiamo così la conversazione, certe che qualunque altra parola sarebbe scontata o inutile. Adesso che ho parlato sinceramente con Federica mi sento un po' meglio, ma non abbastanza per farmi prendere sonno e così finisco per passare l'intera notte a guardare il soffitto e a pensare all'imminente appuntamento e per un attimo soltanto non vedo l'ora di incontrare Michelangelo.
   
 
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