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Autore: Julia of Elaja    28/10/2012    5 recensioni
IN REVISIONE (Aggiunta di alcune parti e modifica capitoli preesistenti)
Un finale alternativo alla saga di Harry Potter; Harry torna ad Hogwarts per il suo ultimo anno, ed è proprio lì che incontrerà una ragazza che, assieme a lui, Ron ed Hermione, lo aiuterà nella ricerca e nella distruzione degli Horcrux.
Ma questa ragazza non è come le altre e Harry, Ron ed Hermione dopo mille supposizioni scopriranno chi realmente è, grazie ad una profezia che era stata nascosta da Silente in persona, perché troppo pericolosa.
PS: E chi l'ha detto che R.A.B. non sia una donna in realtà? ...
Due parole: Leggete, Recensite!
“Allora, finora sono stati distrutti l’anello di Orvoloson Gaunt, la bacchetta di Serpeverde, l’amuleto magico di Merlino e il cuore di Tom Riddle Senior".
“Ci mancano ancora il medaglione di Serpeverde, un oggetto di Corvonero o di Grifondoro, e la coppa di Tassorosso!”.
“Harry, non dimenticarti che abbiamo distrutto anche il diario di Tom Riddle al secondo anno!”.
“Giusto! Quindi finora abbiamo distrutto… cinque Horcrux!".
“E ce ne mancano altri… tre??”.
I tre amici si guardarono, stupefatti.
“Ma allora gli Horcrux non sono solo sette… ma otto!” realizzò Harry, scandendo parola per parola la frase.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Harry era in testa al gruppo; continuava a camminare, illuminando il percorso davanti a sé e ad ogni passo che faceva sentiva crescere dentro di lui un brutto presentimento.
Forse colpa del buio, forse colpa dell'ansia, avvertiva il pericolo e stava all'erta: quel posto non prometteva nulla di buono.
Lo stretto cunicolo si faceva sempre più cupo e d’un tratto virò bruscamente a sinistra; i quattro amici continuarono a seguirlo, in silenzio.
Infine, dopo aver camminato per altri dieci minuti, si ritrovarono davanti ad un’apertura illuminata da una strana luce verdognola.
E proprio lì, al centro del cono di luce, c’era una bara di smeraldo.
E nella bara, si intravedeva tra le varie sfaccettature della pietra preziosa, un cadavere con un lungo manto nero.
“Ci siamo. Lui è Salazar Serpeverde!” disse Amy, avvicinandosi con cautela alla bara.
"E tu come fai a saperlo?" Ron strabuzzò gli occhi.
Amy gli indicò con un pigro gesto della mano una targa che giaceva sulla bara.
“Qui giace Salazar Serpeverde, uomo di nobile stirpe e sangue puro, cofondatore della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Capo della casata di Serpeverde. Fu padre e marito amato e onorato. Possa qui riposare in pace per l’eternità.” recitò Hermione, lo sguardo fisso sul volto di Serpeverde.
“Miseriaccia! Fa proprio venire i brividi!” disse Ron, guardando meglio il cadavere.
L’uomo aveva una lunga barba grigia, unghie lunghe simili ad artigli, era pallido, magro, alto, con naso e mento accentuati, folte sopracciglia e una fronte ampia.
I capelli erano radi, concentrati più sulle tempie, di colore argento.
“Avranno lanciato un incantesimo per far sì che il tempo non deteriorasse il suo aspetto… sembra morto appena ora!” commentò Amy.
Harry stava giusto osservando il volto di quell’uomo, quando il suo sguardo fu attirato da qualcos’altro; un lieve bagliore verde, più intenso della stagnante luce che li illuminava, catturò la sua attenzione.
In una piccola teca di smeraldo, sopra alla bara, era sospesa in aria una bacchetta.
Tuttavia, strane scie nere la circondavano; e a quel punto Harry capì.
“Ragazzi… non vorrei allarmarvi troppo ma… credo di aver trovato l’Horcrux!” sussurrò Harry.
Gli altri tre si girarono immediatamente; “Dove, Harry?!” esclamò Amy.
Harry fece segno con un dito verso l’alto, e i suoi amici alzarono la testa.
“Ooh… dev’essere la bacchetta di Serpeverde!” disse Hermione.
“Benissimo! Prendiamola e andiamocene da qui! Non vorrei fare il bis del cimitero di Little Hangleton e vedere Serpeverde in persona che esce dalla sua bara!” Ron deglutì rumorosamente gettando uno sguardo alla bara di smeraldo.
“Accio bacchetta!” disse Hermione. Ma la bacchetta rimase a mezz’aria, e non si mosse.
“Be’ allora prendiamola con le nostre mani!Cosa stiamo aspettando!?” intervenne Harry.
“Harry fermo! Mi meraviglio di te! Prendere un Horcrux a mani nude… vuoi morire, per caso!?” lo fermò Hermione.
“Ci vorrebbero un paio di guanti, o qualcosa del genere… anche un mantello andrà bene!” disse Amy.
Hermione aprì la sua borsa e evocò un incantesimo di appello: subito, un mantello si fece fuori dalla borsetta e lo porse ad Amy.
La ragazza lo prese e con cautela si allungò verso l’alto, raggiungendo così l’Horcrux e, con mani coperte dal manto, lo prese.
“Preso!” esclamò.
Ma nel momento stesso in cui lo fece scendere a livello del suo viso, la terra tremò bruscamente.
Iniziò a franare tutto.
“Via! Via di qui, ora!!” urlò Harry, prendendo Amy per mano e trascinandola via.
I quattro amici si precipitarono via da quel luogo, cercando di trovare la prima uscita possibile.
Ma nella fuga, improvvisamente, Harry sentì la mano di Amy staccarsi dalla sua; si era appena girato per capire cosa fosse successo quando la vide correre indietro, in direzione della tomba.
“Amy! Dove vai!?”
“Ho perso l’Horcrux, Harry! Dev’essermi caduto nella fretta! Devo ritrovarlo assolutamente! Voi andate avanti!” urlò di rimando la ragazza.
Ma Harry non pensò minimamente di lasciarla lì da sola; così la seguì, mentre Ron ed Hermione erano ormai prossimi all’uscita.
Iniziò a correre dietro alla sua ragazza, che accelerava sempre di più il passo; massi continuavano a cadere, sempre più pericolosamente vicini alle loro teste, ma loro correvano a perdifiato.
Finalmente, Amy vide un fagotto nero a terra: si chinò e lo raccolse.
“Harry, sei qui!? Perché non sei andato via?!” gli disse lei, quando si rese conto della presenza di lui.
“Non avrei mai potuto lasciarti da sola! Ora andiamo!” le disse, prendendola nuovamente per mano.
Di nuovo ripercorsero la strettoia nella roccia, mentre la frana aumentava di intensità; correvano velocissimi e il sudore scendeva a rivoli dalla fronte di Harry.
D’un tratto, un masso gigantesco scese su di loro.
“Depulso!!” urlò Amy, puntando la bacchetta contro Harry.
Lui venne scagliato via con una potenza incredibile mentre il masso cadeva, separando i due.
“Amy!” urlò Harry.
La frana, così come era iniziata, improvvisamente finì; il masso bloccava completamente il cunicolo.
“Amy… mi senti?! Ci sei? Stai bene?!” urlava Harry a pieni polmoni.
“Harry!Ci sono!” rispose quella dall’altra parte.
“Grazie al cielo! Togliamo davanti questo masso!”
“Va bene… che incantesimo dovremmo lancia" ma la sua voce improvvisamente mutò, e Amy si ritrovò ad urlare "Cosa?! NO! Scappa Harry! Scappa via!” 
Harry sentì più voci, maschili, unirsi a quelle della sua ragazza.
“Amy!! Cosa succede?! Chi c’è lì?!”
“Harry va’ via! Sono loro, Harry! Vai via!” urlava a pieni polmoni Amy.
Harry, con sgomento, si rese conto che quelli dall’altra parte non potevano essere altri se non Mangiamorte.
Iniziò a scappare via, volendo raggiungere il prima possibile Ron ed Hermione.
Forse, insieme, loro tre sarebbero riusciti a liberare Amy…
Arrivò finalmente all’uscita dal cunicolo.
“Harry! Dove eravate finiti!? Dov’è Amy?!”
“Non c’è tempo Hermione! I Mangiamorte sono qui! Hanno preso Amy! Dobbiamo andare a salvar…….Argh!”. Harry si gettò a terra, le mani strette in testa, sulla cicatrice.
Stava avendo una visione: Voldemort, in volo, li stava raggiungendo.
“Lui sta arrivando qui! Sta venendo!” disse, reggendosi ancora la testa, spaccata in due dal dolore.
“Presto, datemi le mani!” esclamò Hermione, con una punta di terrore nella voce.
“Ma Hermione! Amy!E’ loro prigioniera!”
“Harry, troveremo una soluzione! Ma non qui, non ora!” intervenne Ron, prendendo la mano di Hermione.
La ragazza gli tese la mano, con impazienza.
“Harry, non fare lo scemo! Dammi la mano!” urlò.
Harry allungò a malincuore la mano e la prese.
In un secondo si smaterializzarono; Harry continuava ad avere visioni man mano più sfocate di Voldemort, sempre più vicino e sempre più furente…
“Cosa ci facevano qui?! Non avranno scoperto… no… è impossibile!” pensava intanto Voldemort, il paesaggio di Bradford sotto di lui.
Ma dopo pochi secondi, Harry non ricevette più immagini di Voldemort: aprì gli occhi e si ritrovò in una radura sconosciuta.
Hermione era già intenta a lanciare tutti gli incantesimi difensivi mentre Ron si stava scrollando da dosso un po’ di neve. Tremava, e di certo non solo per il freddo.
“Miseriaccia Harry… come stai?!” chiese, avvicinandosi all’amico.
Harry era ancora a terra, con gli occhi sbarrati.
“Amy….” continuava a ripetere, sgomento.
“Harry, la libereremo, non temere!” intervenne Hermione, avvicinandosi.
“Amy… l’ho lasciata con loro… no…” continuava a ripetere Harry, sotto shock.
Non poteva, non voleva crederci… la sua Amy… e l’Horcrux… andati.
“Voldemort scoprirà tutto, ora” commentò amareggiato.
Hermione sospirò, e Ron gli rivolse un’occhiata mesta.
“Harry, vedrai che troveremo una soluzione anche a questo! Ora sta’ tranquillo amico, fidati… troveremo Amy. Parola d’onore” gli disse Ron, posandosi una mano sul cuore.
Quel gesto sembrò rincuorare Harry, che si mise a sedere e si stropicciò gli occhi.
Ma in quel preciso istante, l’ira di Voldemort lo investì in pieno.
"Mio Signore... Potter è andato via!"
"Crucio!"
Il Mangiamorte di fronte a lui si contorse a terra, urlando e gemendo.
Voldemort guardò il viso della ragazza che avevano catturato: quel volto... era davvero fin troppo identico a quello di...
"Io e te dobbiamo parlare, mia cara" le disse, scrutandola attentamente mentre si dimenava per liberarsi dei due Mangiamorte che la tenevano stretta.
Ma cupi pensieri occupavano ora la mente dell'Oscuro Signore: l' Horcrux. La bacchetta di Serpeverde. Potter non poteva trovarsi lì per caso, no...
"Legilimens!" puntò la bacchetta contro la ragazza sconosciuta, leggendole nel pensiero ciò che era accaduto.
Avvertì una resistenza inaspettata da parte di lei: "Finiscila, stupida ragazzina, o rimarrai uccisa" le sibilò malevolo.
Quella parve combattere ma alla fine cedette: Voldemort si insidiò nella sua mente, leggendo ogni pensiero, ogni paura...
Ed ecco: Potter e quella ragazza avevano preso la bacchetta.
E lei... lei l'aveva data a Potter.
E ora il ragazzo era fuggito.
"Lui sa"... realizzò Voldemort, mentre con un pigro colpo di bacchetta faceva perdere i sensi alla ragazza.
"Portatela a Villa Malfoy" disse, rivolto ai suoi Mangiamorte.
L'ira cresceva in lui... lo accecava...

“Ha scoperto tutto!” disse Harry, cercando di mantenere la calma.
Ron ed Hermione si guardarono, sgomenti.
"C-cosa?" balbettò lei, passandosi una mano nei capelli cespugliosi.
"Lo sa. Sa che stiamo cercando i suoi Horcrux... ha letto la mente di Amy"
"Miseriaccia" Ron imprecò, tirando un pugno a terra.
"E' terribile... Amy è nelle sue mani ora?" chiese ancora Hermione.
Harry annuì: "Sì... ma Voldemort non sa che lei ha la bacchetta. Amy gli ha fatto credere che ce l'avessi io"
"Geniale" sussurrò Hermione "Altrimenti avrebbe avuto il suo Horcrux a portata di mano. Invece così facendo, lui ora crede che tu abbia la bacchetta di Serpeverde e che potresti distruggerla da un momento all'altro!"
"Già... peccato che non ce l'abbiamo" la interruppe Ron, con aria sconfitta.
Hermione si alzò, sospirando; poi aprì la sua borsetta, ne estrasse la tenda e, una volta montata con un colpo di bacchetta, vi entrò. Stava singhiozzando.
Ron si alzò e la raggiunse, per tranquillizzarla.
Harry invece rimase lì, seduto per terra; non gli importava del gelo, in quel momento la sua mente era occupata dal pensiero di Amy, nelle mani di Voldemort.
Rimase circa un’ora lì fuori, finchè non si decise ad entrare nella tenda e dirigersi nella sua camera.
Si gettò sul letto; e pianse.
Piangeva come un bambino, ma non gli importava.
Avrebbe tanto voluto urlare ma non voleva richiamare l’attenzione di Ron né di Hermione; voleva solo essere lasciato in pace.
Il pomeriggio passò così e cedette il posto al buio della notte.
Harry aveva perso la cognizione del tempo: fatto sta che, ad un certo punto, si mise il pigiama e si infilò sotto le coperte. E il sonno non tardò a sopraggiungere, tra un singhiozzo ed una lacrima.
I sogni cominciarono ad intrecciarsi… ma purtroppo per lui, quella notte, di nuovo Harry si sarebbe intrufolato involontariamente nella mente di Voldemort.
Era di nuovo a Villa Malfoy; un senso di angoscia lo opprimeva.
A quanto pareva, Voldemort era spaventato. Quello che però lo spaventava, non era il fatto che Harry avesse trovato l’Horcrux… no…
A quanto pareva il terrore di Voldemort era dovuto ad un’altra scoperta.
Camminava nervosamente avanti e indietro nel salotto.
Lì, davanti a lui, c’erano Piton, Draco e… Amy.
Fortunatamente, la ragazza sembrava stare bene; aveva solo qualche graffio sanguinante sul volto e su una spalla, ma sembrava integra.
“Dopo tutti questi anni…” stava commentando Piton, gli occhi che dardeggiavano da Amy a Voldemort.
“Taci, Severus! Non hai portato a termine il tuo compito!” urlava Voldemort.
“Sono stato raggirato, Signore! Credevo di aver ucciso la persona giusta!”
“Ah si? E allora come giustifichi questo?!” chiese Voldemort, squadrando Piton con sguardo letale.
Questi deglutì, scrutando prima Draco e poi Amy.
La ragazza, dal canto suo, aveva l’affanno; il suo sguardo si spostava allertato da Piton a Voldemort e per finire su Draco.
“Lasciateci soli. Voglio parlare a quattr’occhi con lei.” disse bruscamente Voldemort.
Piton fece un cenno con il capo a Draco, poi entrambi si allontanarono dalla stanza, lasciando soli il mago e la ragazza.
Voldemort si avvicinò ad Amy; questa guardò la porta chiudersi e poi, inaspettatamente, sorrise con un ghigno malevolo a Voldemort.
“Guarda un po' chi si rivede... ebbene, dopo tutti questi anni ti ripresenti così a tuo padre?" commentò Voldemort, guardandola con attenzione dalla testa ai piedi.
"Padre mio... non vorrai mica che io venga lì a baciarti la mano?" fece la ragazza, sardonica.
"Non dico questo... ma vieni qui, figlia mia... fatti abbracciare!” disse con ironia Voldemort, allargando le braccia.
Amy rise, e la sua risata faceva accapponare la pelle.
“Sei identica a tua madre" osservò Voldemort.
"No padre: io sono identica a te" precisò lei con un ghigno malvagio
"Credevo che Severus ti avesse uccisa quando eri appena una neonata. Illuminami" fece lui, continuando a squadrarla da capo a piedi.
"Sono stata per anni in Francia: a quanto pare, quella lurida Babbana che mi ha generata mi ha lasciata lì a crescere. E poi sono tornata qui in Inghilterra appena raggiunta la maggiore età. Speravo davvero di incontrarti, padre. Ti ho cercato per anni... volevo conoscerti. Volevo unirmi alla tua schiera."
Voldemort ghignò: "Questo era precisamente quello che avevo sperato di sentirti dire" disse, sfregandosi le mani.
Harry si svegliò di colpo: era solo un incubo o davvero ciò che aveva visto stava avendo luogo in quel momento?
E rimase sveglio, tutta la notte, a pensarci su. Perché ormai il sonno era solo un ricordo lontano.
Quella notte sarebbe stata una lunga, lunghissima notte.
   
 
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