Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: JulietStarLight96    29/10/2012    1 recensioni
I protagonisti sono Andrew e Maggie, due coinquilini nella Londra moderna. Lei cacciata di casa perchè era troppo sfaticata per l'università, lui troppo squattrinato per averne una, si fanno compagnia a vicenda, si comportano come una coppia sposata senza neppure stare insieme. Hanno una loro routine, una loro combriccola di amici, si aiutano nel momento del bisogno, vanno a letto insieme, ma non si sono mai baciati. E se un giorno si svegliassero e si accorgessero che quello che hanno è più della trama di uno stupido film da quattro soldi? E se lui si trovasse una ragazza e lei iniziasse ad innamorarsi di lei?
Quando ero alle superiori volevo essere una scrittrice, avere la licenza di stare chiusa in casa con il mio gatto e una bottiglia di Vodka, senza uscire o farmi la doccia, mangiando solo pasti pronti perché la mia creatività non poteva essere fermata; solo crescendo ho capito che non avevo un futuro, non ero abbastanza simile alla massa per diventare una foto sul retro di un libro. Tutti i protagonisti delle mie storie, rimaste su una chiavetta abbandonata sul fondo di chissà quale borsetta, si chiamavano Andrew. E avevano i capelli scuri, i ricci, gli occhi verdi e la battuta pronta.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Chi è?» aspettavo fuori dalla porta, avevo pianto per la strada ma ormai non c’era più traccia di lacrime sulle mie guance. «Sono Maggie» la sentii girare la chiave nella porta, ovviamente non mi aspettava ma non avevo certo intenzione di farmi fermare da questo. «Te l’ha detto?» mi chiese mentre mi faceva entrare: non ero mai stata a casa sua, l’avevo immaginata come una specie di regno pieno di unicorni, invece era accogliente, quasi caldo, la rispecchiava appieno. Ho sempre pensato che entrare nell’appartamento di qualcuno è come visitare la sua mente: una stanza disordinata simboleggia il disordine mentale, se invece è ben arredata e ordinata come quella... Non ci vedevo il mio migliore amico lì dentro, tra quelle pile di libri perfette e i divani immacolati, non riuscivo proprio ad immaginarmelo camminare scompostamente da una stanza all’altro sorridendo sporco di Nutella. E’ proprio vero che l’amore porta a cambiamenti inaspettati, che certe volte è necessario lasciarsi andare e maturare per amare qualcuno per aprirsi al mondo: finalmente avevo capito il discorso che Drew mi aveva fatto in bagno sui diversi tipi di amore, ed è bastato solo un segnalibro bianco infilato in un libro e un sottobicchiere per non macchiare di the il tavolino.
«Mi dispiace.» mi sussurrò abbracciandomi, riportandomi bruscamente alla realtà. Da quando ero entrata non l’avevo nemmeno degnata di uno sguardo, mi ero concentrata solo sull’ambiente, ma mi sorpresi di vederla in una tenuta più sportiva del solito: aveva i capelli biondi sciolti, che le ricadevano in onde sulle spalle, e aveva solo un filo di mascara. Indossava una maglietta semplice, blu, dei pantaloni della tuta col cavallo bassa che la facevano sembrare più alta, e riuscivo a sentire il suo profumo avvolgermi mentre mi abbracciava. Lady Million. Improvvisamente mi venne da piangere. Erano perfetti, fatti l’uno per l’altra, e innamorati, e dovevo trascinarmi fino a lì per capirlo. «Tu non hai fatto niente» sciolsi l’abbraccio sorridendole. «La tua unica colpa è stata quella di essere troppo bella e di averlo fatto cadere ai tuoi piedi. Nessun’altra c’è mai riuscita.» «Forse un giorno riuscirai a capirlo, troverai qualcuno con cui vorrai passare tutti i minuti di ogni giorno fino alla fine della tua vita, qualcuno che ti fa ridere e -perché no- anche piangere, qualcuno che ti ami con tutto sé stesso e che ti stringa forte quando hai paura.»
Perché tutti mi trattavano come una bambina? Sapevo cosa voleva dire, anche se non mi ero mai innamorata seriamente di nessuno sapevo che sarebbe capitato, sapevo come sarebbe stato ed ero preparata ad affrontarlo. O almeno così pensavo. «So cosa vuol dire amare, grazie» la mia parte brusca tornò in superficie. «Davvero? Sai solo cosa vuol dire o l’hai anche provato? C’è una gran bella differenza!» lei mi si parò davanti, le guance rosse e le braccia incrociate sul petto. «Hai mai amato una persona così tanto da conoscerla a memoria, sapere i suoi gusti meglio dei tuoi, sorridere per le sue piccole cose come il suo profumo o la sua maglia preferita? Da non impressionarti neppure più se canta sotto la doccia o se viene a casa con un mazzo di rose per te anche se non c’è niente da festeggiare? Megs io lo amo così tanto che non sono sicura che questa sia la cosa giusta.» e poi successe. Non me lo aspettavo, fu così strano che mi venne voglia di mettermi ad urlare: lei semplicemente scoppiò a piangere. Lei che aveva tutto e che sembrava così sicura di sé, crollò come un castello di carte.
La aiutai a sedersi sul divano, le feci bere un po’ di the ma lei non accennava a smettere, sembrava una specie di fiume in piena: odiavo vedere le persone piangere, mi faceva sentire così impotente e inutile che speravo con tutte le mie forze che smettessero. «Cosa posso fare per aiutarti?» la guardai come un chirurgo guarda il proprio paziente che si sta dissanguando senza poter fare niente per aiutarlo. «Ascolta, tu sei perfetta, lui ti ama e vuole venire a vivere con te. E’ la cosa più naturale da fare.» le sussurrai accarezzandole il viso tentando di calmarla, mentre le asciugavo le lacrime con le dita. «E’ solo che mi sento come se te lo stessi rubando, avete sempre vissuto insieme, siete migliori amici, e lui ci tiene così tanto a te... Certi giorni mi sento una specie di ladra» riuscì a dire tra un singhiozzo e l’altro, la faccia nascosta con le mani.
«Ascoltami bene.» le presi i polsi per guardarla negli occhi rossi. «Lui ha scelto te. E non so proprio come biasimarlo, guardati, sei bellissima! Non sono innamorata di lui, non quanto te, ed è stato giusto così. Le cose sono proprio come dovevano andare. E diciamocelo, non ne potevo più di avere un ragazzo in mutande che gira per casa invadendo i miei spazi!» tentai di farla sorridere, pensavo meno della metà delle cose che avevo detto ma d’altronde era così che doveva andare; una volta mia madre mi disse che la ricetta giusta per consolare qualcuno è composta dal 25% di quello che pensi davvero, il 50% di adulazione e il 25% di sarcasmo, e finora aveva sempre funzionato. Ma quella ragazza era troppo fuori dal comune per restare nella media, e fece un’altra cosa imprevista, qualcosa che cambiò tutto in un istante: mi baciò. In modo tanto semplice da essere disarmante. Probabilmente fu quello il momento in cui mi innamorai per la prima volta. 


Salve a tutti (?) So che è tanto che non posto ma non mi sentivo mai pronta per scrivere questo capitolo fondamentale, mi sembrava sempre una cacca ma oggi pomeriggio ero ispirata e finalmente ce l'ho fatta, grazie ad Ed Sheeran e le sue canzoni super-fluffose! La chiudo qui perchè tanto non mi legge mai nessuno ewe Alla prossima!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: JulietStarLight96