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Autore: Raika    30/10/2012    1 recensioni
Sono passati quattro anni da quando gli Snow Kids hanno vinto la Galactik Football Cup. Sono passati quattro anni da quando Bleylok è morto e il Meta-Flusso scomparso.
Ma se il Meta-Flusso non fosse completamente sparito? Se esistesse ancora una persona con esso? Cosa succederebbe se Blaylok, di ritorno dal mondo dei morti, riscisse ad impadronirsene e scoprisse qualcosa che va oltre le sue più rosee aspettative?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gli Shadows - Parte Seconda

Davanti al computer collegato all’Olatrainer, Artegor vide il corpo della ragazza circondarsi appena di una luce azzurro-viola, come se il Respiro di Akillian fosse intenzionato a mostrarsi da un momento all’altro, cosa che però non avvenne, infatti, proprio come era arrivata quella misteriosa aura sparì, lasciando l’allenatore di stucco.
<< Caren. >>
<< Si mister? >> rispose la ragazza guardandosi preoccupata intorno. << Qualcosa non va? >>
L’uomo fissò sbalordito l’immagine della giovane sullo schermo, adesso sembrava tutto normale, l’alone celeste intorno alla sua figura non c’era più. Chi sa magari se lo era solo immaginato, così disse << No niente, hai fatto davvero un’azione eccezionale. >>
<< Grazie mister. >>
<< Ritornate ai vostri posti adesso. >>
L’allenamento riprese e per tutta la sua durata i giocatori degli Shadows cercarono di fare il maggior numero di passaggi verso la ragazza, che ogni volta riusciva a concludere la sua azione con qualche goal.
L’unico a non collaborare con la nuova stella della squadra, fu Sinedd, che ogni qual volta riusciva ad impossessarsi della palla cercava di calciare in porta venendo spesso rimproverato da Artegor.
Dopo circa un’ora e mezzo di allenamento e l’ennesima azione egoistica del numero undici della squadra, la voce del mister esplose per tutto l’Olotrainer esclamando << Sinedd maledizione! >>
In un attimo il campo da gioco scomparve e i ragazzi si ritrovarono nella sala allenamenti del Genesis Hotel, con un furioso Artegor che sbraitò << Mi spieghi cosa non ti è chiaro in: passate la palla a Caren?! >>
Sinedd lo fissò con i suoi profondi occhi neri e incrociando le braccia al petto rispose << Sono un’attaccante non un centrocampista. >>
<< Sei un mio giocatore e devi fare ciò che ti dico io! E se ti dico di passare la palla tu la passi! Ci siamo intesi Sinedd? >>
<< Io faccio goal, non passaggi alla prima linea. A quello ci pensano già Fulmigus e Nilli. >>
<< Ho detto: ci siamo intesi?! >>
Il ragazzo non rispose continuando a sostenere lo sguardo rabbioso del coach, che alla fine disse << Adesso andate. Tutti tranne Caren e Sinedd. >>
Gli Shadows uscirono dalla sala, l’allenatore era davvero furioso e loro non avrebbero mai voluto trovarsi nei panni di quei due, soprattutto del giovane, che con i suoi comportamenti strafottenti non faceva altro che innervosire di più l’uomo.
 << Che ti piaccia o no, caro il mio ragazzino viziato, voi due adesso giocate insieme e dovrete andare d’accordo, per questo da qui in avanti rimarrete entrambi una mezz’ora in più dopo ogni allenamento. >>
<< Cosa?! >> protestò l’attaccante.
<< E lo farete fino a quando non avrete imparato ad andare d’accoro sul campo da gioco. Fuori non mi interessa come vi comporterete, ma in partita vi voglio in sintonia. >>
Caren annuì non molto convinta, dallo sguardo omicida di Sinedd, sembrava non fosse molto disposto a cooperare con lei, anzi se avesse potuto probabilmente l’avrebbe uccisa.
<< Bene. Adesso Caren, tu sei nata su Akillian giusto? >>
<< Si signore. >>
<< Quindi possiedi il Respiro. >>
<< Ehm, veramente no signore. Io non possiedo il flusso. >>
<< Cosa? Ma che sciocchezze! Forse non riesci ad usarlo, ma lo possiedi eccome. Come pensi di riuscire a fare tutto quelle acrobazie che fai altrimenti? >>
<< Be’, sono stata allenata fin da piccola.. >>
<< Ah te lo dico io >> esclamò Artegor. << E’ il flusso e più precisamente il Respiro. >>
La ragazza lo guardò incerta, come faceva ad esserne così sicuro? Lei non possedeva il flusso, altrimenti si sarebbe manifestato durante le sue partite a Netherball no? E invece non c’era mai stato neanche un accenno. Le strabilianti cose che faceva erano semplicemente il frutto delle pesanti e sfiancanti esercitazioni a cui Corso l’aveva sempre sottoposta, tutto qui.  
<< Ma signore.. >> provò a replicare lei, venendo però interrotta da un’occhiataccia fulminante dell’uomo. Lui non amava essere contraddetto, men che meno dall’ultima arrivata.
<< Adesso, come tu sai ogni squadra ha il proprio flusso. Quello degli Shadows si chiama Smog ed io voglio che tu impari ad usarlo. Dovrai sostituire il Respiro con il Fumo. Sono sicuro non ci metterai molto e per sveltire ancora di più i tempi, ti aiuterà Sinedd. >>
Sentendo il suo nome il moro fulminò nuovamente il mister con lo sguardo, senza però protestare, sapeva che tanto sarebbe stato inutile, se Artegor si era messo in testa che lui dovesse fare da baby-sitter alla nuova recluta, niente avrebbe potuto fargli cambiare idea.
<< Bene siamo d’accordo allora. Non mi interessa quando vi allenerete per il flusso, basta solo che lo facciate. Adesso andate >> concluse l’uomo guardando i due ragazzi uscire dalla stanza. Più Artegor pensava a quella Caren, più era certo di aver fatto un ottimo acquisto. Si, lei sarebbe stata la marcia in più che gli avrebbe permesso di strappare la Galactik Football Cup dalle mani di Aarch e di quei suoi patetici ragazzini.

Nello stesso momento in cui Caren concluse il suo allenamento, un altro nuovo giocatore, appena un piano sotto di lei, entrò nell’Olotrainer, il suo nome era Mark e stava per affrontare il suo primo allenamento nella sua nuova squadra, gli Snow Kids.
Quando il ragazzo dalla pelle scura e gli occhi azzurro ghiaccio vide materializzarsi intorno a sé un campo da calcio, il cuore iniziò a battergli a mille, avrebbe giocato con i mitici Snow Kids! Quasi stentava a credere che fosse vero, gli sembrava un sogno. Già una volta era quasi riuscito ad entrare in squadra, quando quattro anni prima, Micro Ice era scomparso per unirsi ai pirati, ma con il suo ritorno aveva visto sfumare il suo sogno, che adesso miracolosamente stava ribussando alla sua porta, certo anche quella volta non per circostanze molto piacevoli, infatti, avrebbe dovuto sostituire Rocket a causa della sua momentanea sospensione della Lega, per uso inappropriato di flusso, però di nuovo era toccato a lui e questa volta non gli stava scivolando via dalle mani.
<< Bene ragazzi >> disse la voce di Aarch rimbombando per l’Olotrainer. << Inizieremo con qualcosa di leggero, i Red Tigers. Prendete posizione. >>
I giovani obbedirono e quando tutti furono alla propria postazione gli ologrammi della seconda squadra di Akillian apparvero nella loro assurda divisa rossa e nera.
<< Ma che carini >> disse Mark ridendo.
<< Già, non sono adorabili? >> rispose scherzando a sua volta  D'Jok, a quanto pare era molto in sintonia con il nuovo arrivato.
La palla apparve a Yuki, in porta al posto dell’infortunato Ahito. Lei l’afferrò lanciandola poi verso Thran, che correndo in avanti, calciò verso Mei. La ragazza scartò due avversari lanciando poi verso D'Jok che, fermato dal capitano dei Red Tigers, fu costretto a passare a Mark. Il nuovo arrivato accolse il pallone soddisfatto e Aarch, dalla sua postazione di fronte al computer, poté vederlo destreggiarsi finché Micro Ice non gli rubò il pallone, finendo per venire atterrato dagli avversari.
<< Ragazzi concentratevi. Mark, D'Jok passate la palla >> esclamò l’allenatore.
Sorvolando il fatto che il nuovo arrivato faceva comunella con l’attaccante dai capelli rossi sequestrando la palla e non permettendo agli altri di giocare, doveva ammettere che era davvero bravo, possedeva un buon possesso palla e una notevole abilità. Si, poteva essere un degno sostituto, anche se solo momentaneo, di Rocket.
L’allenamento proseguì per un’altra ora circa, in cui i due nuovi acquisti si mostrarono completamente all’altezza di far parte dei campioni in carica. Yuki, anche se non era ai livelli del cugino, aveva molto talento e nessuno dei tiri che vennero fatti in porta riuscirono a passare la sua ferrea difesa, certo aveva ancora molto lavoro da fare, ma era già una buona base su cui partire. Per quanto riguardava Mark, bé, non c’era molto da dire, era davvero un portento, inoltre la sintonia che aveva con D'Jok gli rendeva un duo micidiale, anche molto più pericoloso dell’accoppiata D'Jok-Micro Ice.
Aarch fu molto soddisfatto nel vedere i suoi giocatori eseguire gli schemi così bene, anche con i due nuovi membri sembravano molto in sintonia, la sintonia che era necessaria per vincere le partite ufficiali e per sapere se quel feeling era reale o solo una fragile illusione c’era solo un modo, doveva giocare un’amichevole.
<< Bene, sia Mark che Yuki, mi sembrano perfettamente in grado di affrontare un incontro ufficiale >> disse l’uomo.
<< Già >> rispose Clamp. << Credo siano pronti. >>
<< Voglio far giocare ai ragazzi un’amichevole. >>
<< Cosa?! Nessuno accetterà mai un’amichevole con i campioni in carica ad appena due settimane dall’inizio della Galactik Football Cup. >>
<< Oh, io credo di si. >>
<< Stai pensando ad Artegor? Io non credo sia una buona idea. >>
<< Nemmeno io Aarch >> intervenne Simbai entrando nella stanza degli allenamenti. << Artegor ti porta rancore da quando l’hai sconfitto nella finale quattro anni fa. >>
<< E’ per questo che accetterà sicuramente >> constatò l’allenatore, poi parlando all’interno dell’Olotrainer aggiunse. << Ragazzi per oggi abbiamo finito, ottimo lavoro. >>
Clamp eseguì la sequenza per interrompere la seduta di allenamento e far uscire i ragazzi dall’Olotrainer, mentre Aarch attendendoli di fronte alla consolle esclamò << D'Jok e Mark voglio più gioco di squadra. Per il resto avete fatto un buon allenamento ragazzi. >>
L’attaccante dai capelli rossi annuì andandosi a sedere, mentre Thran, seguito da Tia, si avvicinò all’allenatore chiedendo << Mi scusi signore, ha qualche novità su mio fratello per caso? >>
<< Ahito sta migliorando. >>
Il giovane annuì e la ragazza dai capelli candidi domandò << Di Rocket invece? Ha qualche notizia? >>
<< No nessuna Tia >> rispose Aarch andandosene.
All’uomo dispiacque essere stato così freddo con loro, che infondo erano giustamente preoccupati per le persone a cui volevano bene, ma girarci troppo intorno non sarebbe servito a niente, era inutile cercare di illuderli con tante belle parole, esse non avrebbero fatto stare meglio Ahito, né avrebbero riportato indietro Rocket.
Aarch, immerso nei suoi pensieri, percorse il corridoio fino all’ascensore, dove una volta entrato dentro, premette il pulsante salendo dritto al quarto piano, dove non appena le porte si aprirono un’incolore voce femminile annunciò << Quarto piano. Team Shadows. >>
Il piano dedicato alla squadra di Artegor Nexus era identicamente lussuoso e spazioso come quello in cui era ospitata la sua squadra, l’unica differenza era il silenzio glaciale che vi regnava. L’uomo immerso in quell’assenza di rumori, procedette fino alla porta dell’ufficio dell’amico, che trovò chiusa e dopo aver bussato attese alcuni attimi, poi la voce di Artegor esplose dall’interno dicendo << Avanti. >>
L’allenatore degli Snow Kids entrò e immediatamente il volto dell’altro si fece duro e infastidito, era proprio l’ultima persona che avrebbe mai voluto vedere al mondo. << Aarch, che diavolo vuoi? >>
<< Artegor, amico mio. >>
<< Io e te non siamo più amici da molto tempo Aarch. >>
L’uomo ignorò il commento e avvicinandosi all’altro disse << Ho una proposta da farti. >>
Artegor lo guardò inarcando le sopracciglia. << Su sentiamo. >>
<< Voglio proporti un’amichevole. La mia squadra contro la tua. >>
<< Cosa?! Ma sei impazzito?! Vuoi iniziare la Galactik Football Cup con degli infortunati?! >>
<< Io sto parlando di un’amichevole Artegor. >>
<< Sai benissimo che i miei ragazzi giocheranno duro, esattamente come io voglio! >>
<< Bene >> disse Aarch soddisfatto. << Allora è deciso. >>
<< Cosa?! Ma mi hai ascoltato?! >>
<< Mmm.. Facciamo tra due giorni? >>
<< Aarch.. >>
<< Perfetto. Allora è deciso. In bocca al lupo Artegor >> concluse l’uomo dai capelli candidi uscendo compiaciuto dalla stanza. Avrebbe messo alla prova i suoi ragazzi, se fossero riusciti a tenere testa agli Shadows allora, avrebbero avuto qualche possibilità di vincere nuovamente la Galactik Football Cup, altrimenti tanto valeva fare le valige e tonarsene subito a casa. Con quell’incontro si sarebbe giocato tutto. 
   
 
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