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Autore: BeeMe    30/10/2012    1 recensioni
Ricominciai a fissare lo specchio. I miei occhi si puntarono sul mio sguardo.
Impaurito.
Nervoso.
Ansioso.
Innamorato.
Una piccola ed insignificante lacrima scorse sulla mia guancia fredda, e feci in fretta a farla sparire.
[...]
Ecco che un'altra lacrima mi percorse la guancia. Questa, al contrario dell'altra, durò più a lungo.
-Per Anna, Mike.- ripetei tremolante, prima di deglutire. -Per Anna.-
[...]
Lui si allontanò da me e, riagganciando i nostri sguardi, mi fece la domanda che avevo sperato nessuno mi ponesse mai: “E Alice? Come sta?”
Una semplice domanda, troppe risposte.
Storia scritta a quattro mani con Monky_Blue
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il rumore delle sirene si spense in lontananza. 

Ormai la polizia non era più un problema. 

Sollevai piano la testa. Non potevo lasciarmi abbattere, dovevo fare qualcosa. 

Ricominciai a correre. 

Sapevo che avrei dovuto andare nella direzione opposta, il più lontano possibile dai poliziotti, ma Anna aveva bisogno di me. 

Non potevo lasciare da solo Mike mentre la sua ragazza si spegneva lentamente. 

Non avevo i soldi di cui aveva bisogno, ma li avrei avuti presto. 

Conoscevo chi me li avrebbe potuti dare. 

Qualcuno che mi doveva un grande favore. 

Arrivai davanti al numero 7 di South Street quando il sole era ormai sceso oltre l’orizzonte. 

Bussai forte e un volto scolorito dal tempo mi aprì. 

“Brad? Avrei bisogno di un favore…” 

Si era tagliato i capelli, ormai era solo l’ombra di chi era un tempo. 

“Chester? Sei tu? Credevo di non rivederti più! Hai bisogno di un favore? Ma certo! Dopo tutto quello che hai fatto per me, non posso certo negartelo!” 

Quando smise di parlare si scostò di lato, spingendomi dentro casa sua. 

Mi sedetti su una sgangherata poltrona marrone e gli dissi ciò che avevo bisogno senza mezzi termini. 

“5000 dollari? Ragazzo, sei in guai grossi! Che è successo stavolta?” 

Aprii la bocca per rispondere, ma troppo parole mi salirono in gola. 

Alla fine mi limitai a mormorare: “Anna… ha fatto un incidente…” 

Bastò dire solo questo e i suoi occhi si illuminarono: lei gli piaceva ancora, nonostante fossero passati anni. 

“Anna?” la sua espressione divenne subito preoccupata “Sta male? Tutti quei soldi servono sicuramente perché sta molto male!! Oddio, Chaz, non dirmi che sta male!” 

Io mi limitai ad annuire. 

Il ragazzone andò avanti per un bel po’ a dire cose senza senso per poi alzarsi di colpo e dirigersi verso la libreria. 

Tirò un libro rosso seminascosto tra le pagine svolazzanti che coprivano ogni volume; la parete ruotò su se stessa come in un film d’azione e Brad si infilò nel cunicolo che si era creato e io scattai dietro di lui. 

Eravamo in una specie di banca, con centinaia di piccoli scomparti d’argento. 

Lui ne aprì uno, rivelandolo pieno di soldi. Ne tirò fuori una piccola mazzetta e me la passò. 

“Ma… come hai…?” balbettai stupito. 

E chi sospettava che il mio amico fosse così ricco? 

“Io non ho chiesto niente riguardo al sangue sulle tue mani e ora ti prego di non chiedere niente riguardo a questi soldi.” 

Mi ricordai in quel momento di cosa avevo sulle mani e me le ficcai in tasca. 

Uscimmo dalla stanza segreta e ci salutammo. 

“Portale quei soldi. Salvala.” Mi fece promettere di fare il possibile per Anna e io gli assicurai che avrei aiutato Mike a farla ritornare come prima. 

“Mike?” mi fermò tirandomi per un braccio. 

Cavolo, mi ero fatto sfuggire qualcosa di troppo. 

“Ehm… Tu ricordi quel ragazzo per cui Anna ti ha detto no? Ecco, stanno ancora insieme. E ora lui la sta vegliando in ospedale. Quindi….” Strappai via il mio braccio dalla sua presa “Ti pregherei di lasciarmi andare.” 

Brad sembrava traumatizzato dalla notizia che la sua vecchia innamorata stesse ancora col suo acerrimo nemico e non oppose resistenza. 

Gli feci un cenno con la testa e poi mi allontanai verso l’ospedale. 

All’imbocco della strada che mi avrebbe fatto perdere di vista il mio amico, mi girai verso il ragazzone e vidi che era ancora lì, fermo sulla soglia. 

Stavo per ricominciare a camminare quando sentii un sibilo sommesso. 

Sgranai gli occhi vedendo la bomba esplodere. 

Brad. 

L’aveva colpito in pieno. 

Corsi nella sua direzione. Era mortalmente ferito, ma ancora vivo. 

Appena mi inginocchiai al suo fianco socchiuse gli occhi e sussurrò: “Ho fatto troppi errori nella mia vita e ora ne ho pagato le conseguenze. Loro non sono qui per te, ma se ti troveranno, non ti lasceranno andare. 

Scappa, Chester! Corri via e salvati! Salvala!” 

Non feci in tempo a mormorare il mio assenso che sentii il suo cuore rallentare e il suo respiro farsi più lento. 

“Addio, amico.” Mormorò un attimo prima di chiudere gli occhi. 

“Addio, amico.” Dissi in risposta, ma ormai non poteva più sentirmi. 

Udii dei passi felpati avvicinarsi. Ora dovevo andare. 

Iniziai a correre più velocemente possibile nella direzione dell’ospedale. 

Vi arrivai dopo qualche decina di minuti e chiesi ad un’infermiera dove fossero i miei amici. 

Lei mi guardò schifata e poi mi indirizzò verso la stanza 402. 

Scattai verso quella camera, ma arrivato davanti alla porta bianca che mi separava da loro, mi fermai. 

Qualcosa mi impediva di proseguire. 

Non volevo vedere Mike nella situazione nella quale era sprofondato e la sua ragazza in coma. 

Eppure dovevo. 

Entrai. 

La vidi appena misi piede nella stanza: era sdraiata su un letto bianco, coi capelli biondi sparsi sul cuscino. Era immobile e, se una macchina non continuasse a comunicarci il suo lieve battito cardiaco, avrei creduto fosse morta. 

Di tutte le lacrime che ero riuscito a trattenere fino a quel momento una sola riuscì ad uscire. 

Non riuscivo a vedere Anna così. Lei, così solare e viva, non poteva essere la stessa persona stesa davanti a me. 

Mike mi strinse una spalla. 

Non l’avevo nemmeno sentito arrivare. 

Mi girai e lo guardai negli occhi: “Ce l’ho fatta. Ho i soldi.” 

Il suo sguardo si illuminò e mi abbracciò forte: “Grazie, Chaz! Grazie!” 

“Di niente, Mike. Avremmo fatto tutti questo per Anna.” Gli risposi in tutta sincerità. 

Lui si allontanò da me e, riagganciando i nostri sguardi, mi fece la domanda che avevo sperato nessuno mi ponesse mai: “E Alice? Come sta?” 

Una semplice domanda, troppe risposte.


Angolo Autrici
Eccoci qui con un nuovo capitolo, stavolta scritto da me :)
Grazie a tutti quelli che arrivano a leggere fino a questo strimizitissimo angolo autrici xD
Baci <3
Bee e Monky
  
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