Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides
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Autore: Winry977    30/10/2012    1 recensioni
Essere condotti alla roulotte di una band da un cane per non vedenti non è una cosa che capita a tutti. Cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo mi accompagnarono tutti e cinque in ospedale a farmi visitare da una ginecologa, che, mi spiegò Jinxx che la conosceva bene (-Vecchia fiamma- mi raccontò), era molto brava nel suo campo. Si chiamava Lucia, ed era di origine italiana, ma in quell'ambiente si faceva chiamare Lucy. Mi visitò, mentre gli altri mi aspettavano fuori dallo studio. Quando ebbe terminato e io mi fui rivestita, mi spiegò che ero in buone condizioni e dichiarando che ero al secondo mese di gravidanza. Inoltre ogni mese o qualora non stessi bene, dovevo farmi visitare.

-E le nausee? Che ci devo fare con quelle?

-Sono causa di stress. Ti consiglio di metterti il cuore in pace se vuoi tenere il bambino, o aumenteranno e peggioreranno la tua condizione.

“Come, se voglio tenere il bambino?” pagai, uscii dallo studio accompagnata dal medico, e venni lasciata ai ragazzi. Andy fu il primo a parlare e la sua voce mi tranquillizzò un po'.

-Allora? Cos'ha detto?

-Sto bene.- mormorai io, cercando di sembrare rasserenata.

-E tu... cosa vuoi fare?

-N... Non lo so...- balbettai.

 

Dubbi, pensieri, ricordi mi si ammassarono nella mente, in quei giorni e le nausee non accennavano a diminuire. Ormai avevo imparato a memoria tattile il percorso da seguire quando avevo bisogno del bagno. Passarono due settimane, e non vi furono miglioramenti, a parte che io ed Andy avevamo ripreso ad avere rapporti con le stesse precauzioni di prima. Erano gli unici momenti in cui il mio corpo era in pace con se stesso, e io pacavo tutti i miei pensieri ostili, pensando solo all'uomo che amavo.

 

Una sera in cui mi trovavo sola nell'appartamento, mentre preoccupazioni di tutti i generi mi percuotevano la mente, mi venne risalì un conato di vomito, e, ricordando il percorso fino al bagno, andai a vomitare. Rimasi distrutta. Non ce la facevo più a stare in quel modo.

Cercai di rilassarmi, e mi stesi sul mio letto, piombando in un sonno profondo, per la prima volta tranquillo dopo tutto quel tempo passato a rimuginare sulle mie preoccupazioni.

Il mattino dopo non mi svegliai nella mia stanza, ma bensì in un letto diverso dal mio, con un odore di medicinali. Non riuscivo a spiegarmene la motivazione, e quando chiamai il nome di Andy, quest'ultimo rispose con voce molto lontana da me.

-Noah! Come ti senti??

-Uhm, bene. Ma dove sono?- chiesi.

-Sei in ospedale!

-Cosa? Ma perché?- mi allarmai io, muovendomi un po' e sentendo una leggera tensione al braccio sinistro. Vi misi sopra due dita e sotto di esse sentii qualcosa di duro dalla forma fine e cilindrica. -Cos'è questo?

-E' una flebo, non ti consiglio di toccarla troppo.- rispose Jake alla mia domanda.

-Non ti ricordi nulla?- chiese Jinxx.

-E di cosa? Mi sono persa qualcosa?

-Mi sa che non te ne sei accorta neanche.- mormorò Christian.

-Stamattina...- cominciò Ashley. -Andy era venuto a cercarti nella tua stanza per svegliarti. Ed entrando si era accorto che le tue lenzuola erano macchiate di sangue. Non sangue qualunque. Hai avuto un'emorragia interna, e hai rischiato di perdere il bambino.- disse tutto di un fiato. Rimasi senza parole. -Noah, tu sei ancora angosciata, vero?- disse con tono triste Andy.

-Ecco... sono piena di pensieri, si... ieri sera sono stata male... ma non avrei mai pensato di arrivare a tanto.- cercai di tranquillizzarlo. -Comunque, che dicono i dottori?

-Che hai rischiato molto, ma che l'embrione c'è ancora.- rispose Christian. -Tu, invece, cos'hai deciso di fare?

Rimasi un po' in silenzio, ripensando ai miei dubbi. -Avevo preso in considerazione l'idea di... abortire, ma ho troppa paura. E da una parte invece vorrei tenerlo, ma ho paura che nasca... come me. E... non so cosa causerebbe a voi ragazzi, specie a te, Andy. Tu... tu che ne pensi?- chiesi intimidita.

-Lo sai, a me va bene una qualsiasi cosa tu scelga. Mi andrà bene se resteremo così come siamo ora, o se nascerà. Dipende da te.

-Io...- cominciai. -Io ho bisogno di pensarci ancora. Tanto fino al terzo mese c'è tempo...

-Giusto...

  
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