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Autore: Dipsy    30/10/2012    0 recensioni
[. . .] Tuttavia, i Greci hanno avuto una falla, e come accusarli? Forse la loro civiltà era talmente tanto perfetta che non esisteva proprio questo problema. Cosa c'è di bello nella potenza della parola?
Anche oggi, "parole alate" ti offuscano i sensi, ti commuovono.
Anche oggi, "parole alate" anestetizzano, seppur momentaneamente, i tuoi dolori.
Anche oggi, "parole alate" sono il portale d'accesso al tuo essere.
Anche oggi, "parole alate" ti creano il tuo posto nella società, nel mondo, perchè arrivi a relazionarti sempre con più persone, relativamente ad argomenti sempre più ampi. E allora poi l'importante è non scadere nei "bla bla bla" e dare il proprio contributo.
C'è, però, un altro aspetto, un aspetto meraviglioso e terribile, che provoca un senso di sgomento (richiamando lontanamente la visione kantiana): un aspetto che, qualora usassimo con attenzione e prudenza, faremmo del bene a noi e non solo, ma qualora ci lasciassimo sfuggire qualcosa, basterebbe una piccolezza per dar via al caos, interiore e non. Così come dobbiamo accettare che bene e male coesistono, accettiamo anche il fatto che ci sono parole distruttrici, che lavano via ogni pezzo della tua dignità, che sono portatrici di dissidi e ancora altre incomprensioni...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Avere a che fare fino alla noia nel tuo programma di studi con la potenza della parola può essere una chiave utile. Arrivano freschi freschi già nell'antica Grecia con frasi ad effetto come "Il verbo è un signore potentissimo" (vedi Gorgia), con inciuci giudiziari grazie alla parola ricca di forma e priva di sostanza (vedi Lisia) etc. Ebbene, santa e benedetta questa civilizzazione, questo percorso che ha sviscerato l'apertura verso il prossimo. Tuttavia, i Greci hanno avuto una falla, e come accusarli? Forse la loro civiltà era talmente tanto perfetta che non esisteva proprio questo problema. Cosa c'è di bello nella potenza della parola?

Anche oggi, "parole alate" ti offuscano i sensi, ti commuovono.

Anche oggi, "parole alate" anestetizzano, seppur momentaneamente, i tuoi dolori.

Anche oggi, "parole alate" sono il portale d'accesso al tuo essere.

Anche oggi, "parole alate" ti creano il tuo posto nella società, nel mondo, perchè arrivi a relazionarti sempre con più persone, relativamente ad argomenti sempre più ampi. E allora poi l'importante è non scadere nei "bla bla bla" e dare il proprio contributo. 

C'è, però, un altro aspetto, un aspetto meraviglioso e terribile, che provoca un senso di sgomento (richiamando lontanamente la visione kantiana): un aspetto che, qualora usassimo con attenzione e prudenza, faremmo del bene a noi e non solo, ma qualora ci lasciassimo sfuggire qualcosa, basterebbe una piccolezza per dar via al caos, interiore e non. Così come dobbiamo accettare che bene e male coesistono, accettiamo anche il fatto che ci sono parole distruttrici, che lavano via ogni pezzo della tua dignità, che sono portatrici di dissidi e ancora altre incomprensioni. 

Sono parole che a volte pronunciamo noi stessi, senza neanche accorgercene, e che, dopo un tempo indeterminato, vediamo volare via senza controllo.

La potenza della parola prevede anche la potenza della sua diffusione, non dimentichiamocelo. Buffo è constatare che durante il loro "folle volo" alcune si perdono, posandosi e sovrapponendosi su parole altrui. Si sa che ognuno di noi, proprio perchè portatore di sentimenti, è un essere unico ed inimitabile. Figuriamoci se i sentimenti possono avere lo stesso controllo. E figuriamoci le parole. Ma questo forse è un altro discorso. Senza dubbio ammetto l'esistenza di due categorie di persone nella nostra vita: le affini e non. Purtroppo lo spirito del non affine si può celare dietro chiunque, anche dietro chi è cresciuto insieme a noi, anche dietro chi dice di volerci stare accanto. Ma che dico? I non affini sono principalmente coloro che non seguono il tuo pensiero. Non per fare discriminazioni -per carità! Per fortuna siamo tutti dotati di "ratio"- ma guardiamoci in faccia: noi siamo quello che leggiamo, la musica che ascoltiamo, quello che impariamo a scuola, quello che facciamo la sera con gli amici e, per fortuna, esistono i cambiamenti, i percorsi di maturazione. E a proposito di questo: ahimè,anche le delusioni esistono, sono il pane quotidiano, sono insite in noi e aspettano tempi maturi per colpirci in pieno.

Allora sorge una domanda spontanea: come combattere queste parole distruttrici?

Dipende dalla prontezza del nostro animo: può capitare che un giorno tu sia totalmente affranta e puoi scegliere semplicemente la "non parola" come tua arma di taglio. Purtroppo è un'arma imprecisa e caduca: per quanto potrai usarla? Poi ti stanchi! Allo stesso modo, può capitarne un altro in cui sei tu che prendi in mano la situazione, sei tu che scegli di ricostruire il tuo castello. Bene:ricostruiscilo con quelle "parole alate" che fanno di te ciò che sei veramente, non ciò che ha vouto vedere e sentire la gente con altre parole. Ricostruiscilo con cura, anche se dovessi metterci più tempo del previsto, fà ordine. La decimazione è un'arte, una disciplina. E in questo caso, se necessario, sappi decimare anche le persone.

Che le delusioni ti servano a guardare oltre, a capire con chi usare "parole alate" che sappiano fare del bene. Con le parole ti hanno distrutta, dalle parole rinasci. 

Apri la tua mente ed affina la tua dialettica, il tuo ragionamento, il tuo modo di aprirti con il mondo qua fuori che ti aspetta.

Rimedia ai tuoi errori e sarai un eroe. 

  
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