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Autore: Winry977    30/10/2012    1 recensioni
Essere condotti alla roulotte di una band da un cane per non vedenti non è una cosa che capita a tutti. Cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Venni dimessa dall'ospedale con una settimana di anticipo, ma giusto perché io facevo premura per tornare a casa e perché non sopportavo l'idea di stare senza Iyo, il quale, appena arrivai a casa, mi corse in contro saltandomi addosso. Le mie nausee si erano placate e si facevano sentire a intervalli più distaccati, il che mi fece rilassare un po'.

Ma i dubbi non si fermavano mai. La mia testa era sempre impegnata a pensare a qualcosa: che fosse la mia casa originaria, o Andy, o i ragazzi, o la mia salute o cosa fare col bambino, c'era sempre qualcosa che mi turbava. A un certo punto arrivai persino ad arrabbiarmi con me stessa, rendendomi conto che creavo problematiche dannose sia per me che per il bambino. “Forse sto cominciando a dare di matto...” pensai una volta che mi ero auto-arrabbiata.

Cercavo di rilassarmi in tutti i modi: musica, passeggiate col cane, stare in compagnia dei ragazzi -che forse era la cosa che mi rasserenava di più- o con Andy -idem-. Ma niente, ero sempre più turbata, non c'era verso di fare calmare il mio fascio di nervi.

Fu proprio questa la mia rovina. Una settimana dopo la mia dimissione, mentre ero immersa nelle mie riflessioni, ebbi l'impulso di andare a vomitare, e così feci. Terminato quello però il senso di nausea non scomparve, e sentii una leggera fitta alla base della pancia. Vi portai una mano, massaggiandola, e il dolore parve placarsi. Decisi che mi sarei stesa per un po' e che dormendo sarebbe passato, quindi mi diressi verso il letto, tendendo le mani in avanti per evitare di sbattere contro qualcosa o qualcuno. Quando vi arrivai ebbi di nuovo l'impulso di andare a rimettere tutto nel water, e cominciai a preoccuparmi seriamente. Quando il mio stomaco ne ebbe abbastanza di strozzarmi con quel sapore acido riuscii a stendermi sul letto e a mettermi a dormire.

Il mio sonno fu popolato da immagini di sangue e dalle foto dei libri in cui avevo studiato all'orfanotrofio, proprio come la sera in cui avevo scoperto di essere incinta. Ad un certo punto avvertii un dolore alle ovaie. Un dolore più forte di quello di prima. Chiamai Andy, ma mi ricordai che quella sera tutti erano andati ad un Meeting con dei manager e che ero sola con Iyo. Ovviamente non potevo appellarmi al cane, quindi mi rassegnai all'idea del restare a letto, soffrendo in silenzio. Dopo una serie di fitte vi fu la peggiore di tutte, che mi costrinse al pianto. Era tutto così insopportabilmente difficile da sopportare e il tempo sembrava non scorrere mai, mentre Iyo guaiva sotto il mio letto. Più che accarezzarlo e dargli l'ordine di zittirsi non sapevo cosa fare, quindi ad un certo punto rimasi semplicemente in ascolto dei suoi versi, finché non svenni in preda ai dolori.

 

Quando mi svegliai da quella specie di coma mi trovai ad annusare lo stesso odore di medicinali che avevo provato qualche settimana prima. Quella volta intuii subito cos'era successo, ed ero sicura al cento per cento che la mia fosse stata un'emorragia molto più forte di quella precedente.

Debolmente mi girai dal lato opposto a quello in cui ero posizionata, facendo attenzione a non staccare la flebo attaccata al braccio, e mi trovai con il viso immerso in qualcosa di morbido che mi solleticò il naso. Emanava un odore di miele a me molto familiare e mi illuminai all'idea che potesse essere Andy. Lo chiamai, e quella morbida superficie che aveva stuzzicato il mio naso si mosse verso l'alto.

-Noah!- mi circondò con le sue braccia calde, e mi baciò ripetutamente, ringraziando il cielo che fossi ancora lì. -Che paura, che paura che ho avuto! Temevo di perderti per sempre! Oh, amore, se non vuoi tenerlo e hai paura ad abortire possiamo sempre darlo in adozione! Ma non ti dannare a questo punto!- un groppo mi salì in gola, e una singola lacrima rigò la mia guancia destra, ma non ne scesero altre.

Ero debolissima, non riuscivo neanche a mettermi a sedere, e infatti, quando Andy mi lasciò andare ricaddi sul materasso con un piccolo tonfo.

Lontano da me, bussarono, e si avvicinarono dei passi veloci di diverse persone.

-Noah! Oh, Noah! Come stai??- feci spallucce sorridendo e cercando di tranquillizzare chi mi stava attorno. Qualcuno mi riavvolse in un abbraccio.

-Ti prego, non ti dannare così per le tue condizioni. Non voglio che questo risucceda.- la voce di Christian tremò, dandomi l'impressione che stesse per piangere, e io portai la mano senza flebo sulla sua schiena, stringendolo piano a me, cercando di tranquillizzarlo.

-Andrà tutto bene.- mormorai con un filo di voce.

-Ti ho portato l'iPod.- disse dopo un po' Jake. -Ho pensato che ti saresti annoiata a stare tutto il tempo immersa nel silenzio. Anche perché la tua stanza è singola.

-Inoltre...- disse Ashley con tono più allegro -Iyo non fa che cercarti e ti manda i suoi auguri di guarigione.- mi rasserenò sentire un pizzico di allegria in quella stanza, e un sorriso comparve sul mio viso, pensando al mio amato cane.

Quando restammo in silenzio io mi animai, con quel poco di forze che avevo. -Ragazzi, non siate tristi. Io sono felice che voi siate qui. E voi...- cercai le mani di Andy che si posarono subito sotto le mie, stringendosi a vicenda. -...voi siete la cosa più importante che ho. Siate sereni.- sorrisi.

-Oh, Noah.- mormorò Jinxx con voce tremula.

-Dai, scemo. Che fai piangi ora?- ironizzò Christian, facendoci scoppiare tutti a ridere.

 

Quella notte la passai nella solitudine più totale. Ero sempre più debole, e avrei voluto mangiare, ma non mi era stato portato nulla. Il giorno dopo venni visitata dalla stessa ginecologa che mi aveva detto che fossi in buona salute.

-Signorina, le avevo detto di mettersi l'anima in pace, ma mi sa che lei 'sto bimbo non lo vuole proprio. O sbaglio?

Non seppi cosa rispondere, e restai in silenzio.

-Ho capito... è in dubbio, non è così?

-... si.

-Capisco... beh, credo che possa essere riportata nella sua stanza.

-Aspetti. In che condizioni sono?-chiesi agitandomi.

-E' sicura di volerlo sapere?

-C... Certo!- balbettai mentre un senso di ansia mi si installava dentro.

-Sono indecisa sul suo “destino”. Non so cosa può accederle, quindi resterà qui, non solo sotto cura, ma anche sotto osservazione.

-Devo preoccuparmi?

-Non so, faccia un po' lei...- e scoppiò a ridere, per poi tranquillizzarmi. Non capii molto della sua diagnosi, ma non mi rassicurò per niente quello che mi disse.

 

Nello stesso giorno in cui venni visitata ebbi un riversamento di vomito. Non fu un bello spettacolo, ma almeno accadde mentre era presente un'infermiera, che mi soccorse mettendomi sotto il viso una bacinella.

Ero stanca e ansiosa del mio malessere, ma non potevo farci nulla. Quando mi ripresi un po', mi vennero a fare visita i ragazzi, dando uno spiraglio di luce a quella triste vita che stavo vivendo chiusa in quella stanza a rigurgitare sentimenti macabri.

Raccontai della mia condizione e del parere del medico, lasciando perplessi tutti. Ma non me ne sorpresi, io lo ero più di loro. Avvertii un dolore alla base della schiena che si diffuse fino ai fianchi, ma decisi di ignorarlo. Volevo godere a pieno quei momenti con quelle persone che amavo con tutta me stessa. Decidemmo di cambiare argomento, e venni a sapere che ormai il loro nuovo CD aveva venduto un sacco di copie, e che Jinxx si era preso la briga di mettere nel mio iPod tutti i brani nuovi. Lo ringraziai, affermando che lo avrei ascoltato prima di addormentarmi.

-Domani mattina ti verremo a trovare verso l'ora di pranzo, ma se hai bisogno, non esitare a chiamare.- disse Ashley -Abbiamo lasciato i nostri numeri in segreteria quindi sanno come rintracciarci...-

Bussarono alla porta. -Orario di visite terminato!- esclamò un'infermiera.

-Beh, allora andiamo.- Ashley mi salutò con un bacio sulla guancia, e così fecero gli altri, a eccezione di Andy, che si gettò a capofitto sulle mie labbra. Mi mancava molto fare l'amore con lui, mi mancava lui. Avrei voluto che rimanesse con me a dormire, ma era proibito.

-Buonanotte, amore.- mormorò stringendomi una mano.

-Dormi bene...- Andy lasciò lentamente la mia mano, ma io lo fermai un ultimo minuto. -Andy?

-Si?

-Ti amo.

  
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