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Autore: Maricuz_M    31/10/2012    5 recensioni
Dopo una delusione amorosa, c’è chi dice “Si chiude una porta, si apre un portone” oppure chi afferma “Meglio soli che male accompagnati”.
Ebbene, Eleonora fa parte di quest’ultimo gruppo di persone.
Le sue giornate, però, la porteranno in situazioni che la convinceranno a cambiare idea e, cosa non meno importante, a non fidarsi delle docce, dei marciapiedi e degli ascensori. O anche di alcuni suoi amici che si divertono a mixare il suo nome con quello dei suoi conoscenti, giusto per suddividersi in team e supportare coppie diverse in cui lei, ovviamente, rappresenta la parte femminile.
Dal secondo capitolo:
“Elle, guardati le spalle.”
“Ci manca pure che la sfiga mi attacchi da dietro.”
“La sfiga attacca dove vuole lei, mica dove vuoi tu.”
“Sennò come ti coglie impreparata? Vuoi una telefonata a casa, la prossima volta?”
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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XII Capitolo


The last straw

Nel giro di un paio d’ore, mi sono ritrovata in un mondo completamente diverso rispetto a quello di questi ultimi giorni.
Il Natale passato in famiglia, al calduccio, in casa, mentre fuori nevicava. Lo scambio dei regali col team, i sorrisi raggianti, le risate, gli abbracci, i baci e i ringraziamenti. Azzurra incazzata come una iena con me perché ho dato il suo numero a Michele, che le ha fatto gentilmente gli auguri, tra l’altro. La permanenza a casa di mio padre, che non vedevo da tanto e mi mancava.. Sì, sono state le solite giornate delle vacanze natalizie. Esclusa ovviamente l’incazzatura di Azzurra. Non vado a dare il suo numero in giro, di solito.
Adesso, invece, sono appartata insieme ad altre dieci persone in una zona più tranquilla rispetto alle altre. Questa casa, che si è rivelata lontana dal centro abitato come mi aveva detto Samuele, mette a disposizione principalmente tre ampie stanze, per la festa. Quella tranquilla in cui si riesce a parlare e a sentirci a vicenda e dove siamo seduti noi, quella dedicata alla discoteca che pullula di gente e, infine, quella con cibo e bevande, raggiungibile solo passando dalla zona tunz-tunz. Ci sono anche altre stanze con dei letti, secondo alcune voci. Non ho intenzione di scoprire cosa succederà lì, quando l’atmosfera si sarà scaldata. Preferisco passare la serata sguazzando nell’ingenuità.
Mentre sento il ritmo marcato delle canzoni nella sala accanto e le chiacchiere degli altri, mi guardo intorno. C’è un continuo via vai di gente, e il numero dei partecipanti aumenta più o meno ad ogni minuto. Ci sono facce completamente sconosciute, altre che mi pare di aver visto di sfuggita o all’università o semplicemente in giro durante il corso della mia vita. Quando mi ritengo soddisfatta della perlustrazione, mi lascio prendere dal discorso degli altri ed inizio a partecipare anche io.
Dopo una decina di minuti decidiamo di mettere qualcosa sotto i denti e bere qualcosa, così passiamo dalla sala cool, munita di luci come una discoteca che si rispetti, e raggiungiamo quella con tavoli e panchine, anche quella piena di gente. Mi siedo insieme a Manuela, Ginevra e Sonia parlando tranquillamente del più e del meno, quando Marco si avvicina e si abbassa per parlarmi faccia a faccia.
“Ho visto una brutta persona.”
“Beh, mi dispiace.” Dico, incerta. Se ogni volta che vede una brutta persona viene a dirlo a me, so per certo che non ci allontaneremo mai troppo, io e lui.
“No, intendo.. Una persona che tu non vorresti vedere.”
“Uh, uh! Fammi indovinare!” entra nel discorso Manuela, euforica. Marco le lancia un’occhiata scocciata, facendole intendere che non ha intenzione di giocare, poi torna a guardare me.
“Chi?”
“Giacomo.” Mormora, per non farsi sentire da orecchie indiscrete. Sbuffo, abbassando le spalle.
“Dov’è?” chiedo, rassegnata.
“E’ là, in fondo alla stanza.” Indica un punto alle sue spalle “Quel gruppetto dove ce n’è un paio con la faccia da drogato..” controllo, individuo il gruppo ma non riesco a focalizzare la figura del ragazzo doppiogiochista. Ricordate chi è, vero? Non so se rimembrate il giorno in cui mi sono fatta male alla caviglia in mezzo alla strada dopo averlo visto.
“Non lo vedo.”
“Il gruppo?”
“No, lui.”
“Io l’ho visto.” Ci informa Ginevra, con sguardo assassino “Quell’idiota. Dovrebbe stare attento, stasera. Se si avvicina troppo, giuro che lo azzanno.”
“Ma te l’abbiamo detto che quando l’abbiamo visto a Novembre ha salutato Eleonora come se niente fosse?” chiede Manuela, scandalizzata.
“No! Che imbecille!” risponde la bionda, altrettanto allibita.
Guardo Marco e cerco di non ridere quando alza gli occhi al cielo lamentandosi “Ancora con questa storia. Non vi comprendo.”
“Meglio, non ti complichi la vita.” Replica subito Ginevra.
 
Le lancette dell’orologio girano, piatti, vassoi e bottiglie si svuotano, la gente nella zona con la musica aumenta, noi stessi ci ritroviamo lì in mezzo alla massa a ballare e urlare come cretini, dopo la mezzanotte.
Il ghiaccio è stato rotto ormai da ore, ma posso dire con certezza che rischiamo di morire dal caldo, adesso. Non a caso, qualche ragazzo si è tolto camicia, maglione o qualsiasi altra cosa abbia addosso per rimanere a torso nudo. Anche Simon e Jonathan sono senza niente sopra, visto che ad un certo punto sono saliti su un tavolino ed hanno iniziato a fare uno spogliarello a basso costo. Si sono fatti prendere dall’euforia, forse un po’ troppo, ma noi ragazze abbiamo apprezzato in silenzio.
Certo, non avrei schifato un Filippo strip-dancer il primo dell’anno, ma non posso voler tutto dalla vita. Roberto nudo non lo richiedo giusto perché voglio bene a Ginevra e ci vuole un rispetto massimo per le amiche.
La statua –che statua non si è dimostrato quando abbiamo comprato insieme i regali per gli altri- proprio in questo istante è bloccato da un paio di ragazze, sicuramente caste e pure a giudicare dai loro movimenti esperti addosso a lui. Sento un pizzico di delusione quando mi rendo conto che lui non si tira indietro e le asseconda, ma poi realizzo che è un bellissimo ragazzo, mezzo brillo, molto probabilmente etero e soprattutto single. Può fare quello che vuole.
Nel frattempo, mi si avvicina Damiano a ritmo di musica, con un’espressione ammiccante che non mi emoziona per niente. Posa le mani sui miei fianchi e si sporge verso di me. Rabbrividisco.
“Allora, come ti sta andando la serata?” chiede, con le labbra vicino al mio orecchio. Faccio una smorfia, tanto non può vedermi.
“Bene,” finché non sei arrivato tu, vorrei aggiungere, ma la mia educazione non me lo permette “a te?”
“Benissimo.” Si allontana leggermente, giusto per guardarmi negli occhi e sorridere, ma quelle mani non si staccano dal mio corpo. Non fraintendete, non sta facendo niente di male, ma siccome non è una persona gradita, non lo è neanche il contatto. Abbozzo un sorriso anche io, continuando a muovermi un po’ sul posto e cominciando a guardarmi intorno, pur di non dare troppa attenzione all’egocentrico che ho davanti. Ora che ci penso, mi stupisce che non sia andato anche lui a fare lo spogliarello insieme a Simon e Jonathan, visto il suo bisogno degli occhi su di lui. Forse non ha bevuto abbastanza.
Perlustrando per la milionesima volta la gente intorno a me, mi accorgo di una chioma rossa che mi pare di aver già visto da qualche parte. Quando riesco a scorgere il viso della ragazza, la lampadina nella mia testa si accende. E’ la ragazza con cui è andato a letto Simon per la scommessa! Valentina, Veronica.. Boh. Era un nome con la “v”, questo me lo ricordo.
“Elle, volevo chiederti una cosa..” mi richiama Damiano.
“Dimmi.”
“Sei single?”
Dopo qualche secondo di confusione e altri di nervosismo in cui mi chiedo che cavolo gli importi, rispondo telegrafica “Sì.”
Lui sembra soddisfatto dalla risposta, cosa sbagliatissima, visto che proprio qualche giorno fa mi sono fatta una serie di pippe mentali sulla mia solitudine in ambito amoroso. E’ anche vero però che se mi fosse piaciuto un ragazzo ben preciso e questi avesse avuto la sua stessa reazione, mi avrebbe fatto piacere.
Ma non è andata così, quindi stringo i denti per non mandarlo a quel paese.
"Allora.. Non dispiacerà a nessuno se magari qualche volta usciamo, no?" oh sì, che dispiacerà a qualcuno. Qualcuno tipo me. Sospiro mentalmente, maledicendo gli altri che mi hanno messo in testa il Damianora e simili, visto che adesso non riesco a pensare a niente se non al fatto che hanno sempre avuto ragione.
"Non credo dispiaccia a persone esterne." rispondo, specificando volontariamente. Se fosse una persona perspicace e se avesse interesse per gli altri, lo noterebbe. Ma, di nuovo, non è così.
"Allora è deciso!" esulta.
"Non esattamente.." mormoro io.
"Cosa?" urla, non avendo capito a causa della musica ad alto volume.
"Ho detto, non esattamente! Non ho detto che avrei accettato!" grido, avvicinandomi al suo viso per permettergli di capire che no, non voglio uscire con lui.
Mentre Damiano riprende a parlare, vedo con la coda dell'occhio la figura di Simon spostarsi. Lo seguo con gli occhi, noto che si avvicina alla ragazza col nome che inizia con la "v". Quando parlano, si appartano e salgono le scale, mi scatta il campanello d'allarme e volo da Manuela e Marco, ignorando completamente il ragazzo con cui stavo parlando circa cinque secondi fa, di malavoglia.
“Avete visto?!”
“Cosa?” mi chiedono entrambi perplessi, aggrottando la fronte. Sentendo che faccio fatica a recepire le loro voci, li afferro e li porto nella stanza dove eravamo prima a parlare, a inizio serata. Sinceramente non sono molto propensa ad urlare ai miei amici di gossip.
“C’era la rossa, e Simon è salito nelle camere con lei!” dico, saltellando. Non perché sono felice, cioè, chi se ne frega, solo che sono contenta di non essermi persa la scena clou, per una volta.
“La rossa?” domanda Marco, inclinando la testa.
“La rossa?!” stessa domanda, ma intonazione diversa per Manuela. Ha capito chi intendo, ma sta chiedendo conferma.
“Sì! Quella della scommessa!” esclamo.
“Ah!” al riccio si accende la lampadina “L’avventura di una notte! Fanno il bis?”
“Sapete cosa sarebbe bello? Se dal bis diventasse la scopamica e infine la moglie! Una storia da raccontare ai.. No, non va raccontata ai figli. Insomma, non so voi, ma se i miei genitori mi venissero a dire che prima di capire di amarsi passavano il loro tempo insieme a farlo come ricci non mi sentirei per niente a mio agio.”
“Manu, per favore, non farmi immaginare i tuoi che..” Marco viene scosso dai brividi “Simon. Torniamo a Simon.”
“E poi, Simon sposato ora come ora non ce lo vedo.” Scuoto il capo io, non seguendo il discorso degli altri due. Meglio non dare troppa attenzione a ciò che dice la castana. Potrebbe bloccarsi la crescita persino ad un ottantenne, in alcuni casi.
“CHE RABBIA!” sentiamo la voce acuta di Ginevra irrompere nella stanza e ci voltiamo tutti di scatto. Vediamo Roberto dietro di lei che la segue come un cagnolino e cerca di farla ragionare, chissà per cosa. Mi viene immediatamente da pensare che stiano litigando, ma poi sento le parole del ragazzo e mi ricredo immediatamente. A dirla tutta, mi cascano proprio le braccia. Metaforicamente parlando, ovvio.
“Ginevra, non puoi innervosirti per questa stupidaggine! Non è un telefilm, la vita di Eleonora. Non si mette con quello che guadagna più voti, in questi casi non c’è democrazia.” Sta spiegando, cercando di essere paziente, ma si vede da lontano un miglio che è esasperato ai massimi livelli.
“No!” ribatte lei, allargando le braccia e venendo verso di noi, poi ripete “No! Deve stare con lui! Non c’è altra possibilità! Però lui è un imbecille!”
“Non è un imbecille, anzi, è un ragazzo molto intelligente.”
“Se fosse stato un ragazzo intelligente non avrebbe bevuto tutto quell’alcol e non si sarebbe fatto mettere la lingua in bocca da quella sgualdrinella con le chiappe all’aria!” ribatte immediatamente, sventolando l’indice per aria. Ok, penso stiano parlando di Filippo. Credo che si stia divertendo con qualcuna, visti discorsi della bionda.
“Non ho detto che è un santo, ho detto che è intelligente.”
“Fa lo stesso!”
“Scusate?” intervengo, giustamente direi “Avete presente quella ragazza che accoppiate con qualsiasi forma maschile di nostra conoscenza? Gradirebbe non sentir più questi discorsi, grazie.”
“Vedi, sta soffrendo!” mi indica Ginevra, guardando però il suo ragazzo “Le piace, non l’ha capito, ma le piace, e sentendone parlare così le dà fastidio!” mi guarda “Elle, tu non hai niente che non va, ok? Se gliene parli, capirai che lui prova ciò che provi tu! Non devi farti fisime perché pensi di non essere abbastanza. Sebbene lo sembri, non è perfetto!”
“Sì, grazie.” Annuisco, calma, poi esprimo veramente ciò che sento spalancando gli occhi innervosita “Quando cazzo capirete che non sono interessata a lui? Ho solo chiesto di non discutere più sul Filinora, Samunora, Damianora e chi più ne ha più ne metta!” dico, cercando di non alzare troppo la voce “Se arriverà la persona che mi sbloccherà la mente da questo momento di totale disinteresse verso il genere maschile, perfetto! Allora potrete mixare i nostri nomi e fantasticare, ma adesso basta!”
Il silenzio. Le ragazze mi fissano allibite, mentre Marco e Roberto mi guardano con comprensione: si aspettavano che prima o poi sarei scoppiata come una bomba ad orologeria.
Compare Jonathan magicamente dalla zona della discoteca, ancora mezzo svestito, e mette il braccio intorno alle spalle di Manuela e Marco, i primi due che gli capitano a tiro. Comincia a ridere “Ragazzi, che sono quelle facce? Buon 2012! Wohooo!” urla, un po’ brillo. Scoppierei a ridere, ma il nervosismo ha avuto il sopravvento nel mio organismo. Scuoto quindi la testa e vado dove prima avevo mollato Damiano, trovandolo con un’altra ragazza. Ah, beh, complimenti. Ottimo recupero. Offesa, non tanto per lui, ma più per il gesto, supero la sala e vado in quella con i tavoli e le panchine. Esce in quel momento Sonia dal bagno, così ci ritroviamo a sorriderci a vicenda per salutarci.
Io e lei non abbiamo mai avuto occasione di parlare faccia a faccia da quando ci siamo conosciute, e nonostante il mio umore in questo momento mi sento propensa a rimediare. Dopotutto mi ha sempre ispirato tranquillità e bontà, quella ragazza. Sembra così dolce!
“Successo qualcosa?” chiede lei, con un sorriso. Aggrotto la fronte, perplessa. Come fa a saperlo? Quasi leggendomi nel pensiero aggiunge “Di solito sei sempre con qualcuno, mai sola.”
“Ah.. Beh, si, è successo qualcosa. Ho avuto una piccola discussione con il team.” Io e basta, non gli altri, visto che c’era stato solo un mio monologo.
“Capisco.. Beh, non è certamente un buon modo per iniziare l’anno, ma ogni tanto qualche sfogo ci vuole. Un po’ come con i programmi del computer, ci vuole un aggiornamento.” Ridacchia, abbassando lo sguardo. Automaticamente sorrido anche io ed annuisco.
“Ok, allora ho fatto un aggiornamento.”
“Ci sediamo?” chiede, facendo un cenno con la testa verso dei posti liberi. Di buon grado accetto, ed automaticamente mi ritrovo a parlare con lei di quello che è successo. Senza essere troppo specifica sulla questione, naturalmente. Come potrei dirle che i miei amici pensano che io piaccia a Samuele, Filippo e Damiano? Per l’appunto sono tutti suoi amici. Ma mi sfogo ugualmente, dicendo che non sopporto la pressione che mi vengono a creare i loro discorsi, lo stato di disagio in cui mi sono ritrovata. Ad un certo punto mi sento persino in colpa perché mi rendo conto che loro non lo fanno per mettermi in difficoltà, ma la questione mi disturba ugualmente e non riesco ad evitarlo.
Lei mi ripete le stesse cose che mi sono detta da sola per tutto il tempo in cui ho parlato, ma siccome sentirselo dire da qualcun altro è diverso, mi sento ulteriormente in colpa, tanto che dopo qualche minuto la ringrazio, la saluto e vado alla ricerca degli altri per scusarmi, ovviamente non trovandoli da nessuna parte.
Passa il tempo mentre io setaccio la casa, non trovando nessuno. Non c’è nessuna traccia neanche dell’altro gruppo se non di Sonia, che adesso sta conversando con qualche sua amica. Il che mi preoccupa alquanto. Mi hanno lasciata sola, gli stronzi?! La mia disperazione mi spinge addirittura da Giacomo per chiedere se ha notato qualche spostamento sospetto, ma resisto. Controllo il cellulare per vedere se ci sono chiamate o messaggi, ma non vedo assolutamente niente visto che qui dentro non c’è manco il campo per avere la possibilità di ricevere qualcosa. Mi dirigo verso l’esterno, incrociando la ragazza con il nome che inizia per “v”, la rossa. Facendomi coraggio, le sfioro il braccio per attirare la sua attenzione “Scusa..” mormoro, imbarazzata. Lei mi guarda confusa, con quei grandi occhi verdi. Bella ragazza, Simon, ottima scelta.
“Tu.. Ehm..” sei andata a letto con Simon “Conosci Simon, giusto?”
Lei, sempre più confusa, fa un cenno affermativo con la testa. Sollevata dal fatto che almeno conosce il suo nome, vado al dunque “Sai dove è andato?”
Fa una piccola smorfia dispiaciuta “No, mi dispiace.. L’ho visto l’ultima volta una mezzoretta fa..”
Sospiro e abbozzo un sorriso “Ok, non preoccuparti. Grazie, scusa il disturbo.”
Mi sto facendo prendere dal panico. Dove sono finiti tutti? Corro fuori, faccio il giro e arrivo al parcheggio, dove noto l’assenza delle macchine di Marco, Simon e Roberto.. Ok, adesso posso farmi prendere dal panico. Passato il primo minuto di battito cardiaco accelerato accompagnato da una certa incapacità respiratoria, torna il mio amato nervosismo. Ed io che mi volevo scusare con loro.
Mi volto e faccio per dirigermi verso la mia moto –sono dovuta venire da sola, ricordate che ero da mio padre?-, ma vedo una figura a qualche metro da me appoggiata sul muro. Mi prende un colpo, poi realizzo che è Filippo.
Aspetta, Filippo? Anche lui qui? Dopo qualche secondo, nel quale io l’ho fissato sconcertata, ancora presa dallo spavento, lui distoglie lo sguardo dal fumo proveniente dalla sua stessa sigaretta e si accorge di me. Espressione che rimane immutata.
“Ah, allora non sono solo.” Biascica, passandosi una mano sulla fronte. Giusto, lui non era molto lucido neanche prima.
“No, a quanto pare no..” replico, per poi avvicinarmi a lui lentamente.
“Dove sono finiti tutti?” chiede, appoggiando la testa alla superficie verticale dietro di lui. Alzo le spalle “Boh.”
“Mh, buono..” sospira, per poi portarsi la sigaretta alle labbra mentre chiude gli occhi. Oh, che immagine. Se non fossi me gli salterei addosso per baciargli il collo, messo in mostra in questo momento. Anche se pure le labbra da dove esce il fumo attirano, eh..
Sbatto gli occhi sorpresa da questo improvviso attacco di ormoni, poi mi schiarisco la voce dicendogli che non sapevo fumasse. Lui risponde con un semplice “Non lo faccio spesso.”
Il momento viene interrotto dal mio cellulare, che mi avverte del fatto che ho ricevuto circa una ventina di chiamate, tutte da parte di Manuela, Marco, Ginevra, Roberto e Samuele. Aggrotto la fronte e riferisco la cosa a Filippo, che colto da un dubbio afferra il suo telefono.
“Avevo il silenzioso..” mormora “Samuele mi ha mandato un messaggio con scritto ‘Trova Eleonora’, tutto maiuscolo. Ok, e adesso?” chiede retoricamente, rivolto al suo amico.
“Forse è meglio che chiami qualcuno..” sospiro, ansiosa. Ho un brutto presentimento.
Quando Ginevra mi risponde, pronunciando il mio nome quasi con disperazione, già mi sento morire.
“Che succede?”
“Simon e Jon.. Loro..” la sento bloccarsi per singhiozzare “La strada era ghiacciata, la macchina ha sbandato, sono andati a sbattere con un albero..”
 
 


 
Non ho intenzione di dilungarmi troppo.
The last straw significa “l’ultima goccia”, la goccia che fa traboccare il vaso. Non è una traduzione letterale, ovviamente. E’ riferito all’esplosione di Eleonora!
Per il posto ho preso ispirazione da quello dove ho svolto io il mio capodanno, l’ultima volta, il resto è inventato quindi non pensate che abbia passato tutto questo in prima persona. Per fortuna non è così..
So che sono stata una stronza a concludere così, ma.. ogni cosa a suo tempo! Abbiate paura, infondo è Halloween. (?)
 
Il prossimo capitolo, la parte iniziale che verrà alleggerita in qualche modo, sarà pesantina. Verrà pubblicato come sempre tra cinque giorni, ovvero il 5 Novembre, giorno in cui io avrò un esame di matematica (evviva). Non aspettatevelo sul primo pomeriggio, quindi!
 
A questo ringrazio tuuuuutti coloro che mi supportano, in qualsiasi modo possibile.
Ci leggiamo Lunedì.
 
Buon Halloween a tutti, e buon compleanno a Frank Iero. :’)
 
Maricuz 
   
 
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