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Autore: Frieda_90    31/10/2012    1 recensioni
Loro c'erano ancora dentro, tutti e due. Non ci esci da certe storie: l'unica soluzione è arrendersi e ammetterlo. Fare un passo, poi un altro e un altro ancora, l'uno nella direzione dell'altro. E poi c'è il dopo: non importa più quanto sia stato difficile, triste, umiliante a volte: lascia che sia.
Le recensioni sono apprezzatissime!!!
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Derek Sheperd, Lexie Grey, Mark Sloan, Meredith Grey, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione, Contesto generale/vago
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Callie Torres sorseggiava un cappuccino caldo comodamente seduta su una poltrona della sala riunioni mentre accanto a lei Arizona Robbins parlava con Alex Karev del loro ultimo caso pediatrico. Accanto a loro stava Mark Sloan, visibilmente stanco, che prendeva appunti su una cartella clinica. Tutto pareva andare avanti come sempre: Kepner e Avery sarebbero corsi nello stanzino del medico di guardia anziché pranzare, la Bailey sarebbe andata in giro sommersa di cartelle per il suo trial clinico sul pancreas con la Grey, Sheperd avrebbe operato qualche tumore infilato chissà in quale angolo del cervello ; ci sarebbero state delle vite salvate e dei successi, delle lacrime di dolore ma anche degli abbracci per consolare.
Niente sembrava poter sconvolgere la routine di quella giornata di maggio, tranne una bella rossa che aprì la porta.
<< Vi vedo stanchi ragazzi! >> Mark alzò la testa dai fogli e vide la Dott.ssa Addison Montgomery, in forma più che mai, appoggiata alla stipite della porta con gli occhiali da vista in mano e un sorriso da far girare la testa. << Allora? Nessuno viene ad abbracciarmi?? >>
Come risvegliati da un torpore, uno per volta i medici nella stanza andarono a salutare Addison lasciando la fatidica domanda alla sua migliore amica: << Che ci fai qui Addison? L’ultima volta che ti ho vista al Seattle Grace hai fatto nascere mia figlia se non sbaglio.. Qualcuno è incinta e non lo so? >>
<< Lo sapevo, Vergine Maria Kepner! >> sghignazzò Karev.
<< No Callie, mi ha chiamata Owen. Karev sei il solito idiota. Ha bisogno di me per un caso abbastanza delicato. Starò qui solo il tempo di operare la paziente, stabilizzarla e portarla in California per monitorarla alla clinica. Ha un tumore molto aggressivo, che va asportato immediatamente. Non posso dirvi di più, anzi ero solo passata a salutare. Ci vediamo da Joe dopo, vi va? >>
<< Certo Addison, ma niente Joe. >> rispose Arizona << Questa sera sei nostra ospite. Devi assolutamente vedere Sophia e anche Zola! >>
<< Ricevo regolarmente aggiornamenti sulle piccole, la zia Amelia non manca di mostrarmi quanto è felice suo fratello, ma davvero, non vedo l’ora di coccolarle un pò.. A più tardi >> disse Addison uscendo dalla stanza.
Camminò fino all’ascensore, salì fino all’ufficio del Dott. Hunt per vedere chi l’avrebbe assistita durante l’intervento. Entrando nell’ufficio vide la miglior equipe in cui poteva sperare: la Dott.ssa Bailey, le due Grey e il suo ex marito, Derek Sheperd. La domanda però era semplice: che ci faceva Sheperd lì?
<< Ciao Addison! Immagino tu ti starai chiedendo che ci faccio qui. >> esordì Derek  << bene, Kelly Abrahams è già stata operata da me e dalla Dott.ssa Grey a causa di un’aneurisma, circa 9 mesi fa. Giusto Lexie? >>
<< Si esatto. Lo stress per l’operazione che dovrà affrontare è molto alto e il Dott. Sheperd ritiene necessaria la nostra presenza in sala qualora debbano verificarsi delle complicazione neurologiche durante l’intervento. Una volta che sarete in California la paziente passerà alla Dott.ssa Sheperd per il monitoraggio post-operatorio. >> intervenì la piccola Grey.
<< Perfetto, siete stati chiarissimi. Ora non resta che decidere come procedere per asportare il tumore senza mettere a rischio la vita della paziente e del bambino. >>
L’equipe si chiuse nell’ufficio di Owen e decisero come procedere dopo un paio d’ore di discussione: l’unica cosa su cui tutti erano d’accordo era il fatto che Kelly sarebbe stata operata nel primo pomeriggio del giorno successivo, anche per darle il tempo di conoscere Addison e metabolizzare l’idea di finire nuovamente  sotto i ferri.
 
Il resto della giornata proseguì tranquilla fino alla fine del turno. Lexie era entusiasta di lavorare con la Dott.ssa Montgomery per osservare meglio le sue tecniche innovative. Mentre si cambiava per tornare a casa, Meredith entrò nello spogliatoio pregandola di accompagnare Zola da Callie perché lei doveva assolutamente lavorare al trial: << Saranno tutti da Callie per festeggiare il ritorno di Addison. Mi ha chiesto di conoscere la piccola e Derek non la vede da tutto il giorno. Non ti dico bugie, ci sarà anche Mark..ma te lo chiedo come sorella, amica e medico: non farmi litigare con la Bailey dicendole che devo accompagnare Zola! >>
Lexie avrebbe preferito trovarsi in bikini al polo Sud piuttosto che accontentare Meredith ma alla fine accettò, passò al quinto piano a prendere la sua nipotina e corse all’appartamento di Callie e Arizona, proprio di fronte a quello di Mark. Camminare in quei corridoi era una vera tortura per lei. Quante volte lei e Mark avano riso perché Lexie non si voleva far aiutare con i sacchetti della spesa in nome delle lotte femministe, quanti baci si erano dati e poi quella volta in cui erano rimasti chiusi fuori completamente ubriachi e avevano fatto l’amore sul pianerottolo, ancora mezzi vestiti, ansimando piano per non farsi sentire… Quel turbinio di ricordi l’aveva fatta arrivare davanti all’appartamento senza accorgersene e se ne stava lì impalata davanti alla porta con la piccola Zola tra le braccia.
<< Allora Grey? Ti decidi a suonare? >> la voce di Addison fece sobbalzare la ragazza che si girò imbarazzatissima e cominciò a balbettare << ehm, io, insomma io, stavo per farlo.. cioè si appunto stavo per suonare. >>
<< Facciamo che me ne occupo io Grey. >> disse Addison sorridendo e premendo il campanello aggiunse : << Tu hai le palle Grey, diventerai un grande chirurgo. Lui lo capirà, non importa se ci metterà un mese, un anno o dieci. Lui tornerà Grey, anche se quando ti ho sentita raccontare a tua nipote di te e Mark che facevate sesso in corridoio ho davvero pensato fossi impazzita. >>
Lexie era viola di vergogna. << L’ho davvero detto ad alta voce? Credevo di averlo solo pensato. >>
<< L’hai detto Lexie, ma lo terrò per me. >> concluse Addison.
La porta si aprì dopo qualche secondo e il magico sorriso di Arizona rassicurò Lexie, era una semplice serata con i suoi colleghi e i suoi amici, doveva solo calmarsi.
Portò Zola da Sophia e si sedette con loro sul tappeto in mezzo ai giocattoli.  Karev le portò un bicchiere di vino bianco frizzante e le disse << Smettila di rintanarti in mezzo alle poppanti, vieni con chi sa almeno stare in piedi da solo! >>
<< I poppanti richiedono molto meno impegno Alex, chi dice il contrario mente spudoratamente! E poi Zola sa camminare! >> Lexie sorridendo si alzò e seguita da Alex andò a parlare con Callie e Addison.
Dopo quasi un’ora erano tutti lì: Owen e Cristina, Alex, Meredith e la Bailey che erano arrivate correndo dall’ospedale, Derek, il Cap, April e Jackson e chiaramente le padrone di casa con l’ospite speciale. Di Mark e Julia non c’era nemmeno l’ombra e Lexie ne era quasi sollevata. Proprio mentre faceva questi pensieri il capanellò suonò e Arizona si precipitò alla porta: << Mark, Julia finalmente ce l’avete fatta! >>
Appena Mark entrò nella stanza Lexie bevve fino all’ultima goccia il suo vino, corse da Zola e per calmarsi la prese in braccio, cominciando a cantarle una canzoncina africana. Mark e Julia le si avvicinarono.
<> La Grey non la stava nemmeno a sentire e pensava soltanto come Mark potesse sopportare quella voce così dolce, quasi finta, che avrebbe fatto addormentare chiunque. “Assolutamente no stronza, ti sei già fregata il mio uomo, non avrai anche la mia nipotina”. Questo è quello che pensò Lexie Grey, questo è quello che disse: << Certo Julia, alla prossima occasione sicuramente sarà sveglia pronta a sommergerti di domande! >>
Durante tutta quella breve conversazione Mark era stato zitto e aveva guardato Lexie con in braccio Zola desiderando che fosse la loro bambina quella che teneva in braccio, che Julia non esistesse e che potesse chiedere a Lexie di sposarlo semplicemente inginocchiandosi davanti a lei. “Mi ama, so che mi ama. Me l’ha detto, ma se non vuole sposarmi? Ha sempre avuto le idee chiare a riguardo. Non posso rischiare un altro fallimento, Julia non sarebbe un fallimento. Julia sarebbe perfetta.”
La serata proseguì per diverse ore ma Lexie decise di andarsene prima degli altri con la scusa dell’intervento di Kelly: << Ho proprio bisogno di riposare! >>
Con lo stesso pretesto in poco tempo anche gli altri ospiti cominciarono ad andarsene alla spicciolata e così Callie e Arizona restate sole, si lanciarono sul divano per concludere la serata nel modo migliore che conoscevano: loro non dovevano operare e potevano permettersi una notte insonne.
 
Il mattino seguente tutto era pronto per l’operazione e Lexie stava rassicurando il marito di Kelly sulla competenza della Dott.ssa Montgomery. << Se c’è una dottoressa in tutti gli Stati Uniti a cui mi affiderei a occhi chiusi è proprio lei.  >>
Lexie rientrò nella stanza e la paziente le chiese << Dott.ssa Grey, quando avrò finito qui vorrei tanto una meringa al limone. Mio marito non me la comprerebbe mai, dice che le voglie sono una cosa stupida; ma davvero, ho voglia di una meringa al limone! >>
<< D’accordo, alla meringa penso io. Lei ora pensi a rilassarsi, tra poco arriveranno a prenderla per andare in sala. >>
 
Lexie si scordò quasi subito del dolce, ma dopo qualche ora in sala operatoria le venne fame e la prima cosa a cui pensò furono le meringhe di Kelly. << Dott.ssa Montgomery, ho bisogno di uscire dalla sala. Devo andare in pasticceria, ho promesso una meringa alla paziente. >>
<< Grey sei impazzita per caso? Se esci da questa sala per un’idiozia simile non pensare di rimetterci piede. Non farmi pentire di aver pensato che tu possa diventare un ottimo chirurgo! >>
<< Mi dispiace Dott.ssa Montgomery, Kelly non è un aneurisma. È una paziente, ha paura e io sono il suo medico: le ho promesso una meringa e avrà la meringa. Sheperd ce la può fare benissimo da solo. >>
<< Mi sembrava di sentir parlare la Stevens >> disse la Bailey.
 
 
Due ore dopo l’operazione era finita e una scatola di meringhe al limone aspettavano Kelly al suo risveglio. Il marito era seduto sulla poltroncina e le teneva la mano. Lexie se stava andando a casa soddisfatta del suo lavoro. Addison invece stava compilando la cartella clinica quando Mark Sloan entrò nell’ufficio.
<< Mi hanno detto che Lexie è uscita dalla sala per andare in pasticceria oggi. È vero? >>
<< Quella ragazza è pazza Mark, completamente pazza. Capisco perché sei innamorato di lei. >>
<< IO? Io sto con Julia. Con Lexie è tutto finito, stavamo insieme e lo sai, però basta, tutto finito. Abbiamo avuto troppe occasioni e le abbiamo sprecate. Lexie ed io non dobbiamo stare insieme. >>
<< Posso dirti la mia opinione Mark Sloan? Io credo nelle seconde occasioni, nelle terze e nelle quarte. Persino nelle quinte. Forse perché spero sempre mi venga concessa la possibilità  di riprovare quando sbaglio. E Lexie Grey è come me, lei non rinuncerà mai a te. Dorme ancora schiacciata in un angolo del letto per tutta la notte  così l’altra parte, quella fresca, rimane fresca per te, come  quando rientravi  da un turno di dodici ore; me l’ha detto Derek in sala operatoria oggi. Ha  imparato a memoria canzoncine in lingua chichewa: la maggior parte delle persone nemmeno sa dove si parla, beh lei lo sa. Si parla in Malawi e lei le ha imparate perché così Zola possa capire che si sta impegnando ad essere una buona zia. È scappata da un intervento per comprare una meringa al limone per la mia paziente anziché essere in sala ad operarla. Così quando si sveglierà domani mattina capirà che per i suoi medici non lei non è soltanto un aneurisma celebrale o un tumore. Io non conosco Lexie Grey, ma conosco te e le tue paure. Lo so che è da pazzi, lo so che non è il chirurgo degli occhi ma io so che voi potete riuscirci. Lascia che sia Mark, lascia che succeda. >>
Addison aveva parlato in modo così diretto e semplice che a Mark era parso come di sentirsi toccato dentro. Aveva capito tutto, si era come svegliato e quella sera stessa avrebbe parlato con Julia.
Ci voleva Addison Montgomery per fargli realizzare tutto quello che in fondo aveva già capito.
Uscì dall’ospedale con le mani in tasca, il giubbotto di pelle e il sorriso sghembo, il preferito di Lexie, e andò a comprare una meringa al limone.
 
 
  
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