Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: DeiDeiDei    31/10/2012    6 recensioni
[...] Il suo cuore saltò un battito.
-Boyd?- Domandò esitante, fermo e teso come una corda di violino –Isaac?- Non erano mai entrati in camera sua prima, ma chi lo sa, magari il loro Alpha li aveva spediti a tenerlo sotto controllo –Erica?- Anche l’ultimo richiamo cadde nel vuoto. Nel silenzio più assoluto. Nella stanza dove regnavano soltanto il suono del suo respiro e di quello del visitatore. Sembrava persino più vicino. Il cuore di Stiles iniziò a battere più forte, quando un fruscio tutt’altro che rassicurante si mosse verso di lui. Perché quello dietro di se non gli rispondeva? Non era un bello scherzo. Assolutamente no. Avrebbe dovuto parlare col branco riguardo ai loro scherzi. Se l’obbiettivo era spaventarlo, ci stavano riuscendo benissimo. Non sapeva se essere più irritato o terrorizzato, perché una piccola parte di lui, pressante ed accanita contro la sua calotta cranica, gli stava ripetutamente suggerendo che la persona entrata dalla finestra non era Scott, non era Derek, ne Isaac, Boyd o tantomeno Erica. Stiles sentì distintamente lo sbuffo di un ghigno aprirsi da qualche parte nella stanza scura[...]
POV alternato. Focus Stiles.
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Uscendo dalla clinica lo percorse un brivido. Poteri da Licantropo o meno, l’aria della sera era comunque fredda e sempre lo sarebbe stata. Si tirò più su la cerniera della felpa e affondò le mani nelle tasche fino a tenderne il tessuto rosso con le dita chiuse a pugno. La lezione si era prolungata fino a sera. Quella volta fu sicuro, guardando l’orologio da polso, che a suo padre non sarebbe scappata la sua assenza da casa. Le nove e venti. Lydia aveva pianificato un alibi solo fino alle sette. Imprecò sotto voce e si diresse a passo più svelto verso l’altro lato del parcheggio. Raggiunse la sua Jeep in un paio di falcate e guadagnò il sedile pressoché immediatamente. La mano destra scattò ad accendere il motore. Prima che se ne accorgesse aveva già messo in moto. Guidò verso casa superando il limite di velocità più volte. Fretta. Aveva fretta, ovviamente. Sarebbe dovuto essere a casa da più di due ore. Cosa diavolo avrebbe raccontato a suo padre? Non solo tornava in ritardo. Aveva anche un paio di meravigliose macchie di dubbia provenienza sulla maglietta. Non era sicuro nemmeno lui con quale delle sostanze usate quel pomeriggio se le fosse fatte. Di una cosa era certo: suo padre non doveva vederle. Sarebbe stato obbligato a tenersi addosso la felpa. Svoltò a destra mugugnando in cerca di una scusa. Compiti? No, impossibile, troppo usata ultimamente. Uscita con Lydia o una delle ragazze? Ci avrebbe fatto sempre più la figura dell’idiota a continuare a raccontare cagate simili. Poteva dire di aver incontrato qualcuno per strada. Non che fosse la più credibile delle scuse, ma perlomeno suo padre non avrebbe avuto modo di obiettare o dimostrare che stesse mentendo.  Mica sarebbe andato a controllare le telecamere stradali per seguire il percorso della sua auto, no? Stiles lo sperò con tutto se stesso e pregò che il suo vecchio non avesse improvvisamente sviluppato istinti da stalker. O da genitore iperprotettivo. Stessa cosa.

Imboccò il minuscolo vialetto di casa sua e rallentò fino a parcheggiare la Jeep davanti al garage aperto. All’interno era ben riconoscibile la volante della Polizia di suo padre. Imprecò nuovamente, questa volta non proprio sottovoce. Se almeno lo Sceriffo avesse avuto da fare più a lungo del solito in centrale, il suo ritardo sarebbe passato inosservato. Si diresse alla porta assicurando a Dio che prima o poi sarebbe salito fin su nel cielo e lo avrebbe schiantato a calci fino alla terra, tanto per ringraziarlo della sua perpetua fortuna. Non ebbe bisogno di usare le chiavi. Prese un gran sospiro e mosse due passi nell’ingresso, richiudendosi alle spalle l’uscio e pulendosi le scarpe sulla pedana apposita a lato della porta. Si rammentò silenziosamente di non togliere la felpa e girò su se stesso. Giusto giusto in tempo per incontrare gli occhi di John Stilinski alzarsi dal giornale che stava tenendo in grembo e incatenare i suoi da dietro gli occhiali. Se ci fosse stato Derek, al posto dell’uomo, le sue iridi sarebbero diventate rosso fuoco in un attimo. Questo lo sapeva e ringraziò per l’ennesima volta l’istinto animale per non  fare accadere la stessa cosa con chiunque. Si costrinse a tornare con la mente a suo padre. Lo stava fissando spudoratamente in viso. Quasi con espressione accusatoria. L’Alpha deglutì. Lo sguardo del suo unico genitore rimasto si mise a vagare su di lui, dalla testa ai piedi. Lo stava controllando. Anzi, stava indagando. Maledetto lui e il suo istinto da poliziotto.

Stiles si dileguò non appena suo padre abbassò lo sguardo nuovamente sul giornale. Si era accorto di qualcosa che non andava? Forse quella sera in particolare no, ma sicuramente se ne era reso conto negli ultimi tempi. Magliette di troppo, orari assurdi, assenze ingiustificate. Il ragazzo sapeva di aver iniziato ad essere abbastanza ovvio nel suo cambiamento, ma, dopotutto, aveva cercato di pensarla come un’azione propedeutica alla vera e propria rivelazione. Perché, sì, aveva intenzione di parlarne con lo Sceriffo. Voleva dirgli tutto. Non un’altra delle sue solite menzogne a catena. Non ne poteva più di raccontare bugie come pane quotidiano. Voleva dirgli tutto. Degli assassinii, dell’incendio della magione degli Hale, del comportamento strano che da più di un anno tenevano lui e la sua compagnia, delle false accuse, delle lotte tra Argent e Branco. Voleva parlargli dei Lupi. Una volta per tutte. Senza più segreti, senza più menzogne.

Salì le scale con finta nonchalance e si diresse subito in camera, lasciando cadere a terra la tracolla blu nella quale da qualche giorno aveva iniziato nuovamente a trasportare i libri di Alchimia del Dottor Deaton. Il veterinario gli aveva dato un paio di guanti, di pelle nera talmente sottile da non sentirsela nemmeno addosso, con i quali poteva teoricamente tornare a maneggiare le care vecchie polverine colorate e le sostanze repellenti al sovrannaturale. Non voleva per nulla al mondo sapere di CHE pelle fossero fatti. Non ci teneva affatto: la risposta avrebbe potuto convincerlo a non indossarli mai più e, quindi, a rinunciare una volta per tutte allo studio dell’Alchimia. Gli sarebbe dispiaciuto davvero molto. Lasciò a terra anche quelli, i guanti. E si voltò chiudendo la porta. Nell’angolo più buio della stanza, accanto alla sua scrivania, baluginò per un secondo un vivido paio di lampi rossi. Occhi. Occhi da Alpha. Derek era nella sua stanza. Ma, per una volta, lui non sobbalzò, non dovette soffocare un urlo. Non si sorprese nemmeno. Lo sapeva che lo avrebbe trovato lì ad attendere il suo rientro. Se ne era accorto non appena era sceso dalla macchina. Ancora prima di entrare in casa. L’odore dell’altro gli era subito arrivato addosso. Si chiese come avesse fatto a non accorgersi di una cosa così dannatamente evidente ed invadente nei mesi precedenti.

-Devo dirglielo.- Dichiarò dopo qualche attimo di silenzio, voltandosi verso l’armadio. Non si dilungò in spiegazioni. Sapeva che il Licantropo aveva capito a cosa si riferisse. Ne avevano parlato più di una volta, durante la settimana. Derek non glielo aveva espressamente proibito, ma non era neppure sembrato entusiasta della sua idea. Stiles sospirò. Niente risposta, ovvio. Anche questo se l’era aspettato. Aprì l’anta del guardaroba e si tolse la felpa, lanciandola sul materasso, accanto a se. Poteva sentire quasi il Capobranco in attesa che continuasse il discorso. Anzi, togliamo il quasi. Sapeva di avere i suoi occhi addosso. Poteva sentire anche quelli.  Lo seguivano in ogni suo movimento. E, anche senza guardarli, sapeva che erano rossi. Si sfilò la maglietta macchiata e la mandò a raggiungere la felpa. Frugò nell’armadio e ne tirò fuori una t-shirt a caso. Se la infilò tornando a dare il viso alla stanza. I due piccoli astri purpurei contro il muro si spensero di colpo. –Se il Branco ci sarà tutto, sta sera, vorrei chiedervi un favore. So che sarei io a dovervene. E anche tanti, ma, ecco, ne avrei bisogno.- Sospirò, dondolando da un piede all’altro e guardando fisso a terra. –Mio padre non mi crederebbe mai se ora scendessi e mi mettessi a dirgli cose tipo “ehi, ciao, papà. Sai, ho intenzione di dirti tutta la verità. Ecco, in realtà i casini degli ultimi anni hanno anche fin troppo a che fare con me. E, ah, già, sono spiegabili facilmente perché Scott è diventato un Licantropo. E Derek Hale lo è sempre stato, ora è il suo Alpha, il suo Capobranco. Pure Erica, Boyd e Isaac sono Lupi Mannari. E Jackson prima è stato un lucertolone gigante ed ora è un Lupo a sua volta. Lydia invece è un umano immune e Allison una cacciatrice. Sì, cacciatrice di Licantropi. Tutta la sua famiglia lo è. Persino Peter e il Dottor Deaton sono collegati con il branco. E, bhè, da qualche settimana sono diventato un Lupo Mannaro anche io. Ma, tranquillo, ho superato il pericolo mortale con una trasfusione sovrannaturale fatta con mezzi di fortuna ed ora sono improvvisamente  diventato un Maschio Dominante.” Mi crederebbe un pazzo.-  Rialzò lo sguardo su Derek, il quale nel frattempo si era spostato a sedere sulla sedia della scrivania, girandola in modo da fronteggiarlo.  –Vorrei chiedervi di, bhè, venire giù con me alla porta ed… ed aiutarmi a dirgli la verità.-  Gli occhi del Capobranco  si chiusero.  –Avrei un’idea…-  Il Lupo sospirò. Per un attimo Stiles ebbe paura di doversela cavare da solo. Dopotutto era ragionevole che gli altri non volessero rischiare di beccarsi una pallottola della pistola di suo padre (guarivano, ma mica erano insensibili al dolore). Poi, inaspettatamente, sentì le labbra di Derek aprirsi in un sorriso.

-Affare fatto, ma mi dovrai un altro favore.- La sua voce sembrava quasi divertita. Anzi, era proprio divertita. Stiles aggrottò un sopracciglio, ma non ebbe il tempo materiale per chiedere cosa ci fosse di così divertente o cosa intendesse per favore. Perché fuori dalla finestra, giù, nel suo giardino, strisciarono veloci cinque scie olfattive. Nessun rumore, soltanto i suoi sensi potevano percepirle. E non erano scie qualsiasi. Quelli erano gli odori del Branco, del suo Branco. Ed erano lì, dove lui voleva che fossero. Che Derek sapesse già tutto? Che in un qualche modo a lui sconosciuto fosse venuto a conoscenza dei suoi piani per la serata? Avrebbe voluto saltargli al collo. Non con i denti, ovvio. Di uccidere Alpha ne aveva avuto già abbastanza. Con le braccia, magari, eh. Ma non avrebbe mai osato abbracciare il ragazzo senza che gli venisse dato il permesso. Non si stava mica parlando di Scott. Derek lo avrebbe ucciso. Torturato e poi ucciso.

Stiles fece appena in tempo a vedere il Licantropo calarsi dalla finestra della camera, prima di rendersi conto che, di sotto, suo padre stava lavando i piatti. Era abitudine del suo vecchio farlo appena prima di ritirarsi al piano di sopra, nella sua stanza. Non poteva lasciare che accadesse. Non proprio nel giorno in cui si era deciso a dirgli tutta la verità.

Sfrecciò fuori dalla stanza e si catapultò giù per le scale. Se non fosse diventato un Lupo due settimane prima, sarebbe sicuramente inciampato, caduto e, probabilmente, morto. Ne era certo. Grazie al cielo era stato morso. Se lo ripetè mentalmente anche quando arrivò in soggiorno. Si fermò un attimo, in ascolto. Le voci sommesse dei membri del branco risuonavano chiare alle sue orecchie, appena dietro la porta. Camminò silenziosamente, in punta di piedi, verso quest’ultima. Una volta raggiunta la aprì, maledicendo i cardini antiquati che cigolarono. Probabilmente suo padre non aveva neppure sentito, ma a lui parve comunque un rumore assordante. Ma, dopotutto, quando si fa qualcosa di nascosto, tutto sembra troppo forte o notabile. Sospirò sollevato alla vista dei visi sorridenti di Isaac ed Erica. Fece loro segno di entrare e chiuse dietro di loro l’uscio non appena ebbero preso posto nell’ingresso tutti e sei. Lo Sceriffo ebbe un tempismo a dir poco provvidenziale, avanzando dalla cucina esattamente mentre Stiles li superava per fare loro strada.

-Che diavolo state combinando?- Domandò inarcando pericolosamente un sopracciglio, prima ancora di perdere qualche secondo a contarli e a rendersi conto di CHI ci fosse nel gruppo appena entrato in casa sua.  –Aspetta, aspetta… Stiles, che diavolo ci fa Derek Hale nel mio ingresso?- Domandò spostando lo sguardo sul figlio, per poi farlo vagare nuovamente.  –E Lahey? Da quando diavolo Lahey è qui?- Continuò a guardarsi attorno. Individuò Scott, che gli sorrise.

-Ehm, papà, posso spiegarti. Ecco, dovrei spiegarti molte cose e, bhè, vorrei farlo ora, se non ti dispiace… perché, insomma, in questo ultimo anno ne sono successe di tutti i colori: hai presente le persone assalite da quei presunti leoni di montagna? E tutta quella gente sgozzata appartenente allo stesso anno, quella uccisa da Matt? Bhè, alla fine qual cosina avevo a che fare anche io con tutte queste storie. E anche loro.- Jon Stilinski mandò le sopracciglia a nascondersi sotto l’attaccatura dei capelli. –Perciò, ecco…. Scott, ti dispiace?-  domandò il ragazzo, sorridendo a sua volta al compagno ed indicandolo con un cenno della mano. Poteva fidarsi del suo migliore amico, si erano messi d’accordo per una cosa simile da quasi una settimana. Il moro si fece avanti e si piazzò di fronte a suo padre. Sospirò ed alzò il viso al soffitto. Bastava uno di loro. Forse suo padre avrebbe pensato che le sue parole fossero menzogne. Ma non poteva negare l’evidenza. Un lupo mannaro è un lupo mannaro. Una persona conosciuta come il migliore amico di suo figlio che perdeva le sue sembianze umane gli avrebbe fatto capire che non era uno scherzo. Se solo avesse visto…

-Con piacere.-  bisbigliò il ragazzo, sorridendo un’altra volta. E in un attimo non era più Scott.

 








Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti!
Primo: scusate immensamente il ritardo. Sono rimasta letteralmente senza internet e detesto postare da computer che non siano i miei.
Secondo: Bhè, cari miei, siamo arrivati al penultimo capitolo e, effettivamente, la storia di base è già finita da un pezzo. 
Vi scrivo comunque la solita proposta.
SE volete capitoli supplementari con POV a vostra scelta ambientati in un punto qualsiasi della storia, ditemelo pure xD

Comunque sia, grazie a tutti.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: DeiDeiDei