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Autore: oh_darling    31/10/2012    0 recensioni
Jean Pierre è un ragazzo francese con la mania di gesticolare e scandire le parole; François uno squattrinato giornalista che sogna di diventare un regista e Claude una frizzante ragazza della Parigi bene. Nessuno dei tre ancora lo sa, ma il destino ha in serbo per loro una stravagante sorpresa.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storie



-Hai pensato a cosa indossare?- Chiese Robert mentre si accendeva una sigaretta.
-No, ancora no… questi abiti sono tutti troppo belli per me, mi fanno sentire eccessivamente borghese- rispose Jean Pierre mentre cacciava via il fumo della sua sigaretta e la schiacciava nel posacenere.
-Oddio come sei difficile… toh, scelgo io! Prendi questo- disse Robert prendendo un vestito e lanciandolo all’amico. –Umh, niente male! Dai, me lo provo. Ahahaha, pensa se entrasse adesso tua madre mentre mi sto spogliando-
-Ahahahaha che coglione che sei!- Robert si appoggiò al muro e continuò a fumare mentre Jean Pierre si stava togliendo i pantaloni. –Il lavoro ti piace allora?-
-Sì, il gestore è simpatico e ultimamente viene spesso ad ascoltare dischi una specie di giornalista. Certo, non si fanno i soldoni eh- continuò Jean Pierre allacciando i bottoni dei pantaloni –ma il posto è fantastico, spero non mi licenzi presto-
-Positivoooo, quante volte te lo devo dire? Pensa positivo- disse Robert lanciandogli anche la giacca –dài, indossala. Wow, davvero niente male! Guardati allo specchio-
Jean Pierre si avvicinò allo specchio appeso sul retro della porta chiusa. Robert aveva ragione, quell’abito lo rendeva diverso, più rispettabile forse? Sorrise al suo riflesso  e poi vide in alto, sull’angolo destro dello specchio, un foglio di un articolo di giornale. Era un piccolo trafiletto, occupato da una foto di una ragazza riccia e paffuta. Le parole ‘suicidio’ e ‘veleno’ rapirono la sua attenzione.
-Ma questa non è…- esclamò Jean Pierre -era- l’interruppe Robert –sì, era Christine. Quella ragazza che abbiamo conosciuto in quel bar. A quanto pare una brutta storia d’amore finita male... ho tenuto l’articolo apposta per fartelo leggere, ma mi era passato di mente.-
-Che storiaccia. Mi dispiace. Non la conoscevamo bene, però quelle volte che avevamo avuto modo di parlarci sembrava una tipa allegra. Siamo una generazione un po’ triste, non credi?- Jean Pierre riappese l’articolo sullo specchio e guardò di nuovo il suo riflesso. –I figli della guerra, troppo giovani per averla vissuta e troppo vecchi per non averne ricordo. Chissà cosa non va in noi…- e appoggiò la mano sulla fredda superficie riflessa.
-Comunque il vestito è favoloso. Vada per questo. La festa è stasera vero? Dici che dovrei impomatarmi i capelli? O andranno bene così?- Jean Pierre si passò la mano sulla testa e spostò il ciuffo.
-io dico che puoi lasciarli così. Al massimo dagli una passata con il pettine bagnato.- Robert si avvicinò allo specchiò e batté una mano sulla spalla dell’amico, anche lui si guardò allo specchio e poi riprese: -andiamo al bar? Ho una voglia di brandy che non finisce più.-
-il tempo di togliermi giacca e pantaloni- rispose Jean Pierre.
 
Arrivati al bar e seduti su due sedie di uno dei tavolini esterni, Robert ordinò due brandy al cameriere e poi accese la sigaretta per lui e per Jean Pierre. –Oggi non lavori?-
-No, ho lavorato stamattina e ora sono libero per tutta la giornata. Grazie- disse quando il cameriere arrivò con i drink. –Alla salute- dissero entrambi, e li bevvero in un sol fiato.
-Hey, Jean Pierre!- François salutò da lontano con la mano, e Jean Pierre gli fece cenno di avvicinarsi: l’uomo si diresse verso il duo, prese una sedia e si unì a loro. –François! Stamattina non sei passato al negozio! Colpa del lavoro?- -L’hai detto! Ah, piacere, François- e strinse la mano a Robert –anche questa mattinata un bel filmetto di merda. Comincio ad essere un po’ deluso dal cinema… non c’è amore, le storie sono tutte uguali, nessuno che rompa gli schemi americani… bah. Per me whisky e un po’ di coca cola, grazie- disse al cameriere quando accorse al loro tavolino. –Per noi un altro giro, per favore- esclamò invece Robert.
-E perché non lo fai tu, un film?- Disse Jean Pierre sorridendo mentre aspirava la sigaretta.
-Ahahaha, io? E i soldi chi me li dà? Vorrei ricordarti la cartella con cui vado in giro- e mostrò l’inseparabile borsa di cuoio consunta. –Anche se, sarò sincero, è un’idea a cui sto pensando già da un po’. Un cinema diverso, magari fatto un po’ con mezzi di fortuna, ma ricco di sostanza… un giorno ti presenterò il pazzo con cui condivido quest’idea. È un personaggio un po’ snob, un intellettualoide un po’ borghese, del tipo che lo ami o lo odi.- e detto questo versò il contenuto della bottiglietta di cola nel bicchiere di whisky. –Non riesco a berlo senza, ormai è una droga.- ammise François con un candido sorriso - Comunque, semmai riuscissi a trovare i soldi, vi piacerebbe far parte del progetto? Per ora è solo un abbozzo, ma chissà…-
-Certo!- rispodero all’unisono i due, sbattendo i nuovi bicchieri sul tavolino.
-Ahahaha, allora vi terrò aggiornati. Beh, ora torno in redazione. Vi saluto ragazzi. E grazie per la compagnia.- Prese una manciata di monetine dalla tasca e le lasciò sul tavolo.
-Che tipo!- esclamò Robert, lanciando il mozzicone di sigaretta in strada. –Secondo me è forte- disse invece Jean Pierre –in quella capocciona dalla fronte spaziosa ha un sacco d’idee, lo dice anche il sig. Jaubert-
-Ah beh, allora sì- controbatté Robert in tono ironico. –Ti fai la doccia a casa di mia madre o nella tua? Ricorda di passare per il vestito eh.-
-A casa tua, così almeno non devo fare avanti e indietro.
-Allora andiamo dài.- Robert lasciò qualche monetina sul tavolo e lo stesso fece Jean Pierre, poi si avviarono verso casa del primo.
  
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