Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Princess of the Rose    31/10/2012    2 recensioni
Raccolta su 2pTalia.
Miscellanea 2: "Republic of Canada," disse America aprendo la scatolina e rivelando un anello dorato con sopra una decorazione a forma di maglietta di hockey, "Se vuoi farti perdonare per avermi tradito con Russia, accetta di sposarmi!"
Il turbine: Backmasking, Jouska, Rubatosis, Énouement, Chrysalism [Tabella "Il dizionario delle emozioni" di Lande di fandom]
Incontri del 2p tipo: XX.XX.20XX: per qualche motivo, si è aperto un varco interdimensionale. Visto che non si è richiuso, le due dimensioni comunicanti decidono di intraprendere relazioni diplomatiche.
Le vacanze unite: La quasi-Federazione europea va in vacanza
Romano e i gatti che non voleva: titolo esplicativo... [Maritombola 14]
Natale 1991:Il Natale del 1991 è considerato un momento di svolta per la politica mondiale...
L'UPE va alla guerra: Poco prima dell'avvento della Costituzione e il passaggio da Unione a Federazione, l'UPE avanzò delle richieste per poter aumentare il proprio livello di autonomia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: 2p!Hetalia
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Through the Looking-Glass and what Hetalians found there'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccomi qui!

Allora, partiamo con un bel po' di spiegazioni:

1)Perdonate il ritardo, ma sono caduta in quello che fanno tutti gli studenti universitari: ho accumulato roba da studiare, e adesso  mi ritrovo con gli imminenti esoneri di storia contemporanea e geografia politica e senza aver studiato molto. Questi giorni sono serviti a cercare di recuperare un po' i programmi delle varie materie e, va da sé, il tempo per scrivere era poco. il che non è un bene: nonostante abbia completato una storia per un contest, ho la bellezza di 6 fanfiction da scrivere il prima possibili, tra i quali gli ultimi tre capitolo de "La sottile arte di farsi gli affari propri". E qui passiamo all'altro punto:

2)"la sottile arte di farsi gli affari propri" ha, ormai, la priorità assoluta! ho tutta la storia in mente, il problema è che, apparentemente, mi è impossibile riuscire a mettera su un foglio di Word! Quel poco tempo libero che non dedicherò allo studio sarà interamente dedicato a questa long. va da sè che la raccolta subirà dei fortissimi rallentamenti, e di quesot me ne dispiaccio parecchio.

3.1)La fic: l'ho divisa in due parti non tanto per la lunghezza ma perché avevo promesso la cadenza settimanale delle fic che, a quanto pare, non riesco a rispettare. La prima parte è questa; la seconda, tempo permettendo, arriverà tra altre due settimane.

3.2)Alcune precisazioni sulla fic:

- è collegata alla "Sottile arte di farsi gli affari propri", in quanto descrive quello che accade nel 2p!World tre-quattro mesi prima che la long-fic abbia inizio.

- tratta del mio OTP hetero hetaliano: il RomaBel. So che la coppia non è molto amata, ma inizate a farci l'abitudine: non sarà l'unica comparsa della coppia U_U

- la seconda parte credo verrà più lunga. E vi avviso: se credete che qui sono stata crudele con Romano... Non leggete l'altra parte XD

 

Titolo: Capelli e guai non mancan mai (parte 1)

Personaggi: Italia Romano (Matteo Vargas); Italia Veneziano (Marco Vargas); Principato di Seborga (Marcello Vargas); OC! Città del Vaticano (Alessandro Medici-Vargas); OC!Repubblica di San Marino (Quirina Serravalle)

Paring: RomanoXBelgio

Genere: Commedia, Romantico

Avvertimenti: Het

 

Enjoy!

 

______________________________________________________________________________________________________

 

 

Romano ispirò ed espirò profondamente, osservando prima la scatola con la tintura bionda per capelli, poi il rubinetto del lavandino che continuava a far scorrere acqua calda, poi di nuovo la scatola.

Era difficile. Molto difficile. Era la decisione più dura che avesse mai dovuto prendere nella sua vita.

Per molto tempo, Romano aveva odiato i germanici e la loro stirpe, non potendo guardare i loro tratti duri e loro colori chiari senza ripensare all’uomo che aveva ucciso suo nonno davanti agli occhi suoi e del suo fratellino tanti secoli fa, segnandoli per sempre; gli aveva evitati, combattuti solo se strettamente necessario, e reso il meno indispensabile possibile l’intrattenere con loro qualunque rapporto.

Eppure, da qualche tempo a quella parte, se sentiva la parola “germanico”, nel suo cuore non si accumulavano solo sentimenti spiacevoli, come la rabbia o la tristezza, ma anche un dolce calore e una gioia apparentemente inspiegabile.

E tutto questo aveva un nome, un piccolo, bellissimo, nome: Koninkrijk België.

L’italiano sospirò estasiato quando nella sua mente prese corpo la figura della nazione: il fisico formoso, le mani bianche e affusolate in grado di maneggiare con maestria qualunque arma da fuoco, i boccoli castani che cadevano dolcemente sulle spalle, il volto fine e delicato, la bocca rosata e la sua voce dolce, il sorriso affilato, e i suoi bellissimi occhi verde-acqua, limpidi come il fondo del mare.

Belgio, oh Belgio. Quanto era bella, la sua Belgio.

La sua Belgio che non sembrava, tuttavia, apprezzare le persone con i capelli scuri.

E qui veniamo al motivo per cui Romano stava ponderando se tingersi o meno la sua amata chioma corvina di un colore che detestava.

Ripensando a come era venuto a sapere dei gusti della nazione belga in fatto di capelli, però, ancora gli portava molti dubbi sia per quanto riguardava il suo stato di salute mentale, sia per pericolosità di quanto Paesi Bassi coltivava nel terrazzo della sorella – o, sarebbe meglio dire, di quella della magia di Inghilterra. Ma andiamo con ordine.

Tutto era iniziato due mesi fa: Belgio aveva organizzato una piccola festicciola per celebrare la firma dei nuovi trattati che avrebbero facilitato i commerci del continente europeo col resto del mondo, e aveva invitato una buona cinquantina di nazioni a casa sua, tra cui figuravano Romano, Inghilterra e Russia.

Il lettore si starà chiedendo perché evidenziare proprio queste tre nazioni tra le altre invitate: ebbene, capitò, ad un certo punto, che Inghilterra e Russia litigassero, in quanto il russo era deciso a non assaggiare i pasticcini dell’inglese, visto che in passato, dopo anche un solo morso, un buon numero di volte si era ritrovato a chiudersi in bagno in preda a forti dolori di pancia; ad Inghilterra, questo atteggiamento riottoso, dopo una giornata da dimenticare – tra gli eventi accadutigli:  Germania che lo aveva appeso per le mutande fuori dal Parlamento per aver salutato troppo calorosamente il suo Italia; un cane che lo aveva scambiato per una toilette; essersi preso in testa l’unico vaso che sporgeva dal terrazzo di Belgio; essersi strozzato con l’acqua davanti al suo America – aveva segnato il culmine della sua sopportazione, e aveva deciso di spedire Russia nel deserto del Sahara con la sua magia per farlo ‘sciogliere un poco’. L’inglese non aveva messo in conto che lo stress della giornata, più le tre bottiglie di birra bevute quella sera – è bene precisare che Inghilterra è quel tipo di persona dopo mezzo bicchiere di vino annacquato non si reggeva più in piedi per il resto della serata – la sua concentrazione non sarebbe stata al massimo, e che un eventuale incantesimo avrebbe rischiato di creare un disastro.

Risultato: Russia non andò nel deserto a sciogliere la sua rigidità; in compenso, avvenne un curioso quanto terrificante evento: se una delle nazioni specchiava su una qualunque superficie riflettente, quello che vedeva non era il suo aspetto, bensì quello di una persona che sembrava essergli incredibilmente somigliante. 
Insomma, come effetto secondario, per poco Inghilterra non fece venire un infarto a – letteralmente – mezzo mondo.

Per tutto il resto della serata quella specie di allucinazione non se ne andò, e si dovette aspettare la mattina seguente perché tutto tornasse alla normalità e far finire quell’incidente nel dimenticatoio. Ma, per Romano, il guaio era ormai fatto.


A metà serata, quando quello strano scherzo degli specchi era in pieno corso, gli capitò, mentre era in compagnia di Belgio, di passare davanti ad una finestra e osservare i loro riflessi modificati: un Romano dai capelli castani e dagli occhi dello stesso colore, e una Belgio bionda dagli occhi verdi, li restituirono uno sguardo tra l’intimorito e l’incuriosito.

<< P-Però, >> disse Romano, grattandosi nervosamente dietro la testa – un brivido gli percorse la schiena quando vide il suo riflesso fare lo stesso, << c-certo che è curioso, eh?  >>

<< Uh uh. >> rispose Belgio, stringendosi istintivamente al bracco della nazione mediterranea. << M-Molto curioso. >>

<< Be’, però… devo ammettere che bionda non sei male. >> disse, osservando il riflesso della belga, che faceva vagare nervosamente lo sguardo da destra a sinistra, come se li stesse guardando. << Anzi, il biondo ti dona parecchio. >>

Belgio si irrigidì, lanciando uno sguardo indecifrabile all’italiano. << P-Pensi che sarei più carina? >>

<< Sei già molto bella così come sei. >> precisò Romano, osservando lo speculare. << I capelli scuri ti donando decisamente di più. Non mi piacciono affatto le bionde. Mi ricordano troppo i germanici, e non mi stanno molto simpatici, sai? Anzi, se se ne potesse fare a meno sarebbe meglio. >>

Belgio abbassò lo sguardo a quelle parole, lasciando il braccio dell’italiano. << D-Davvero? >>

<< Be’ si. Sai, da picco- Belgio che hai? >> chiese Romano, notando solo in quel momento l’atteggiamento più mesto dell’altra, la quale aveva iniziato ad incamminarsi  verso la sala da pranzo.

La belga lanciò uno sguardo al suo riflesso, il quale sorrideva dolcemente verso l’altro Romano che, rosso come un pomodoro, se ne stava immobile a fissarla con sguardo imbarazzato e adorante. Si girò verso Romano, il suo Romano, sorridendogli debolmente.

<< Be’, anche il tuo speculare non è male. >> disse, riprendendo a camminare. << Solo che… >>

<< Che? >> chiese la nazione mediterranea, perplessa.

<< Non mi piacciono i ragazzi con i capelli castani. >> commentò Belgio, continuando a camminare senza aspettare l’Italia del Sud, che era rimasto imbambolato ad osservarla mentre si allontanava.


Ora, è da precisare che Romano non aveva i capelli castani, bensì neri, retaggio delle sue parziali origini arabe. Quindi, teoricamente, il commento di Belgio non avrebbe dovuto riguardarlo. Eppure, c’era stato un qualcosa nel tono di voce mesto e nello sguardo della belga che aveva profondamente colpito la nazione italica, come se, sotto sotto, quelle parole fossero rivolte anche – e soprattutto - a lui.

Ed eccome come l’Italia del Sud si era ritrovata chiusa in bagno, a far vagare nervosamente lo sguardo tra una scatola di tinta per capelli e l’acqua calda che stava lentamente riempiendo il lavandino.

Erano due mesi che Romano si tormentava con l’idea di aver in qualche modo offeso pesantemente Belgio . E il peggio era che non capiva  cosa avesse detto o fatto per averla fatta arrabbiare in quel modo – perché era dalla sera della festa che Belgio si comportava freddamente con lui, salutandolo senza quei caldi sorrisi che era solita donargli, o rivolgendogli la parola solo per il tempo necessario.

Romano aveva molti pregi: era un bel ragazzo, era sicuro di sé, aveva buon gusto e molto successo con le donne; era una nazione potente, un ottimo tiratore e rispettato e temuto da tutti. Eppure, il solo fatto che Belgio non fosse più gentile con lui era stato in grado di farlo ponderare su una decisione drastica come quella di tingersi i capelli di un colore che gli portava solo che brutti ricordi.

E perché avrebbe dovuto tingersi i capelli proprio biondi, poi? Magari, a Belgio piacevano i rossi, o le mèche, o addirittura i pelati! Se i biondi non le fossero piaciuti, sarebbe stato disposto a cambiare di nuovo per lei? Ne sarebbe davvero valsa la pena attuare cambiamenti così drastici solo per poter godere di nuovo del suo sorriso?

Romano sospirò, poco convinto. Fissò il riflesso dello specchio sopra il lavello: la carnagione olivastra del volto, gli occhi rossi e i suoi capelli neri come la pece. Non c’era nulla che non amasse di sé, in una maniera quasi vanesia. Eppure, un semplice commento di una ragazza era stato in grado di creare tutto quel trambusto.

I suoi pensieri vennero interrotti da un forte bussare e da una scocciata voce ancora impastata dal sonno.

<< Romano! >> urlò Veneziano. << E’ un’ora che stai chiuso lì dentro! Stai facendo l’amore con la vasca per caso? >>

<< Eh proprio! Io e la vasca non possiamo fare a meno l’uno dell’altra. E’ un’amante esigente, sai? >> ironizzò il Meridione, sorridendo quando sentì un forte sbuffo da oltre la porta.

<< Be’, dì alla vasca che potete continuare un’altra volta! Voglio farmi una doccia, maledizione! Ho un appuntamento con Giappone, sai che non gli piacciono i ritardi! >>

<< Si si, dammi solo cinque minuti. >> disse Romano, ascoltando  un altro sbuffo seguito dal passo veloce del suo fratellino mentre si allontanava. Sospirò nuovamente, per poi osservare la scatola nella sua mano.

Internamente, prese la sua decisione:

 

<< Ohi, Vene. >> San Marino sorrise dolcemente quando il Nord Italia entrò in cucina e si buttò su una sedia, sembrando quasi esausto nonostante si fosse appena alzato. La piccola nazione rise divertita, per poi mostrargli la moka appena presa dal fornellino. << Caffè? >>

<< Ti amo solo perché me lo hai offerto. >> rispose l’italiano, per poi sbadigliare sonoramente mentre la sanmarinese gli porse una tazzina piena di fumante caffè. Vaticano, seduto vicino a lui, continuò a sfogliare pigramente il giornale, mentre beveva qualche sorso del suo cappuccino.

<< Romano non ha ancora finito in bagno? >> chiese, senza distogliere lo sguardo dai fogli grigi.

<< No. Sta facendo l’amore con la vasca. >> sbottò Veneziano, ingurgitando il caffè in un solo sorso nel tentativo di darsi una svegliata, fallendo. Accidenti a Germania e alle sue telefonate notturne!

<< Ci sta mettendo più del previsto, stamattina, >> commentò Seborga mentre inzuppava un biscotto al cioccolato nel suo caffè-latte, << E’ un po’ di tempo che il fratellone si comporta in maniera strana. >>

<< E’ vero, >> convenne San Marino mentre prendeva posto vicino alla micro-nazione, sistemandosi dietro le spalle la chioma castana, << gli è successo qualcosa? >>

Veneziano non rispose, prendendo un biscotto e mordicchiandolo pigramente.

<< Non è buona educazione non rispondere ad una domanda, sai? >>

<< Vaticano, chiudi il becco! >>

Lo Stato della Chiesa sospirò mestamente, sistemandosi gli occhiali sul naso aquilino. << Siamo solo preoccupati per Romano. Non c’è bisogno di essere bruschi. >>

Veneziano sbuffò. << E’ dalla settimana scorsa che non fate che chiedermi sempre le stesse cose. Mi sono stufato, se permettete! >>

<< Io però continuo ad essere preoccupato per il fratellone, >> Seborga poggiò il mento sul tavolo, le labbra arricciate in una tenero broncio, << non è che sta male, vero? >>

<< Tsk, Romano malato! Ma non essere scemo, Seborga! >> disse Veneziano, versandosi un’altra tazzina di caffè e allungandola con il latte. << Se lui fosse malato, lo sarei pure io, no? Usa il cervello! >>

<< Ti fa male tutto quel caffè. Dopo diventi nervoso, più del solito. >> disse San Marino, preoccupata.

<< E’ solo la quarta tazzina. E non sono nervoso! >> replicò Veneziano, sorseggiando il caffè-latte con nonchalance, per poi aggiungere con rabbia: << Ma giuro che se Romano non esce da quel bagno entro dieci minuti, sfondo la porta e ce lo faccio annegare, nella vasca! >>

San Marino sospirò divertita, per poi prendere due biscotti e intingerli nel suo tè. << A che ora hai l’appuntamento con Giappone? >>

<< Alle nove e mezzo davanti al Colosseo. Devo fargli vedere degli scavi. >> rispose il Settentrione, per poi voltarsi verso Vaticano. << Ah, a proposito. Giappone voleva anche vedere la Cappella Sistina. Più tardi puoi firmarmi un permesso per saltare la fila? Non mi va di farmi tutta via della Conciliazione a passo di tartaruga. >>

Vaticano non rispose: la mano con la tazzina era rimasta a mezz’aria, l’altra lasciò scivolare il giornale sul tavolo; aveva gli occhi azzurri spalancati, la bocca aperta in un’espressione di muto orrore misto a sorpresa.

Incuriosite, le altre tre nazioni si voltarono nella direzione dove era fisso lo sguardo dello stato cattolico: Veneziano lasciò cadere la tazzina del caffè sul tavolo, la mascella di Seborga sfiorò terra per quanto era aperta dallo stupore, e San Marino sputò il sorso di tè bevuto poco prima.

Tutto questo clamore aveva un’unica causa: Italia Romano, il rappresentante del meridione del Sud del paese, tipico aspetto dell’uomo mediterraneo, aveva fatto il suo trionfale ingresso nella cucina con un sorridente << Buongiorno a tutti! >>,  mostrando un caldo sorriso e il suo nuovo completo di Versace, che comprendeva una camicia bianca, con sopra una cravatta rossa, e pantalone nero, in linea con la giacca che teneva sottobraccio. Nulla di anormale in questo; se non fosse per la biondissima chioma che aveva preso il posto dei suoi bellissimi capelli corvini.

Le quattro nazioni sedute al tavolo si scambiarono uno sguardo sconvolto, per poi tornare a fissarlo su Romano, che li osservava perplessamente senza perdere il sorriso cortese. << Allora, che c’è per colazione stamattina? >>

Accadde tutto in un attimo, il tempo per Vaticano e Veneziano di scambiarsi uno sguardo d’intesa: il Settentrione italiano prese il coltello per spalmare la nutella e se lo serrò tra i denti, per poi alzarsi e correre verso il fratello; velocemente, approfittando dello stupore dell’altro, si portò dietro di lui e lo buttò a terra, si mise seduto sulla sua schiena e lo afferrò sotto le ascelle, sollevandolo e tenendolo immobile.

<< C-Che- OUCH! Veneziano! Che stai combinando!? >> disse Romano, non accorgendosi di Vaticano che, armato di cucchiaio e tazza con caffè-latte, gli si era avvicinato con aria solenne. Seborga, nel frattempo, si era nascosto dietro San Marino.

<< Romanus. >> disse lo Stato della Chiesa, chiamandolo in latino. << Sei tu Romanus? >>

<< M-Ma che- Che storia è questa? Se è uno scherzo, non è affatto divertente! >> disse il Meridione, tentando di liberarsi dalla ferrea morsa del fratello, non riuscendoci.

<< Perché hai i capelli biondi? >> chiese Veneziano, prendendo il coltello e poggiandolo sul collo dell’altro.

<< Veneziano, attento! Mi sporchi la camicia! >> esclamò il meridionale, osservando con orrore la lama della sporca di nutella – e le macchie di nutella erano difficilissime da togliere, specie su una camicia come la sua.

<< Rispondimi! >>

<< Me li sono tinti. >>

<< E perché li hai tinti? >> chiese Vaticano, lo sguardo imperioso che celava perfettament euna certa nota di divertimento.

Romano gli lanciò un’occhiataccia.

<< Sono affari miei! Ora libera- >>

<< Mio fratello non si tingerebbe mai i capelli di biondo! >> disse il Settentrione, aumentando la forza della presa. << Non se li tingerebbe proprio i capelli! E’ troppo vanitoso per pensare di tingerseli! Perciò o sei un'altra persona o qualcuno ti ha fatto qualcosa! >>

<< V-Veneziano, non dire scemenze! Alzati, maledizione! >>

<< Romanus >> lo chiamò Vaticano con tono solenne, immergendo il cucchiaino nella tazzina. << Rispondi a Venetianus, ora! >>

<< Ma che vi siete bevuti questa mattina!? Mollami Veneziano! >>

L’Italia del Nord e Vaticano si scambiarono un altro sguardo d’intesa: lo stato cattolico prese il cucchiaino e lo scosse con forza, e alcune gocce marroncine andarono a posarsi contro il volto di Romano.

<< M-Ma che stai facendo, Vatica- >>

<< Esci da questo corpo! >> proclamò lo Stato della Chiesa, immergendo di nuovo il cucchiaino nel caffè-latte e ripetendo nell’operazione. << Esci da questo corpo! >>

<< M-Ma- AHI! >>
<< Non muoverti, demonio! >> urlò Veneziano, aumentando la forza della presa.

<< Esci da questo corpo! >>

<< Vaticano, smettila! >> esclamò Romano, infastidito dalle gocce che gli finivano negli occhi; il suo sguardo si posò poi sulla sua camicia, e notò le piccole macchioline marroncine sul tessuto candido. Il volto di Romano assunse lo stesso colore dell’indumento.

<< No! La camicia di Versace no! >> urlò, iniziando a dimenarsi con violenza. << La mia camicia nuova, no!!!!!! >>

<< Vade retro, Satana! >> urlò Vaticano, ripetendo l’esorcismo – se così si poteva chiamare – con il caffè-latte e il cucchiaino, improvvisati come strumenti purificatori. << Vade retro! Esci da quel corpo! Rinuncia a Satana, Italia Romano! Lascia che il Signore entri dentro di te! >>

<< No!!!! >> di disperò il meridionale, pensando ai soldi spesi per quell’indumento. << No! No!!!!! >>

<< Non sta funzionando, Vaticano! >> disse l’Italia Settentrionale, iniziando a trovare difficile il tenere fermo il fratello.

<< Mh! >> lo stato cattolico rifletté per qualche istante, per poi avvicinarsi a Romano e inginocchiarsi davanti a lui; immerse due dita nel caffè-latte e disegnò il segno della croce sulla fronte dell’italiano, mormorando una qualche preghiera esorcistica. << Esci da questo cristiano! Lascia che riporti la pecorella smarrita sulla buona strada! >>

<< Vaticano, fermo! Giuro che appena mi libero ve la faccio pagare per ogni centesimo speso per lquesto completo! >> disse Romano con voce roca – non era abituato ad urlare, visto che le sue corde vocali erano anche piuttosto sensibili - continuando ad agitarsi nella morsa ora più ferrea del fratellino.

Nel frattempo, San Marino e Seborga erano rimasti dietro il tavolo ad osservare la scena, il secondo nascosto dietro l’esile corpo della prima in cerca di protezione.

<< Sorellona? >>
<< Mh? >>

<< Che sta succedendo? Non capisco. >> mormorò la micro-nazione, sussultando nel momento in qui Romano lanciò un urlo disperato quando Vaticano lo benedisse versando tutto il caffè-latte - caldo - sulla sua testa, improvvisando una croce col cucchiaino e il coltello della nutella usato prima da Veneziano. << Perché Romano ha i capelli biondi? E perché Vaticano sta facendo un esorcismo col caffè-latte? >>

San Marino non rispose subito, osservando prima la disperazione dell’Italia del Sud e i sorrisini malcelati di Veneziano e dello Stato delle Chiesa. Poi sospirò, sorridendo leggermente.

<< Non cercare di capirli, Sebi. >> disse la nazione, carezzando dolcemente la chioma marroncina dell’altro. << Rischi di diventare scemo come loro. >>

 

 

Dopo essersi rifatto la doccia, cambiato la sua preziosissima camicia di Versace con una meno costosa – e meno bella -, tentato di dare una lezione a Veneziano e Vaticano senza sporcarsi di nuovo – fallendo, quindi era dovuto ritornare in camera sua e mettersene un’altra – Romano era finalmente pronto per rappresentare l’Italia al meeting che si sarebbe tenuto quel giorno nell’Urbe.

Arrivato davanti al palazzo del congresso, il Meridione inspirò a fondo, nervoso come lo era stato poche volte nella sua vita; ricontrollò per l’ennesima volta la chioma bionda fresca di tintura, sistemandosi i ciuffi fuori posto; infine, scese dalla macchina cercando di non far cadere preda del vento i numerosi fogli pieni di appunti sulla situazione finanziaria ed economica mondiale che gli sarebbero serviti quel giorno.

<< Avanti Romano. >> si disse l’italiano, mentre attraversava le enormi porte vetrate dell’edificio. << Andrà tutto bene. Sei bello, sei sexy, qualunque essere vivente ti muore dietro, sei un esperto di moda, sei un ottimo tiratore e adesso hai anche la tua nuova chioma bionda. Nulla può fermarti! >>.

Neanche era entrato nella sala riunioni, che subito gli occhi dei presenti si posarono su di lui; le reazioni furono diverse: Inghilterra sputò tutto il tè che aveva bevuto precedentemente, colpendo il povero Francia, la cui unica colpa era stata quella di sedersi davanti a lui; America si strozzò con l’hamburger di soia; Canada, che stava pulendo i suoi occhiali, li lasciò cadere a terra; la mascella di Spagna, dallo stupore, toccò terra, e destino simile toccò alle bocche di Germania e di Paesi Bassi; Cina e Corea lasciarono cadere le tazzine con dentro le tisane che stavano bevendo, e il cui contenuto – bollente, molto bollente – andò a finire sulle loro gambe; e le reazioni del resto delle nazioni non furono di molto diverse – con più o meno imprecazioni a seconda di cosa si erano versati addosso e quello che avevano rotto.

Romano si guardò intorno, leggermente intimorito, ma durò pochi istanti: subito sorrise educatamente, salutando tutti con un pacato: << Buongiorno a tutti. >> prima di mettersi seduto tra Spagna – che ancora non aveva chiuso la bocca – e uno sconvolto Australia, che si allontanò di qualche metro con cipiglio vagamente disgustato.

<< Buongiorno, Spagna. >> salutò la nazione italica, per poi sorridere al suo vecchio padrone. << Come va la vita? >>

<< T-Tu. >> mormorò sconvolto lo spagnolo, indicando la bionda chioma sulla testa del suo pupillo. << Q-Que… I tuoi capelli… >>

<< Uhm, oh, questi? >> chiese con nonchalance, tirandosi indietro la frangia. << Be’, mi andava di cambiare un po’ stile. >>

<< Ma tu… moro… tu… biondo… >>

Romano rivolse un’occhiata preoccupata alla nazione iberica, che continuava a mormorare frasi sconnesse senza di distogliere lo sguardo dai suoi capelli. Agitò una mano davanti agli occhi marroni dell’altro, cercando di farlo tornare in sé, ma la voce di Russia che annunciava l’imminente inizio del meeting lo costrinse a dedicare maggiore attenzione alle stime sulle crescita delle imposte statali.

Brevemente, cercò la famigliare chioma castana di Belgio tra le varie nazioni. La trovò mentre conversava sottovoce con Ungheria, sorridendo ogni tanto. Non sembrava aver notato il drastico cambiamento si suoi capelli.

Romano sbuffò, per poi sorridere malignamente. Non era certo detta l’ultima parola. Infondo, lo aveva già deciso: quel giorno non sarebbe tornato a casa senza aver riconquistato la sua amata nazione belga!




_________________________________________________________________


Non ho la più pallid aidea di come potrebbe essere un preghiera esorcistica, quindi chiedo scusa in anticipo per la poca aderenza alla realtà ^^


Spero che questa prima parte vi sia piaciuta!

E ora, "Sottile arte di farsi gli affari propri": A NOI!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Princess of the Rose