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Autore: Sisthra    01/11/2012    2 recensioni
Strangelove è impegnata nella programmazione dell'IA che rappresenti la mente della sua amata, The Boss. Ma si rende conto di sapere meno di quanto pensasse su di lei...piccolo Missing Moments sugli eventi tra MGS3 e Peace Walker.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Memorie di Strangelove La stanza era immersa nel buio più assoluto, ma la figura di donna seduta davanti al luminoso schermo di un computer non sembrava curarsene. Batteva veloce sui vecchi tasti della tastiera, pigiando con forza i bottoni e creando un ticchettio irregolare, che accellerava o decelerava a seconda dei comandi che venivano inseriti a schermo, senza però mai fermarsi. Il monitor irradiava una luce malsana, che dava un'aria spettrale al viso già pallido della donna. Nonostante non vi fosse quasi la benchè minima luce, un paio di occhiali dalle lenti scure le nascondeva lo sguardo, creando, al posto degli occhi, due piccoli quadratini bianchi, lì dove la luce del monitor si rifletteva sulle lenti. La donna continuò a digitare per un pò, accompagnata solo dal ronzio sommesso dei macchinari  e dal battere dei tasti, fino a che parve raggiungere il suo obbiettivo, poichè inarcò la schiena e si appoggiò allo schienale rigido della sedia, sfilandosi per qualche istante gli occhiali per passarsi una mano sugli occhi chiarissimi segnati da occhiaie.
<< Dovrebbe essere pronto.>> dichiarò, risistemandosi gli occhiali e schiacciando un ultimo tasto. Alle sue spalle, collegato al computer da una massa di cavi che vi si attaccava alla base per scomparire all'interno, c'era un grosso cilindro nero, grande abbastanza da contenere una persona in piedi. Una spia rossa si accese sul cilindro, e un attimo dopo una fredda voce artificiale, ma dal timbro inconfondibilmente femminile, si rivolse alla donna.
<< La sua voce è stanca, dottoressa Strangelove.>> dichiarò. Strangelove si limitò ad annuire, un riflesso naturale anche se sapeva che la macchina non poteva cogliere il suo movimento, poi girò completamente la sedia e si fermò di fronte all'intelligenza artificiale su cui aveva lavorato tutto quel tempo.
<< Iniziamo con qualche domanda base: che giorno è oggi?>> chiese Strangelove; sarebbe partita dai processi di ragionamento più semplici, prima di sottoporre l'IA a situazioni logicamente e moralmente sempre più complicate.
<< E' il quindici settembre millenovecentosettantuno, ore zero-quattro-zero-sei del mattino, dottoressa.>> rispose immediatamente il computer.
<< Molto bene.>>
<< Non dovrebbe essere sveglia a quest'ora, dottoressa.>>
Strangelove non si sorprese del commento della macchina: era ciò che avrebbe detto la quasi totalità delle persone, ed era esattamente questo ciò che sperava di ottenere.
<< Andrò a letto a breve. Passiamo alla prossima domanda: incontri un nemico ferito sul campo di battaglia. Cosa fai?>>
<< E' solo o ha dei compagni?>> chiese la macchina.
<< Ho detto un nemico, quindi è solo.>> ribattè la donna, prendendo un appunto su un pezzetto di carta. " Restringere casi di possibile incomprensione verbale degli ordini."
<< Allora lo soccorro.>>
<< L'uomo è armato, potrebbe cercare di attaccarti. Cosa fai?>>
<< Gli sottraggo le armi e poi lo soccorro.>>
<< Perchè? E' tuo nemico.>> indagò.
<< La mia missione è uccidere quell'uomo in particolare?>> chiese la macchina.
<< No.>>
<< Allora lo soccorrerei. >>
<< Potrebbe chiamare rinforzi. O potrebbe attaccarti non appena lo avrai soccorso.>>
<< In tal caso lo ucciderei.>> rispose la macchina.
Strangelove annuì tra sé e sé.
<< Perchè lo uccideresti ora e non prima?>> chiese.
<< E' stata una sua scelta attaccarmi, e ora impedisce il completamento della missione.>> spiegò la macchina.
<< Per un soldato non c'è nulla di più importante della sua missione.>> aggiunse.
Strangelove prese un altro appunto: ripeteva spesso quella frase, come si sarebbe aspettato. Era un concetto profondamente radicato in lei.
<< Passiamo alla prossima domanda. Sei in battaglia, insieme ad una squadriglia di soldati, ma il vostro caporale viene catturato, cosa fai?>>
Le propose uno scenario, poi un altro e un altro ancora, tutti che richiedevano di compiere scelte e sacrifici: rischiare la vita della squadra per salvare il caporale, rischiare o no di colpire dei civili, gestire una crisi a livello nazionale e internazionale...l'IA rispose senza esitazione a tutte, mentre la donna prendeva appunti.
<< Bene...>> ripeté, ormai quasi più tra sé e sé. Frugò tra un plico di fogli e ne estrasse un post-it, sul quale aveva scarabocchiato un appunto durante l'ultimo test. Lesse quel che vi era scritto e alzò le sopracciglia, storcendo leggermente la bocca in un espressione di disappunto.
" Vediamo come risponde questa volta." pensò, alzando lo sguardo sulla macchina.
<< Devi attraversare un ponte, sorvegliato da due guardie. Cosa fai?>> chiese. Era uno dei primi scenari che gli aveva proposto, sicuramente non il più difficile.
<< Le elimino.>> rispose la macchina, senza esitare.
Strangelove trasse un profondo respiro.
<< A circa metà del ponte incontri un serpente. Il ponte è troppo stretto, non puoi aggirarlo; come reagisci?>> chiese, lentamente, come se scandendo meglio le parole la macchina avrebbe compreso meglio.
Seguì un breve silenzio.
<< Nulla.>> rispose l'IA.
<< Cosa?>>
<< Non faccio nulla. >> ripetè la macchina.
La donna sospirò; sempre la stessa risposta.
<< Il serpente non ti permetterà di passare....vuoi dire  che torneresti indietro?>> indagò.
<< No.>> rispose la macchina, quasi precipitosamente. << Devo portare a termine la mia missione.>>
<< E allora devi affrontare il serpente.>> ripetè la donna.
<< No.>> Strangelove strinse i pugni.
<< Ti ucciderà se non fai nulla!>> senza accorgersene aveva alzato la voce.
Seguì un altro silenzio; la macchina sembrava quasi esitante. La rabbia di Strangelove crebbe: un computer non doveva esitare! I suoi processori pensavano 100 volte più in fretta di un essere umano, non poteva esitare!
<< Non faccio nulla. >> ripetè infine la macchina.
<< No!>> esclamò la donna, stropicciando il post-it che aveva ancora in mano.
<< Ferma! Interrompi la simulazione, ricomincia daccapo!>>
<< Come vuole lei, dottoressa.>>
Le fece ripetere il procedimento una volta. Due volte. Tre volte. L'IA si bloccava sempre sullo stesso punto, come avrebbe fatto qualsiasi computer, perchè alla fine, per quanto sofisticata fosse, restava pur sempre quello. Strangelove si lasciò cadere sulla sedia, schiumante di rabbia e frustrazione. Non doveva andare così! Lei non era una semplice macchina, lei era di più! Alla fine, mentre scarabocchiava linee senza senso sul bloc notes, le venne un'idea improvvisa.
<< Avvia procedura di analisi del vocabolario. Dimmi tutti i significati che hai attribuito alla parola "serpente".>> disse.
<< Serpente è il termine non scientifico usato per identificare una classe di animali appartenenti alla famiglia dei rettili->>
<< Il prossimo, dimmi il prossimo!>> la interruppe Strangelove, stizzita; non voleva più sentir parlare di stramaledettissimi serpenti per il resto della sua vita.
A quelle parole seguì il silenzio più lungo che la macchina avesse mai mantenuto. La spia rossa aveva preso a lampeggiare, ma Strangelove non ricordava di aver mai programmato quella funzione.
<<...Jack.>> disse infine.
La mina della matita si spezzò quando la donna, sorpresa, la lasciò cadere a terra mentre alzava lo sguardo sull'IA.
<< Cosa?>> boccheggìò.
<< Jack è il serpente.>>
La donna si avvicinò alla macchina.
<< Cosa vuoi dire? Chi è Jack? Dimmelo!>> gridò quasi.
<< Non posso dirlo.>> rispose la macchina, lasciando la donna sbalordita. Come poteva non dirlo? Era un'informazione talmente importante?
In tal caso, non poteva nemmeno eliminare i dati manualmente, o avrebbe danneggiato tutte le informazioni ad essa collegate. E senza di quelle, la macchina non sarebbe più stata lei...sarebbe diventata un computer qualunque. Sofisticatissimo, certo, ma un computer come tutti gli altri usati per elaborare dati e scenari.
<<...allora lo scoprirò da sola.>> sibilò la donna. Si voltò a battere un paio di comandi sulla tastiera.
<< Arresta il sistema.>>
Il computer si spense, lasciando Strangelove sola-perchè, per quanto artificiale fosse, per lei quella dell'IA era compagnia- nella stanza illuminata solo dalla luce bianca del monitor. Dimenticato il sonno, furiosa ma animata da un'improvviso slancio di energia ora che sapeva cosa cercare, la scienziata si lanciò sulla pila di documenti, cercando indizi, uno qualsiasi.
Avrebbe scoperto chi era questo Jack, lo avrebbe rintracciato e si sarebbe fatto dire ciò che gli serviva per rendere la simulazione perfetta...ci sarebbe riuscita a qualsiasi costo, fosse stata l'ultima cosa che avesse fatto...per lei.
Ma mentre sfogliava pagine su pagine e si rassicurava con quella constatazione, una piccola parte della donna sapeva ma non voleva ammettere che lo stava facendo solo per sé stessa.
Continuo a lavorare, imperterrita, infervorata, le primissime luci dell'alba che rischiaravano finalmente l'ufficio buio. Alle sue spalle, senza che se accorgesse, la spia dell'IA lampeggiava appena.
"Jack..."
   
 
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