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Autore: Della    17/05/2007    2 recensioni
E' una sera come tante altre al tempio Hakurei. Tranne che non è vero.
Ora, solo una miko volante ed una strega spara-laser possono salvare il mondo di Gensokyo dalle tenebre. Letteralmente.
Un racconto tratto dal sesto gioco della bellissima serie di sparatutto giapponesi "Touhou".
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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Erano ormai ore che il duetto di improvvisate salvatrici di Gensokyo era partito dal tempio Hakurei. Nel frattempo si era fatta notte fondissima, e si era alzata una sottile nebbia.
Era straordinariamente buio, e Reimu e Marisa non potevano fare altro che volare molto alto per evitare ogni rischio di collisione.
Entrambe avevano pensato di proporre di tenersi per mano per non perdersi, ma nessuna delle due l'aveva chiesto all'altra.
In effetti, poco prima, entrambe avevano iniziato (contemporaneamente) a chiedersi "M-m-ma non sarebbe meglio se ci teness-", interrompendosi a vicenda. E la faccenda morì lì.

Finalmente, raggiunsero il lago, lasciandosi alle spalle le ripide montagne boscose che circondavano il tempio Hakurei.
L'aria era diventata molto fredda, ed il volare ad alta velocità non migliorava le cose. Stavano entrambe battendo i denti, letteralmente.

Ciascuna delle due pensò segretamente a qualche modo per scaldarsi, ma ovviamente non venne detta una parola ad alta voce.

"Ehi, Marisa." Fece Reimu, scuotendo l'amica dai meandri della sua immaginazione.

"Huh?" Fu l'inarticolata risposta.

"Puoi fare un pò luce con la magia? Mi è sembrato di vedere qualcosa." Chiese.

Marisa la guardò strano. "Eh? Non c'è nulla qui, solo acqua, ze. Che vuoi vedere? Se faccio luce, dalla villa sull'isola ci vedranno subito e perderemo il vantaggio della sorpresa."

Reimu fu un pò stupita dall'acume tattico di Marisa. Ma in fondo, si disse, se c'era una cosa di cui la strega era sicuramente un'esperta erano le battaglie magiche (e, probabilmente, i furti con scasso).

"Che c'è?" Insistette Marisa. Aveva intuito che a Reimu era venuto un dubbio, ed aveva imparato a fidarsi del suo sesto senso della miko. Raramente se ne era pentita.
(Qualche volta sì, ma questa, come si suol dire, è un'altra storia)

Reimu afferrò Marisa per un braccio e la fece rallentare. La strega sussultò.

"Shhh." Fece, portando l'indice alle labbra, mentre entrambe perdevano quota fino ad arrivare a una decina di metri sopra il pelo dell'acqua. "Non senti niente?"

Marisa sentiva solo il suo battito cardiaco, ed era a dire il vero più concentrata sul contatto fisico con Reimu che sull'ambiente circostante, che era comunque tutto buio pesto e nebbioso.

"Marisa?"

"E-eh?!" Reimu era diventata così seria e professionale totto d'un tratto...

"Non senti nulla?"

Marisa inspirò profondamente. Un debole vento le fischiava tra le orecchie. Per il resto, null'altro. La natura era totalmente silenziosa.
Scosse la testa.

Reimu iniziò a scendere di quota.

"Ehi, Reimu, dove vai? Finirai per bagnarti-"

Si sentì un *toc* e Reimu, ormai una figura indistinta a causa dell'oscurità, smise di scendere.

"Toc, ze?" Fece Marisa, scendendo anche lei per vedere meglio.
Reimu era in piedi sul lago. Solo che il lago era ghiacciato.
Solo in quel momento si rese conto di non aver mai sentito il suono delle onde.

E solo in quel momento Marisa si rese esattamente conto di QUANTO fosse freddo.

"...Ma che diavolo è questo?!" Chiese a Reimu, smontando dalla scopa. Non solo il ghiaccio era solido, ma dava l'impressione di essere anche molto, molto spesso.

Ma era il quindici di Luglio, dannazione.

"...Non basta la semplice mancanza di tempo sereno per qualche giorno a fare QUESTO." Commentò Reimu, battendo un piede zoccolato sul ghiaccio a sottolineare le sue parole.

Marisa si mise in ginocchio e iniziò a sfregare sul ghiaccio col suo cappello. "Guarda qui." Fece, ripulendo un angolo di lago.

La miko sbirciò, e vide, perfettamente incastrato nel ghiaccio, un banco di piccoli pesci ancora tutti in formazione.

"...Non ha senso." Fu la sua prima reazione.

Marisa lanciò un'occhiata in direzione della villa sull'isola, ancora lontana all'orizzonte (stranamente, non sembrava essersi avvicinata per nulla per quanto loro avessero volato in quella direzione), e decise: "Provo a fare della luce, ze."

Si rimise il cappello in testa, aggiustandoselo un attimo per dargli l'inclinazione giusta come se fosse una cosa indispensabile per poter fare della magia (magari lo era, ed avrebbe spiegato perchè non se ne separava mai), poi allargò le braccia ed un cerchio magico si accese attorno ai suoi piedi, ruotando pigramente ed splendendo di una debole luce azzurrina.
Il cerchio si allargò e svanì, e il bagliore si diffuse, fino a che non prese tutta l'area, immergendola in una sorta di pallido crepuscolo magico.
Lo spettacolo poteva essere definito, senza timore di fare un pessimo gioco di parole, agghiacciante: incastrati nell'acqua, come se questa si fosse istantaneamente tramutata in ghiaccio, c'erano svariati esemplari di fauna marina. Era come un grottesco quadro appartenente a qualche oscura e malata corrente artistica.

Ma, soprattutto, colpì la presenza di una rana, perfettamente ibernata in un cubo di ghiaccio particolarmente chiaro e limpido, posizionata in cima ad una corta colonna, come il piedistallo di un'esposizione da museo.

"Rana?" Chiese Marisa.

"Rana." Rispose Reimu, esaminandola da vicino. Chiunque l'aveva fatto, l'aveva fatto con cura ed orgoglio. La raccolse e la gettò a Marisa, che la afferrò al volo e se la rigirò tra le mani, esaminandola.

"Rana, ze" Affermò Marisa, dopo un'attenta ispezione dell'anfibio.

Ora non restava che scoprire chi poteva essere così scemo da congelare una rana con tanta cura ed orgoglio per poi metterla su un piedistallo nel mezzo di un lago gelato.

"GIU' LE MANI DALLA MIA OPERA D'ARTE, LADRI!!"

Entrambe alzarono lo sguardo. "Trovato." Dissero, all'unisono.

"Sono Cirno, la Fata dei Ghiacci del Lago." Fu la presentazione della nuova arrivata mentre emergeva dal buio della notte. "E questo è il mio regno."

Marisa guardò prima la fata, poi la rana, poi ancora la fata.

Indossava (la fata, non la rana) un lungo abito azzurro, con un bordo a triangoli bianchi, e, sotto, una camicetta rosa.
Un fiocco verde era legato tra i suoi capelli color azzurro ghiaccio. Aveva la dotazione standard di alucce, come ogni fata che si rispetti: Le sue sembravano schegge di ghiaccio, aprendosi a raggiera dalla sua schiena.

Il fatto che fosse alta qualcosa come un metro e dieci scarsi non la rendeva particolarmente minacciosa, in ogni caso. Non dimostrava di avere più di otto anni, nè un QI particolarmente elevato (la stima di Marisa si aggirava attorno al 9), ma era comunque più grande e dall'aria più decisa e sicura (anche se non più sveglia) delle comuni fatine di Gensokyo.

Marisa le mostrò l'anfibio ibernato. "Tuo?" Chiese.

"La mia migliore creazione." Rispose Cirno, incrociando le braccia ed annuendo a sè stessa con aria molto soddisfatta.

Reimu aveva già capito cosa Marisa intendeva fare. Non si sforzò neanche di cercare inutilmente di impedirglielo. Si limitò ad innalzare una silenziosa preghiera mentre la povera rana congelata si frantumava in una miriade di schegge di ghiaccio, cadendo a terra.
Pregò che si reincarnasse. Possibilmente in una forma di vita migliore. Ma, in ogni caso, lontano dal raggio d'azione sia di Cirno che di Marisa.

La fatina dei ghiacci reagì in maniera fin troppo prevedibile.

Si accigliò, gli occhi le diventarono lucidi, l'aria attorno a lei si raffreddò.
Tirò su col naso. Boccheggiò una, due volte.

Scoppiò a piangere.

"Non ti vergogni, Marisa?" Fece Reimu. "Hai fatto piangere una bambina."

"Non è una bambina, è una fata, ze." Le ricordò la strega. "In genere non le disintegriamo le fate, noi?"

"Solo se sono fastidiose."

"Voi... voi..." Cirno si levò in volo. Righe di neve, come lacrime, le solcavano la faccia. "VOI NON LASCERETE MAI QUESTO LAGO! QUESTO POSTO DIVENTERA' LA VOSTRA TOMBA DI GHIACCIO!"

Reimu si girò verso Marisa, sospirando pesantemente. "Perchè mi devi sempre trascinare in un guaio dopo l'altro?"

Marisa, dal canto suo, le fece il suo tipico sorriso a 64 denti degno di uno squalo. "Mi diverto, ze."

Un attimo dopo, una raffica di lunghe, acuminate stalattiti di ghiaccio si infranse proprio dove le due erano fino ad una frazione di secondo prima.

"TI CONGELERO' COME UNA MUCCA INGLESE!!!"

"Non come una rana, ze?" Fece Marisa, aggrappata saldamente alla sua scopa volante, mentre evitava con facilità lo sciame di proiettili di ghiaccio che Cirno le scagliava contro, slittando tra gli spazi tra l'uno e l'altro con l'agilità che solo una strega esperta, sopravvissuta a centinaia di battaglie di danmaku, può avere.

"La mucca ti si addice di più!!"

Ok, era un'offesa del cavolo dire a qualcuno che somigliava ad una mucca più che ad una rana. Ma il tono di chi parla intendendo offendere c'era tutto, e tanto bastò a far apparire la caratteristica venuzza pulsante sulla tempia di Marisa.

Intanto Reimu, bellamente ignorata, stava volando poco lontano, osservando la battaglia mortale tra i due idioti patentati. "Ma perchè inglese, poi?" si chiese.

La fata prese a scaricare orde di pallottole sempre più fitte, notando la palese inefficacia dei propri attacchi. Marisa, dal canto suo, comodamente seduta sulla sua scopa, non sembrava neanche impegnarsi troppo a schivarli.

"ORA BASTA!" Gridò la fata, indietreggiando per mettere distanza tra sè e Marisa. Si portò una mano dietro la schiena e tirò fuori da non si sa bene dove una spellcard.

"Oho." Notò Marisa. "La fatina fa sul serio, ze!"

"Ci puoi giurare, racchia!"

Le venuzze sulla testa di Marisa si moltiplicarono. Reimu sospirò pesantemente.

Cirno alzò la spellcard al cielo oscuro in modo drammatico, e questa scoppiò in una miriade di frammenti di luce. Il ghiaccio attorno ai suoi piedi si frantumò, esplodendo verso l'alto per la potenza dell'incantesimo che veniva rilasciato. I ghiaccioli che le facevano da ali crebbero all'improvviso.
E molto.

"Segno del ghiaccio, ICICLE FALL!!"

Le sue ali si infransero e si espansero verso la sua destra e la sua sinistra con un rumore di vetri infranti, curvando e convergendo contro verso Marisa in una tempesta di ghiaccio affilato, prendendola da entrambi i lati.

La strega fu colta così di sorpresa che reagì un attimo troppo tardi.
Non aveva più spazio per schivare. Cercò di prendere quota per evitare almeno la maggior parte dei colpi-

"TROPPO LENTA!!!!!"

I due sciami di pallottole convergenti non si schiantarono nemmeno l'uno contro l'altro. Si ATTRAVERSARONO, ciascun colpo passando negli spazi tra un proiettile e l'altro come la dentatura perfettamente combaciante di una trappola per orsi.
L'effetto fu più o meno lo stesso. Marisa non aveva fatto in tempo a evitare la zona di scontro, ed era rimasta intrappolata nella morsa di ghiaccio. Ora l'orlo inferiore della sua gonna era tutto strappato... Non sentiva più la gamba sinistra: era probabilmente congelata.

"Tu, piccola bastarda..." Marisa, ormai molto in alto nel cielo notturno, strinse i denti. Non provava dolore, ma sapeva di essere stata colpita, e con una gamba fuori uso rischiava anche di perdere l'equilibrio e cadere dalla scopa-

"ICICLE FALL!!!" Gridò ancora Cirno, scatenando le sue ali di ghiaccio verso l'alto, contro Marisa.

"...Ma scusami... ma sei scema?" Fece Reimu, volando su fino a raggiungere Marisa.

"...Ze?"

"Come fai a farti fregare da una spellcard così inutile?" Reimu non sembrava minimamente impressionata. Ovviamente questo faceva incazzare la strega ancora di più.

"LA VEDREMO SE E' INUTILE!!" Rispose Cirno, scatenando le sue ali di ghiaccio e stringendo la morsa attorno alle due. "PRESTO SARETE DUE ORNAMENTI PER IL MIO COMODINO! AHAHAHAHAH!!"
Reimu si girò lentamente verso la fata molesta. "...E' completamente impazzita." Osservò.

"REIMU, SCANSATI! STA PER COLPIRTI!!!" Gridò Marisa, cercando di afferrare Reimu e di distoglierla dalla traiettoria dei due sciami di pallottole che stavano per colpirla-

Con gran sorpresa sia della strega che della fata, Reimu non schivò nè cercò di togliersi dalla traiettoria del colpo. Anzi, ci volò dritto in mezzo, facendo un rapido scatto verso Cirno fino a fermarsi a meno di un metro davanti a lei. I due sciami di proiettili si incrociarono alle sue spalle senza colpo ferire.

Cirno si accigliò e aumentò la potenza dell'attacco, sparando colpi sempre più fitti dalle sue ali... che però seguivano la stessa traiettoria: si aprivano a ventaglio, si incurvavano verso l'interno, e si incrociavano davanti a Cirno... A circa due metri da lei.

"Wow. Una spellcard micidiale, Cirno... se riesci a tenere a distanza il nemico." Commentò la Miko, avvicinandosi sempre di più, portando il suo volto, con tanto di sorriso inquietante, a meno di un palmo di distanza da quello di Cirno. Attorno a loro infuriava una tempesta di schegge affilate di ghiaccio, ma, proprio per la struttura stessa della spellcard, loro erano esattamente nell'occhio del ciclone. La spellcard semplicemente non poteva colpire bersagli più vicini di un paio di metri, e Cirno se ne rendeva conto solo ora.

Si rendeva anche conto che era finita. Scattò velocissima, cercando di indietreggiare e di riportare Reimu nel campo d'azione della spellcard-
-e la Miko semplicemente la seguì, in tutti i suoi movimenti, restandole sempre a non più di un palmo di distanza.

Lentamente, Reimu si infilò una mano in tasca, ne estrasse un pennarello nero, si piegò su Cirno, e le scrisse "SCEMA" sulla fronte.

"Perfetto." Commentò, rimettendo il tappo con un gesto elegante.

La spellcard finì. Cirno era in lacrime.
"Io... io... IO TI AMMAZZO!!!" Strillò, cercando di dare un pugno a Reimu, la quale nel frattempo si era già spostata di svariate decine di metri da dove era prima.

Marisa aveva seguito tutta la scena ammirata... ed un pò arrabbiata per essersi fatta fregare da una spellcard così idiota.

"Senti, piccolina. Mi sembra che sia chiaro chi è ce comanda, qua, no?" Fece Reimu con aria di sufficienza, guardando Cirno dall'alto in basso. "Ma ora la miko va di fretta, quindi scongela il lago e sparisci, e forse non verrai punita."

"Forse non hai capito." fece Cirno. "Ho detto che ora ti ammazzo."

Reimu spalancò le braccia. "Sei libera di provarci." fece, con tono di sfida.

"Ehi, hai davanti a te un avversario temibile. Sarebbe saggio avere più paura di così."

"Come hai detto?" Chiese Reimu, fingendo di non avere sentito, ed avvicinando la mano all'orecchio? "Ottimo bersaglio, dici? Allora ne approfitterò, credo. La mia mira è un pò arrugginita..."

La fata dei ghiacci trattenne un altro scatto d'ira e battè le mani violentemente. Lo schiocco risuonò per tutto il lago, e tutt'intorno a lei apparvero, ronzanti, centinaia di piccole sfere di energia luminosa, variamente colorate, ed una spellcard, volteggiante in aria davanti a lei.

"Segno congelante!" Gridò, e tutte le sfere partirono, volando in direzione della strega e della miko e sparpagliandosi per il cielo in un uragano di colori brillanti. "PERFECT FREEZE!!!"

Marisa schivò i primi tre proiettili mirati a lei, e si rese subito conto che qualcosa non andava. Era una spellcard troppo facile: erano semplicemente sfere magiche sparate direttamente e senza uno schema particolare, nè alcun trucco-

"ORA! CONGELATI!!" Cirno battè di nuovo le mani. Ancora una volta il suono riecheggiò per il lago, ma stavolta causò come una piccola onda d'urto di energia fredda, che si allargò rapidamente da Cirno, investendo tutti i proiettili... e congelandoli sul posto.

"Può congelare persino qualcosa di immateriale come l'energia magica?!" Esclamò Marisa, sorpresa. Tutte le pallottole si erano improvvisamente fermate a mezz'aria...

...Ed improvvisamente ripresero a muoversi in direzioni completamente diverse.

Per un attimo, tutto divenne bianco e blu ghiaccio mentre le pallottole congelate si incrociavano. Un lembo del grembiule di Marisa venne sfiorato, e si trasformò istantaneamente in ghiaccio.

Poi, le pallottole si diradarono, disperdendosi in varie direzioni e svanendo, e Marisa vide che Reimu non era stata fortunata quanto lei: era intrappolata in una bara di ghiaccio trasparente dopo essere stata colpita in pieno da un proiettile congelante.

"UNA IN MENO!!" Fece Cirno con aria vittoriosa. Il fatto che avesse "scema" ancora scritto in faccia non contribuiva a renderle il momento più trionfale.

"Uhm, no, non credo, ze." Sogghignò Marisa.

"Uh? Ma che dici? La tua amica è totalmente cubettodighiaccificata. Game over per lei." Fece la fata, che sembrava sorpresa da come Marisa prendesse alla leggera la perdita di Reimu.

"Vedi, Reimu non è come me." spiegò Marisa. "Io sono solo una comunissima maga, ma Reimu non conosce la magia, ze."

Cirno non capiva dove volesse arrivare.

"Come credi che faccia Reimu a volare da sola e senza magia, ze?" Chiese, battendo una manata sulla sua scopa.

Cirno fece per un attimo una faccia molto seria, di chi ci sta pensando con impegno. Poi sembrò decidere che non valeva la fatica. "Che me ne importa?" fece, caricando il prossimo colpo. Battè le mani, e-

"Reimu è senza peso." Spiegò Marisa.

"...Eh?"

"La forza di gravità. La fatica e lo stress. Gli obblighi di ogni genere, le minacce di ogni tipo, i nemici piccoli e grandi... nulla ha alcun effetto su di lei." Fece la strega. "Sai che Gensokyo significa Villaggio delle Illusioni, ze?"

Cirno trattenne il colpo, ascoltando senza capire molto.

"Reimu vive sul Confine Hakurei, che separa Gensokyo e il mondo esterno, ze. Sul confine tra realtà ed illusione. Ma... è più giusto dire che Reimu Hakurei E' il confine tra realtà ed illusione. Nè le illusioni nè la realtà possono toccarla. E' solida quanto un sogno."

Reimu sogghignò, da dentro la bara. "O, nel tuo caso, Cirno... quanto un incubo." La sua voce attraversò il ghiaccio come fosse aria, giungendo limpida e cristallina alle orecchie della fata.
La bara di ghiaccio non si disturbò neanche ad infrangersi: semplicemente non oppose resistenza. Reimu si infilò una mano in tasca e ne estrasse il suo gohei, l'asta di legno con due talismani di carta ripiegata legati ad una estremità, il simbolo di una sacerdotessa scintoista. Nell'altra mano teneva una spellcard. Sette scintille di luce multicolore vi danzavano sopra.

"NO!" Fece Cirno. "Segno congelante! PERFECT FR-"

"TROPPO LENTA!!!" La interruppe Reimu, lanciando la spellcard contro Cirno. Il foglio di carta attraversò il ghiaccio e volò velocissimo verso Cirno. "Segno del sogno! SIGILLO FANTASTICO!!!"

La spellcard esplose. Tutte le sfere di energia di Cirno, pronte per essere lanciate, svanirono nel nulla, cancellate da un'abbagliante esplosione di luce. Lampi di ogni colore si incrociarono, uno dopo l'altro, intessendo una trama bellissima. Il ghiaccio del lago la riflettè, dando l'impressione che le acque del lago avessero intrappolato un arcobaleno caduto dal cielo.

Quando il sogno si diradò, Cirno era piantata di testa fino alla vita nel ghiaccio del lago, al centro di un cratere di svariati metri di diametro.

"Dura la realtà, ze." Commentò Marisa.

"Brr." Fece Reimu. "Andiamocene, prima che ci venga un raffreddore da aria condizionata."

"Troppo freddo." Confermò la strega, prendendo quota e puntando la scopa verso il palazzo al centro del lago. "Andiamo a trovare un posto che serva tè caldo."
  
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