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Autore: Loony Evans    01/11/2012    1 recensioni
Allora, in poche parole questa storia parla dei Mitici Marauders. Sette capitoli per ogni anno. Dal primo viaggio in treno ai M.A.G.O., più uno speciale estate.
Dunque, leggete ma, soprattutto, recensite. Fate felice la vostra Luna!
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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-         Allora?- chiedo a Remus.
-         Ai miei va bene.- risponde lui sorridendo.- Tu Peter?-
-         Non c’è problema. Dopotutto devo vuotare il sacco con la nonna in estate, per Pasqua mi mandano dai Potter senza problemi.- risponde il mio fortunato amico.
-         Perfetto, lo scrivo a James. Ti aggiungo?- mi chiede Remus.
-         E che ne so? Mia madre ha detto che ci sta pensando.- dico imitando il tono di Walburga.
-         Tradotto?-
-         Non lo so. Lei odia farmi felice, ma dopotutto Dorea è una Black, quindi non sarei in cattiva compagnia, anche se ha sposato un Potter. Loro sono filo-Babbani. - spiego vedendo le espressioni interrogative sui volti dei miei amici.
-         Dai Sirius, comunque lo vedrai dopo le vacanze.- tenta di consolarmi Peter.
-         È da settimane che non lo vedo! Ho bisogno di prenderlo in giro per i suoi evidenti problemi!- replico.
-         Non puoi semplicemente ammettere che ti manca?- replica Remus. Ignoro il suo commento inappropriato e torno a guardare la finestra aspettando il gufo di risposta dei miei.
Mentre attendiamo che quell’uccellaccio arrivi, vi spiegherò cos’è successo in queste settimane.
Dunque, Jam è rimasto a casa con i genitori e in questo periodo, ha seguito lezioni a casa, dimostrando di essere intelligente in fondo. Intanto ha assistito suo padre che si sta ancora riprendendo.
Si è scoperto che Voldemort aveva catturato Charlus per avere informazioni sugli Auror poiché lui è il capo dell’Ufficio Auror. Dopo essere stato inutilmente cercato dai suoi dipendenti per un mese, è stato trovato da un gruppo di persone capitanate da Silente. A quanto pare, non era sorvegliato da Voldemort in persona, quindi è stato più facile liberarlo.
Ora, come ho detto, è a casa e James ci ha invitato a passare le vacanze di Pasqua da lui.
-         Quello non è il gufo dei tuoi?- chiede Peter. Guardo fuori dalla finestra e vedo il gufo nero con l’aria sofferente conosciuto in casa Black con il nome di Ascalafo.
Gli apro la finestra, ma non c’è verso che quel maledetto uccellaccio si faccia prendere la busta da me o dai miei amici. Mia madre l’ha addestrato bene.
Alla fine andiamo a chiamare Frank e finalmente Ascalafo gli cede la busta e se ne va.
-         Grazie Frank.- gli dico prendendo la lettera.
-         Figurati. Come mai l’ha data solo a me?- risponde lui.
-         Perché sei Purosangue, Frankie.- spiego aprendo la lettera.
-         Ah, ok.  Io parto adesso, salutatemi James.-
-         Ciao. - diciamo in coro mentre Frank esce.
Leggo la lettera:
 
Sirius,
Considerato lo stato di sangue del tuo amico e la sua parentela con i Black, io e tua madre abbiamo deciso di accordarti il permesso di passare da lui le vacanze pasquali.
Porta i nostri saluti a Regulus.
Orion Black
 
Per la prima volta in vita mia, urlo di gioia dopo aver letto una lettera dei miei genitori. Peter sorride e Remus mi dà il cinque; poi cominciamo a preparare i bagagli.
Due ore dopo siamo nella Stanza della Polvere Volante e diciamo: - Casa Potter.- a turno.
Io sono il primo ad arrivare e quando mi rialzo, ho la singolare visione di Dorea Potter in vestaglia. Quando arrivano anche Remus e Peter ci si avvicina e ci stringe tutti e tre insieme.
-         Benvenuti! Sono così contenta che vi abbiano dato il permesso di venire da noi! Charlus ci teneva tanto a festeggiare con tutta la famiglia!- ci dice contenta come non l’ho mai vista. Remus e Peter arrossiscono: è la prima volta che Dorea li include esplicitamente nella famiglia. Io invece, che sono abituato ai baci di Dorea e sono spesso chiamato “figliolo” da Charlus, mi limito a sorridere a mia volta e a chiedere: - Come va?-
-         Bene, bene. Mio fratello Pollux mi ha prestato il suo Elfo Domestico che si occupa di tutto. Non so come faremo quando glielo dovremo restituire. Per questo sono in vestaglia: per un po’ non mi devo occupare della casa. - spiega guardandosi in giro con approvazione. - Comunque, i miei ragazzi vi aspettano. Remus, James vuole che tu veda i suoi compiti. Ha detto: “Così vede che ho un cervello”. E ha anche detto che ti sta concedendo una vacanza, ma quando torna a scuola, non ha intenzione di lavorare.- dice con uno sguardo rassegnato identico a quello di Remus.
Alla fine alza le spalle e ci guida nella stanza adiacente. La casa dei Potter è grande e luminosa. Fino ad ora, sono stato l’unico dei Malandrini che non fanno Potter di cognome a vederla, perché di solito preferiamo andare da Remus quando ci incontriamo. Lì l’atmosfera è calda e casalinga, e poi sua madre fa una torta di limone deliziosa.
Tornando a casa Potter, la sala dove siamo entrati è quella della Polvere Volante, lo stesso nome di quella di Hogwarts.
È abbastanza piccola per gli standard di questa casa, ma è grande come il soggiorno di ogni casa normale (e qui i Potter non entrano quasi mai).
Usciamo ed entriamo nell’ingresso, che è grande due volte la sala di prima. Già qui Remus e Peter si guardano intorno meravigliati, ma quando entriamo in soggiorno, spalancano letteralmente la bocca.
È grande come due aule di Hogwarts, e forse qualcosa di più. Le pareti sono tutte in marmo bianco e ha due finestre enormi. In fondo alla sala c’è un grande camino che però è usato esclusivamente per il fuoco.
Jam ci ha confidato che i suoi hanno fatto costruire una casa così grande perché desideravano tanti figli da formare due squadre di Quidditch. Purtroppo, sono riusciti ad avere soltanto lui, ma si sono rassegnati. Per questo, mi ha detto, sono così bene accolto da loro.
I suoi volevano un altro figlio e lui desiderava un fratello. Quando mi ha incontrato tutti e tre hanno esaudito i loro desideri. Quando me l’ha detto, sono arrossito tanto che mi ha preso in giro per mesi.
- Ragazzi! Ben arrivati!- esclama Charlus seduto su un divanetto con un libro a fianco. È invecchiato molto da quando l’ho visto a Natale. Probabilmente la prigionia ha contribuito.
- Salve, signor Potter.- dice timidamente Peter.
-         Suvvia ragazzo, chiamami Charlus e dammi del tu! Sei amico di mio figlio! E vale anche per te Remus.- replica l’uomo scherzosamente serio.
-         Ok. - dicono loro in coro, ancora intimiditi. In effetti, Charlus può mettere un po’ in soggezione.
-         Ciao Charlus.- saluto.
-         Ehilà Sirius! Come si sta a scuola senza James?- mi chiede strizzandomi l’occhio.
-         È tutto molto calmo direi.- rispondo.
-         Già, quasi noioso.- concorda Remus. Peter annuisce.
-         Come, cosa?! Razza di lavativi!- esclama la voce di Jam dietro di noi. Ci voltiamo e ci appare la visione di Jam con i capelli più spettinati del solito, occhiali nuovi e una maglietta con lo stemma di Grifondoro.
-         Perdonaci James.- si scusa Remus con un sorriso divertito.
Lui ci si avvicina scuotendo la testa con aria severa, poi scompiglia i capelli di Peter, strizza l’occhio a Remus e mi dà un pugno sulla spalla.
-         Eccovi finalmente! Ce ne avete messo di tempo a venire.- commenta tutto gasato.- Vi porto nelle vostre camere. D’accordo ma’?- chiede a Dorea.
-         Certo. Ci vediamo a cena. - acconsente la donna accomodandosi accanto al marito.
Salutiamo e seguiamo Jam su per le scale. Remus e Peter guardano a occhi sgranati la sala in cui arriviamo quando terminiamo di salire.
Il pianerottolo ha un soffitto molto alto e il corridoio è lungo e spazioso. Ai lati si aprono due corridoi che portano a varie stanze e al bagno. Di fronte il pianerottolo si allarga e ci sono sei porte. Quella al centro, che salta subito all’occhio, è quella dei signori Potter. Quella di Jam è in fondo al corridoio a destra perché vuole starsene un po’ in privato. Le stanze di fianco a quella dei Potter sono tutte vuote. Come ho già detto, gli è stato concesso solo Jam.
Ci guida nel corridoio a destra. Ci sono cinque stanze, di cui una è un bagno.
-         Scegliete.- ci annuncia l’occhialuto indicando le porte. Peter apre la prima che trova. Per un istante abbiamo la visione di una semplice stanza quadrata con le pareti bianche, poi muta e si trasforma in una stanza color panna, letto color caramello e tutto ciò che Pet potrebbe desiderare.
-         Cos’è successo?- chiede Peter guardandosi intorno meravigliato.
-         Le stanze di casa mia cambiano in base ai gusti del proprietario.- spiega Jam. - La mia è cambiata quando sono tornato da Hogwarts il anno, e ogni estate aggiunge qualcosa di nuovo.-
-         Tipo una gigantografia della Evans?- chiedo.
-         Zitto botolo. Rem?- replica Jam.
-         Poi mi spieghi perché continui a dargli soprannomi canini.- dice Remus aprendo la stanza che è di un bell’azzurro tenue. A Rem piacciono i colori calmi.
-         Carina Rem. Ora manchi tu, pulcioso.- mi dice il mio carissimo amico indicandomi una porta.
Io la apro. La stanza per un momento è bianca e spoglia. L’attimo dopo si riempie di tappezzeria color rosso e oro, mobili di mogano e una porta di legno scuro sulla parete sinistra.
La apro e scopro che porta alla stanza di Jam.
-         Ma che cagnolino affettuoso!- esclama lui grattandomi la testa. Sia maledetta l’estate in cui è diventato più alto di me.
-         Zitto idiota.-
-         Be’, io vado a disfare i bagagli.- annuncia Remus.
-         Anch’io. - dice Peter.
-         Lasciate stare, ci pensa Dolly.- replica Jam. Ha appena terminato la frase quando appare un’Elfa con due grandi occhi azzurri e un sorriso smagliante. Sembra tenera e dolce, il contrario di quel parassita di Kreacher.
-         Il padroncino ha chiamato Dolly?- chiede.
-         Sì, puoi sistemare i bagagli dei miei amici?-
-         Certo, Dolly lo farà con piacere padroncino.- risponde l’Elfa smaterializzandosi.
Appena se n’è andata Jam ci fa segno di seguirlo e ci fa scendere le scale, quando siamo arrivati al piano terra va verso una porta, la apre e rivela un’altra scala.
La scendiamo e ci ritroviamo in una stanza spoglia e cupa con delle casse qua e là.
-         Questa è per martedì Rem. – spiega.- Ho detto alla mamma che ci serviva una stanza insonorizzata per ogni evenienza e ieri ho portato queste casse, così ti puoi sfogare. Ho anche preparato dei medicinali e la mattina, prima che i miei si sveglino, scendiamo qui e ti medichiamo per bene.- poiché lo guardiamo tutti stupiti, lui aggiunge: - Ehi, non potevo certo dire ai miei del tuo piccolo problema peloso! È un segreto dei Malandrini quello!-
Io e Peter lo guardiamo senza parole, lui per l’ammirazione, io perché non credevo che potesse architettare tutto questo da solo e per Remus.
Rem riesce a balbettare un “grazie” con la voce commossa, allora Jam sorride ed esclama: - Su ragazzi! Non fate quelle facce!-
Visto il clima imbarazzante che si è creato, scuoto la testa e chiedo: - C’è altro?-
-         Sì ma tu l’hai già visto.- risponde Jam.
-         Allora lo fai vedere a noi?- propone Peter.
-         Certo! Venite con me. -
Passiamo il resto del pomeriggio nella Stanza delle Meraviglie di casa Potter, come l’ha chiamata Jam quando era piccolo.
Sarà una settimana davvero divertente.
  
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