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Autore: ___MoonLight    01/11/2012    7 recensioni
«Tu sei riuscito a creare qualcosa di buono, non solo per te stesso. Qualcosa in cui credi.»
Tony gli riservò solo un ostinato silenzio, al che Bruce esitò.
«Ci credi ancora, vero?»
«Che importanza ha? Ho mandato tutto in fumo,» replicò piattamente lui.
«Sei già rinato dalle ceneri, Tony. Davvero non puoi farlo ancora?»

L'Afghanistan ha segnato Tony e gli ha donato l'opportunità di cambiare in meglio la sua vita. Ma il destino ha tutte le intenzioni di mettergli nuovamente i bastoni tra le ruote, e l'immagine corazzata che si è costruito e dietro la quale tenta di riparare i torti commessi e quelli subiti non è più abbastanza per proteggerlo. Cosa succede quando l'uomo diventa davvero di ferro, anche senza armatura?
[Storia completa e revisionata]
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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22

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Unsustainable







"Leave me alone, it's nothing serious
I'll do it myself
It's got nothing to do with you
And there's nothing that you could do"

[Cave – The Muse]


3 Aprile, 11:20, Tribunale di L.A.

Kyle picchiettava ritmicamente con una matita sul bancone della difesa, sotto lo sguardo di Knight che se la stava ridendo sotto i baffi. Pepper si passò una mano sul volto, esausta, mentre Ian era rigidamente immobile come una mummia sulla sua sedia.
Hammer si era defilato da almeno mezz'ora, e non avevano fatto altro che parlare del comportamento inadeguato di Tony nel corso del periodo di "degenza" tra i due processi. Le foto a conti fatti non erano poi così scandalose, esclusa quella della cucina devastata. Kyle era infine riuscito a far valere la sua obiezione riguardo alla violazione della privacy, sostenendo inoltre che potevano benissimo essere state ritoccate e contraffatte, visto che Knight non era stato disposto a rivelarne la fonte. 
In tutto ciò il diretto interessato era rimasto muto, con lo sguardo fisso sul banco dei testimoni e un pallore malsano sul volto, seguendo ciò che accadeva attorno a lui con movimenti rapidi dell'occhio, senza mai intromettersi e rispondendo a monosillabi. Aveva tirato un sospiro di sollievo solo quando il discorso si era finalmente allontanato dalle foto.
Knight aveva masticato veleno quando Stern si era mostrato incline ad accettare l'ipotesi della contraffazione, soprattutto considerando la loro provenienza incerta, ma
non sembrava particolarmente turbato da quel fatto. Era evidente che avesse raggiunto il suo scopo primario, ovvero minare ancor di più la credibilità di Tony e gettare fango sulla sua immagine già non immacolata. Era poi tornato alla carica con l'aiuto di Hammer per mettere in luce altri dettagli "potenzialmente pericolosi" riguardanti le protesi.
Naturalmente Tony non ne era stato affatto felice, già sufficientemente irritato dal suo precedente contrasto con Hammer, e aveva fatto sfoggio del suo sarcasmo più pungente; poco ci era mancato che il giudice gli lanciasse il suo tanto odioso martelletto per zittirlo, accettando senza ulteriori esitazioni le accuse di Knight.
Quest'ultimo, dopo la mossa fallita delle foto sulle quali Kyle ancora si lambiccava il cervello, aveva appena riassunto saccentemente alla giuria i punti salienti dello scorso processo, cambiando apparentemente linea d'attacco: ancora una volta addentrarsi nei dettagli tecnici della faccenda non avrebbe fatto altro che metterlo in difficoltà, visto lo scarso aiuto che gli stava fornendo Hammer. Si soffermò naturalmente sui modi e sulle risposte spregiudicate di Stark e sulla sua evidente riluttanza a collaborare e adottare un comportamento civile. La cosa aveva stuzzicato ancora di più Tony, che si mordeva a stento la lingua per non intervenire. O almeno, per non farlo troppo spesso.
Kyle prevedeva dove voleva andare a parare quel subdolo sciacallo della legge – doveva ammettere che apprezzava quel temine coniato da Stark – e ne ebbe la conferma dopo poche altre, estenuanti frasi del suddetto.
«Signor Stark, vuole confermare ancora alla giuria che è mentalmente abile a mantenere il controllo delle Stark Industries?»
L'interpellato fece scorrere pigramente lo sguardo per tutta la sala, come se pensasse che la risposta si trovasse là attorno, ma non avesse davvero voglia di cercarla. Appoggiò il mento sulla mano destra, esponendo in bella vista la protesi e sollevando infine l'occhio su Knight, che aspettava con impazienza repressa che lui parlasse.
«Come, scusi?» disse infine, in tono disincantato e con un sorrisetto sfrontato.
Per un momento sembrò che Knight stesse per scaraventargli contro l'intero banco dell'accusa, ma, Kyle dovette riconoscerlo, mantenne un notevole sangue freddo e ripeté la domanda con assoluta calma e un tono completamente piatto, tanto da suonare innaturale. Probabilmente immagini di morte e distruzione scorrevano nella sua mente, ma fece del suo meglio per contenerle.
Tony deglutì. Il numero di persone ansiose di stringere la mani attorno al suo collo aumentava a vista d'occhio.
«Non mi sembra sia insorto alcun problema riguardo le mie industrie, e non mi sembra nemmeno che interessi questo processo,» svicolò, monocorde.
«Non è stato molto in grado di gestire il suo impero finanziario, ultimamente.»
«Oh, sono molto ben organizzato in proposito: sa, tra un'operazione e l'altra, quando magari sono in stato un po' meno comatoso del solito, mi ritaglio del tempo libero e penso anche ai miei affari. Liquidata questa domanda, cos'altro vuole da me?» espose Tony, tamburellando ostentamente sul bancone con la protesi e causando un irritante, discontinuo ticchettio metallico.
«Quante operazioni, per l'esattezza?»
«Pardon?»
«Signor Knight,» intervenne Kyle, per troncare sul nascere quello che sembrava l'inizio di una discussione tanto inutile quanto infinita. «Il dottor Mitchell le ha fornito tutta la documentazione necessaria.»
«Stavolta,» precisò Knight, pignolo.
Ian emise un sospiro, mettendosi a braccia conserte nel chiaro sforzo di non intervenire. Pepper lo rassicurò posandogli una mano sulla spalla: la situazione era già abbastanza disastrata e non c'era alcun bisogno di peggiorarla ulteriormente.
«La invito comunque ad esporre alla giuria l'esatta natura delle sue protesi e lo svolgimento delle operazioni; abbiamo bisogno di tutte le informazioni possibili per emettere un verdetto...» lasciò la frase in sospeso, come se stesse per aggiungere di che tipo di verdetto si trattasse, poi continuò, in tono altrettanto viscido: «... inoltre abbiamo qui anche il giudizio del dottor Raven, che ha visitato il signor Stark due giorni fa e ...»
«Obiezione,» lo interruppe in tono rigido Kyle, lanciandogli un'occhiata penetrante da dietro gli occhiali.
Knight si interruppe seccato, poi assunse un'espressione falsamente cordiale e fece un cenno per invitarlo a parlare:
«Prego.»
L'altro represse una smorfia infastidita dal tono saccente dell'avversario e mantenne un contegno impeccabile.
«Vorrei far notare alla giuria il fatto che il mio cliente, quando la visita è stata effettuata, era pressoché moribondo.»
«E con ciò?» proferì Knight, incrociando le braccia con fare impaziente, rimediandosi così un'occhiata astiosa da parte del diretto interessato.
«Gli sono stati concessi solo due giorni supplementari per ristabilirsi e francamente ritengo un miracolo il fatto che il signor Stark non sia ancora collassato a causa del...»
«Sta criticando la scelta del dottor Raven, approvata dalla giuria stessa?» lo stuzzicò pericolosamente Knight.
«Sì,» intervenne Tony, prevedendo la difficoltà della risposta per Kyle e sollevando all'istante un mormorio di voci nell'aula. «Verifichi anche questo sulle cartelle mediche del dottor Mitchell. Credo seriamente di sfiorare i quaranta di febbre in questo momento e un morto in tribunale è proprio ciò che ci serve adesso,» aggiunse, e il velo lucido sul suo occhio sembrava corroborare quell'affermazione.
Kyle si sforzò di rimanere calmo, non potendo negare che la risposta di Tony fosse quello che effettivamente pensava anche lui... ma non doveva dirlo così. Doveva controllarsi o a lui sarebbero uscite le saette dagli occhi e un cliente – nonché unico testimone – in cenere non sarebbe stato molto d'aiuto. 
Il sorrisino sadico che si delineò sul volto di Knight non feceva sperare nulla di buono, mentre spostava lo sguardo da Kyle a Tony e infine a Pepper e Ian. Era pronto ad annientarli.
«Signor Stark, con quale facoltà lei afferma l'incompetenza del Dottor Raven e perché...» continuò a blaterare incontrastato Knight, mentre Tony sembrava sul punto di svenire e faticava a mantenere l'attenzione, distratto anche dalle fitte ai moncherini, risvegliatesi con lo scemare degli antidolorifici.
A sua volta, Stern non era esattamente attento a ciò che avveniva nella sua aula. Pepper scambiò un'occhiata eloquente con Kyle: “fermalo”, interpretò lui, a colpo sicuro. Effettivamente, se non avesse tappato la bocca a Stark – che, per l'amor del cielo, aveva appena spedito a quel paese Knight – il processo sarebbe finito nel giro di pochi minuti. La fissò di rimando, annuendo appena in segno affermativo. Ora doveva solo trovare un miracolo a poco prezzo per tirarli fuori da quel guaio. Fece per obiettare, sperando che le parole da pronunciare si presentassero nella sua testa al più presto, ma rimase congelato a metà del gesto:
«Vostro Onore, mi offro come testimone.»
Kyle non osò muovere un muscolo, e tutti i presenti si girarono come un sol uomo verso Pepper, che si era alzata in piedi e fissava determinata la giuria.
“Ma che cazzo,” pensò Kyle, esasperato.
«Ma che cazzo?!» esplose Tony.

***

«Se Knight fa una sola osservazione fuori luogo su me e Pepper durante la testimonanianza io...» cominciò a sbraitare Tony non appena furono usciti dall'aula.
Era stata indetta una pausa di pochi minuti dopo le prime due ore di processo, che si erano concluse, naturalmente, in un disastro completo dopo che la donna si era offerta di testimoniare.
«La prego, così non aiuta nessuno, tanto meno me,» mormorò Pepper, stremata.
Tony la ignorò.
«Sono disposto a denudarmi in pubblico per mostrare che le protesi sono innocue! Non c'è bisogno che lei testimoni!»
«Capisco il tuo nervosismo e i tuoi istinti violenti, ma ci sfogheremo in separata sede, da soli e in altro modo e... ricevo solo su appuntamento, se non ti dispiace,» si espresse Kyle con la massima tranquillità, in un debole tentativo di sdrammatizzare e tranquillizzare Tony.
Ian si coprì la bocca con una mano, emettendo una specie di grugnito strozzato; Tony neanche se ne accorse e rimase interdetto per qualche secondo, poi assunse un'espressione neutra un po' forzata:
«Mi hai terrorizzato. E mi sento già più calmo così, grazie mille.» 
Fece un respiro profondo e un po' rantolante che culminò in un accesso di tosse secca: era decisamente arrivato al suo limite fisico.
«Piuttosto, Stark, da dove diavolo saltavano fuori quelle foto?» sbottò Kyle, ancora evidentemente seccato per l'inconveniente.
A quella domanda Tony raggiunse un nuovo livello di pallore.
«Non saprei,» rispose, muovendo appena le labbra secche.
Sperò che la febbre fosse una scusa sufficiente per la sua scarsa loquacità.
«Beh, è un problema. Ho fatto dichiarare le prove contraffatte, ma sappiamo che non lo sono, visto che quei danni esistono. E hanno comunque contribuito a influenzare la giuria in negativo.»
«Già. Dovrò indagare meglio,» rispose seccamente lui.
Percepiva lo sguardo di Pepper che lo fissava con insistenza, e ciò aumentò la sensazione di bruciore sulla sua pelle. Doveva essere così, andare in autocombustione.
«Tony?» scandì lei, e dal suo tono era lampante che avesse intuito come lui non fosse totalmente ignaro riguardo alla faccenda.
Si ritrovò trafitto da tre paia d'occhi inquisitori, mentre lui si limitava a starsene sulla sua sedia a rotelle con una mano spalmata sul volto e la testa reclinata all'indietro, come se tutto ciò che accadeva attorno a lui gli fosse completamente estraneo e indifferente. Si raddrizzò un poco e si schiarì la gola.
«Ho detto che indagherò. Cos'altro devo...»
«Lei mi sembra stranamente poco preoccupato, considerando che è sempre stato un maniaco della sicurezza per quanto riguarda Villa Stark e che normalmente dà di matto persino quando qualcuno passa a farle visita senza preavviso. Quindi mi chiedo come lei possa rimanere così calmo nel sapere che qualcuno è entrato in casa sua, aggirando i suoi sistemi di sicurezza, per spiarla,» enunciò in tono pacato Pepper.
«Il fatto che io non sia preoccupato al riguardo dovrebbe sollevare anche voi da qualsiasi preoccupazione,» rispose lui a tono, lasciando cadere la farsa.
«Oddio, Stark, che diavolo hai combinato?» sospirò Kyle, affranto.
«Io, niente!» sbottò lui, con la testa che gli pulsava e ribolliva come un vulcano sul punto di eruttare.
Non era decisamente in grado di reggere quell'interrogatorio ancora per molto e loro non sembravano avere intenzione di demordere.
«Stark, sapere come quelle foto sono state ottenute potrebbe aiutarci a...»
«Non ci aiuterà, credetemi,» rispose lui, precipitosamente.
Imprecò tra sé per aver ceduto e maledì il proprio stato alterato per non riuscire a districarsi da quella situazione con la consueta sfacciataggine. Si costrinse a inspirare profondamente, notando che la poca pazienza rimasta al suo "team di supporto" stava per esaurirsi, e che non era sicuro di quanto ancora potessero sopportare, prima di abbandonarlo al suo vortice distruttivo per se stesso e gli altri.
«Le ha scattate Christine Everhart,» esalò infine. «È una giornalista.» aggiunse, a beneficio Kyle e Ian.
«Quella Everhart?» chiese conferma Pepper, basita.
«Sì, quella,» rispose secco Tony.
Lo sguardo di Pepper si fece ancor più bruciante e Ian e Kyle parvero farsi da parte per sottrarsi a una discussione che si prospettava decisamente poco piacevole.
«E cosa ci faceva la Everhart a casa sua? E soprattutto, quando?»
«Mentre lei era a Seattle ho acconsentito a un'intervista.»
«Di sua volontà?»
«Folle, eh?» ribatté lui in modo irritante.
«Direi geniale, vista la situazione. Non la si può lasciar solo un momento.»
«Concordo, ma ormai è fatta, quindi...»
Tony stava giusto per tirare un sospiro di sollievo per aver evitato la questione in scioltezza quando le successive, perplesse parole di Ian infransero quella convinzione:
«E ha lasciato che la Everhart scattasse foto a destra e a manca mentre la intervistava?»
Scoccò un'occhiata velenosa al medico intimandogli il silenzio, ma era troppo tardi, perché adesso Pepper aveva di nuovo appuntato i suoi occhi acuti su di lui, stavolta illuminati da un barlume di comprensione.
«Tony, la prego, non mi dica che lei ha veramente...»
«Diciamo che non è stata solo un'intervista,» capitolò lui, interrompendola ed evitandole il fastidio di esprimere ciò che pensava.
Il volto di Pepper non mostrò nessuna evidente reazione, se non un freddo sconcerto.
«Stark...» fu l'unico commento avvilito di Kyle; si udì il sospiro di Ian fargli eco.
«Signor Stark...» cominciò Pepper, stranamente pacata, ma Tony non la fece neanche cominciare:
«Lo so cosa sta per dirmi e non ho intenzione di ascoltarla. Ho avuto un singolo istante di debolezza, e credo sia comprensibile, dopo tre mesi di totale...»
«Signor Stark, in tutta franchezza, non mi sono mai minimamente interessata alla sua vita sessuale, se non quando mi incaricava di "smaltire la spazzatura",» lo freddò Pepper, e lui si ritrasse a quelle parole.
Vi fu qualche secondo di silenzio imbarazzante nei quali tentò di elaborare una qualsiasi risposta sagace, senza successo.
«Il mio solo rimprovero è: di tutte le decine di donne che si era già portato a letto, doveva proprio scegliere l'unica che avesse un serio interesse a danneggiarla?» gli occhi cerulei di Pepper mandavano lampi nella sua direzione.
Tony ammutolì di fronte a tanta schiettezza, che lo trapassò come una pugnalata nell'accorgersi di come Pepper sembrasse totalmente indifferente al fatto in sé e piuttosto preoccupata per le sue conseguenze. Come effettivamente ci si doveva aspettare dalla sua assistente. Si limitò a chinare il capo, incassando il colpo e allo stesso tempo negando quanto si sentisse intrinsecamente ferito da quello sfoggio di distacco.
E poteva prendersela solo con se stesso, anche stavolta.
«Pep, io...»
«Ormai è fatta, l'ha detto lei,» lo troncò la donna, e quelle parole suonarono definitive alle sue orecchie, più del martelletto di un giudice.
«Speriamo solo che quelle siano le uniche foto e che non ne saltino fuori altre,» s'intromise Kyle, nel tentativo di riportare il diverbio nel contesto dei loro problemi più urgenti.
«Spero di no,» si lasciò sfuggire Tony.
«Spera? Quante diavolo ne ha scattate sotto al suo naso?» stavolta fu Ian a guardarlo storto.
Una scintilla di rabbia rianimò Tony:
«Ehi, non ero esattamente nelle condizioni di poterla tenere d'occhio mentre faceva il tour di casa mia. E avevo disattivato JARVIS, come sempre per... in quei casi. Per avere un po' di privacy,» aggiunse nervoso, intuendo la successiva domanda di Pepper, che fece solo un secco, irritato movimento con la testa.
«Era evidentemente nelle condizioni per causare altri problemi. Spero almeno che ne sia valsa la pena,» commentò acidamente lei, senza riuscire a trattenersi.
«Lasciamo perdere...» bofonchiò di rimando Tony, appena udibile e stropicciandosi l'occhio gonfio.
«Vogliamo stendere un velo pietoso, per favore?» intervenne a quel punto Kyle, e Tony gli rivolse un'occhiata grata: aveva notato lo sguardo perplesso di Pepper che doveva aver captato o intuito le sue ultime parole.
«Sia come sia, ormai è andata e dobbiamo cavarcela con ciò che abbiamo,» proseguì l'avvocato in tono ragionevole. «Virginia, mi è impossibile prepararti all'interrogatorio di Knight. Mi affido al tuo buonsenso, ma evita altri colpi di testa,» concluse, esprimendo finalmente la sua contrarietà per la piega che aveva preso il processo.
Pepper assunse un'aria contrita, forse rendendosi conto solo in quel momento di ciò che si apprestava a fare.
«Giusto, quasi dimenticavo...» riprese Tony, che era riuscito in qualche modo a riprendere una parvenza di contegno. «Lei. Da dove prende tutta la santità per immolarsi al posto mio sul patibolo?» ironizzò, rimanendo però mortalmente serio in volto; una ruga profonda solcava la sua fronte aggrottata.
Pepper si prese la radice del naso tra le dita, dandosi del tempo per rispondere, per poi fare spallucce:
«Rientriamo in aula.»
Ian si arrischiò a parlare:
«Dovremmo almeno decidere cosa...» ma fu sovrastato dalla voce di Tony, che si rivolse alterato a Pepper:
«Rientrare in aula! È tutto quello che ha da dire?»
Pepper evitò di guardarlo negli occhi e fece per seguire Ian e Kyle che si stavano defilando il più in fretta possibile per scampare all'imminente tempesta, ma Tony la afferrò appena in tempo per un lembo del tailleur, costringendola a fronteggiarlo.
«Dobbiamo parlare.»

***


«Signorina Potts, vorrebbe ripetere alla corte riguardo a cosa, esattamente, vorrebbe testimoniare?»
Pepper sembrò realizzare solo in quell'istante in che razza di situazione fosse andata a cacciarsi. Cercò gli occhi di Tony e lui non seppe se interpretarlo come una ricerca di rassicurazioni o come una minaccia.
L'ultima ipotesi era più plausibile.
«Intendo dimostrare tramite la mia testimonianza diretta che le protesi del signor Stark sono innocue.»
Tony battè la palpebra: soltanto a lui sembrava che si stesse sforzando enormemente per pronunciare quelle parole?
Knight si concesse un sorrisetto di condiscendenza.
«Quale ardire, signorina Potts. I referti del dottor Raven e le analisi del signor Hammer lasciano intendere il contrario.»
Knight afferrò un voluminoso fascicolo di documenti – lo stesso che era stato aperto e richiuso una buona ventina di volte nel corso della prima parte del processo – e iniziò a sfogliarli a colpo sicuro mentre Pepper riprendeva, approfittando di quella pausa:
«Innocue perché, naturalmente, il loro proprietario non è nelle condizioni né ha le intenzioni di nuocere a nessuno.» 
"Giusto?" sembrò domandarsi la sua testa. 
Rivolse automaticamente un'occhiata a Tony, che celava a malapena la sua insicurezza, agitandosi al banco della difesa.
«Ne abbiamo già discusso ampiamente poco prima con il signor Hammer, signorina Potts,» tagliò corto Knight, «e il punto rimane lo stesso: la volontà o meno del signor Stark di usarle a scopo offensivo non annulla la loro pericolosità. Non ha seguito il processo?» aggiunse, provocatorio.
Pepper non fu affatto turbata dalle parole pungenti di Knight, che sembrava voler riversare su di lei tutta la frustrazione per non essere riuscito a chiudere quella causa fin dal principio. Mantenne un contegno e una sicurezza invidiabili, sostenendo il suo sguardo. D'altronde, nel corso della sua carriera lavorativa si era fin troppo abituata a discutere e avere la meglio su uomini d'affari ben più importuni, testardi e irritanti di Knight. E questi, a conti fatti, non possedeva la centesima parte dell'arroganza e della sfacciataggine che caratterizzavano Tony nei suoi giorni migliori; per non parlare di quando era di cattivo umore e riuscire a cogliere una sua frase che non grondasse sarcasmo diventava un'impresa. No, non era affatto intimorita da Knight.
Evitò comunque di soffermarsi su cosa fossero stati per lei quegli ultimi mesi, e anche di collegarli al fatto che tutti gli sforzi compiuti in quel periodo potevano riversarsi in ogni sua mossa. Distruggendoli o compensandoli, questo non era ancora in grado di dirlo, ma doveva stare attenta ad ogni singola parola che avrebbe lasciato le sue labbra. Non poteva rendersi nuovamente responsabile di un disastro.
«Sì,» rispose infine, con voce sottile ma ferma, per entrambe le domande di Knight.
«Come scusi? Non la sento,» la incalzò lui, portandosi con fare derisorio due dita all'orecchio, col chiaro intento di innervosirla.
A quel punto Tony, che aveva continuato a muoversi inquieto sulla sedia come se fosse diventata improvvisamente troppo stretta per lui, non riuscì più a contenersi e impedì a Kyle, che aveva appena aperto bocca per obiettare a tutela di Pepper, di intervenire:
«Faccia poco lo stronzo, Knight. Tenga per sé i suoi commenti e si limiti a controinterrogare la signorina Potts,» sbottò, battendo d'istinto la protesi sul bancone con il palmo aperto; una sottile scalfittura intaccò la superficie lucida, attirando subito lo sguardo di Knight.
Kyle non ebbe nemmeno la forza di arrabbiarsi o tirare una gomitata a Tony: si limitò a posarsi una mano sul volto e a sfregarsi lentamente gli occhi, come sperando che un'illuminazione lo colpisse sul momento. O un fulmine, magari: sarebbe stato altrettanto gradito. Pepper era impietrita al banco dei testimoni.
«Signor Stark, la richiamo all'ordine! Siamo in un tribunale!» sbottò Stern dopo un silenzio attonito, sbattendo il martelletto con quasi altrettanta forza.
Quanto a Knight, il suo viso era ora teso in una maschera ostile. Si avvicinò flemmatico al banco della difesa e tracciò con un dito il graffio che solcava il legno, per ora invisibile alla giuria. I suoi occhi chiarissimi incontrarono brevemente l'iride scura di Tony, in un misto di sufficienza e trionfo. Lui sostenne lo sguardo, ma colse chiaramente il messaggio che gli stava inviando, pungente: mancava poco. E, più subdolo, celato nel sorrisetto minaccioso che si era allargato sul suo volto, un avvertimento che Tony non riuscì pienamente a cogliere.
In quella frazione di secondo, un blocco d'ansia ostruì la gola di Tony, mentre una terribile consapevolezza si faceva strada in lui: Knight aveva cambiato obiettivo, o meglio, il modo per raggiungerlo. Non aveva più bisogno di attaccarlo direttamente quando poteva stuzzicarlo e portarlo al punto di rottura semplicemente facendo pressione sul suo punto debole, ora più che mai: Pepper.
Pepper, che poco prima aveva sopportato il suo sfogo e le sue parole aspre e irragionevolmente irritate con una calma rassegnata che l'aveva turbato nel profondo, più che se avesse reagito con la sua solita fermezza e l'avesse affrontato ribattendo metodicamente ad ogni sua affermazione. Si era limitata ad ascoltarlo in modo passivo, poi all'improvviso l'aveva fermato con un semplice gesto della mano, chiudendo gli occhi velati di un'estrema stanchezza. E lui, semplicemente, aveva smesso di parlare, attonito, perché mai aveva sentito la sua voce così esausta.
"So quello che faccio. Lei non ha
niente di cui preoccuparsi," gli aveva detto, concludendo con un debole, finto sorriso.
Non aveva saputo come ribattere, perché aveva percepito una punta d'accusa in quelle parole che sentiva di meritare. In quel momento aveva capito che qualcosa si era rotto già da tempo, nel giorno in cui le aveva posto una domanda della quale dava per scontata la risposta, ma che lei non era stata capace dare subito, insinuando in lui il tarlo del dubbio. Era da allora che quel dolore sordo e pulsante lo accompagnava, il dolore di una ferita che stenta a rimarginarsi e che piano piano si impara ad ignorare, o si cerca di riempire con altro, abbandonandosi a distrazioni inutili e superficiali. Solo allora aveva percepito di nuovo la sua presenza, risvegliata dagli occhi limpidi e stanchi di Pepper, e adesso non riusciva a scrollarsi quel dolore di dosso mentre la ferita riprendeva a sanguinare, approfondita da tutti gli errori con cui aveva creduto di sanarla.
Tony alzò lentamente lo sguardo verso la donna, convinto di non aver mai visto i suoi occhi così spenti, né di averla vista così fragile ma allo stesso tempo così concentrata; si scoprì a pensare fuggevolmente a quanto fosse bella, nonostante la situazione. Un sentimento indefinito si agitò in lui, ma fu prontamente soffocato dall'ansia.
La consapevolezza che stesse mentendo per lui, rispondendo a quella stessa domanda che le aveva posto, e che non fosse riuscita a guardarlo nel rispondervi di nuovo lo distruggeva. Abbassò lo sguardo, momentaneamente smarrito, e sperò che Knight non avesse intenzione di porgli altre domande. Non sarebbe più intervenuto: Pepper aveva bisogno della massima concentrazione per mentire e risultare convincente nel dire alla giuria che lui non era pericoloso. Una stoccata al petto lo lasciò quasi senza fiato e dovette stringere l'occhio e abbassare il capo per non lasciarsi davvero sfuggire un lamento.
Kyle lo guardò preoccupato, convinto che si stesse sentendo male, poi Tony riprese quella che riteneva essere un'espressione serena, ma che conservava ancora un residuo di tensione ben visibile.
«Diceva, signorina Potts?» riprese Knight, scoccando un'ultima occhiata velenosa a Kyle, che fumava di rabbia, prima di voltarsi di nuovo verso la giuria e la sua testimone.
Pepper osservò per un momento il punto in cui Tony aveva sbattuto la protesi, con un chiaro tentennamento.
«Dicevo... che è innocuo. Posso garantire che il lavoro del signor Stark e quindi delle Stark Industries è più che sicuro per la nazione. Il dottor Mitchell può confermare che le protesi a cui sta lavorando il signor Stark, testandole direttamente su se stesso assumendosi tutti i rischi del caso, sono un grande passo per la biomeccanica e la medicina mondiale.»
«Un intento molto nobile,» riconobbe Knight con apparente sincerità, sorprendendo Pepper e Tony.
Kyle non era affatto convinto dalla sua "ammirazione".
«Ma discutibile. Mi sembra di capire che queste protesi siano palesemente pericolose e che le Stark Industries avrebbero già ipotizzato di metterle sul mercato. Senza aggiungere che le forze belliche non ne sono attualmente al corrente né sono tanto meno in possesso dell'arma Iron Man.»
«Obiezione. Il signor Stark non ha mai parlato di mettere in commercio la tecnologia delle sue protesi e ciò non ha nulla a che fare con l'esercito.»
«La famiglia Stark ha passato l'intera vita ad arricchirsi vendendo armi; va da sé che il signor Stark abbia preso in considerazione l'ipotesi.»
«Il signor Stark ha interrotto da tempo la manifattura di armi. Le Stark Industries sono ora concentrate sul settore dell'energia pulita, come dimostrano i registri,» dichiarò Pepper con sicurezza.
«Dubito che le protesi facciano parte di progetti ambientalisti, considerando la loro potenziale pericolosità. E ciò non esclude che le Stark Industries stiano contrabbandando armi sottobanco come faceva ai tempi il defunto signor Stane.»
«Le protesi
non sono armi,» ribatté lei, leggermente alterata per quelle continue accuse infondate. «E le ho già detto che la sezione armamenti...» fu però sovrastata dalla voce di Tony, venuto meno all'autoimposto obbligo di non intervenire non appena aveva captato il nome dell'ex-collega:
«Queste sono pure illazioni! Non ero a conoscenza dei traffici di Stane, e ho un paio di arti in meno a dimostrarlo! Ho smesso di produrre armi più di un anno fa, in modo
definitivo,» concluse, con un leggero affanno dettato dalla stanchezza, dalla febbre e dall'angoscia che diventava sempre più difficile da controllare.
«Ha smesso di produrre armi
per l'esercito,» precisò a sua volta Knight. «E da quel momento ha deciso di tenere per sé le sue scoperte, belliche o meno. Per esempio questo "unobtanium".»
«Quando avrò il tempo e la voglia di impelagarmi nelle eterne procedure per brevettarlo, sarò lieto di condividere le mie scoperte coi buffoni della comunità scientifica,» ribatté tranquillamente lui.
«Il signor Stark ha pieno potere decisionale sull'amministrazione delle proprie industrie e delle proprie invenzioni, essendone rispettivamente il titolare e l'ideatore materiale,» aggiunse Kyle, tentando di smorzare l'arroganza del suo cliente.
«Giusto. E in quanto tale solo
lui è autorizzato ad avallare e firmare documenti e disposizioni relative alle sue industrie,» confermò Knight, con un po' troppa allegria.
Pepper ebbe un presentimento per nulla piacevole. Si irrigidì sul banco dei testimoni, cercando di intercettare lo sguardo del suo capo.
«Alcuni dei suddetti documenti sono invece stati firmati dalla qui presente assistente, la signorina Potts, che ha inoltre sostituito il signor Stark in tutte le riunioni tenutesi ultimamente.»
«E dov'è il problema?» sbottò Tony, un po' troppo sfrontatamente. «È la mia amministratrice delegata.»
Un attonito silenzio calò nell'aula, mentre Pepper stringeva i pugni guardando davanti a sé senza realmente vedere. Tony sembrava essere sceso dal palco lasciandole tutta la scena. Lei contrasse appena le sopracciglia al pensiero che l'avesse lasciata sola sotto i riflettori sempre riservati a lui solo perché aveva
deciso di farlo. Da quando era diventata amministratore delegato? Riconsiderò l'idea di picchiare gli invalidi.
«Infatti. Non vedo dove sia il problema,» cercò comunque di riprendersi, con evidente fatica, sentendo il peso di ogni singolo sguardo puntato su di lei dopo quella notizia scioccante.
Knight dopo il primo momento di sorpresa si rilassò, come a concludere che quell'affondo fallito non fosse poi un problema così grande, per lui che già aveva quasi la vittoria in pugno.
Si rivolse mellifluo a Tony:
«Ciò non risulta nei registri delle Stark Industries... che svista disdicevole.»
«Gli errori burocratici capitano,» ribatté Tony, con fermezza del tutto fasulla.
«Eppure il suo avvocato di solito è
così preciso.»
Kyle gli rifilò un sorrisetto dolce che nascondeva una vena di panico. Intrecciò le mani sul banco e lo fissò intensamente:
«Ha ragione, signor Knight. Me ne assumo la responsabilità... sono così distratto,» disse in tono piatto, rivolgendo un'occhiata disinvolta di scuse al giudice.
«Sì, sì... al solito,» borbottò questi. «Cartelle mediche imprecise, scarsa documentazione, esibizionismo da manuale e interventi inopportuni. Sappiamo com'è fatta la difesa del signor Stark.»
«Oh, ma fortunatamente c'è il signor Knight che
prende tutto con estrema serietà. Ora, appurato il fatto che la signorina Potts è amministratore delegato... come influisce ciò sulle sue conclusioni, signor Knight?» continuò mellifluo Kyle, non risparmiandosi una frecciatina al procuratore, che illividì di rabbia.
«Semplicemente, anche lei è responsabile delle azioni delle Stark Industries e quindi dell'occultamento di armi al governo. Vostro Onore, abbiamo perso da qualche parte l'imputazione della signorina Potts?»
A quelle parole l'aria composta di Tony sembrò sgretolarsi all'improvviso sotto lo sguardo preoccupato di Pepper. Kyle fu il primo a riprendersi dall'improvvisa svolta e intervenne seccamente:
«Obiezione. La signorina Potts non ha niente a che vedere con la progettazione, la realizzazione e tantomeno la messa in commercio delle tecnologie Stark. Dovrebbe rimanere coi piedi per terra, signor Knight.»
«Respinta. L'osservazione dell'accusa è pertinente e inconfutabile. Cos'ha da dire a sua discolpa, signorina Potts?»
Lei esitò, presa in contropiede da una domanda così diretta, e cercò così di prendere tempo:
«Non ho ancora partecipato così attivamente all'amministrazione delle Stark Industries e...»
«Basta così!» esclamò con veemenza Tony, reprimendo l'istinto di alzarsi in piedi.
La sua voce risuonò chiara e potente in aula e tutti ammutolirono. Per un attimo, sembrò che indossasse nuovamente l'armatura e che potesse ridurli in cenere con un semplice sguardo. In quel momento emanava un'aura di pericolosa tensione e furia, nonostante le sue condizioni tutt'altro che stabili e la sua situazione disperata.
«La signorina Potts non è tenuta a rispondere a nessuna di queste domande.»
Cercò lo sguardo di Pepper, che aveva già trovato il suo.
Il viso di Tony si contrasse in un'espressione sofferente, quasi sentendo il peso del senso di colpa che lo schiacciava inesorabile a terra, cercando di farlo cadere di nuovo. Aveva sempre dato per scontato che fossero insieme in quella faccenda, ma faceva male, troppo male, vedere che ad ogni gesto che compiva poteva metterla in pericolo. Avrebbe dovuto tagliarla fuori dal principio, prima che venisse messa al centro dell'attenzione, prima che si sentisse in dovere di proteggerlo perché lui non ne era più in grado. Quella presa di coscienza fu la più dolorosa, ma dovette ammetterlo: se lei non gli avesse teso la mano quando era quasi scivolato nell'oblio, non sarebbe mai riuscito a rialzarsi da solo.
Adesso era in piedi. Doveva solo rimanervi senza alcun aiuto.
Approfittò del silenzio vantaggioso che si era creato e continuò a parlare, sentendo che la rabbia contro se stesso per aver posto Pepper in quella situazione aumentava a poco a poco, tanto che dovette frenarsi per non far tremare la voce e mantenere un volume accettabile.
«L'unico imputato in questo processo sono
io e sono io che ho costruito le protesi, e Iron Man, e qualunque arma l'accusa e il governo pensino che io nasconda sotto il letto. La signorina Potts si è limitata ad apporre qualche firma qua e là sotto mia supervisione, seguendo le mie direttive e la esonero da qualsivoglia responsabilità. Non credo di dovervi ricordare chi è il proprietario delle Stark Industries: c'è il mio nome su quel marchio, ma mi sembra che la gente tenda a dimenticarlo un po' troppo spesso,» aggiunse aspramente, trapassando Knight con la sua occhiata più feroce.
Dopo un primo momento di spaesamento, questi si ricompose e assunse di nuovo il suo atteggiamento saccente.
«Molto bene, signor Stark. Ha una dote naturale nel fare sfoggio della sua instabilità. Non mi stupisce che, da quanto afferma, Obadiah abbia cercato di salvare le Stark Industries dallo sfacelo che stava perpetrando, sebbene in modi opinabili.»
Tony contrasse la mascella, ma prima che potesse controbattere lo schiocco del martelletto risuonò nell'aula.
«Qui si sta divagando. Signor Stark, i suoi capi d'accusa sono così tanti e così complessi da analizzare che potremmo tranquillamente prevedere un'altra decina di processi da qui a due mesi,» osservò Stern, evidentemente scocciato.
«Vostro Onore, mi sembra che i fatti siano abbastanza chiari per emettere un verdetto definitivo,» propose Knight, noncurante.
«Concordo con lei almeno in parte, signor Knight.»
Kyle fece per aprir bocca:
«Non ascolterò nessuna sua obiezione, signor Andrews,» lo anticipò il giudice, scoccando un'occhiata esasperata al banco della difesa. «È chiara a tutti la potenziale pericolosità delle protesi e lo scarso controllo che il loro proprietario vi esercita, ma ci sono ancora molti punti da chiarire... tra i quali l'incidente al settore 16, la gestione dell'armatura e il ruolo del dottor Mitchell in tutto questo.»
Ian sollevò di scatto la testa, chiedendosi perché diamine fosse stato chiamato in causa, ma Kyle gli fece cenno di non agitarsi, nonostante anche lui fosse evidentemente sorpreso dalla cosa.
«Senza contare che siamo ancora all'oscuro della reale portata degli interventi del signor Stark in veste di Iron Man, e che ciò richiede un ulteriore consulto con le alte cariche militari.»
A quelle parole Knight si rabbuiò, vedendo sfumare l'occasione di chiudere lì la faccenda, ma si illuminò dopo pochi secondi, probabilmente prospettando l'immensa quantità di prove che avrebbe potuto raccogliere nell'intervallo tra i due processi. Anche Kyle si rilassò. Tempo: era quello che serviva per mettere in chiaro le cose e ricostruire una linea d'azione, soprattutto senza che la sua principale fonte d'informazioni e aiuto fosse febbricitante, moribonda o intrattabile. Si concesse anche un sorrisetto d'incoraggiamento a Pepper, che aveva recuperato un colorito un po' più naturale, prima che le successive parole di Stern gli facessero mancare un battito.
«Presa visione degli ultimi fatti, delle prove analizzate e delle testimonianze fornite, la corte ritiene necessaria un'ulteriore udienza per confermare o confutare definitivamente le conclusioni raggiunte. Preso atto di ciò, la corte dichiara il qui presente imputato Anthony Edward Stark
colpevole di aver occultato prove e fatti rilevanti ai fini del caso. Inoltre le protesi sono, ad effetto immediato, interdette all'utilizzo in pubblico, e passabili di sequestro in caso violazioni senza possibilità d'appello.»
Tony annaspò, voltandosi di scatto verso Kyle con occhi increduli e spalancati, a bocca semiaperta mentre cercava di articolare qualche parola di protesta. Kyle si limitò a scuotere la testa e a lanciare un'occhiata di sconforto a Pepper, impalata al banco dei testimoni e di nuovo pallida come un cencio. Lei strinse le labbra e accennò a Tony come se non fosse neanche lì, senza nascondere il suo disappunto e la sua delusione.
«La corte si aggiorna.»




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Revisione effettuata il 01/03/2018

Note delle Autrici:

Avremo fatto di nuovo tardi, ma questa volta è bello lunghetto il capitolo! *tentano di giustificarsi* Avevamo detto che avremmo aggiornato prima e invece il capitolo è rimasto a fermentare nella cartella. *continuano a fustigarsi*
Cercheremo di essere più brave dal prossimo capitolo: in questi mesi abbiamo avuto l'impedimento "studio"; vedremo di rimediare...

Un arco di trionfo sarebbe il minimo per il nuovo album dei Muse che tenta di ispirarci (2nd Law ti amiamo *^*) SPAM! Il titolo deriva da quello e, giusto per rimanere in tema, anche la citazione è loro <3
Detto ciò, ringraziamo tantotantotantotantotantotanto Alley, DigiGaia, The_best_who_sing, Sherlock_Watson, julialicious, MissysP e Rogue92 per aver recensito lo scorso capitolo! :D <3
See ya,

Moon&Light


 



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