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Autore: Winry977    02/11/2012    1 recensioni
Essere condotti alla roulotte di una band da un cane per non vedenti non è una cosa che capita a tutti. Cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo salutando Andy e i ragazzi quella sera avevo avuto un macabro pensiero, che però avevo cercato di opprimere con un po' di musica. Alla fine decisi di passare la notte solo ascoltando Ritual, e perdendomi nelle parole di Andy, cercando di distrarmi.

Mentre un'infermiera armeggiava con il tubetto della flebo, le chiesi di aprire la finestra. Lei si lamentò dell'ora tarda -erano le dieci di sera- e che mi sarei raffreddata esponendomi al fresco della notte, ma insistetti e lei la aprì. Quindi dopo svariate volte che ebbi ascoltato Ritual una leggera brezza mi sfiorò dolcemente il viso, facendomi pensare a Iyo e provando nostalgia per lui.

Mi addormentai con le cuffie nelle orecchie e quando il vento aumentò nella stanza io provai un forte dolore alla base della schiena. Cercai di cambiare lato e di girarmi su un fianco, ma niente, il dolore non passava. Qualche secondo dopo il dolore si trasferì poco più sopra la vescica e nella zona dell'appendice. Cercai di massaggiarmi la pancia, ma niente, non si estingueva. Restai allora per un po' ferma, nella speranza che, evitando un qualsiasi movimento, passasse ma anche questo tentativo fallì. Avvertii un forte fastidio tra le gambe e cominciai a preoccuparmi seriamente. Cercai di avvicinarmi il più possibile al capo del materasso per cercare la corda che avrebbe fatto scattare l'allarme in segreteria in modo che qualcuno venisse da me.

Dopo molti sforzi e fitte riuscii ad appoggiare la testa alla sbarra del letto, restando ansimante e dolente. Nell'iPod risuonava l'assolo di Jake e mi diede un piccolo conforto.

Ricordai come in un pomeriggio di noia mi ero fatta spiegare pezzo per pezzo come era composta e fatta Ritual...

 

-Ragazzi, sono al culmine. Voglio descritta pezzo per pezzo ogni nota di Ritual!- esclamai stesa sul divano mentre ascoltavamo il CD di “Set the world on fire”.

-Oh, Noah. Avremo sentito milioni di volte Ritual!- si lamentò Jinxx. -Non puoi chiederci pure di descrivertela pezzo per pezzo!

-Oh, invece si! La amo.- dissi con convinzione.

-E va bene.- sospirò Jake, mentre accanto alla mia testa, nel divano si creava uno sprofondamento, mentre in tutta la roulotte risuonava Ritual. -Oh, ricordo ancora la prima volta che la suonammo. Eravamo nel nostro studio e non so come mi uscì quell'accordo di chitarra dal quale estrapolammo l'idea di questa canzone.- disse Jake da sopra di me, mentre ascoltava la sua chitarra. -Per non parlare di quando si accorparono Ash e Jinxx al mio strumento. Che mix, ragazzi.

-Non dimentichiamo la mia batteria!- esclamò Christian. -Dove andreste senza di me? Non immaginerei un solo brano senza la mia furia e le mie bacchette!- arrivò il suono dei piatti della batteria e Christian sospirò.

Dal CD risuonò la voce di Andy. “Praying for what your heart brings, thoughts of escape and bloodshot eyes... you're barely sleeping, no longer dreaming now what you do to feel alive?”

-Che strano risentire la mia voce così. Lo noto ogni volta che mi ascolto. Non mi sembro io.- ridacchiò Andy poco distante da me. Io restavo in ascolto, sorridendo ad ogni parola che udivo.

Singing song of the old days, try to remember what's gone by... stronger in new ways, don't care what they say, this is your life, it's time to rejoice!”

Mi cullavo letteralmente nel suono di quelle parole, così armonioso e confortante.

Their misery, and demons burn... a feeling that's worth fighting for!!”

Arrivò l'assolo di Jake e io rabbrividii. -Jake, il tuo assolo, ogni volta che lo ascolto, mi fa rabbrividire: è spettacolare.

-Che esagerazione- ridacchiò lui.

-E poi, il modo in cui il basso di Ash e la chitarra ritmica si fondono con la tua chitarra è spettacolare! Ragazzi, siete fantastici!- una mano ruvida mi accarezzò la guancia, e la riconobbi subito: avevo passato così tanto tempo a rigirarmela tra le mani che ormai era più che distinguibile, era la mano di Ashley. Mi concentrai sulla batteria di Christian. -Oh, CC.- sospirai.

-Dimmi.

-Tu. Sei. Un. Genio. Ma come lo siete tutti voi del resto!

Rise up! And celebrate your life! You're not alone in our ritual! Sing! For what you feel inside, becoming one with our ritual!”

-Andy?- lo chiamai.

-Si?

-Regalami la tua voce. E' così calda e dolce che mi riscalda il cuore ogni volta che la sento.- lui non rispose. Quando Ritual terminò mi aspettai che ne seguisse Youth And Whisky, e invece la chitarra di Jake ricominciò, seguita da quella di Jinxx, dalla batteria di Christian, dal basso di Ashley e dalla voce di Andy. Sapevo che era stato lui a farla ricominciare e mi spuntò un sorriso sul viso quando me ne resi conto.

 

Mentre Ritual ricominciava da capo gli attimi vissuti con quei ragazzi mi ritornavano alla mente insieme al suono delle loro voci, che mi erano state vicine per così tanto tempo. Il fastidio tra le gambe si era tramutato in dolore anche quello, e io ansimai. Desiderai di abbracciare Iyo, il cui calore mi aveva sempre dato conforto quando mi sentivo persa e desolata; ma sotto i miei polpastrelli sentivo solo le lenzuola maleodoranti e raggrinzite. Quando le fitte aumentarono e nelle mie cuffie risuonò l'assolo di Jake, allungai la mia mano alla ricerca del filo collegato all'interruttore. Ma nulla. Non lo trovavo. La mia mano vagava nel vuoto, e man mano lacrime di paura e disperazione rigarono il mio viso.

Mi stancai fin troppo, quando il mio braccio cedette alla stanchezza e con lui il resto del corpo, capii che nessuno sarebbe accorso neanche se avessi urlato. Non mi avrebbero udito a causa delle pareti spesse. Un medico era stato tanto gentile da spiegarmelo e io avevo assicurato a me stessa che avrei fatto attenzione a ricordarmi con memoria tattile la posizione della cordicella.

Andy ricominciò a cantare nelle mie orecchie e io piansi. Mentre le lacrime bagnavano il mio viso, sentii qualcosa fluire tra le mie gambe. Non servì che io toccassi, sapevo già che era sangue. La mia mano vagò nel vuoto un'ultima volta. Nulla, del filo in spago che sarebbe dovuto pendere dall'alto, non c'era traccia.

Il dolore mi percosse ancora una volta e le mie cosce si riscaldarono del mio sangue. Il mio respiro si accorciava mentre Andy cantava nell'iPod e io piangevo. Al culmine del dolore, Ritual ricominciò un ultima volta e io mi spensi tra il sangue.

 

 

Andy point of view

 

Quella notte non riuscii a dormire tranquillamente. Noah mi mancava come non mai ed ero preoccupatissimo a tal punto che passai la notte in bianco. Alle prime luci del mattino, mi alzai in tutta fretta per vestirmi e andare in ospedale. Non mi sarebbe importato se i medici mi avrebbero contrastato per farmi entrare, avrei persino potuto pagarli, pur di vedere colei che amavo più di ogni altra cosa.

Mi recai in cucina a passo svelto e vi trovai i ragazzi che sonnecchiavano sul tavolo. Li ignorai, e, infilandomi velocemente una maglietta e una felpa, presi qualche fetta di pane e burro di arachidi, e li inghiottii quasi interi, rischiando di strozzarmi.

-Andy, tutto bene?- domandò Jinxx, vedendomi tossire.

-... si.

-Ma dove vai?- chiese Jake con aria assonnata.

-Da Noah. Non ce la faccio a stare altre cinque ore, se non di più, senza di lei!- esclamai cercando il cellulare. Ashley mi si avvicinò e mi fermò, mettendomi le mano sulle spalle e guardandomi dritto negli occhi. -Amico, lei è in ospedale e si riprenderà. Va tutto bene. Ora, aspettaci e veniamo con te.- le sue parole mi calmarono, nonostante fossero molto semplici. Sospirai, e mi sedetti al tavolo accanto CC, che stava per immergere i capelli nella ciotola di cereali se non glieli avessi tolti io.

 

Mentre io cominciavo ad innervosirmi, i ragazzi si prepararono, e quando sbucarono in soggiorno vestiti io sbuffai e corsi a prendere le chiavi dell'auto. Arrivammo in ospedale in dieci minuti, nonostante avessimo rischiato di investire una vecchietta che stava attraversando la strada.

Quando arrivai nel reparto di Noah, rimasi in ascolto di un silenzio che mi fece rabbrividire. Non mi piaceva per nulla. Percorsi il solito corridoio largo e gelido, e notai la porta della stanza di Noah aperta. Forse la ginecologa la stava visitando, o forse si era appena svegliata ed un'infermiera la stava aiutando a rimettersi in sesto. Ashley mi superò di qualche passo, e quando stava per entrare, si bloccò di punto in bianco.

-Ash?- non mi rispose. Lo raggiunsi e lo scossi un po', poi volsi lo sguardo verso ciò che stava guardando con aria scioccata.

Mi portai le mani alla bocca per non buttare un urlo e per non fare sentire una bestemmia.

  
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