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Autore: Loony Evans    02/11/2012    2 recensioni
Una raccolta su Finnick e Annie, ambientata durante gli Hunger Games di quest'ultima. Leggete, leggete.
Non ci dovrebbero essere spoiler, se sì saranno totalmente involontari.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, poiché non ho avuto un’idea geniale questo che state per leggere è l’ultimo capitolo. Vorrei ringraziare chi ha letto/recensito la mia storia o l’ha messa tra le seguite/ricordate/preferite.
Avviso in anticipo che c’è un lieve omaggio all’altra saga che amo, Harry Potter. Buona lettura.
Luna Evans

 
È passato un anno. Per i primi tempi Annie non rispondeva a nessuno, urlava se qualcuno la toccava e doveva dormire con la luce accesa perché il buio la terrorizzava.
Un mese dopo essere uscita dall’Arena, ha cominciato a dire di tanto in tanto frasi lucide e mi ha permesso di toccarla.
-         Finnick, dove sono?- è la prima frase che ha detto. Sentire il mio nome pronunciato da lei mi ha scaldato il cuore.
Ora vivo con Annie nella mia casa al Villaggio dei Vincitori. L’ultima volta che ho visto mia madre abbiamo litigato ed è venuto fuori che io non ero più il ragazzo che aveva cresciuto, che ero cambiato dopo i miei Hunger Games e non poteva più sopportare questa situazione, mio padre e mio fratello l’hanno appoggiata mentre Annie dormiva al piano di sopra.
Li ho subito cacciati e non ho idea di come stiano ora, né me ne importa.
Mags passa molto spesso e Annie si è abituata alla sua presenza, anche se a volte, quando le si avvicina troppo, corre a nascondersi dietro di me.
L’hanno esentata dal Tour della Vittoria perché non potevano certo presentare una vincitrice pazza. Non so che scusa abbiano inventato per giustificare questa mancanza.
-         Finnick, ho fame. - dice Annie entrando in cucina.
-         Cosa vuoi mangiare?- le chiedo sperando di ottenere una risposta coerente.
-         Pesce. Mi piace il pesce.- risponde dopo qualche momento.
-         Certo.- rispondo con un sorriso.- Quale vuoi?- chiedo cercando di farla ragionare il più possibile.
-         Cefalo.- risponde sicura. Ho notato che quando si parla del mare è sempre molto lucida.
-         Arriva.-
-         Grazie Finnick!- esclama sorridendo, poi i suoi occhi si annebbiano e cade a terra tremante.
-         Annie, Annie, sono qui, non sei nell’Arena.- le dico chinandomi su di lei.
-         È b-buio.-
-         No, siamo in pieno giorno. Annie guardami. Sono Finnick.-
-         Non è vero. Sei un ibrido.
-         No, sono io. Guardami.- le ordino.
Lei apre lentamente gli occhi e mi fissa per non so quanto tempo. Poi smette di tremare e si avvicina a me, io la stringo in un abbraccio.
-         Va tutto bene.- le dico cullandola come se fosse una bambina piccola. Ma in fondo Annie è una bambina piccola.
-         Ho paura.- mi rivela sussurrandomi nell’orecchio.
-         Anch’io. - ammetto.
-         No, non è vero.- replica lei cominciando a ridacchiare convulsamente.
-         E io ti dico di sì. -
Lei smette di ridacchiare e mi guarda con gli occhi sgranati, poi comincia a toccarmi il viso, come per assicurarsi che io sia vero.
-         Finnick?-
-         Dimmi.-
-         Tu mi vuoi bene?-
-         Io ti amo Annie.- sussurro stringendola forte e annusando il profumo dei suoi capelli.
-         Anch’io. - risponde. Si tira indietro e mi guarda sorridendo.
Posso provare? Decido che è il momento e mi avvicino lentamente a lei. Annie non si tira indietro e mi guarda incuriosita. Non si spaventa neanche quando appoggio le mie labbra sulle sue.
Non l’ho più baciata da quel giorno in treno ma non mi sono mai dimenticato le sensazioni che mi ha dato e mi sembra strano trovarle di nuovo e più forti in questo bacio.
Dopo qualche momento, mi rendo conto che Annie sta ricambiando il mio bacio. Ha appoggiato le mani sul mio petto e ha aperto la bocca.
Quando ci stacchiamo, la guardo per qualche secondo e le accarezzo i capelli. La sua espressione è un misto di meraviglia e dolcezza che poi diventano concentrazione mentre cerca di mettere insieme delle parole.
Infine mi chiede: - Tu resterai con me, vero?-
- Sempre.-
  
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