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Autore: Nicolessa    02/11/2012    2 recensioni
[«Ti conosciamo, Dean. Tutti. Io, Bobby, mia madre, Sam.. penso che anche Rufus abbia capito il tuo caratteraccio. Sapevamo che se fosse capitata una cosa come la morte di tuo fratello, tu avresti fatto un patto anche con Satana in persona per riportarlo indietro. Quindi questa novità non avrebbe dovuto farmi alterare così, no?» motivò con un intercalare di voce tormentato, come se avesse una lista infinita di motivi per non detestarlo. «Pensi che sia per il fatto che tu non abbia voluto dirmelo? Non erano affari miei. Allora perchè sono stata l'ultima a saperlo, o meglio, a scoprirlo? Non erano affari miei. Saperlo o non saperlo, ora, non cambia niente.» si fermò non potendo più dare fiducia alle sue mani e al suo auto-controllo di ferro. «Come non sarebbe cambiato nulla se fossi stata lì con te mentre partorivi quella geniale idea suicida. L'avresti fatto comunque.» scosse la testa senza aspettarsi una risposta, non ne aveva bisogno.]
Momento struggente nel quale Jo viene a conoscenza del patto di Dean e del suo ultimo anno di vita.
AVVISO: questa storia è il seguito di Dangerous Hunt e Dangerous Feelings (che potete trovare sul mio profilo).
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, Jo, Sam Winchester
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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2 Capitolo 2 - I cacciatori non sono fan di Twilight.


  • Di nuovo in viaggio.
    Dopo essersi assicurato che la carcassa dormiente fosse innocua, Dean e Sam tornarono a bordo dell'Impala e si misero sulla strada che li avrebbe portati da Bobby, il caro vecchio Bobby Singer.
    Da quanto non lo vedevano? Ah sì! Praticamente dalla notte in cui Dean strinse il patto con quel demone dell'incrocio; lui, Bobby, Sam ed Ellen aprirono poi la porta dell'inferno. Da lì si liberarono tutte le anime più devastate, i demoni più malvagi che potessero esistere. Ciò che faceva strano a tutti era che dopo un mese dalla vicenda non era ancora successo nulla di eclatante. Dean per primo si aspettava una specie di piccola apocalisse e invece tutto giaceva... beh, giaceva come al solito insomma. 

    «Dean?» 
    Sam che era seduto accanto al fratello maggiore, sul sedile destro dell'auto, si voltò a guardarlo con un'espressione preoccupata e dubbiosa stampata sulla faccia. Era abbastanza ovvio che stava per porgli uno dei suoi quesiti irritanti. 
    «Mh?» mugugnò Dean senza però rivolgergli nessuna attenzione, gli occhi fissi sulla strada. 
    «Ellen...» fece una pausa e irrigidì le mascelle abbassando lo sguardo. «Tu credi che Ellen... insomma...» 
    «Che Ellen sappia del mio patto? Non lo so, può darsi.» rispose lui senza smontarsi, un tono gelido e distaccato. 
    Non gli importava di andare all'inferno, era stanco. La sua vita, il suo lavoro, tutto ciò che lo circondava ogni giorno, il peso che gravava sulle sue spalle... erano responsabilità troppo importanti da sopportare ancora.
    Occhi Gialli era morto, finalmente, e Sam non era più in pericolo. Sua madre, Jessica e John erano stati vendicati. Il solo pensiero che presto sarebbe tutto finito gli dava sollievo.
    L'unica cosa... l'unica sua preoccupazione era il pensiero di dover abbandonare suo fratello. Sam però se la sarebbe cavata anche senza di lui, era in gamba e non aveva bisogno più di una balia.
    Il suo compito era finito. 

    «Che ne dici di un po' di musica?» e accese lo stereo. Sam scosse la testa e spostò lo sguardo fuori dal finestrino. 
    Odiava che Dean fosse così strafottente riguardo a quel "discorso".
    Lo odiava anche Bobby; Dean ricordava ancora le parole dell'uomo barbuto e rozzo: "Che diavolo hai nella testa? Che cos'hai fatto? Pensi che Sam ti abbraccerà quando lo scoprirà?! Come pensi si sentirà?! Hai una così bassa opinione di te stesso?!? Tale padre, tale figlio!". 

    Bobby... 
    Bobby era stato come un padre per i Winchester. In realtà lo era ancora. 
    «Non posso crederci.» borbottò non appena aprì la porta e accolse il gruppo da poco formatosi. 
    Dean abbozzò un sorrisetto, Jo mostrava come sempre la sua perfetta dentatura, Ellen si limitò ad un cenno del capo e Sam e Rufus - che reggevano il vampiro privo di sensi - si fecero strada in casa.
    Il primo salutò il vecchio brontolone e gli sorrise, l'altro invece disse: «Ho bisogno di bere!» 

    «Che diavolo ci fate qui?» chiese. 
    Come se non sapesse già la risposta! 
    «Ahm... abbiamo organizzato una piccola partita di football e abbiamo pensato di renderti partecipe.» rispose Dean ironico annuendo. 
    Bobby finse una risata. 
    «Siete gentili, ma in questo momento ho altro da fare!» fece lui di rimando, strappando un sorriso al più giovane dei Winchester. 
    «E' bello rivederti, Bobby.» 
    «Sì, anche per me ragazzo!» 
    Diede una piccola pacca sulla spalla al gigante buono e poi gettò un'occhiata a Dean che, prontamente, evitò spostando lo sguardo su Jo.
    Cavolo, Jo! Non la vedeva da secoli, gli sembrava quasi più grande. Era cresciuta... era cresciuta bene. Le rivolse un sorriso e poi si inumidì le labbra. 

    «Alcol!» si lamentò Rufus che aveva steso il vampiro sul pavimento, come se fosse un tappetto di cotone. 
    «Serviti pure!» disse Bobby, poi abbassò gli occhi su quello che apparentemente sembrava un uomo. «Con cosa abbiamo a che fare sta volta?» 
    «Vampiri!» annunciò Jo allegramente. 
    «Oh mio Dio. Siete appena arrivati e già sto nutrendo dell'odio nei vostri confronti.» mormorò a bassa voce ma non tanto da non farsi sentire da tutti gli altri. 
    Dean aveva immaginato che Bobby li avrebbe detestati. Probabilmente gli avevano rovinato la giornata, ma infondo anche a lui faceva piacere rivedere la bella famigliola.


    Ebbene sì, ora erano dall'amato e scorbutico zio Bobby.
    Certo, Jo non avrebbe mai avuto il coraggio di richiamarlo così: l'aveva fatto fino a otto anni e rievocare quei periodi era a dir poco imbarazzante e fuori luogo, nemmeno ci pensava a dire il vero.

    Fatto stava che, in ogni modo lei volesse considerarlo, le era mancato e vederlo in piena forma la tranquillizzava. Perfetta forma parlando in ambito di caccia chiaramente.

    Quel sorrisetto quindi le uscì abbastanza spontaneamente sul viso, interropendosi poi a causa di una richiesta di Rufus: aveva detto molto chiaramente di aver bisogno di alcol e ora voleva solo delle direttive su dove questo si trovasse.

    Tutto sembrava avere posto a casa di Bobby, come se fossero contenti di essere lì, a parlare di vampiri e di prossimi disastri continentali.

    Erano una famiglia, questo gli bastava. E anche se Rufus preferiva essere definito come il solito lupo solitario e ubriacone.. beh, veniva considerato come tale, anche se come partecipe occasionale di quella coraggiosa e altruistica famiglia di cacciatori sventurati.

    Inizialmente Jo riuscì a cogliere una strana occhiata tra Bobby i Winchester e sua madre ma non ci fece molta attenzione: sapeva di una caccia particolare, delle porte dell'inferno ma niente di più.

    E forse per un certo verso era meglio così per lei, decisamente.

    «Non odiarci Bobby, infondo ti abbiamo portato un passatempo che ti distrarrà per almeno un paio d'ore!» scherzò lei scrollando le spalle e controllando che il vampiro fosse ancora al suo posto con la semplice funzione di tappezzeria. 

    Niente male per un non-morto infondo.

    «Ne avrei volentieri fatto a meno, Jo.» rispose Bobby in un tono seccato che ormai tutti conoscevano come suo marchio ironico e brontolone.

    Anche Ellen si concesse una risatina questa volta. Anche sua madre sembrava recuperare un po' della sua luce quando era lì.

    Persa in quei piacevoli pensieri si accorse appena in tempo della semi-coscienza del vampiro, che tanto avrebbe voluto reggersi sulle sue gambe per farli tutti a pezzi.
    Già, se solo ne avesse avuto le forze!

    «Accompagno Mr. Cullen nella sua nuova suite.» sbuffò la biondina scostando una ciocca di capelli dal viso con un semplice movimento della testa, come se quell'atto le stesse pesando immensamente «Sono convinta che le piacerà, sa? E' così rustico.. ha per caso problemi con la claustrofobia?» domandò retorica al vampiro ricevendo in risposta un semplice ringhio strozzato.
    Le faceva quasi pena. Quasi.

    «Non ci sono molte finestre effettivamente.» le resse il gioco Bobby conoscendo bene la sua panic-room: la stanza ideale per interrogare qualcuno o.. anche per farcelo morire. Non che fossero dei sadici o roba del genere, era solo lavoro.

    «Sta attenta.» le raccomandò Ellen dopo aver visto la figlia rifiutare l'aiuto di Sam nell'accompagnare il succhiasangue nel suo prossimo incubo.

    «Sempre.» disse facendosi carico del braccio del vampiro sulla propria spalla.

    «Se solo provi a mordermi o a muoverti, ti uccido.» lo avvertì cruda non tralasciando però un suo sorrisetto, uno dei più minacciosi.

    Lo scaricò poco amabilmente su una specie di brandina al centro della stanza, lamentandosi poco dopo del suo peso con una specie di frase tipo "sei pesante per essere un morto vivente".

    «Vi ucciderò tutti biondina, contaci. E riuscirò anche a fuggire di qui.» minacciò il vampiro ancora stordito dal sangue di uomo morto.

    «E dimmi, vincerai anche la lotteria?» lo prese in giro lei assicurando i polsi del mostro alle cinghie del letto, tentando di limitare i danni alla stanza. 

    I vampiri generalmente erano rabbiosi e snob, se avesse provocato danni alla stanza sarebbe stata una bella seccatura.

    «Anzi, ucciderò solo te e quell'altro colosso buon a nulla. Tanto la maggior parte degli altri cacciatori in quella stanza morirà presto... quanto potrà rimanergli mai?» sputò fuori dalla bocca con acidità il morto vivente sperando di fare del male, anche se solo con le parole, a Jo.

    «Beh, grazie al cielo godono tutti di buona salute, come hai potuto costatare da solo, quindi non contarci troppo.»

    «Quindi tu non lo sai...» si aprì in un sorrisetto malefico lui, con occhi brillanti dal piacere.

    «Cosa dovrei sapere, sentiamo.» canzonò Jo stringendo ancora più forte la cinghia, tanto non avrebbe dovuto preoccuparsi di bloccargli la circolazione sanguigna.

    Era indifferente, come se stesse semplicemente parlando con un pazzo che non faceva che liberare al vento parole senza senso: in un certo senso lato della cosa, lui era drogato dal sangue di uomo morto, non avrebbe dovuto nemmeno riuscire a dire il suo nome, sempre che riuscisse a ricordarselo.

    «Qualcuno ha fatto il cattivo e tra meno di un anno ne pagherà le conseguenze. All'inferno.» scandì per bene l'ultima parole sputando poi un fiotto di sangue.
    «Pensa, tu ne pagherai le conseguenze tra... se ti va bene, massimo 24 ore.» difese senza colpo ferire quel qualcuno che non aveva nemmeno pensato di dover realmente collegare ad una sua qualche conoscenza nell'altra stanza.

  • Dopo che Jo si caricò il vampiro su una spalla e sparì dietro la scalinata che portava in cantina, calò uno strano silenzio imbarazzante.
    Rufus aveva preso posto dietro la scrivania di Bobby, al centro della stanza, continuando a versare del whisky invecchiato nel bicchierino, li vuotava praticamente subito come se stesse bevendo acqua fresca. Ellen aveva cominciato a mettere un po' d'ordine in cucina, passava anche uno straccio umido sui mobili impolverati e mangiucchiati qua e là della tarme. Bobby se ne stava in piedi ad osservare torvamente Dean, come se il ragazzo gli avesse fatto il più grande dei mali. Sam, invece, con una spalla appoggiata allo stipite della porta aspettava con ansia Jo, sperando che laggiù procedesse tutto alla perfezione. Dean se ne stava seduto sulla scrivania e fissava il pavimento, sapendo che qualcuno lì lo stava osservando. Aveva anche una certa idea su chi fosse, ma era meglio non incrociare quegli occhi. 

    «Allora? Ce ne staremo tutto il tempo in silenzio? Siamo qui per un motivo, oltre all'acol.» fece Rufus stizzito, reggendo lo stesso bicchierino già vuotato. 
    Sam annuì e si voltò verso gli altri, pronto ad ascoltare le novità. 
    «Oh, andiamo! Perché avete portato un vampiro qui a casa mia? Cosa volete che ne sappia un maledetto succhiagole?!» 
    Bobby aveva ragione.
    I vampiri "viaggiavano" da soli, in branco e soltanto con vampiri, esemplari della loro stessa specie. Era impossibile che sapessero qualcosa sulla porta dell'inferno aperta un mese prima.
    Eppure c'era qualcosa che non quadrava... 

    «Io non ci scommetterei, Bobby.» intervenne Dean alzando finalmente lo sguardo verso il vecchio. 
    L'uomo aggrottò la fronte, non tanto perché si era permesso di aprire bocca, ma perché si era deciso a guardarlo. Secondo Bobby, Dean adesso era come "esiliato" da tutto: non poteva parlare, muoversi, ridere e fare l'ironico. Non poteva fare nulla perché non poteva permetterselo, era una sorta di punizione per lui. Lo odiava per ciò che aveva fatto. 
    «Che vuoi dire?» 
    «Il vampiro sapeva del mio patto. E la cosa più incredibile era che conosceva tutta la storia, nei minimi particolari.» 
    Dean annuì e inarcò le sopracciglia spostando lo sguardo su tutti i presenti. 
    «Com'è possibile?» chiese Ellen che si asciugava le mani con uno straccio asciutto, appena apparsa alle spalle di Bobby. 
    «Le ha definite voci di corridoio.» disse Sam alzando gli occhi verso Ellen.
    La donna osservò i Winchester accigliata, poi si lasciò andare in un sospiro preoccupato. 
    «Credete che possano c'entrare i demoni con tutto questo?» domandò dopo una lunga pausa di silenzio. 
    «Non lo so, può darsi.» rispose Dean schiarendosi subito dopo la voce. 
    «Nah! E' impensabile. I vampiri non si lasciano condizionare dai demoni, anche se sono degli idioti per la loro razza tutto ciò che proviene dal sottosuolo è qualcosa di inferiore.» ragionò Rufus ad alta voce. «Credono di essere superiori a qualsiasi altra creatura sovrannaturale presente in questo mondo. Non si metterebbero mai a braccetto con dei demoni.»
    «Tanto meglio!» affermò Bobby. 
    «D'accordo, ma allora come faceva Cullen a sapere del mio patto?» 
    «Non ho finito.» fece Rufus spostando gli occhi neri verso quelli chiari di Dean. «Non si metterebbero mai in combutta con dei demoni, ma se i demoni avessero un grosso vantaggio su di loro?»
    Di nuovo silenzio. Dean aggrottò la fronte e gettò un'occhiata a Sam. 
    «Un vantaggio? Un vantaggio tipo un'arma?» 
    «No.» 
    Rufus fece una smorfia a Bobby, come per dirgli ''tanti anni passati a cacciare insieme e non ti ho insegnato niente''. 
    «Un pezzo grosso...» rispose Sam assottigliando lo sguardo. 
    La sua solita aria di chi aveva afferrato ogni cosa. Rufus schioccò le dita e si inumidì le labbra. 
    «Esatto!» 
    «I demoni hanno un capo temibile?» 
    Ellen osservò la scena e ogni tanto gettava un'occhiata alla porta che conduceva alla cantina. 
    «Potrebbe anche non essere un demone ma qualcosa che abbia abbastanza potere da spaventare vampiri e demoni.» precisò Sam annuendo, pensieroso. 
    «Beh, adesso mi sento meglio. Non sono soltanto io ad essere fottuto ora.» fece ironico Dean, abbozzando un mezzo sorriso. 
    Si beccò un'occhiataccia da tutti i presenti, anche se quella più inquietante fu decisamente quella di Bobby. 
    «Idiota.» borbottò a denti stretti.
  • «Non potete ammazzarmi, io vi servo.» svelò misterioso il vampiro osservando le mani fragili di Jo mentre lo assicuravano alla brandina «Non ti sei ancora chiesta perchè io sia ancora vivo? Voglio dire, io sono un semplice vampiro, vivevo qui ancora prima che le porte dell'inferno si aprissero... perchè domandare a me qualcosa che mi dovrebbe essere sconosciuto?» domandò cercando di confonderla... cosa che gli riuscì piuttosto bene a dire il vero.
    L'espressione di Jo infatti era più dubbiosa, con la fronte aggrottata come per dire "ora ti ascolto seriamente, non pensando che tu sia drogato di sangue di uomo morto".
    «Dove vuoi arrivare? E tu cosa ne sai delle porte dell'inferno se, come mi hai detto poco fa, tu eri in "vita" già da prima?» chiese fredda allacciando l'ultima cinghia e incrociando le braccia al petto. Sentiva proprio odore di imbroglio.
    «Te l'hanno tenuto nascosto, eh?» ridacchiò smorfioso mostrando i suoi bianchi canini insanguinati, non sbilanciandosi nel darle delle risposte.
    Una delle cose che i vampiri sapevano far meglio era proprio dare sui nervi. Sapevano come far innervosire qualcuno, come mandarlo fuori pista, come confonderlo con le sole parole. Per questo Jo non gli credeva più di tanto... solo che adesso il vampiro iniziava a lanciarle dei segnali di avvertimento, come a volerle sbattere in faccia il fatto che lui sapesse più cose rispetto a lei, cosa fondamentali vista l'espressione fiera che aveva sul volto pallido e morto.
    Jo rimase in silenzio a fissarlo dall'alto in basso, non muovendo un solo muscolo: sapeva come far paura o quanto meno come mettere a disagio la gente.
    «Biondina, sono davvero dispiaciuto del fatto che debba essere io il primo a dirtelo.» introdusse accennando una smorfia di falso dispiacere sulle labbra «Insomma, sei circondata da familiari che ti vogliono così bene e poi?? Non vengono a dirti nemmeno se hanno fatto un patto con un demone per salvare altruisticamente quanto scioccamente la vita ad un altro cacciatore? Cosa c'è, non hanno fiducia in te o non ti credono abbastanza forte?» continuò a rigirare il coltello nella cerne della cacciatrice, ora colta da un attacco d'ansia. 
    «E se stesse dicendo la verità?» pensò immediatamente Jo spalancando gli occhi per poi ripristinare la sua espressione fredda e trasparente. 
    No, non poteva essere.
    I vampiri mentivano, tutti i mostri lo facevano. Se davvero fosse successa una catastrofe del genere glie l'avrebbero detto, senza dubbio. 

    E poi chi poteva essere così sciocco da scaricare così tanti sensi di colpa su un'altra persona?!
    «No, non può averlo fatto...» mormorò impecettibilmente non ricordando che di fronte a sé avesse un vampiro dall'udito sopraffino.
    «E invece sì, mia cara. Dean marcirà all'inferno tra meno di un anno e tu saresti rimasta all'oscuro... capisci perchè vi servo? Perchè so molte cose che voi non sapete.» scoppiò in una risata inquietante e rumorosa prima di tossire nuovamente sangue sulla sua stessa camicia.
    Immobile davanti al letto Jo si concesse quei pochi secondi per assimilare il tutto, costringendo la sua mente a marchiarlo come falso. 
    Eppure qualcosa che la spingeva a crederci c'era eccome.
    Colta da un aggressiva scossa di rabbia, ruppe il naso del vampiro con un pugno, ascoltandone il lamento subito dopo.
    Doveva uscire di lì. Subito.
    «Non finisce qui.» lo avvertì Jo preseguendo verso l'uscita e sigillandosi la porta alle spalle. Un debole "lo spero" le arrivò all'orecchio ma era meglio non badarci.
    Tornò quindi dai cacciatori nel salone e presto, come se fosse arrivata una spia internazionale, questi si ammutolirono. 
    Sospetto.
    «Iniziava a dare i numeri, credo sia stata per colpa del sangue.» annunciò dirigendosi poi verso il frigo di Bobby per alleggerirsi la mente con una birra.
  • «Abbiamo intenzione di risolvere la faccenda?» domandò Rufus versando altro whisky nel bicchierino, lo stesso bicchierino che aveva visto forse una ventina di giri liquidi. 
    «Se voglio salvare una delle persone più importanti della mia malandata vita dalle fiamme dell'inferno?» chiese ironico e retorico Bobby. 
    Dean roteò gli occhi e sospirò. Sam gettò uno sguardo spento al fratello maggiore. Ellen abbassò gli occhi sul pavimento con malinconia e Rufus sorrise appena con altrettanta ironia. 
    «Non mi riferivo al problema irrisolvibile.» cominciò il vecchio di colore, rivolgendo tutta la sua attenzione a Dean ora. «Sai meglio di me che non c'è modo di scampare ai cerberi.» 
    «Grazie, sei davvero molto rincuorante Rufus.» 
    Dean abbozzò un sorrisetto forzato e annuì, poi si schiarì la voce. 
    «Lui si riferiva al nostro nuovo grande problema. Il vampiro sa qualcosa; lo torturiamo e gli caviamo a forza informazioni. Chi ha un piano migliore si faccia avanti!» 
    Freddezza, subito dopo silenzio non appena si sentì il cigolio della porta che annunciava la tornata presenza di Jo.
    Tutti si voltarono verso la ragazza, ma il discorso si spense come una sigaretta ad una forte folata di vento.
    Sembrava essere stata metaforicamente spaventata, come se avesse appena visto un fantasma. Ovviamente a lei non avrebbe fatto effetto un vero e proprio spirito, ma era così che si diceva no? 

    «E' sveglio.» osservò Rufus voltandosi verso Bobby. 
    Bobby guardò Dean e lui distolse lo sguardo portando gli occhi verso la porta dalla quale era appena entrata Jo. 
    «Vado io.» 
    Si offrì volontario. Era meglio occuparsene di persona, era meglio non far conoscere altri orribili dettagli su come Dean se ne sarebbe andato agli altri. 
    «Dean...» 
    «Sam!» 
    Non disse altro.
    Lo guardò negli occhi e il piccolo Winchester capì che doveva tacere.
    Sam irrigidì le mascelle e Dean gli diede le spalle.
    Prima di scendere in cantina guardò gli altri ì, poi si soffermò su Jo. Aggrottò la fronte e si inumidì le labbra. Qualcosa gli diceva che laggiù il vampiro aveva parlato un po' troppo. Sperava soltanto di sbagliarsi. 

    Aprì la porta e dopo averla chiusa alle sue spalle, scese rapidamente le scale ripide e cigolanti.
    Arrivò fino alla porta della panic-room. Esitò per un momento, poi entrò in scena indossando un sorrisetto sadico e sarcastico. 

    «Dean Winchester...» mormorò il vampiro con voce strozzata, disteso sulla branda con gli arti ben legati. 
    «Figlio di puttana...» rispose Dean chiudendo l'enorme porta di ferro dietro sé. 
    «Oh, ma che linguaggio! Non lo sai che la scurrilità è un peccato mortale?» 
    Doveva ridere? 
    «Giusto! Beh, un motivo in più per finire all'inferno.» disse ironico avvicinandosi ad uno dei mobiletti che nascondeva dei "giochetti" fatti apposta per gli stronzi sovrannaturali. 
    «Ah, ho capito. Adesso mi torturerai per sapere un paio di cose sulla porta dell'inferno, non è così?» 
    «Perspicace!» 
    Dean sorrise ampiamente tirando fuori una siringa da un cassetto. Il vampiro cambiò improvvisamente espressione: da divertito, passò a spaventato. 
    «Vuoi giocare al malato e al dottore?» fece il vampiro tentando di dimostrarsi invincibile. 
    Dean non rispose.
    Mise del sangue di uomo morto nella siringa e poi si voltò verso di lui, avvicinandosi alla branda con passi lenti. 

    «Mi sono sempre chiesto: se un piccolo taglio fatto da un coltello intinto nel sangue di uomo morto vi fa quest'effetto... che effetto farà iniettato direttamente nelle vene?» 
    Il vampiro deglutì e Dean sorrise sghembo sollevando appena la siringa.




    ------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------
  • Concludiamo con un bel Dean sadico.
    Tanto è bello pure così... anzi, è ancora più sexy! :Q______
    Ok, basta.
    Chiedo scusa a tutte le fan di Twilight o di Edward Cullen ma era quello che i cacciatori avrebbero detto quindi...
    in un certo senso ho le spalle coperte xD
    Non occorre dirvi che non ho nulla contro di loro, nel modo più assoluto.
    Al di là di questo spero che il capitolo vi sia piaciuto e.. alla prossima! :*
  
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