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Autore: Nicolessa    01/11/2012    1 recensioni
[«Ti conosciamo, Dean. Tutti. Io, Bobby, mia madre, Sam.. penso che anche Rufus abbia capito il tuo caratteraccio. Sapevamo che se fosse capitata una cosa come la morte di tuo fratello, tu avresti fatto un patto anche con Satana in persona per riportarlo indietro. Quindi questa novità non avrebbe dovuto farmi alterare così, no?» motivò con un intercalare di voce tormentato, come se avesse una lista infinita di motivi per non detestarlo. «Pensi che sia per il fatto che tu non abbia voluto dirmelo? Non erano affari miei. Allora perchè sono stata l'ultima a saperlo, o meglio, a scoprirlo? Non erano affari miei. Saperlo o non saperlo, ora, non cambia niente.» si fermò non potendo più dare fiducia alle sue mani e al suo auto-controllo di ferro. «Come non sarebbe cambiato nulla se fossi stata lì con te mentre partorivi quella geniale idea suicida. L'avresti fatto comunque.» scosse la testa senza aspettarsi una risposta, non ne aveva bisogno.]
Momento struggente nel quale Jo viene a conoscenza del patto di Dean e del suo ultimo anno di vita.
AVVISO: questa storia è il seguito di Dangerous Hunt e Dangerous Feelings (che potete trovare sul mio profilo).
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, Jo, Sam Winchester
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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Capitolo 1 - Ancora insieme tra sangue e violenza.



America.
Duluth.
Periferia disabitata.
Covo di soliti vampiri montati e con la convinzione di essere belli come chissà chi.
Machete alla mano, Jo e sua madre Ellen, tentavano di stanare quei bastardi per tagliare qualche testa.
Sì, sua madre, Ellen Harvelle era andata con lei.
Erano a caccia, insieme.
Jo si chiedeva ancora come avesse fatto ad accettare una situazione simile.
In realtà quella era un'emergenza: Rufus qualche ora prima aveva chiamato a casa Harvelle e aveva chiesto ad Ellen di mandargli dei rinforzi.
Di certo il cacciatore non avrebbe mai immaginato che la donna si sarebbe fatta avanti di sua spontanea volontà.
Era arrabbiata, eccome se lo era... eppure era anche impaurita dall'ultima catastrofe che aveva colpito la famiglia: la RoadHouse era andata a fuoco.
Non sapevano perchè, come, quando, non sapevano nulla.
Solo che Ash non era riuscito a salvarsi, solo questo.
Ogni volta che Jo ci ripensava le si formava un nodo in gola.
Era meglio non pensarci, non ora che stavano lavorando almeno.
Da quanto erano riuscite a capire, i vampiri avevano fatto fuori (o meglio ancora dire "prosciugato") una decina di ragazze nel giro di soli quattro giorni.
«Quanto siete stupidi.» si lamentò la ragazza pulendosi gli schizzi di sangue in faccia con la manica della giacca «Non avete nemmeno pensato di mettere qualcuno di guardia alla porta pur sapendo che uccidere tante ragazze in soli quattro giorni potesse risultare sospetto!» proseguì in tono disgustato, seguendo la madre che si inoltrava nel magazzino. 
«Per di qua, Jo.» attirò l'attenzione sua madre con occhi vispi e attenti.
Jo fece strage di chiunque le si parò davanti in un modo più che cruento secondo le sue abitudini e le parolacce a mo di sfogo erano come un ritornello infinito.
A malincuore dovette lasciar perdere la rabbia repressa e seguire sua madre, che le apriva altruisticamente -quanto protettivamente- la strada.
Non appena arrivarono in un grande atrio, la situazione si complicò giusto un pochino, tanto da costringere Ellen ad urlare qualcosa di simile ad un "Torniamo indietro!" alla figlia confusa.
Una schiera di vampiri era parata di fronte a loro due con una prepotenza degna di ogni vampiro montato.
«Oh, merda.» mormorò Jo passando lo sguardo su quei bastardi e sperando di uscirne illesa, per non dire viva.
Come comandato da Ellen, iniziarono a correre verso il corridoio, rintanandosi poi una piccola stanza che forse avevano costruito anni prima come "ripostiglio per strumenti da fai da te".
«Siamo in trappola come topi.» bisbigliò Ellen abbattendo con sole cinque parole l'adrenalina di Jo.
Le cose non si mettevano bene, per niente.


Da giorni ormai la situazione era cambiata radicalmente: Dean era diventato più ribelle e menefreghista del solito;
Sam, invece, più apprensivo e pressante.
Dopo quella notte sarebbe stato impossibile che qualcosa non mutasse, perché ciò che Dean aveva fatto per il fratello minore era innaturale, completamente sbagliato.
Vendere la propria anima, fare un patto con un demone dell'incrocio per salvare un'altra vita umana era un errore colossale. Eppure il maggiore dei Winchester non se n'era pentito.
Se gli avessero dato la possibilità di tornare indietro nel tempo, lui avrebbe rifatto esattamente la stessa cosa.
Vedere Sam morire con i propri occhi era un dolore che non avrebbe potuto sopportare; sapere che il sacrificio di John (lo stesso che Dean aveva fatto per Sam) era stato vano non l'aveva aiutato. L'unico modo per sentirsi meglio e stare in pace con se stesso era riportarlo indietro, e così fece.
Adesso se la spassava. Sesso, colesterolo alle stelle, caccia continua, alcol e a volte anche fumo illegale.
Se Sam era preoccupato per il suo comportamento? Certo che no! Era normale per entrambi una reazione del genere, Dean voleva soltanto vivere ogni secondo della sua vita fino allo scadere dell'anno.
Già, un anno. Non gli aveva concesso di più la stronza. Era così desiderato all'inferno, che non vedevano l'ora di "abbracciarlo".
Sam faceva di tutto per soddisfare il volere del fratello maggiore, ma cercava anche di far passare quel lasso di tempo nel modo migliore possibile, lentamente.
Non sprecava poi il tempo libero; quando Dean era fuori a sballarsi, lui cercava in tutti i modi una soluzione al loro nuovo piccolo problema. Fin'ora non aveva trovato nulla, però.

«Dove sono finiti?!» urlò Dean guardandosi attorno con gli occhi sbarrati, un machete tra le mani e il batticuore nel petto.
Sam non rispose, ma continuava a girare su se stesso, all'erta. In lontananza riuscì ad intravedere un movimento dietro un auto, nel giardino di una casa vuota, proprio come tutte le altre.
«DEAN!» gridò Sam indicandogli il punto. 

I due cacciatori cominciarono a correre verso quella piccola villetta dall'aria estremamente inquietante, d'altronde proprio come il resto del quartiere. 
Quella zona era completamente isolata. I vampiri avevano ucciso chiunque vi abitasse in meno di un'ora. Dubitavano altamente che avrebbero ritrovato dei sopravvissuti.
L'unica cosa che li sollevava, anche se non era esattamente il caso di esserlo, era che almeno non li avevano trasformati ma soltanto uccisi. 

Si ritrovarono alle spalle di una schiera di vampiri senza nemmeno sapere come. Tutti tentavano di entrare in quella maledetta villetta, visibilmente affamati. Che ci fosse qualcuno lì dentro, e non qualcosa? 
«Dobbiamo trovare un modo per entrare lì dentro senza essere visti.» mormorò Sam aggrottando la fronte, restando nascosto dietro la carrozzeria di un auto. 
All'improvviso però uno di loro si voltò nella loro direzione. Che fosse stato in grado di captare il sussurro di Sam? 
«Oh, andiamo! Vogliamo scherzare?!?» fece Dean innervosito mentre il resto dei vampiri si avvicinava ai due cacciatori. 
«E' il tuo sangue, Winchester! E' troppo forte per essere ignorato.» disse colui che sembrava il capo del branco. 
Sam abbassò lo sguardo, sconfitto. Dean indietreggiò di qualche passo evitando di rispondere alla provocazione del sangue di demone del fratellino. 
«Basta con la caccia al tesoro, ok? Adesso fatevi uccidere senza storie e mettiamo un bel punto a questa storia.» 
Il vampiro sorrise sghembo e si voltò a guardare i suoi "amici". 
«Mandiamo Dean all'inferno prima del tempo, ragazzi.»



«Dobbiamo trovare una soluzione! E in fretta anche.» ansimò stanca Jo forse un po' provata dalla maratona fatta per scampare dalla schiera di vampiri.

Tutta quella situazione era molto più che sospetta. 
Insomma, un sacco di vampiri riuniti tutti in uno stesso posto a fare baldoria come se non ci fosse un domani.
La loro forza era spiegata dal fatto che fossero sazi di sangue e quindi al massimo del loro "splendore" ma che diamine aveva quella città di così particolare da attirare un pericolo così elevato? Pochi cacciatori nei paraggi? Povere ragazzine illuse di avere a che fare con il prossimo Edward Cullen? Cosa??

Mentre Jo pensava e ripensava ad un motivo, sua madre le ricordò saggiamente che si trovavano chiuse in uno stanzino e con un esercito di vampiri al di là di una porta che avrebbero certamente sfondato senza alcuna fatica.
«Una soluzione tipo??» chiese Ellen con topo preoccupato facendo resistenza sulla porta e non mollando dalla mano il machete ovviamente.
«Sai perchè preferisco gli zombie, mamma?» domandò poi esasperata la ragazza dandole una mano.. o meglio una spalla. «Perchè loro con un colpo di pistola in testa crepano!» si sfogò nuovamente urlando, ricevendo in riposta solo una fragorosa risata da parte dei vampiri affamati e assetati di vendetta: le Harvelle avevano pur sempre ucciso una decina di loro parenti.
«Jo!» la riprese Ellen come ad incoraggiarla a starsene zitta e trovare una soluzione.
Odiava i vampiri, Dio quanto li odiava. Se avesse potuto torturarli fino alla morte l'avrebbe fatto.. anche se teoricamente poteva tranquillamente già farlo considerato il suo lavoro.
Passava lo sguardo ovunque in quel buco di stanzino. 
Cosa avrebbe mai potuto aiutarle in quella situazione? Una bomba atomica.. ma certamente ma non avevano né l'occorrente per costruirla né tanto meno voglia di morire per dei vampiri del cazzo.
«Mamma...» la chiamò dandole una piccola gomitata mentre il suo sorriso iniziava ad apparirle sulle labbra rosse per via del sangue.
«Cosa c'è??» domandò la donna non degnandola di molta attenzione.
«Mamma!» disse con più decisione e con tono più sicuro mentre con la mano indicava una specie di armadio retinato.
Oggetti da giardinaggio.
«Brava la mia bambina!» si complimentò Ellen avendo visto ciò che le aveva indicato Jo.
«E' ora di staccare qualche testa ad un paio di vampiri ma.. con più classe.» esclamò contenta accogliendo tra le braccia una docile e simpatica sega elettrica.
Iniziava improvvisamente ad amare il giardinaggio.
«Al mio tre.» ordinò Ellen smettendo di spingere contro la porta che, con pugni e spintoni, pareva essere destinata a crollare la dì a poco.
«Al diavolo!» si ribellò come al solito la ragazza aprendo la porta e attivando quel meraviglioso oggetto sanguinario. «Non ridete più, eh stronzi??» li insultò Jo mentre una cascata di sangue le rovinava gli abiti.
Brutta scena quella. In un film sarebbe stata sicuramente una scena splatter al decimo livello.
«Muoviti!» la esortò la madre continuando a farsi strada con il suo piccolo ed innocente machete.
Corsero fuori dalla casa guardandosi intorno alla ricerca di Rufus, sparito dopo la sua chiamata.
«Stai attenta con quello, fa davvero male!» disse proprio la voce di Rufus a Jo, arrivandole alle spalle.



A quelle parole Sam e Dean si guardarono più che sorpresi.
Il fattaccio era accaduto più o meno un mese fa, come avevano fatto a saperlo? E soprattutto cosa ci trovavano di divertente? Ovviamente il fatto che Dean andasse a marcire all'inferno! Quello per loro era molto divertente.

«Oh, non fai più lo spiritoso...» mormorò il vampiro avanzando verso di lui con passo lento e inquietante.

I due fratelli indietreggiavano, ma senza paura.
Entrambi sapevano come comportarsi con i vampiri. Non erano esseri estremamente intelligenti, ma non erano nemmeno stupidi. Alcuni di loro erano furbi e astuti, di solito soltanto quelli riuscivano a cavarsela. Quello che avevano di fronte era di quell'esemplare. Speravano soltanto di mozzargli la testa il più presto possibile.

«Vedo che hai letto il giornale sta mattina!» rispose Dean ironico, abbozzando un sorrisetto.

«Nah! Sono, più che altro...»
Il vampiro gettò un'occhiata ai suoi compagni e poi continuò. «...voci di corridoio!» 
Quella frase fu seguita da una sonora risata da parte del branco di vampiri.
Sam irrigidì le mascelle con nervosismo, Dean invece restò a guardare la scena impassibile. 

«Mi fa piacere che a voi pettegole piacciano certi generi di gossip.» continuò il cacciatore ironico, beccandosi un'occhiataccia dal capo dei vampiri. 
«Sai, non pensarci non ti aiuterà, Winchester. Quando l'anno finirà tu morirai, ma la tua anima continuerà a vivere in quel posto, e credimi se ti dico che non è una passeggiata in mezzo a dei prati verdi.» 
Dean rabbrividì così come Sam, solo che il primo non lo diede a vedere. Si inumidì le labbra e abbassò di poco lo sguardo abbozzando un ghigno divertito. 
«Se è così... vorrà dire che tu mi farai compagnia. SAM ORA!»
Sam si scagliò contro i vampiri e cominciò a decapitarli uno dietro l'altro.
Il capo di essi guardava la scena, adesso un tantino più adirato del solito.
Si voltò verso Dean e gli si avvicinò minacciosamente mostrando la sua bella e perfetta dentatura appuntita.
Cominciarono a lottare: Dean fu scagliato un paio di volte contro la parete, si beccò un bel pugno nello stomaco e un bel po' di tagli sulla faccia.
Dopo aver perso il machete dalle mani, tentava disperatamente un'altra via di fuga. Sam era troppo impegnato per aiutarlo e così l'unico modo era scappare. Si trascinava a terra come una lucertola, ma ancora fu bloccato dal vampiro. Lo prese per i capelli e lo voltò con forza verso di lui, piegandosi sulla schiena per guardarlo dritto in faccia. 

«Non ti salverai Dean Winchester. Nessuno può farlo. Tu andrai all'inferno adesso. Oh non preoccuparti, non sentirai nulla te lo prometto... o forse si.» 
Stava per morderlo, o meglio azzannarlo. Quando ad un tratto sentì una voce famigliare dire: «Sangue di uomo morto figlio di puttana!» 
Il vampiro si accasciò accanto a Dean dopo qualche secondo.
Quando il ragazzo alzò lo sguardo vide Ellen sorridergli con la sua solita espressione da mamma preoccupata. 

«Ellen?» 
«In carne ed ossa. Ti aiuto ad alzarti, tesoro.» rispose lei porgendogli poi una mano per aiutarlo ad alzarsi.



Mentre Ellen aiutava Dean, Jo era ancora all'oscuro di quella sorta di "riunione di famiglia". Infatti, appena dopo che Rufus l'avvertì di un vampiro alle sue spalle e decapitatolo con una certa rapidità grazie alla sua nuova arma, si voltò verso la madre, non riuscendo a scorgervi chi vi fosse dietro la sua figura.

I vampiri parevano non finire mai e la stanchezza dei cacciatori iniziava a farsi sentire: ora dall'attacco erano passati nuovamente alla difesa.

Doveva essere un covo davvero importante.
«Vai all'inferno!»
Soliti insulti che spiccavano il volo dalla bocca di Jo, sempre più arrabbiata per via della stanchezza.
«Jo?» Si sentì chiamare da una voce familiare.
«Sam?» rispose un po' vaga, non immaginando che i fratelli Winchester avessero seguito la loro stessa caccia.
«Abbassati!» urlò la ragazza a Sam così da avere la via libera per mozzare una testa dietro le spalle del minore dei Winchester.
Vampiri che colpivano alle spalle: sempre più codardi.

Non appena Sam accennò un "grazie" seguito da un sorrisetto in segno di saluto, Jo scrollò le spalle come a rispondere "Di niente, è il mio dovere!", cosa che pareva farlo ridere.
Interminabili minuti di lotta, sangue ed insulti: fine.
La biondina aggressiva spense l'oggetto infernale che aveva determinato la riuscita del caso e lo mollò per terra, liberando un sospiro di sollievo nell'aria.
Per fortuna era abituata ad alzare pesi consistenti con le braccia. Ringraziava ora come non mai il fatto di lavorare alla RoadHouse... di averci lavorato almeno.
Ahia. Di nuovo dolore.
Per distrarre la sua mente da quel pensiero, passò lo sguardo tutto intorno a lei: corpi giacevano ovunque, per terra il sangue riempiva ogni crepa come se una pioggia di globuli rossi avesse travolto l'intera ed estesa città, tanto da non riuscire a vederne la fine.
Wow, che disastro.
Ora sì che riusciva a vedere a chi stesse donando il suo aiuto sua madre... o in ogni caso ci era arrivata secondo un semplice ragionamento logico.
«Ciao Dean.» lo salutò con viso stravolto e marchiato dal sangue altrui. Bello schifo.
«Credete che ce ne siano altri?» chiese Rufus mentre sopprimeva un senso di nausea e stanchezza.
«Spero proprio di no, per oggi ne ho avuto abbastanza del giardinaggio!» confessò ironica passandosi la manica della giacca sulle labbra.
«Voi avete scoperto qualcosa? Perchè erano qui? E perchè erano così tanti?» 
La curiosità di Ellen spiegava in modo chiaro da chi avesse preso Jo.
«Possiamo parlarne altrove?» propose Dean spinto probabilmente dalla stanchezza. 
Era esausto e ammaccato, più dei tre cacciatori appena incontrati, anche psicologicamente parlando.
Questa volta ad essere ignara della situazione di Dean era proprio Jo, riguardo l'inferno.
«Concordo con il ragazzo! Davanti ad una bella bottiglia di alcol, magari.» lo spalleggiò Rufus, conosciuto per la sua fama di bevitore incallito.
«Già...» mormorò quasi impercettibilmente Jo abbassando lo sguardo sul sangue che le impiastricciava la suola delle scarpe.


Ellen aveva il viso segnato e non in senso letterale, ma figurato. Qualcosa sul suo viso gli faceva pensare che stesse soffrendo. Aveva qualche ruga in più, gli occhi spenti e un sorriso amaro e poco convincente a disegnarle le labbra. Poteva immaginare il motivo per il quale stesse in quelle condizioni. Aveva perso il suo lavoro, la sua casa e... beh, Ash. Ash era un grande e uno della famiglia. Mancava a tutti.

«Come stai, tesoro?» chiese lei, il suo tono era sempre lo stesso: gentile, calmo e premuroso.

«Non c'è male!» rispose Dean restando sul vago. «Come mai sei qui?»

«Rufus aveva bisogno di una mano. Io e Jo siamo qui con lui.» rispose Ellen indicando i due alle spalle del cacciatore, ai quali poi si era aggiunto anche Sam.

Dean si voltò indietro. Sì, aveva avuto il piacere di conoscere Rufus un paio di settimane prima, quando gli aveva chiesto una mano per il suo piccolo problema. Non era esattamente il classico tipo socialmente affabile, ma a chi sapeva come catturare la sua attenzione - per esempio con dell'ottimo whisky - donava tutto l'aiuto del mondo.

«Guarda un po'...» mormorò tra sé e sé non appena vide l'uomo di colore.

Poi, quasi meccanicamente, il suo sguardo si spostò sul vido di Jo, anch'esso spento come quello della madre. Sorrise appena quando incontrò i suoi occhi castani e decise di avvicinarsi spalleggiato da Ellen.

«Dean!» fece subito il fratello avvicinandosi a lui con fare preoccupato.

Prima che potesse aggiungere qualche sua frase melodrammatica, alzò una mano in segno di divieto, come a dire ''sto bene, chiudi il becco!''

«Sei sicuro?»

«Sto bene, Sammy.» rispose in tono secco, attirando l'attenzione di tutti, soprattutto quella di Rufus che lo guardava come a scrutarlo meglio.

Per lui probabilmente Dean era soltanto un morto vivente, un pezzetto di carne, un'anima che presto avrebbe lasciato il mondo terreno. Non aveva tutti i torti infondo.

«Dean Winchester! Ci si rivede...» osservò quest'ultimo con ostentata freddezza.

«Perché questo tono sorpreso?» domandò lui ironico, riuscendo a strappargli un mezzo sorriso e una smorfia di disappunto da parte di Sam.

Poi si rivolse a Jo e le sorrise ampiamente in segno di saluto. Non aveva idea del perché, ma aveva come una strana sensazione... Jo era un po' più fredda e agguerrita, o sbagliava? Tutti quei vampiri chi li aveva uccisi? Non di certo tutti Rufus o Sam.

Si guardò attorno e poi si inumidì le labbra ferite e sporche del suo stesso sangue.

«Abbiamo un vincitore di là. Cosa ne facciamo? Lo uccidiamo o lo portiamo con noi?» chiese, tanto per avere il parere di tutti.

«Non l'avete ucciso?» intervenne Sam che fino a quel momento sembrava essere sparito dietro la montagna dei suoi cupi pensieri.

«Ho usato del sangue di uomo morto. Non avevo altro con me in quel momento.» rispose Ellen annuendo.

«Portiamolo con noi come souvenir. Magari possiamo estorcergli qualche informazione quando si sveglia.» propose Rufus. 
Dean annuì e così fecero anche gli altri. Sam e Rufus andarono a prendere la carcassa dormiente del vampiro, mentre Ellen, Jo e Dean restarono in silenzio a guardarsi.


Sguardi indagatori. Questa era decisamente catalogabile come scena imbarazzante o quantomeno ambigua.

Quindi stavano nuovamente lavorando allo stesso caso, i Winchester e la piccola Harvelle?

Lei credeva proprio di sì, visto che Rufus non avrebbe mollato la presa sui vampiri nemmeno se i Winchester gli avessero staccato la mano a morsi. Cosa che non avrebbero fatto comunque.
Quindi questo era un sì. 
L'unico mistero era se Ellen avrebbe lasciato sua figlia nelle mani dei ragazzi.
A questo quesito Jo avrebbe dato eco alle ipotetiche parole della madre con un sonoro "te lo scordi".
La stava a guardare proprio per capire cosa stesse aspettando per vietarle poi di proseguire la caccia.
«Volete una mano?» chiese Ellen a Sam e Rufus, spazzando via ogni domanda dalla mente di Jo. 
Aveva detto di sì. Cosa l'aveva spinta a farlo, considerando la sua poca fiducia?
«Chi se ne frega!» pensò in risposta Jo abbandonandosi ad un sorrisetto rilassato. Era strano poter essere rilassati nel bel mezzo di un campo di guerra.
Non appena i due cacciatori si avvicinarono al gruppo con il vampiro tra le braccia -una sorta di Bella Addormentata montata e sprovvista di movimento cardiaco-, scossero la testa verso Ellen. Sam si lasciò scappare un "va tutto bene", non riuscendo a reprimere la sua vena altruista, così lo caricarono sull'auto di Rufus a qualche metro dalla rete che divideva quel posto da un altro vasto acro di terra tutto attorno.
A cosa serviva perimetrare un'area nel bel mezzo del nulla? Di cosa avevano paura gli ex proprietari? Degli animali selvatici che non abitavano quella zona?
Tutto molto sospetto.
«Prossima meta?» chiese Dean non staccando lo sguardo dal cacciatore più esperto in quanto più anziano.
«Andiamo da Bobby. Potrebbe aiutarci con le ricerche.» propose saggiamente Ellen trovando accoglimento per la sua idea di radunare più cacciatori possibile. «E potremo anche riposarci un po'.» aggiunse poi lanciando un'occhiata a Jo che di rimando la fulminò con lo sguardo.
Perchè insinuava che Jo avesse bisogno di dormire o di riposarsi? Che anche lei avesse colto la sua vena fin troppo cruenta di cacciare? Probabile.
«E da Bobby c'è l'alcol.» completò Rufus generando risatine da parte un po' di tutti: conoscevano perfettamente il suo amore per l'effetto "benefico" degli alcolici.
«Vado con Rufus. Così, se si dovesse svegliare il vampiro, io sarei lì per riaddormentarlo di nuovo.» avvertì Jo senza esattamente chiedere il permesso. Anche lei aveva ereditato parte della saggezza della madre.
«Va bene. Andiamo?» li spronò la donna salendo poi in macchina e partendo verso casa Singer.
E così anche i Winchester ed il resto della combriccola.
Altro caso a cui Jo avrebbe dovuto lavorare con la testa tra le nuvole.



------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------


Inizio ansiogeno di Dangerous Secrets. Lo so, non odiatemi.
Avevamo pensato di iniziare con un po' azione, così, tanto per tenervi ben svegli fin dal principio...
...anche perchè in questa storia ci saranno ben pochi momenti in cui dormire ;)
Per chi non lo sapesse, questa è una sorta di continuazione di ben 2 storie basate sui Winchester e la "piccola" Harvelle:
- Dangerous Hunt (1)
- Dangerous Feelings (2)
Quindi (sempre che vi vada di leggerle), potete trovarle suo mio profilo :D

Continuo a ringraziarvi con il cuore per tutto il tempo che dedicate a me e a Moonlight93. 
Sul serio, vi adoriamo.
Se lasciaste una piccola piccola recensione potremmo anche pensare seriamente di costruirvi un altarino.
Arrivederci miei bellissimi lettori <3
  
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