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Finalmente veniamo a conoscenza della verità
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e quattro stavamo correndo più forte che potevamo seguendo Nico: lui sapeva
dove si trovava il Tartaro. Ci ritrovammo in un tunnel di roccia, illuminato
appena e con delle stalattiti sul soffitto. Sentii qualcosa di pesante nel
petto: sentivo che ci stavamo avvicinando a qualcosa di veramente orribile,
qualcosa di pulsante… più correvo, più il posto si faceva buio e freddo. Nico
nella corsa aveva ripreso la mia mano, e di cuor mio lo ringraziai: senza il
suo calore non ce l’avrei fatta a continuare a correre verso il pericolo. Più
proseguivamo, più potevamo sentire chiaramente un rumore: come l’acqua che
bolle e un cuore che batte. Era un rumore sempre più forte, nulla di umano,
certamente. Era inquietante. Ad un certo punto il tunnel si aprì su un’enorme
caverna buia, nel centro della quale appariva una voragine: era da lì che
proveniva il rumore.
-
Questo è il Tartaro – disse Nico con il fiatone, appoggiando le mani sulle
ginocchia per riprendersi dalla corsa.
-
Ce ne avete messo per arrivare qui…! – disse una voce alle nostre spalle. Ci
voltammo tutti, ed io mi sentii sprofondare vedendo di chi si trattava.
-
Micah! – esclamammo all’unisono io, Paul e Nico.
Era
proprio Micah, alto, spallato come sempre e con un sorriso malefico sul volto.
-
Al Campo avevano detto che eri nella foresta! – esclamò Paul.
-
E’ la scusa che utilizzavo ogni volta che volevo andarmene dal Campo per fare
delle ricerche e mettere a punto il piano che oggi si avvererà. – i suoi occhi
si allargarono compiaciuti. – All’inizio non era così, andavo realmente per la
foresta, e pensate un po’? Ho trovato delle erbe per creare aromi e medicinali,
come dire? Speciali… tanto che ho voluto venire nell’Ade a provarli. –
-
Tutto questo è colpa tua! – esclamò Paul infuriato.
-
Certo! – disse Micah, e i suoi occhi si rimpicciolirono fissando
Paul. – E sai
cosa ti dico? Sono veramente felice che tu sia tra i primi ad assistere
a
questo evento: ti ho sempre odiato, sin dal principio. Posso capire
l’ammirazione che al Campo si provi ammirazione per gente come
Jackson e quella Chase, loro hanno dimostrato il loro coraggio, per
quanto non approvi ciò
che hanno fatto… ma non capisco affatto perché la gente
ti prenda tanto in
simpatia. Sei solo un buffone presuntuoso e pieno di sé… -
-
Senti chi parla, ipocrita che non sei altro! – urlò Paul irato come non mai.
-
Mi fai schifo… - commentò Nico fissandolo pieno di odio. – Mi dispiace che ogni
volta debba essere un figlio di Ermes a disonorare l’Olimpo… Prima lo sbaglio
di Luke, ed ora tu… -
-
Dei vostri giudizi non me ne faccio proprio nulla. – rispose Micah beffardo. –
Io do retta solo alla mia coscienza. –
-
Ed è questo che la coscienza ti chiede?! – feci io. – Isolare l’Oltretomba e
rendere Ade impotente e prigioniero del suo stesso regno?! –
-
No. – rispose lui sorridendo malvagio. – Più di questo: tutto questo mondo
finirà, inizierà una nuova era… un’era dove gli dei non esisteranno più… -
-
Si può sapere di cosa stai parlando?! – chiese Nico irritato.
Micah
indicò il Tartaro.
-
Non lo vedete anche voi con i vostri occhi? Il Tartaro è più vivo che mai…
tutto merito tuo, casanova. – disse indicando Nico. Quest’ultimo sembrò
spiazzato dalla definizione che gli era stata affibiata.
-
Come, non ricordi? – disse in tono ironico Micah. – Devo ricordarti la famosa
profezia che ti ha portato in Italia? –
Nico
sembrò cambiare colore in viso, da bianco a rosso acceso. Non avevo mai sentito
quella profezia dall’inizio alla fine, e mi maledii per non avere insistito a
conoscerla da cima a fondo: probabilmente era un dettaglio importante…
Nonostante
l’evidente nervosismo, Nico deglutì e con voce ferma proclamò la profezia: - Nella terra di Roma un figlio d’Ade si
troverà quando d’improvviso qualcosa di più grande scoprirà: questo è solo il
primo passo per fermare il Grande Risveglio che il mondo potrebbe annientare.
Con la spada di Achille l’eroe partirà e
questa la prima di un’altra grande impresa sarà… -
- …ciò che incontrerà cambierà il cuore
del nostro eroe e gli farà veramente scoprire cos’è l’Amore. – concluse Micah incrociando le braccia
con una risata maliziosa. - Una
profezia da carie ai denti, non c’è che dire… -
E gli farà veramente scoprire cos’è
l’Amore… ripetei a
mente. Amore? Che amore? Sentii il mio cuore battere a mille nel petto, e notai
che Nico non aveva il coraggio di guardarmi negli occhi. Oddio, stava parlando
di me?!
-
Fatto sta che questa profezia sdolcinata mi è stata utile – continuò Micah. -
quando sei ritornato con una figlia di Zeus sapevo già cosa fare: un amore,
corrisposto o meno, da due figli dei pezzi grossi è uno dei pochi modi
esistenti per richiamare l’ultima entità che mi serviva… Eros! –
-
Eros è un’entità praticamente introvabile! – ribatté Paul arrabbiato.
-
Invece no! Sentite il Tartaro! – esclamò trionfante Micah. – Eros si è unito ai
suoi fratelli dopo tanto tempo: Tartaro e Gea, che è ovunque nella terra… tra poco il loro
creatore si risveglierà… -
Nico
tornò a sbiancare ed esclamò: - Eros… Tartaro… Gea… Li hai riuniti per
riportare in vita Caos! Si può sapere che diamine ti salta in mente?! –
-
Chi è Caos? – domandò Paul, questa volta confuso.
-
Sei un idiota, ma questo lo sapevo… - commentò beffardo Micah. – Caos è
l’entità primordiale per eccellenza… è il nulla più assoluto. Quando si
risveglierà tutto finirà: non ci saranno più titani, il mondo non esisterà più,
non ci saranno più animali, uomini e mezzosangue, ma soprattutto non ci saranno
più gli dei! Dopo la guerra avranno pure iniziato a riconoscere i loro figli, ma per
loro non ci sono mai! Vogliamo inoltre parlare della loro giustizia?! Vogliamo
parlare della giustizia che ha ricevuto Adone? O che ricevono le empuse? Con
gli dei non esiste una vera giustizia, esiste solo un mondo plasmato sul loro
egoismo… Solo dalla fine il Caos potrà creare un nuovo inizio, un inizio
migliore di quello che abbiamo dovuto sopportare noi uomini dai primordi! –
Improvvisamente
capii tutto: quello che Micah voleva era la fine del mondo. Voleva la fine di
tutto. Era come ritrovarsi davanti ad un kamikaze, era una cosa del tutto priva
di senso.
-
Tu sei pazzo! – urlai con una voce quasi isterica. – Odi gli dei, non accetti
la giustizia divina, ma sei pronto a farti saltare in aria! -
- Lo diceva anche Macchiavelli, no? Il fine giustifica i mezzi: si tratta di costruire un futuro migliore di questo!
– rispose Micah. – E se questo vuol dire morire, sono pronto a farlo: non ho
paura della morte. –
-
Con che coraggio decidi il destino dell’umanità, idiota! – gridò Paul. – Puoi
fare saltare in aria te stesso, di questo non m’interessa… ma chi ti dà il
diritto di decidere per il resto del mondo?! –
-
Invece il diritto degli dei di punire chiunque vogliano, di abbandonare i
propri figli e di infliggere all’umanità il loro egoismo va bene, vero?! –
rispose Micah con un tono di voce ancora più alto di quello di Paul.
-
Se uno si comporta in modo sbagliato devi farlo anche tu?! – risposi io senza
mezzi termini. – Critichi tanto gli dei, ma tu sei anche peggio di loro! Non
sei ipocrita solo nei confronti del Campo e di quelli che chiamavi amici, ma
pure nei confronti di te stesso! –
Micah
mi guardò dall’alto al basso altezzoso, ma non rispose.
-
Si può sapere a cosa ti serviva Chiara?! – domandò Paul. Chiara, che fino a
quel momento se n’era stata seria, vigile e in silenzio, sobbalzò: ancora non
la conoscevo, ma sembrava una persona che non amava discutere o insultare la
gente.
-
L’ho incontrata per caso, dopo di che l'ho convinta con
l’inganno che avevo bisogno di
arrivare nell’Oltretomba: per un solo mezzosangue portare a
termine questo piano sarebbe stato quasi impossibile, e allora ancora
non conoscevo Alexa… - rispose Micah. - Zeus voleva
che Chiara andasse al Campo, lì avrebbe trovato
protezione, ma è bastato farle suscitare un po’ di
pietà per convincerla a fare
quello che volevo… lasciatelo dire, Chiara, sei una persona
incredibilmente
debole di carattere e quindi facilmente influenzabile… - non mi
piaceva affatto
il modo in cui Micah si rivolgeva a mia sorella, avrei voluto dargli un
pugno in faccia all'istante, ma mi trattenni per sentire quello che
aveva da dire. – Una volta arrivato
nell’Oltretomba con il suo aiuto, sono riuscito a nascondere
nell’ambrosia di
Ade e Persefone il mio ultimo ritrovato: è stato talmente forte
che ha la
capacità di togliere qualunque forma di capacità non
umana a chiunque, persino
ad un dio. E’ stato facile poi imprigionare Ade e Persefone senza
poteri nelle
loro prigioni, e me la sono cavata abbastanza bene pure con una figlia
di Zeus
che sapeva poco sulle sue vere origini e sulle sue capacità. La
mia formula per
indebolire Ade è stata così forte che ha influito anche
su tutto l’Oltretombra,
rendendolo inaccessibile dagli altri dei. Per non creare sospetti,
appena ho
potuto sono tornato al Campo Mezzosangue come se nulla fosse successo.
–
Avrei
voluto sparare parolacce non-stop. Mi sentivo tradita. E delusa. Tanto delusa.
Non avevo avuto molto tempo di approfondire la mia amicizia con Micah, ma
sentivo questo tradimento come un pugno nel petto.
Alle
nostre spalle sentimmo all'improvviso dei rumori di lotta: Talia stava
arrivando verso di noi, lottando
ancora contro Alexa. Le due continuarono a lottare sotto i nostri
occhi, mentre di Matha, di Luna o dei grifoni non c'era alcuna traccia.
-
Credo che sia finito il tempo delle chiacchere. – commentò Micah. – Intanto tra
poco tutto finirà, quindi tanto vale vedervi affrontare e perdere la vostra
battaglia finale… -
-
Non ci riuscirai mai! – esclamò Paul, e tirò fuori dalla tasca un piccolo
pugnale, nel tentativo di combattere contro Micah. Quest’ultimo sorrise e parò
il colpo con una spada apparsa quasi nel nulla dalla sua mano.
-
Perfetto, quello che ci voleva: sconfiggerti una volta per tutte prima di dare
l’inizio ad una nuova era! – disse Micah con un sorriso soddisfatto, e i due
iniziarono a combattere sul serio. Anche se Paul aveva come unica arma un
pugnale e le sue frecce mentre Micah aveva un’enorme spada, Paul se la stava
cavando egregiamente: si vedeva che moriva dalla voglia di farla pagare a Micah
e che lui, ancora più di me o Nico, era rimasto ferito dall’atteggiamento di
quello che un tempo credeva una brava persona.
-
Cosa facciamo? – domandò agitata Chiara, guardando prima me e poi Nico. Io e
lui ci guardammo: non era tempo di pensare a quello che ognuno di noi provava,
dovevamo trovare una soluzione.
-
Non ne ho idea… - disse Nico con aria disperata. – Non è mai successa una cosa
simile, non so come si potrebbe risolvere… il Tartaro è sempre più agitato,
Caos si sta per svegliare… -
-
Io vado a dare una mano a Paul, voi aiutate Talia! – esclamai: non vedevo altro
da fare se non combattere fino alla fine.
Mi
unì a Paul nel combattimento, sfoderando la mia spada e parando un attacco di
Micah che per Paul sarebbe stato fatale.
-
Grazie…! – disse Paul rialzandosi da terra e preparandosi
ad attaccare
nuovamente. Micah era in evidente difficoltà: doveva stare
attento a non dare
le spalle né a me né a Paul, così come a non
cadere nel baratro del Tartaro. Ce
la stavamo cavando bene, ma Micah non era un avversario facile: non
demordeva,
schivava i nostri attacchi molto agilmente, attaccava quando meno ce lo
aspettavamo
e si muoveva con destrezza. Vidi sulla sua fronte scendergli delle
gocce di
sudore: forse era questo che dovevamo fare, dovevamo affaticarlo. Non
appena
Paul attaccava e Micah schivava, era il mio turno di attaccare, e
quando Micah
schivava il mio di attacco, Paul ricominciava… Non poteva andare
avanti a lungo
così, aveva già il fiatone, e non riusciva a far altro
che schivare senza avere l'opportunità di attaccarre. Ad un
certo punto Micah perse l’equilibrio,
cadde all’indietro e Paul ne approfittò per scoccare una
freccia; questa sfiorò
la mano di Micah che, dolorante, lasciò cadere la spada. Con un
calcio Paul buttò l'arma caduta dritta nel Tartaro, mentre
io colpii Micah in testa con l’elsa della
spada senza tante cerimonie, e questo svenne. L’avevo ferito, da
dove l’avevo
colpito usciva del sangue, ma non sembrava nulla di veramente grave.
-
Hem… non l’ho ucciso, vero? – domandai a Paul. Questo mi guardò sgranando gli
occhi. – Ti preoccupi di non aver ucciso questo traditore?! – fece lui.
-
E’ che… io non sono come lui, non credo che potrei
sopportare di uccidere una persona… - borbottai, ma mi ricordai
che quello non era il momento
adatto per queste cose: Caos si stava risvegliando. Ci voltammo, e
vedemmo
Alexa per terra a dimenarsi, legata e imbavagliata da degli scheletri.
-
Grande, Nico! – esclamò Paul.
-
Vorrei che l’avesse fatto prima: Talia è svenuta… - disse Chiara preoccupata.
Talia
giaceva per terra, priva di conoscenza e con numerose ferite su tutto il corpo.
-
Non voglio fare l’insensibile, ma non ha senso pensare a Talia quando tra poco
moriremo tutti. – ci ricordò Paul.
-
Sì, ma cosa possiamo fare?! – feci io, disperata.
-
Riflettiamo con calma… - fece Chiara, prendendo un enorme respiro per farsi
coraggio. – Cosa sappiamo di Caos? -
Io,
lei e Paul spostammo il nostro sguardo su Nico, che alzò le spalle dicendo: -
Non molto in realtà. E’ l’entità creatrice di tutto, e per tutto intendo Gea,
Tartaro ed Eros, solo dopo dal Caos sono nati il Buio e la Notte. Queste tre entità sono esattamente tre forze di pari
potenza, e da quanto ha detto Micah, la loro unione sta per risvegliare il suo
creatore. –
-
Di pari potenza, eh? – borbottò Paul pensieroso, la voce coperta dal rumore del
Tartaro che si faceva sempre più irrequieto.
-
A che stai pensando? – gli domandai nervosa e anche un po’ speranzosa: forse
aveva un’idea per uscirne.
-
Se sono forze di pari potenza questo vuol dire che al contrario del nome, il Caos si
basa su un equilibrio, un equilibrio tra Tartaro, Gea e Eros. – disse lui
velocemente. – Forse rompere questo equilibrio potrebbe essere una soluzione.
Pensateci: è come se il Caos fosse una torta divisa in tre enormi fette. Se
all’improvviso una di queste tre fette fosse più grande delle altre, sarebbe
impossibile ricomporre le torta. Dato che è impossibile per noi eliminare una
di queste tre entità, visto che si sono già unite sotto i nostri piedi, l’unica
soluzione è che una di queste forze sia in grado di sopraffare le altre. –
L’esempio
della torta era stupido, certo, ma il ragionamento non faceva una piega: si
trattava di semplice logica. Tutti quanti capimmo che probabilmente c’era una
speranza, ed eravamo sulla strada giusta.
-
Mi sembra ragionevole. – assentì Chiara agitata. – Ma come si può spezzare
questo equilibrio? Siamo solo dei mezzosangue, non possiamo comunque fare molto
contro queste forze… richiederà di sicuro un enorme sacrificio… -
-
Se il Tartaro è il luogo dei dannati, perché non buttiamo dentro quest’infame
traditore? –propose arrabbiato Paul, guardando il corpo privo di conoscenza di
Micah. – Sono certo che l’equilibrio si spezzerà. –
-
Non credo sia una buona idea far sì che sia il Tartaro a prendere il
sopravvento – commentò Chiara. – Cosa accadrebbe se una volta risolto il
risveglio di Caos fosse il Tartaro ad espandersi nel mondo? I dannati avrebbero
piede libero sulla terra… -
-
Peccato – commentò Paul amaramente, continuando a fissare Micah. - speravo proprio
di farlo fuori in questo modo… -
-
Di far sopraffare Gaia non se ne parla affatto – commentò Nico - è una potenza
troppo malvagia, forse ancora più del Tartaro stesso, almeno quello prevede un
certo tipo di giustizia… -
-
Eros! – esclamò all’improvviso Paul convinto.
-
Come? – feci io. Lui mi fissò dritta negli occhi annuendo e disse: - L’Eros è
il sentimento primordiale per eccellenza. Tutto lo identificano con l’Amore, ma
non è solo quello: Afrodite è Amore, Philotes è Amicizia, Era è Famiglia… sono
tutti sentimenti influenzati da Eros! –
-
Scusa, ma Eros non è… sì, insomma… la divinità dell’attrazione sessuale? –
domandò Chiara incerta. Paul scosse la testa. – Diciamo che è conosciuto come
tale, ma Eros è molto di più: Eros è attrazione, e l’attrazione non è solo un
fatto fisico o di sesso, l’attrazione è alla base di un qualsiasi sentimento, è
anche attrazione intellettuale e di personalità. –
-
Un sentimento forte come un collegamento empatico tra le uniche due
gemelle figlie di Zeus… - commentai con un filo di voce.
Silenzio.
Paul e Nico osservavano prima me poi Chiara sotto i rombi sempre più insistenti
del Tartaro. Avevamo tutti capito cosa volessi dire: l’unico modo per salvare
il mondo era buttarmi nel Tartaro insieme a mia sorella.
Paul
ad un certo punto si fece coraggio e disse: - Io… in realtà non era quello che
intendevo… credevo che… sapete… i sentimenti puri vincono sempre in ogni poema
e in ogni racconto. Non dovete per forza sacrificarvi voi due. –
-
Nostro Padre ci ha separate alla nascita perché sapeva quanto eravamo potenti
insieme, ma voleva che ci riunissimo dopo vent’anni per un motivo – disse
Chiara con voce ferma fissandomi. – Sapeva che qualcosa di orribile stava per
accadere, anche se forse non sapeva cosa, e sapeva che io e Robby insieme
avremmo potuto fare qualcosa per salvare la situazione. -
Tutto
aveva un senso… ripensai velocemente alla profezia che avevo sentito. Terra, Morte e Amore verranno riuniti, dei, umani e Mezzosangue dalla
fine saran colpiti. Ecco
cosa voleva dire: Gea, Tartaro ed Eros saranno riuniti... e la loro
unione avrebbe dato inizio alla fine di tutto: niente dei, niente
umani, niente mezzosangue... Sentivo
il mio corpo formicolare: di lì a poco sarei morta.
Avrei voluto piangere, ma la paura m’impediva di farlo.
All'improvviso ogni mio respiro diventava sempre più importante:
erano gli ultimi respiri che sarei stata in grado di fare, mi sentivo
la pelle d'oca. Se prima all'improvviso tutto trovava un senso, ora
tutto sembrava senza senso: la mia vita stava per finire, non c'era
più un senso.Chiara mi strinse la
mano e il suo sguardo mi fece forza. Annuii: entrambe sapevamo cosa fare.
Il
tempo era poco: Caos si stava risvegliando e di lì a poco il
mondo come lo
conoscevamo sarebbe finito. Non c’era tempo da perdere. Guardai
Nico e Paul:
entrambi mi fissavano con le lacrime agli occhi. Corsi verso di loro e
con un
unico abbraccio, strinsi forte entrambi. Ricambiarono
l’abbraccio, e mi diedero
un calore che non avevo mai sentito in vita mia, ancora più
forte del bacio di
Apollo. Sentivo le loro lacrime sulle mie spalle e le mie rigarmi le
guance. Credo che fu anche quel loro abbraccio a darmi la forza di
continuare nella mia inevitabile scelta.
-
Grazie per essermi stati sempre accanto… - dissi tentando di mantenere il mio
tono di voce il più calmo possibile. – Siete dei veri amici… - Paul
singhiozzava con il respiro affannato sulla mia spalla sinistra, Nico invece
tremava in silenzio sulla mia spalla destra.
Prima
di andarmene via, guardai Nico: il suo sguardo era abbattuto e pieno di
paura,
forse anche più del mio. Sentii una fitta al cuore: era
difficile andare verso la morte, era difficile lasciare la mia vita,
senza nemmeno aver salutato per l'ultima volta la mia famiglia, la mia
sorellina, tutti i miei amici in Italia e al Campo... ma era ancora
più difficile allontanarmi da quei suoi occhi scuri e bagnati
dalle lacrime. No, non volevo lasciarlo andare, non ora che avevo
capito quello che provavo, non ora che avevo finalmente accettato
quello che da tempo sapevo di provare. Allungai la mano verso Nico, e
lui me la strinse forte: non era come Paul o come Chiara, che volevano
darmi forza, Nico non voleva propio lasciarmi andare a morire. Ti prego, non fare così... pensai
continuando a guardarlo negli occhi senza riuscire a trattenere le
lacrime. Quel suo sguardo addolorato e la sua mano che stringeva forte
la mia mi rendevano ancora più difficile andarmene. Ripensai velocemente a quello che avevo scoperto: alla
profezia del figlio d’Ade che avrebbe incontrato l’Amore, il modo in cui una
volta rivelata la profezia lui era arrossito ed evitava di guardarmi negli occhi…
-
Se devo morire tanto vale farlo senza alcun rimpianto – dissi solo e senza
aspettare un secondo di più lo baciai. Il tempo sembrò fermarsi, e la
sensazione d’angoscia all’idea di morire si placò improvvisamente. Il panico
svanì: quello che importava in quel momento era lui, erano le sue labbra
morbide, le sue braccia che mi stringevano disperatamente a sé... Sentii il mio
cuore alleggerirsi, sentivo il suo respiro e le sue labbra che continuavano a
cercare le mie… Quando ci lasciammo, lo guardai negli occhi e ne ebbi la
certezza: in quel momento di disperazione, entrambi ancora con il fiato corto,
ci sorridemmo imbarazzati. Non sapevo che facce avessero Chiara e Paul: tutto quello che mi importava era Nico. Sì, stavo per andare incontro al suicidio, eppure mi
sentivo felice. Felice come non lo
ero mai stata in vita mia.
- Giuro che se ne esco viva ne voglio altri mille così – esclamai con un sorriso e senza dargli tempo di rispondere gli diedi le spalle, corsi via, presi la mano di Chiara e mi buttai con lei nell’abisso del Tartaro.
Fulmini e saette, ecco lo spazio dell'autrice!
Da daaaan!!! Sorpresi? Spero di sì. Finalmente il capitolo tanto atteso... sono stra emozionata di poterlo finalmente postare! Però prima devo fare un paio di chiarimenti.Prima di tutto il fatto che Micah sia traditore. Adesso, non volevo che un altro figlio di Ermes facesse lo stronzo come è già successo nella saga di zio Rick. Però Micah, nella vita reale era un nostro amico e si è realmente comportato come uno stronzo nei confronti di tutti noi. Anzi, per la verità lo è sempre stato, e io lo sapevo anche se volevo pensare il contrario. Per questo volevo fare in modo che tradisse tutti nella storia ma, quando ho iniziato a scriverla, ero veramente tentata a farlo redimere in conlusione: mi sarebbe piaciuto che, a questo punto, noi fossimo stati in grado di farlo ragionare e lui tornasse sui suoi passi, chiedendo scusa. Io in fin dei conti credo nel perdono. Ma dopo dei recenti avvenimenti non credo che potrò mai perdonarlo e non credo nemmeno che la nostra amicizia con lui possa mai tornare come prima. Non entro in ulteriori dettagli perchè non è importante ai fini della storia, ma volevo solo farvi capire il motivo della mia decisione, anche se fino ad ora non è che abbia parlato molto di lui... Ah, sì! Poi il rancore di Micah nei confronti di Paul. Già da tempo lo pensavo, ma ora sono certa che, nella vita reale, Micah sia geloso marcio di Paul: Paul è una brava persona, è sincero, schietto, non è infantile e sa farsi ben volere molto facilmente, nonostante le malelingue. Micah invece deve fare i salti mortali per farsi notare da tutti, e finisce solo per ridicolizzarsi: se alla gente piace un simile comportamento, io sinceramente lo trovo a dir poco sgradevole, visto che ha 20 anni e non 15. Prima lo sopportavo perchè, beh, gli amici si accettano con i propri pregi e con i propri difetti, ma ultimamente dopo la rottura che tutti noi abbiamo avuto con lui, lo trovo ancora più insopportabile di prima, e questa storia della gelosia è sempre più evidente.
Detto questo, altro punto importante da chiarire: la storia di Caos. So che dal Caos nacquero Gea (la terra), l'Erebo (il buio) e Nyx (la notte). Per questa storia però mi sono adattata alla versione di wikipedia. Mi imamgino che dopo il Caos le prime entità siano state la Terra, il Tartaro e l'Eros, e che poi in seguito siano nati il Buio e la Notte. Quindi per risvegliare il Caos bisogna riunire i suoi primi figli: Terra, Tartaro ed Eros.
Se c'è qualcosa che non è chiaro, vi prego di dirmelo: ho una mente talmente contorta che ho fatto il possibile per spiegare in modo dettagliato e semplice il piano di Micah.
Ora aspetto le vostre recensioni e le vostre impressioni prima di continuare (sul piano di Micah, sulla profezia che era stata fatta a Nico -eheheh...-, sul bacio -OLE'- e sull'idea per risolvere il tutto), anche perchè il prossimo capitolo è già pronto da postare! :)
A presto,
Calipso
PS:
SPOILER PER QUELLI CHE NON HANNO LETTO MARK OF ATHENA: giuro che mi sono infuriata un sacco quando ho letto che voi-sapete-chi si sono buttati nel Tartaro alla fine del libro. Ho pensato: "Zio Rick, ti uccido! Sono mesi che stavo pensando di far buttare i MIEI personaggi nel Tartaro e tu mi rubi l'idea?!" Quindi anche questo, non prendetelo come una copiatura della storia di zio Rick: E' STATO LUI A COPIARE ME!! *aimè, involontariamente... -.-'*