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Autore: Davide95    02/11/2012    1 recensioni
Lo so che potrebbe sembrare strano, ma non tutti i ragazzi odiano leggere o scrivere; sono Davide, e questa è la seconda storia che scrivo.
'Era questo che intendevi mamma? Era questo che intendevi quando dicevi che mi meritavo il meglio? Perchè non so se me lo merito, ho lasciato una scia di cuori spezzati dietro di me e non mi sono mai curata di sanarli. Ed ora, mentre guardo, o credo di vedere, Zayn piangere, mi accorgo che ho appena spezzato anche il suo. Ho distrutto tutto, capisci?'
Cassie è una diciassettenne, reduce da un'incidente da cui è riuscita a salvarsi solo lei, mentre la madre è morta tragicamente, che deve affrontare una nuova scuola e deve fare i conti con nuove amicizie. Ragazza molto riservata e vuota, riscoprirà cosa significa provare dei sentimenti.
Zayn, ragazzo affascinante e seducente, non riesce più a far battere il suo cuore.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cassie.

 

Odiavo quella scuola; c'era decisamente troppa gente. Vidi Debby ed Ethan, mentre mano nella mano, entravano al bar della scuola all'intervallo e cercai di non farmi vedere camminando veloce verso l'uscita, ma fu inutile perché Debby stava cercando proprio me.
Cassie.”mi disse, mentre mi veniva incontro e lasciava Ethan da solo in coda. Cercai di sorridere, dopotutto era una ragazza dolce, ma non avevo sorriso per così tanto tempo che ora, anche se ne avevo voglia, non ci riuscivo.
Allora, come ti pare? Con il programma come ti sei trovata?”chiese sorridendomi. Notai che era una bella ragazza quando si sistemò dietro le orecchie un ciuffo dei suoi capelli biondo-cenere e notai che il suo ragazzo era un bel ragazzo quando camminando verso di noi mi sorrise. I suoi occhi verdi brillavano mentre si affiancava a Debby. Pensai che non ci sarebbe mai stato un ragazzo i cui occhi avrebbero brillato per me.
Hei, ci prenderanno il posto!” si lamentò Debby, riferendosi alla coda al bar.
Amore c'era troppa coda, ci vorrebbero ogni volta dieci intervalli per prendersi la merenda qui, lo sai.” disse sconsolato, accarezzandole una spalla.
La psicologa aveva detto:”sforzati di essere gentile, non sei costretta a rimanere sempre da sola. Fai amicizia!”
Presi la mia borsa e tirai fuori un contenitore viola, lo aprii e lo diedi a Debby.

È al cocco, l'ha fatta mia nonna.”dissi.
Il viso di Ethan si illuminò alla vista dell'enorme fetta di torta che stavo loro porgendo e non tardò ad allungare le mani verso di essa, già con l'acquolina in bocca ma Debby lo bloccò. La guardai interrogativa.

E tu cosa mangerai?” mi chiese, squadrando le mie gambe esili. Sapevo di essere dimagrita abbastanza, ma non avevo appetito. Mai.
Io ho già mangiato.” mentii sorridendo. Ella sorrise e lasciò che Ethan prendesse il dolce. Mi ringraziò con così tanta enfasi che ebbi l'impulso di scappare.
Se non riesci ad avvicinarti alle persone, lascia che siano loro a farlo.”
Odiavo quando le sue parole mi rimbombavano in testa come se fossero la mia coscienza, ma sapevo che avevano ragione.
Un ragazzo mi si avvicinò, ed io pregai con tutto il cuore che si fermasse o che cambiasse direzione, e con mia grande fortuna lo fece e andò da Debby.

Campionessa, devi fare l'iscrizione dopo!” disse, battendole il cinque.
Si ma tu tieni le mani a posto, grazie.” disse acido Ethan. Sorrisi quando Debby si avvicinò di più allo sconosciuto per dare noia al suo ragazzo, che la guardò male; per ripicca, credo, Ethan si avvicinò a me e mi mise il braccio sulle spalle, guardando con aria di sfida la sua ragazza. Mi irrigidii all'istante e mi ritrovai in una situazione di tale disagio che mi sentii quasi sollevata quando il ragazzo venne verso di me, facendo allontanare Ethan.
Sono Niall!”mi sorrise. Esitai un secondo prima di stringergli la mano e dire il mio nome. Mi rilassai.
La famosa Cassie.” disse un altro che era appena arrivato.
A quanto pare.” dissi, sorridendo stringendogli la mano. Stava diventando facile stringere la mano, troppo a mio parere.
Mi ritrovai in un momento nel bel mezzo di una conversazione, a cui ovviamente non partecipai ma che ascoltai con interesse; politica, argomento che non mi piaceva affatto, soprattutto perché non capivo e non conoscevo. Anche Debby come me se ne stava zitta accanto ad Ethan.

Hai già fatto l'iscrizione?” chiese Niall a Debby. Era la prima volta che riuscivo a ricordarmi il nome di qualcuno al primo colpo. Mi domandai di che diavolo stessero parlando.
Potrebbe iscriversi anche Cassie, no?”
Mentre io mi girai verso il ragazzo che aveva parlato, tutti si voltarono verso di me. Era Zayn, quello che mi aveva accompagnato in classe. L'attore.

"Ha fatto pallavolo per anni.” si giustificò. Lo guardai con uno sguardo che se fosse stato possibile lo avrebbe fulminato, e lui mi sorrise. Gli sguardi dei presenti si mossero da me a lui, e poi di nuovo a me.
Certo, è una bellissima idea! Dopo ti porto il modulo!” disse Debby contenta, saltellando verso Zayn. Gli saltò praticamente in braccio ed io mi stupii nel vedere Ethan ridere. Cos'era, un triangolo forse? Qualunque cosa fosse, non era affar mio, perciò non ci pensai.
Non credo sia una buona idea.” dissi guardando la ragazza che intanto aveva appena sussurrato qualcosa all'orecchio dell'attore.
No è una buona idea invece, ci serve una brava in campo.”dissi ed io pensai che era un tantino esaltata.
Ok.” dissi senza interesse, mentre i ragazzi si avviarono per il corridoio dopo che Ethan ebbe salutato Debby con un bacio casto. Zayn mi guardò intensamente prima di girarsi e andare con loro; mi chiesi perché quel ragazzo cercava di rapportarsi con me.

La mia nuova 'amica' mi prese sottobraccio, cosa che non apprezzai ma che cercai di sopportare, e iniziò a camminare ed io la seguii, guardandomi intorno e scoprendo che in quella scuola c'era realmente tantissima gente.
Sono simpatici i tuoi amici.” dissi, cercando di essere il più cordiale possibile.
Zayn ti guarda in modo strano. Avete fatto conoscenza?”chiese guardandomi sottecchi.
Se così si può dire.”risposi, sistemando meglio la cartella sulla spalla. Annuì.
È un bel ragazzo, inizialmente ne ero affascinata. Poi però non era il mio tipo, quindi..” disse sorridendo. Mi chiesi per quale motivo me lo stava dicendo.
Io non sono il tipo da ragazzi.” dissi acida.
Già, l'avevo notato.”


 

Più passavano i giorni più mi rendevo conto che sorridere, non era poi così difficile; la psicologa continuava a dirmi che stavo andando bene, che presto non ci sarebbe stato più bisogno di vederci. E non sapevo se la cosa mi rendesse felice o meno. Mi piaceva dopotutto parlare con lei, anche se a volte la trovavo troppo invadente e spesso me ne stavo zitta o ascoltavo la musica.
Buttai la pasta nell'acqua che bolliva e qualche schizzo mi bruciò la pelle; mia nonna cercava di rapportarsi con me ogni giorno, ma c'era qualcosa che mi impediva di parlarle senza risponderle male, senza ferirla ogni volta. Ad ogni parola che pronunciava sentivo la mia barriera avvolgermi completamente, nessun piccolo foro mi permetteva di approcciarmi a lei senza parolacce, senza rispondere acidamente. Eppure le volevo bene, era l'unica o quasi persona che mi era rimasta. Riuscivo bene o male ad intrattenere una conversazione con tutti, ma appena varcavo la porta di casa divenivo intrattabile, acida e cattiva. Si, diventavo cattiva. Mi scusavo preparando la cena, facendo le faccende di casa ed ero riuscita anche a trovare un lavoro, per aiutare mia nonna con le spese, non volevo infatti pesarle. Volevo essere autonoma e libera d'uscire quando volevo. I genitori di Debby infatti mi avevano assunto nella loro biblioteca e libreria contenti di conoscermi ed andavo lì ogni giorno o quasi; mi ero offerta di andare anche al sabato ma me l'avevano vietato con una frase del tipo 'una ragazza della tua età deve uscire al sabato, non lavorare'. Erano due persone cordiali, giovanili. La madre assomigliava molto alla figlia, anche se i capelli logicamente erano più smunti e più bianchi, il padre invece era più vecchiotto, all'apparenza sembrava burbero ma poi si vedeva che aveva un cuore d'oro.
'Debby segui l'esempio di Cassie' avevano detto ed io mi ero beccata un'occhiataccia simpatica dalla mia amica.
Mi piaceva stare lì; era un luogo silenzioso, calmo e nessuno era costretto a rivolgermi la parola, anzi era quasi vietato parlare. Il mio luogo ideale. Mia nonna non era troppo contenta, diceva che non era responsabilità mia prendersi cura di lei e della casa e delle spese, ma non avevo desistito. Lo facevo volentieri.
Mi sedetti al banco, osservandomi intorno. Alcuni ragazzi erano seduti ad un tavolo, intenti a scrivere e a leggere, probabilmente stavano studiando qualche noiosissima materia di scuola. Un ragazzo seduto di spalle stava battendo leggermente il piede, cosa che col passare del tempo iniziava a darmi sui nervi. Potevo intravedere la pelle ambrata del suo collo e i capelli neri arrabbiati che lo solleticavano. Aveva le spalle larghe e pensai che anche se non ero il tipo da ragazzi, quello forse, ma forse, mi sarebbe potuto piacere. Ovviamente sarebbe durato forse un mese e poi l'avrei lasciato, però doveva essere carino si. Mi ero ripromessa niente ragazzi dopo quello stronzo di Jess che mi aveva tradito con la troia di turno, ma solo del sano sesso appagante. Sesso che però doveva essere fatto con lo stesso ragazzo per non più di un mese, poi sapevo che inevitabilmente ci sarebbe stato un coinvolgimento sentimentale, da parte sua ovvia, mia no di certo. Se ne valeva la pena, avrei potuto magari anche allungare a due mesi, ma solo se era veramente bravo. Avevo detto no ai ragazzi, così alla mia sofferenza si sarebbe aggiunto un fattore in meno. Ovviamente poi avevo detto no anche agli amici perché erano possibili cercatori di una storia e infine alle amiche, perché le mie erano veramente ipocrite. E mi ero riscoperta così nuova, così estremamente pura che avevo deciso che sarei stata bene anche da sola. Ma in quel momento pensai che magari le amiche potevano non essere tutte ipocrite, che magari gli amici potevano rimanere solo amici. I ragazzi, in quanto fidanzati, ovviamente non li avevo rivalutati.
Il ragazzo dalla pelle ambrata si alzò dal tavolo, e andò verso l'uscita ed io così non riuscii a vedere il suo viso. Avevo una strana sensazione, come se lo conoscessi di già. 'Fa niente' pensai, tanto che importanza aveva?

Hei, bibliotecaria!” esclamò Debby dopo poco, entrando. Gli sguardi di tutti si alzarono verso di lei, come per ammonirla per il suo tono di voce alto, e poi ritornarono ognuno sui loro libri. Mimai una risata mentre quella rivolgeva ad ognuno di loro invece un'occhiata di disgusto. Mi chiese come stavo e se avevo mangiato; aveva notato che non mangiavo a pranzo e probabilmente mia nonna l'aveva avvertita di controllarmi.
Sto bene.” dissi decisa, convincendola.
Allora, quanto ti stai annoiando?” mi chiese ridendo sottovoce. I suoi occhi blu brillavano.
Mi piace qui. Regna il silenzio. Hai tempo per pensare.” dissi, ma subito dopo mi vergognai di quella confidenza.
Hai ragione sai? Forse potrei venirti a fare compagnia qualche volta.”
Annuii, felice. Aspetta, felice?
Un ragazzo si avvicinò e mi passò un libro, mentre mi salutava. Cordiale lo salutai anche io, mentre Debby mi guardava passare il codice a barre e comunicare il prezzo. Il ragazzo mi sorrise e mi porse una banconota da 20 euro un po' spiegazzata. Ad un certo punto allungò sul tavolo un biglietto con scritto qualcosa ed io interrogativa alzai subito lo sguardo verso di lui. Mi sorrise e notai che non era affatto male; i suoi occhi erano azzurri, simili a quelli di Debby e i suoi capelli erano chiari alzati da una piccola cresta.

Questo è il mio numero, Cassie.”
Appena pronunciò il mio nome mi irrigidii. Mi sorrise ancora una volta.

Grazie Debby, a presto.”disse prima di girarsi ed uscire.
Mi girai verso Debby con uno sguardo omicida.

È mio cugino!” disse contenta.
Per quale oscuro motivo sapeva il mio nome?” chiesi acida, prendendo il bigliettino tra le dita.
Ha detto che eri tremendamente bella e..”
Accartocciai il bigliettino e feci canestro nel cestino.

Hei! Almeno conoscilo!” protestò.
Scusa.” dissi e presi il cappotto, dopo essermi accertata che il mio turno fosse finito. Lo misi e me ne andai, sentendo lo sguardo di Debby puntato su di me.
L'aria fredda mi colpì in pieno viso ed io mi strinsi di più dentro il mio cappotto marrone. Il sole era già calato da un pezzo ed io camminai fin casa con passo lento, non avevo voglia di entrare. Ma dovetti farlo. Trovai mia nonna che armeggiava in cucina e la salutai.

Allora, come è andata a lavoro?” mi chiese, allegra e impaziente di sapere. Me lo chiedeva ogni volta che ci andavo.
Normale.” dissi.
Senti, mi chiedevo.. potresti invitare la tua amica qui domani. Io sono da Genna, quella di cui ti raccontavo poco tempo fa. Così non dovrai stare da sola!”
Io sto bene da sola.” dissi acida, mentre preparavo la tavola e accendevo la TV, facendo finire la conversazione. La sentii borbottare e poi la feci sedere, mentre io scolavo la pasta e la mettevo nei piatti. Quella con l'uovo sbattuto e la pancetta per lei, una sorta di carbonara mentre per me, che non digerivo le uova, misi solo un po' di olio e gliela servii. Mandavano il telegiornale, erano le 8,30 e ascoltammo, io con finto interessamento.
Hai fatto qualche amicizia Cassie oltre a quella ragazza?” chiese mia nonna piano, come se avesse paura che io scattassi in uno dei miei momenti di rabbia. Annuii curvando un poco il labbro in un sorriso per rassicurarla.
La mamma di Debby, giusto? Mi ha detto che sabato sera andranno a casa sua un po' di amici della figlia e mi chiedevo se per caso avesse invitato anche te.”
Si mi aveva accennato.” dissi vaga, cercando di ricordare cosa aveva detto esattamente Debby; l'avevo ascoltata distrattamente perché me l'aveva accennato in classe e non volevo risultare alla nuova prof come una chiacchierona.
Ovviamente puoi andare, lo sai.” mi disse alzandosi dalla sedia. Annuii.
Hai diciotto anni Cassie, lo sai che non devi avere problemi a chiedermi di uscire.” disse ancora.
Forse andrò.” dissi, mentre la vedevo aprirsi in un sorriso speranzoso. Pensai che mi voleva veramente bene.

  
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