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Autore: game over_    02/11/2012    7 recensioni
Tratto dalla storia:
-Devi andartene.- mormorò allontanandosi da me.
-..No, Perchè?- chiesi guardandolo sfuggirmi, come aveva sempre fatto.
Fece un ghigno, un ghigno di disprezzo, poi me lo ritrovai di fronte, incatenata tra le sue braccia. -E se decidessi di ucciderti? Potrei farlo da un momento all'altro.- disse poi, avvicinando le sue labbra al mio collo. Il cuore batteva forte, le mani sudavano. E non avevo paura. Era la vicinanza con lui a farmi questo effetto.
-Non lo faresti mai Harry. Non l'hai fatto la prima volta, non lo farai nemmeno adesso.- sputai respirando a fatica.
Sembrò spiazzato, ma aveva la risposta pronta. -Allora perchè sei agitata?-
-Perchè sono incondizionatamente innamorata di un vampiro.- dissi guardandolo. Alzò lo sguardo verso di me, stupito. E fu in quel momento che capii cosa realmente provavo.
--
Bene, ci tengo a precisare che non è roba copiata da Twilight, New Moon o quello che è.. E' tutto inventato da me, se non qualche frase che mi piace della saga, lol.
Beh, hope u like iit! :D
-Kisses
Genere: Fantasy, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo otto.

Venni svegliata da un assordante rumore provienente da fuori alla finestra alle mi spelle. Lentamente portai le mani agli occhi, stropicciandoli, per poi alzarmi dal letto tanto comodo che mi aveva ospitata tutta la notte.
Nelle stanza il buio ed il silenzio regnavano sovrani. Solo quel fastidioso ticchettio proveniente da fuori.
Faceva abbastanza freddo, più di quanto immaginassi. 
Infilai le pantofole e la vestaglia poggiata sul comodino accanto al letto. Andando un po' alla cieca, fidandomi della mia buona memoria, mi diressi ad aprire le finestre, per far entrare un po' di luce.
Tirai la catenella, e aprii le serrande bianche, lasciando entrare quella poca, pochisisma luce nella camera.
Come non detto. Il cielo era dominato dalle nuvole grigie e minaciose. Trava vento, dati gli alberi leggermente piegati verso un lato sbattuti dalla forza di esso. Pioveva forte, e il giardino che vedevo dalla mia stanza era completamente fradicio.
Sbuffai, richiudendo le serrande e le tende azzurrine. 
Mi diressi in cucina, pronta per fare una colazione sostanziosa per questo sabato mattina, comiciato con il piede sbagliato.
Mentre scendevo le scale, i miei pensieri si concentravano su un'unica persona. Harry. 
Impossibile, misterioso, dolce, gentile. Tutti aggettivi mischiati tra di loro. Incomprensibili, e per sè o troppo, o troppo poco. Ma messi insieme davano quel fascino e quella curiosità che risuscitava in me ogni qual volta che lo vedevo. 
Ripensavo alla sera precedente. All'incontro di due giorni fa. Al fatto che  mi aveva confidato il suo segreto apertamente. Al modo con il quale aveva evitato che fossi presa in pieno da un'auto, quel giorno, lungo la strada.
Al fatto che il giorno dopo era venuto da pe per tenermi compagnia; Ai sui occhioni verdi, cangianti. Alle sue labbra carnose e piene, così invitanti. A quel suo sorriso che riservava a pochi.
Era incredibile, e asolutamente assurdo come fossi riuscita a restargli impassibile, dopo esser venuta a sapere delle sue "doti".
Se fossi stata in un'altra situazione, con un'altra persona sarei sicuramente scappata a gambe levate, sperando di aver assistito ad un brurro incubo. Ma il fatto che fosse stato lui a dirmerlo, rendeva le cose migliori. E non sentivo alcun senso di paura quando ero con lui. 
Poi, le frasi dolci della sera prima, il modo con il quale mi abbracciava. La delicatezza che usava per accarezzarmi i capelli. E la premurosità che mi aveva dimostrato portandomi nel letto dopo il film che avevamo visto insieme.
Immersa nei miei pensieri non mi accorsi di essere arrivata già in cucina. E questa volta, avevo risparmiato la coda del gatto, senza schiacciarla con i miei piedi.
Mi feci velocemente una zuppa di latte. Ne bevvi qualche sorso e subito dopo aver rimesso tutto in ordine mi precipitai a farmi una doccia rinfrescante. 

Un ora dopo.
Nemmeno il tempo di finire di vestirmi che sentii bussare alla porta.  Mi infilai la felpa grigia velocemente e scesi le scale avviandomi verso la porta. 
Bussarono ancora una volta, con più insistenza però. Chi era dall'altra parte dalla porta aveva parecchia fretta. E non lo si poteva biasimare, dato il forte temporale che era acora in corso.
Feci mente locale della situazione, prima di aprire la porta. E ricordai che mamma era a lavoro. 
Ma allora, quale mente sana uscirebbe con questa pioggia?
-Chi è?- chiesi tenendo la mano sulla maniglia della porta, ghiacciata.
Dopo pochi attimi, una voce familiare giunse alle mie orecchie. -April! Apri subito la porta.- disse piatto Harry, dal'laltro lato.
-Harry?- chiesi insicura, una volta aver aperto la porta. E le parole mi morirono in gola. Lo vidi davanti alla porta, tutto gocciolante e con un espressione indecifrabile in volto.
I riccioli castani gli ricadevano fradici sulla fronte, dalle labbra leggermente socchiuse per il fiatone, cadeva altra acqua. Così coem dai suei vestiti.
-Fammi entrare.- mi sconsò quasi prepotentemente, entrando così in casa. Chiusi la porta e mi avviai in salotto, trovandolo in piedi, intento ad ispezionare il territorio.
-Harry ma cosa..- non mi fece finire di parlare che mi interruppe immediatamente, sovrastandomi la voce con la sua roca e lenta. -Sei sola a casa?...-
Lo guardai incurvando le sopracciglia. -Si, ma..-
-E'..entrato qualcuno?- chiese sporgendosi verso la cucina. 
-Cosa?- mi sorpassò velocemente, salendo le scale velocemente, tanto che dovetti fare un piccolo sforzo per stargli dietro. 
Si avvicinò alla mia stanza aperta. Vi entrò disinvolto, come se fosse da tutti i giorni irrompere in casa di una ragazza, di sabato mattina.
-Harry!- urlai vedendolo entrare persino nel bagno nella mia camera. 
Poi vi uscì, come se stesse cercando qualcosa. -E' venuto qualcuno?  Hanno bussato?- chiese frettoloso avvicinandosi a me.
-No!..- risposi stranita. Allargai leggermente le braccia dai fianchi guardandolo attentamente. 
All'inizio era serio, poi la sua espressione si allargò in un mezzo sorrisetto, e portandosi una mano ai capelli abbassò la testa, visibilmente imbarazzato. 
-Scusa.- disse grattandosi la nuca. -Posso..asciugarmi?- aggiunse sollevando poi lo sguardo su di me. 
Snnuii indicandogli il bagno. -C'è un phon. Usa quello.- gli sorrisi vedendolo raggiungere il bagno.
Mi sedetti sul letto, difronte al bagno, e con la porta semi chiusa riuscivo perfettamente a vederlo. I riccioli disordinati svolazzavano da una parte all'altra, mentre la sua espressione seria si guardava allo specchio mentre finiva di asciugarsi del tutto.
-Se continui a guardarmi, mi consumerai.- mormorò beffardo. Abbasai lo sguardo sulle mie Airforce. 'Che figuraccia, porcatroia.' pensai passandomi una mano sulla fronte. Il phon cessò di emettere quel suono tanto fastidioso che giungeva alle mie orecchie da almeno mezz'ora. Vidi Harry raggiungermi in stanza, e mi alzai in piedi, aspettando una sua spiegazione.

-Non mi hai ancora detto perchè sei venuto!- dissi senza distogliere lo sguardo dal soffitto. Erano passate due ore, e il temporale, finalemne stava cessando.
Harry era rimasto con me. Avevamo preparato il prando inzieme, e mi ero accorto con grande piacere che era un cuoco provetto. 
Adesso ci trovavamo in camera mia, sul mio letto. In un imbarazzante abbraccio silenzoiso. 
Sospirò. -Nulla. Avevo una..brutta impressione, ecco.- mormorò caontinuando ad accarezzarmi i capelli. Pensai che era il suo hobby preferito. 
-Non ci si presenta con una 'brutta impressione' a casa della gente.- ammisi girando leggermente la testa per guardarlo. Il suo profilo, intento a fissare il soffitto bianco e inespressivo della mia stanza eracosì tremendamente perfetto, che dovetti trattenermi da non esprimerlo ad alta voce.
Si voltò a guardarmi. I nostri visi erano così pericolosamente vicini. Ed il moi sguardo fissare le sue labbra insistentemente. Era così schifosamente bello.
I lineamenti del viso, gli occhi luminosi e di quel verde azzurro da far invidia a chiunque.
-Ho voluto fare un salto da te, non potevo?- chiese sussurrando, per non distruggere quella tranquillità che si era creata. 
Mi sedetti accanto a lui, sentendo il suo sguardo addoso, in ogni singolo movimento.
Rassegnata, cambiai discorso. -Posso farti una..domanda?- mi sistemai un ciuffo dietro l'orecchio, aspettando il suo consenso.
-Si.- disse semplicemente girando un po' la testa. 
-Come..come sei diventato un..un,vampiro?- vidi i suoi occhi diventare improvvisamente più spenti, ed il suo sguardo abbassarsi dai miei, ai suoi piedi accavallati ai margini del letto.
-Mio nonno.- 
-Tuo nonno?- domandai stranita. 
-Mio nonno era un vampiro..- la mia mente non capiva, ed Harry continuò a raccontare. -Quando compii 17 anni mi raccontò tutto. Eravamo ad Oxford, e venni a conoscienz del mondo dei vampiri e delle doti di mio nonno. Ovvero i miei tutt'ora.- 
Lo incitai a contnuare con lo sguardo, sdraiandomi di nuovo accanto a lui. Poggiai la testa sul cuscino, gaurdandolo parlare. -Mi disse, che c'è un'età, in cui tutti noi dobbiamo fare una scelta. Una scelta importante, che cambierà radicalmente il nostro futuro su questa terra. Per molti esseri unani è una scelta quotidiana, una scelta futile. Ma per noi vampiri è diverso.- fece una pausa per accertarsi che lo stessi capenso, e dopo un mio cenno continuò, portando lo sguardo sul soffitto.
-Mio nonno era un vampiro; suo nonno lo era; la madre, ed il padre di suo nonno lo erano; e così una intera generazione a venire. Era discendenza che lo diventassi anche io.- 
-Ti hanno costretto?- chiesi incuriosita. 

HARRY
-Ti hanno costretto?- il suono della sua voce mi arrivò alle orecchie semplice e puro. Era magnifica. Non si stancava di sentirmi parlare, era come se il suono della mia voce le piacesse. Come a me piaceva il suo.
Scossi la testa sorridendo amaramente. -No, assolutamente. E' stata una mia scelta. Preso dalla novità e dalla bellezza della cosa, mi feci strasformade da mio nonno. Non sapendo a cosa andavo incontro.- La guardai ancora una volta. 
Era come una calamità, e quel suo profumo di vaniglia, era percepibile e kliometri di distanza, per uno come me.
-E..come hai conosciuto i ragazzi?- era davvero interessata. Lo capivo dal tono della sua voce. 
Sorrisi, ricordando. -Me li ha presentati nonno. Erano tutti quanti già tarsformati da un po' di tempo. Liam, Louis e Niall, il più giovane, insieme a me ovviamente. Venni allontanato dalla mia famiglia, che sapeva il mi destino, e fuggii in America con i ragazzi..Dopo un anno arrivò Zayn. Anche lui vampiro affidato a noi. Eravamo come una grande famiglia. Siamo come una grande famiglia.-
-Wow..- esclamò sorpresa. La luce del mattino entrava lievemnte dalle finetre coperte solo dalle tendine azzurre, e l'odore di pioggia si percepiva ancora.
-Ma..- riaprì di nuovo il dicorso. -Quindi salta una generazione!- 
Annuii fissando una foto appesa al muro. -E se..?- 
Mi voltai verso di lei. -E se..?- la aiutai, cercando di capire dove volesse arrivare.
-E se un vampiro, come te ad esempio, e una non vampira..avessero un figlio? ..Poi sarebbe vampiro?- chiese guardandomi negli occhi. 
Ricambiai lo sguardo, avvicinando il mio volto al suo. Scossi la testa lentamente. -Non si può concepire. Il figlio vampiro si nutrirebbe della madre stessa, ancora nella pancia e lei rischierebbe la morte, troppo debole per essere trasformata..- la sua espressione era alquanto assente, dovuta alla mia netta vicinanza. Provavo qualcosa di forte per April, e tutti i miei dubbi venivano confermati o smentiti quando era accanto a lei. 
-Solo due vampiri possono avere un figlio, che nascerebbe vampiro.- sussurrai a due centimetri dalle sue labbra.
Deglutì a vuoto, e sorrisi compiaciuto. La guardai negli occhi, portando una mano sulla sua guancia calda. A quel contatto rabbrividì, socchiudendo gli occhi per poi riaprirli e fissarmi insistentemente, così coem io stavo facendo con lei.
-Scapperesti?-
-No.- rispose sicura.
-Hai paura?- 
-No.- rispose sicura.
-E se ti baciassi?- 
Esitò un istante, mentre nei suoi occhi si accendeva un brillio di non so cosa. -Ricambierei il bacio.- 
Sorridendo, annullai la distanza che c'era tra di noi, avvicinandole il viso con la mano poggiat delicatamente sulla guancia.
Le sue labbra toccarono le mie, e una scarica di adrenalina si impossessò del mio corpo, facendomi gonfiare il petto violentemente. Usai tutta la mia volontà per non risucchiarle sangue dalle labbra così carnose e pure. E forse perchè era sabato. Forse perchè era stagione di caccia. O semplicemente perchè ero fottutamente innamorato di April..Toccai il cielo con un dito, qando le nostre lingue si intrecciarono in una danza senza fine.




 ECCOMIIIIII! *uu*

Okay centeee,(?) dovevo postare ieri.. MA LI AVETE VISTI!? 
:'Q_
Ceh, cazzo, erano stupendi! *-* Mio dio, poi Niall che ha detto: 'Crazi Mille.'(?) AHHAHA, amore puccioloso! (??) hsgdjsh :'3
Ok, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, perchè a me piace parecchio, e il prossimo ancora di più hgdjsh c':
Beh, che dire..Lasciatemi tante recensioni e ...BUON NATALE!(?) hahah, no ok.
sparisco. 
*puff*



   
 
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