Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |       
Autore: Samarskite    02/11/2012    6 recensioni
Ad un certo punto Zayn, sorseggiando la sua Coca Cola, mi piantò addosso i suoi occhi scuri. "Jordan... Se noi ti pagassimo per farci fare un tour di New York, accetteresti?"
"Per quanto, un pomeriggio?", chiesi.
"Cinque giorni.", intervenne Niall togliendosi le briciole dalla maglietta grigia.
Massì, dai. Cinque giorni fuori dalla mia solita vita.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

5 giorni fuori, 1 Chapter


C'era freddo. Lo sentivo dall'aria pungente che mi pizzicava il naso e la fronte. Schioccai la lingua, soddisfatta della dormita che avevo fatto per la prima volta dopo tre mesi. Tirai timidamente fuori la mano destra da sotto il piumone per stiracchiarmi meglio.
Si, effettivamente c'era freddo.
Me la presi comoda, tanto era domenica.
Perchè era domenica, giusto?
Cercai di fare un calcolo mentale della settimana e mi resi conto che la sera prima avevo cenato con una pizza da asporto, senza nemmeno alzarmi dal divano. Questo era ciò che facevo di solito la domenica.
Perciò, persino una persona con la mente annebbiata da una soda dormita sarebbe arrivata a capire che non era domenica. Era lunedì.
Con una vaga consapevolezza che si faceva strada strisciando nel mio petto, aprii gli occhi girandomi verso il comodino, che poi era un semplice tavolino pieno di riviste.
Erano le nove.
"CAZZO!". Buttai il piumone da un lato e balzai giù dal divano. Nel buio dell'appartamento inciampai tre volte e riuscii a raggiungere il bagno. Mi lavai la faccia a secchiate, mentre contemporaneamente scannerizzavo ciò che poteva essermi rimasto di pulito nell'armadio.
Finito di gettarmi secchiate in faccia, misi un po' di dentifricio sullo spazzolino verde, designato come di mia proprietà, e mentre sfregavo energicamente tornai in salotto a frugare nelle pile di roba ai piedi del divano. Trovai un paio di jeans puliti, una camicia scozzese e una canottiera grigia. Sempre sfregando a casaccio i denti, mi vestii e misi la prima collana e il primo anello che mi capitavano a tiro, arraffai lo zaino dell'Eastpack, mi infilai le Vans e tornai nel bagno per sputare e sciacquarmi la bocca. Mi ricatapultai in salotto e, arraffando roba a piene mani dal tavolino -portafogli, chiavi, documenti, cuffie, cellulare, Mac, cappello- la ficcai malamente nello zainetto. Tenendo le chiavi di casa tra i denti mi infilai la giacca grigia della Napapjri e il cappello scuro, salutai mentalmente la mia roba perchè farlo mi dava l'aria di non essere la persona sola che ero e corsi fuori di casa tirandomi dietro la porta e accorgendomi solo dopo che avevo mollato le chiavi sul tavolino per mettermi in bocca una sigaretta. Dettagli.
Sulla Terza Avenue c'era un traffico da chiodi, così mi vedi costretta a fare l'autostop alle biciclette, finchè un povero cristo non mi disse che si era liberata una di quelle biciclette per i turisti, una di quelle scalcinate color giallo canarino che dovrebbero dare l'impressione di una New York ecologica o cazzate simili. Inforcai la bici e partii a manetta verso la mia destinazione, evitando accuratamente di pensare che stavo girando per New York una mattina di gennaio e che quindi, se non fossi finita sotto un taxi giallo, molto probabilmente mi sarei presa una polmonite fulminante.
Durante il tragitto ebbi modo di provare e fare diverse scoperte ed esperienze interessanti, che hanno aumentato il mio bagaglio culturale ma che però sinceramente non ripeterei:
1. non fare colazione rende il mondo più veloce e i tuoi tempi di reazione incredibilmente più lenti.
2. rischiai di uccidere tre bambini e un uomo d'affari, più una vecchietta che mancò la cicca della sigaretta ardente di pochi centimetri.
3. da Cool's c'era il 50% di sconto su tutti gli occhiali da sole e da sci.
4. per poco non mi disarcionai finendo contro la portiera di una limousine, che una sottospecie di testa di cazzo aveva aperto senza guardare. Mi ritrovai a fissare due occhi azzurro mare sinceramente preoccupati che mi fissavano chiedendomi scusa, mentre i miei, di occhi, erano all'incirca a pallina da ping pong e il cuore mi sembrava voler balzare fuori dal petto per lo spavento.
Boccheggiai per quindici secondi, poi lo guardai con sguardo da rimprovero ingoiando il vaffanculo che non avrei comunque potuto dire (mi sarebbe venuto fuori un gracidio strozzato, avendo visto la morte in faccia) e ripartii.
Tutto questo era avvenuto, a partire dalla mia sveglia, in esattamente diciassette minuti. Arrivai al lavoro alle nove e ventidue minuti, in ritardo di solo un'oretta e mezza scarsa. Bazzecole, no?
Il Boss mi guardò con aria esasperata e mi indicò una scolaresca delle elementari che mi stava aspettando all'ingresso del percorso romano.
"Hai ripassato la storia di Roma, no?", mi chiese il Boss, in quella che considerai solo dopo essere una domanda retorica. Feci un gesto come a dire "sì e no", più no che si, e poi raggiunsi i bambini. Iniziai a spiegare quello che mi ricordavo della storia romana.
E vai con Gaio Mario, Mario il Giovane, Publio Silla, Tizio Crasso, Gneo Pompeo, Giulio Cesare, Gaio Publio Quinto Pinco Pallino. In un'ora e mezza ne venni fuori senza fare particolari strafalcioni, e osservai quei bambini di otto nove anni trotterellare via contenti, compatendoli per la loro beata ignoranza sulla vita che fa la gente normale. Tornai all'ingresso, avendo dieci minuti di pausa, e mi avviai verso la sezione dell'età giurassica. Mi sedetti laconica accanto al piedistallo con lo scheletro di un velociraptor e lo guardai sconsolata. "Odio questa vita, Allan."
Il velociraptor Allan mi osservò con compatimento, e senza parlare espresse esattamente cosa voleva dire: "Di vite difficili devi andare a parlare con la statua di Roosvelt. O il buon vecchio Bonaparte... Io qui posso farci ben poco.". Gli diedi una pacchetta leggera sul muso e feci per alzarmi, quando vidi che il Boss e JD mi stavano osservando. Non ho ancora capito come si chiami il Boss, del resto potrei leggere la sua targhetta col nome, ma sinceramente non ci tengo, perchè dargli un nome lo renderebbe umano e io troverei più difficile riempirlo di insulti. In realtà non è cattivo, quando arrivo in ritardo mi sgrida e minaccia ma alla fine non mi licenzia mai, però non so, è così perfetto che mi viene voglia di insultarlo.
JD invece è il mio coinquilino. Il nome completo sarebbe Joahann Dondass, ma siccome gli fa sinceramente schifo per tutti è solo JD. La stessa persona orribile che quella mattina non mi aveva svegliata.
"Jordan. Dovresti smetterla di parlare con Allan, è inquietante.", mi fece JD compatendomi ancora più di Allan.
"È inquietante che io parli ad un essere zannuto oppure che io segua i suoi ipotetici consigli?".
"Entrambi, suppongo."
"Sei un essere orribile, JD.", sviai il discorso.
"Lo sai vero che ti ho chiamata sei volte al telefono e mi hai sempre risposto che ti stavi alzando?".
Mmmh, in effetti era vero. Però lui sapeva anche che mentre dormo mi si potrebbe chiedere se posso comprare una Ferrari e io direi di si senza fare una piega.
Mi tornò in mente un piccolo dettaglio finora ignorato: "Ah, JD, tu hai le chiavi, vero?"
"Le chiavi di casa? Certo, tanto lo so che ti chiudi fuori un giorno si e uno anche."
"Divertente."
"Ti correggo: Tragicomico. Preparati, hai un'orda di vecchietti tra due minuti e.. ohoh.", fece JD consultando la tabella di marcia sul tablet.
Quando diceva ohoh potevi iniziare a scappare.
JD sorrise: "Ti spetta un gruppo di celebrità poco prima di pranzo, vuole girare tutto il museo."
"Celebrità? Molto spiritoso, JD, davvero. Chi, Orlando Bloom?"
"No, i One Direction."
"Giura."
"Giuro, hanno prenotato."
"Cinque ragazzi arrapati? Delle celebrità?"
"Fai poco la figa, ho sentito che li canticchiavi."
"Sono carini, ma niente di che."
"Non essere prevenuta, baby."
Sbuffai, salutai Allan e raggiunsi i vecchietti rachitichi. Dopo di loro, avevo un'ora di ripasso per prepararmi all'arrivo delle grandi star.








I just wanna say a massive thank you and....

Ok la smetto. Nuova FF, fatevi sentire, che ne pensate? Oh, su, non siate timide. Tanto lo so che fa cagare quindi gridatemelo a gran voce e.e E' sempre su Louis, mi spiace ma io posso farci poco, ci faccio sogni porno la notte, Dio santo. Ok, però questo come dice Mars è un discorso che va fatto in separata sede. Avete visto il video di Little Things? Sto ancora piangendo. E avete sentito lo sneak peak (?) di Kiss You? Io salto per la casa per circa 25 meravigliosi secondi...
Ultima cosa: ammirate lo sfondo blocco del mio Ipod. Let me die.
Detto questo, vi amuxxo tutte.
Un bacio, Sam (@ehiiiniall)
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Samarskite