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Autore: Samarskite    04/11/2012    6 recensioni
Ad un certo punto Zayn, sorseggiando la sua Coca Cola, mi piantò addosso i suoi occhi scuri. "Jordan... Se noi ti pagassimo per farci fare un tour di New York, accetteresti?"
"Per quanto, un pomeriggio?", chiesi.
"Cinque giorni.", intervenne Niall togliendosi le briciole dalla maglietta grigia.
Massì, dai. Cinque giorni fuori dalla mia solita vita.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5 giorni fuori, 2 Chapter


Il grande Boss è incredibile. Passa dal suo tipico e reale modo di fare, così viscidamente indulgente, al modo di fare di una delle persone più adorabili del mondo. Ti viene voglia quasi di avere lui come padre.
Giuro.
Quando arrivarono le piccole superstar, ero lanciatissima. Avevo usato tutto il tempo a mia disposizione per ripassare, ed ero pronta. Non avevo particolari ansie da prestazione o manie di protagonismo, ma la faccia del Boss mi diceva che lasciando a me quei cinque soggetti si stava giocando la reputazione del museo, e che ergo IO dovevo dare il massimo.
Ricordati: professionalità e precisione.
Mi stavo sistemando i capelli per cercare di sembrare una persona seria, e non l'incapace che ero.
L'immagine che mi rimandava la vetrina d'esposizione, che proteggeva ciò che era rimasto del pranzo di alcuni poveri cristi dell'ottavo secolo d.C. prima che morissero per asfissia, non era rassicurante. I miei capelli color miele erano disordinatamente legati in una treccia ormai sfatta. I miei occhi, che tendevano dal verde scuro al castano, erano lievemente cerchiati da occhiaie. Una notte di buon sonno non aggiusta le occhiaie di tre mesi.
L'etichetta della camicia sporgeva dal colletto.
Avevo, insomma, proprio l'aria di una ragazza insonne che la mattina era arrivata tardi al lavoro. Mi rifeci la treccia e tornai nell'atrio rassegnata.
Appena i divi entrarono nell'atrio, d'istinto lanciai un'occhiata a JD, seduto a sorseggiare un caffè accanto ad Allan. JD sembrava dire con gli occhi: vedrai che ne succederanno delle belle. Lanciai un'occhiata anche ad Allan (cinicamente inespressivo) e poi cercai di focalizzare i cinque nuovi visitatori. Un biondo. Uno scuro e tre mori. Ok. Tutti con gli occhi chiari tranne un moro e lo scuro.
Quelli che hanno gli occhi chiari invece, due sono azzurri e uno verdi.
Ce la posso fare.

Biondo: Niall Horan.
Scuro: Zayn Qualcosa.
Moro numero uno: Liam Qualcosa.
Moro numero due (riccio): Harry Styles.
Moro numero tre: vuoto di memoria.
Ok, non importa, si presenteranno, no? Professionalità e precision...
Io e Moro numero tre sgranammo gli occhi nello stesso momento. Ci eravamo riconosciuti.


"Non ti hanno ancora messo al fresco per omicidio intenzionale ai ciclisti?", commentai io acida.
Moro numero tre scoppiò a ridere: "Ehi, scusa, mi dispiace. È che c'era traffico e non ti ho vista sbucare dalla macchina dietro di me. Quando ho capito che ti ti avevo praticamente presa in pieno mi sono visto in galera. Mi sono detto oddio, l'ho uccisa."
Il Boss ci osservò sconcertato. La sua collaboratrice più preparata eppure più inetta conosceva di vista un divo? Quanta pubblicità per il museo. Wow.
Mugugnai un mmmmm, che era il mio modo di accettare le scuse del Moro numero tre, e feci segno loro di seguirmi nella prima sala del museo, quella preistorica.
JD osservava la scena con aria divertita, piluccando un croissant e bevendo le ultime gocce di caffè. Ad un certo punto si lasciò persino scappare una risatina. Lo guardai storto e lui alzò le mani per indicare la propria innocenza.
"È colpa di Allan!"
Inarcai un sopracciglio, scordandomi per un attimo dei miei visitatori: "Allan quando è divertito muove avanti e indietro la testa, non fa una risatina, JD."
JD annuì con l'aria di uno che si stava appuntando mentalmente di ricordarsi una certa cosa, ed io tornai al mio gruppo poco nutrito che mi osservava in attesa. In attesa di iniziare, o anche alternativamente di capire chi fosse Allan, visto che nella sala eravamo in sette.
Sventolai su e giù la mano, come a dire "lasciamo perdere" e iniziai a chiarire un paio di cose: "Preferite che vi dia del tu o del lei?"
"Del tu", rispose sicuro il riccio, Harry.
"Preferite fare solo il giro in religioso silenzio e fare domande quando vi gira o fare il giro con io che parlo a manetta?"
"Dicci tu le cose fondamentali, dai. Però adesso tocca a noi.", intervenne il Moro numero uno.
Lo guardai sconcertata, ma lui mi ignorò: "Io sono Liam."
"Io sono Harry."
"Io sono Zayn"
"Io sono Louis", disse il Moro numero tre.
"Io sono Niall."
Annuii. Ce la potevo fare. Louis aggiunse: "Tu invece sei...?"
"Jordan.", risposi con voce incerta, non so perchè.
"Ok dai, iniziamo."
Odio ammetterlo, ma erano ottimi ascoltatori. Non so cosa avesse spinto cinque adolescenti famosi a venire nel nostro museo invece di andare per bar, o andare al Metropolitan, però erano sinceramente interessati. Mi facevano domande pertinenti e non del tutto stupide. Arrivammo alla fine della visita che erano le tre del pomeriggio, ci avevamo messo più rispetto al previsto ed io ero rimasta sinceramente sorpresa dai ragazzi.
Avevo visto mia cugina di dieci anni che comprava le loro figurine, e mi ero fatta l'idea di un gruppetto del cavolo, commerciale e tutto quanto. Beh, no. Erano amici, e di divertivano davvero.
Dico la verità. Più di un paio di volte, mi ero ritrovata a perdere il filo del discorso per poi riacchiapparlo al volo prima che se ne accorgessero, e tutto questo semplicemente perchè mi perdevo ad osservare la piega che prendevano le sopracciglia di Louis quando era concentrato, o il modo in cui si scostava stizzosamente il ciuffo, come se questo, coprendogli gli occhi per un istante, gli rubasse tempo prezioso che avrebbe potuto impiegare guardando le vetrine.
Il modo in cui incrociava le braccia e mi guardava annuendo, o gli sguardi divertiti che lanciava ad Harry Styles, il modo in cui alzava la mano per farmi una domanda, quasi che non fosse cresciuto per niente dalle superiori e fossimo stati ancora a scuola: tutto questo, e altro, era capace di farmi perdere il filo del discorso.
Jo, ti arrapi con niente. È solo un bel ragazzo.
Solo? Lo hai visto? Zio porcospino!

Ritornammo all'ingresso. JD era sparito, la mia pancia implorava zuccheri e il mondo girava leggermente. Liam mi guardò di sbieco: "Ti conosco da tre ore, ma mi permetti di dirti che sei pallida come un lenzuolo?"
Annuii corrucciando le sopracciglia. "Non ho fatto colazion stamattina."
Louis mi guardò negli occhi per un attimo e poi sorrise, mentre Harry sventolava la mano, offrendomela e dicendo: "Il prezzo dello scampato pericolo di una povera ciclista vale quello di un panino?"
Lo guardai. "Mi stai offrendo il pranzo perchè il tuo amico mi ha quasi uccisa?", chiesi indicando Louis col pollice.
"Bah-ah, sei una tipa sveglia. Mi piaci.", fece Zayn, felice che fossi arrivata al nocciolo della questione tanto in fretta.
Mi guardai intorno ridacchiando. Il Boss era sicuramente chiuso nel suo ufficio. Il sorvegliante dormiva in piedi. Qualche turista osservava Allan, il quale mi ammiccava come a dire: ehi, che aspetti? Vai, Dio santo.
Decisi che nessuno avrebbe sentito la mia mancanza.
"Ok, dai. Un panino non può che farmi bene."
Niall mi mise un braccio attorno alle spalle come se ci conoscessimo da tre anni invece che da tre ore e commentò: "Così tra un panino e l'altro ci racconti la tua vita, ah?"






Mi farò perdonare per 'sta merda di capitolo. Il prossimo giuro che sarà carino. Giuro. Sorratemi (?)
Much Love,
Sam
  
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