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Autore: Delyassodicuori    02/11/2012    1 recensioni
Bene, questa è la mia seconda storia. qui parla sempre degli stessi personaggi di Twilight, solo non più ambientati nel loro solito mondo di Vampiri e Licantropi. Stavolta, infatti, li troviamo a New York City, praticamente nel mondo reale, e non più mostruoso o fantastico. i protagonisti sono sempre gli stessi, ovvero Leah (che farà da ostaggio), Jacob e Seth (che faranno parte di una banda di ladri di New York City con a capo Sam). Buona Lettura!
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Leah Clearweater, Seth Clearwater | Coppie: Jacob/Leah
Note: AU | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Nessun libro/film
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-Uff, e anche oggi ho fatto!- sbuffò Leah, uscendo dal locale a mezzanotte, mentre si scioglieva i capelli. Detestava tenerli chiusi. Ma non le piacevano nemmeno se sciolti. Per lei erano troppo corti (arrivavano a metà collo), ma per il volere della madre era stata costretta a tagliarseli. Infatti Sue Clearwater (ora Sue Swan) diceva che ce li aveva troppo lunghi.
“A papà piacevano lunghi…” pensò triste la ragazza. Chiuse il locale a chiave, se la mise nella borsa e camminò lungo il marciapiede. La sua auto era parcheggiata a cinque chilometri di distanza (questo perché non era riuscita quel giorno a trovare un parcheggio più vicino). Mentre camminava, si teneva stretta la borsa a tracolla. Dentro non c’erano solo cellulare, chiavi, chiavi del locale e portafogli, ma anche un taglierino e uno spray al peperoncino. “Non si sa mai!” si disse la ragazza, mentre camminava sotto il cielo stellato. Improvvisamente sentii puzza di bruciato. Svoltò l’angolo e trovò una squadra di pompieri intenti a spegnere un incendio alla banca, mentre dei poliziotti giravano qua e là. Leah rimase lì fissa a guardare, quando notò una strana figura saltare sul tetto di una casa di due piani vicino a lei. Leah lo osservò meglio. La figura aveva i contorni di un uomo muscoloso con un sacco pieno alla schiena.
“Un ladro….” Pensò subito la ragazza, terrorizzata. Eppure non riusciva a staccare gli occhi dall’uomo. Questo saltò su un'altra casa, di un piano, poi atterrò sul cassonetto chiuso della pattumiera lì a fianco e infine atterrò con un balzo sul marciapiede, proprio a due metri da Leah. I due si scambiarono per un attimo lo sguardo, ma quell’attimo, per entrambi, sembrava durare in eterno. Il ragazzo aveva i capelli neri e cortissimi, la pelle bronzea e gli occhi scurissimi. Di colpo a Leah venne in mente ciò che stava facendo Charlie prima che lei uscisse per andare al lavoro…
“Accidenti, d’accordo che il capo della banda è Sam, ma questo qui non si fa proprio prendere!” sbraitò Charlie al computer, mentre Sue gli stava portando una lattina di birra. Leah stava per aprire la porta per uscire, ma per un attimo aveva scorto l’immagine di un uomo sullo schermo, assieme ai suoi dati. La prima impressione che ebbe la ragazza era “cavolo, non è messo mica male…” ma poi si picchiò la testa e si disse “Accidenti a te, Leah, è un ladro, non una persona!”
“Ma certo!” pensò Leah, fissando il ladro “è lo stesso della foto!”. I due continuavano ancora a fissarsi e ognuno di loro pensava la stessa cosa: che l’altro era uno schianto assoluto. Entrambi arrossirono, sempre fissandosi, ma poi una sirena li interruppe. Il ladro capì che non poteva ancora fissare la ragazza bellissima che aveva di fronte e corse via con la refurtiva. Leah, intanto, lo osservava, scioccata, mentre lui si allontanava di corsa.
 
-Cavolo era ora, ce ne hai messo di tempo!- disse un uomo sui ventiquattro anni, pelle bronzea, occhi scuri e capelli neri e corti.
-Scusa, ho avuto un imprevisto…- disse Jacob, sedendosi di fronte alla scrivania. Dall’altra parte Sam, il capo della banda dei ladri di cui Jacob e Seth ne facevano parte, sfogliava diverse pagine di uno strano archivio, mentre sbuffava di continuò.
-Cosa c’è? Qualcuno dà problemi?- chiese Jacob, curioso.
-La polizia è un problema!- disse secco Sam, gli occhi fuori dalle orbite per la rabbia.
-Ma dai?- disse sarcastico Jacob. “Come se ci lasciassero in pace da anni” pensò il ragazzo “ ma d’altro canto, che gusto c’è se non c’è un po' di adrenalina?”
-Certo!- rispose Sam, facendo uscire un foglio da una pellicola, esaminandola meglio. -In particolare questo sbirro!- disse poi, buttando davanti a Jacob il foglio, mentre prendeva il suo pacchetto di sigarette. Jacob osservò meglio. Erano i documenti dell’ispettore Capo Swan, con una sua foto.
-E questi dove li hai presi?- chiese Jake, confuso.
-Ho mandato Jared!- disse Sam, mentre faceva uscire dalle narici il fumo.
-Ah…- disse Jacob. Poi il ragazzo continuò:-Fammi indovinare: sto’ tizio qui ha una famiglia e tu vuoi ucciderli tutti, vero?-
-Si e no!- rispose Sam, mentre prendeva dalla tasca dei pantaloni due foto, buttandole sopra i documenti di Charlie. Jacob le prese e osservò. La prima mostrava una donna sui quarant’anni, capelli neri e occhi scuri. La seconda, invece, lo lasciò senza fiato: era la ragazza che aveva incontrato mentre stava scappando!
-Pazzesco, vero?- fece Sam, il gomito sul tavolo, il mento sulla mano e la sigaretta in bocca. Jacob arrossì di brutto.
-Ma…ma… è la figlia?- chiese il ragazzo, incredulo, mentre fissava gli occhi di Leah.
-Già, una gnocca assurda, non trovi?- disse Sam, dando una boccata alla sigaretta.
-Si… - rispose Jacob, rapito. Infatti quando l’aveva incontrata, aveva subito pensato che era bella… anzi, era bellissima!
-Ecco cosa devi fare- disse Sam, mentre spegneva la sigaretta –Ho scoperto che questa ragazza, Leah Clearwater, è la figliastra del capo degli sbirri. Ha 22 anni, laureata, vive con i suoi, e lavora al locale Da BoB. Dietro la foto ci sono gli orari di turno. Quindi, per farla breve, tu devi andare da lei, rapirla, e portarmela qui. Ma non subito. Prima portala da te e dopo fammi uno squillo. Ti dirò io quando portarla qua-.
Jacob fissava Sam, incredulo, poi tornò alla foto di Leah. La voltò e trovò gli orari. Avrebbe lavorato anche oggi, dalle 18 alle 24!
-Perciò… vuoi chiedere un riscatto alla famiglia?- chiese Jake, conoscendo però la risposta.
-Esatto, ma non chiederemo solo 1.000.000 di dollari- precisò Sam, con un ghigno malvagio stampato in faccia –ma chiederemo anche l’Immunità!-
-L’Immunità?- chiese Jacob, perplesso.
-Certo, ovviamente dovranno giurare di lasciarci in pace, d’ora in poi, se rivogliono la ragazza- spiegò Sam.
-Lavora anche stasera. Devo andare per forza…- chiese il ragazzo
-Esatto!- disse l’uomo, prendendo un mazzetto di soldi dalla tasca. –E ovviamente se farai bene il lavoro, questa sarà la mancia!- aggiunse, facendoli danzare davanti al naso di Jacob il mazzo di dollaroni.
-Mmm… e va bene!- disse Jacob, alzandosi dalla sedia e uscendo dall’ufficio di Sam. Non appena il ragazzo chiuse la porta, l’uomo ghignò mentre pensava “E magari, se ha anche un bel corpo, potrei farla mia!”
 
 
-Ehi, cameriera, vogliamo ordinare!- urlò un uomo sula cinquantina, con la faccia da drogato e la sigaretta in mano.
-Arrivo- sbuffò Leah, prendendo il block-notes. Evidentemente il tizio era proprio fatto, perché non si era reso conto da chi aveva appena chiesto l’ordinazione. Quando Leah si avvicinò al suo tavolo, con aria schifata e la voglia di vomitare per la puzza dell’uomo, chiese:-Cosa vuole?-
-Mmm… tu?- fece l’uomo, buttando la sigaretta a terra e poggiando la mano sul sedere della ragazza. Lei, ovviamente, reagì d’impulso. Mentre stringeva i denti incazzata, prese per il colletto della maglietta l’uomo e lo scaraventò a terra senza troppa fatica. L’uomo tossì e urlò:-Pazza!-.
-Pazzo sei tu, che ci provi con le cameriere e butti i mozziconi a terra! Esistono le posaceneri, sai?- urlò Leah, nervosissima. Non solo odiava il crimine, ma anche essere molestata o palpata. Quello infatti lo considerava un crimine bello grosso!
Il drogato corse via, uscendo dal locale. “Tsk” pensò Leah, mentre raccoglieva il mozzicone da terra. Per fortuna era l’unico cliente rimasto quella sera. Leah guardò l’orologio. Le mezzanotte. Andò allo spogliatoio, si tolse la divisa da lavoro, si massaggiò disgustata il sedere cercando di scacciare via la sensazione orrenda, indossò un paio di pantaloni neri, una canottiera blu scura e un maglioncino giallo arancio. Si slegò i capelli, si guardò allo specchio e uscì dal locale, chiudendo come sempre la porta a chiave. Andò verso l’auto, ma quando la trovò, sul cofano vide un pezzetto di carta e una ganascia alla ruota. “Merda” pensò subito Leah. Prese il foglietto. “Una multa di cento dollari solo perché non ho pagato in tempo il parcheggio? E una ganascia? Ma che cazzo vuol dire?!?” pensò la ragazza, seccata, mentre stringeva il foglio. Contò fino a dieci, si calmò e mise la multa in tasca. –Pazienza, andrò a piedi!- si disse la ragazza, imboccando il marciapiede, senza accorgersi che sul viale buio e stretto che aveva appena superato c’era una figura che la stava spiando. Leah, ignara, camminava tranquilla, mentre Jacob usciva dal viale, seguendola, ma a passo lento, per non lasciarsela scappare. Per essere sicuro che la polizia non lo trovasse così per caso si era messo il cappuccio in testa. I due camminava lungo il marciapiede vuoto e desolato a due metri di distanza. Leah si accorse dei passi dietro di lei e capì subito la situazione… o almeno credeva. Si fermò di colpo, e con lei anche Jacob, che la guardava perplesso, chiedendosi che intenzioni avesse. La ragazza prese la borsa, togliendosela dalla spalla, la afferrò saldamente per la tracolla e respirò a fondo. “Stavolta non mi faccio sfuggire un ladro!” pensò subito, mentre faceva di scatto una giravolta, facendo roteare non solo il suo corpo ma anche la borsa. Jacob la schivò appena in tempo.
-Ehi, ma sei scema?!?- urlò lui, fissando la ragazza, che riprendeva l’equilibrio.
-Vuoi la borsa, no? Vieni a prenderla!- disse Leah, cercando di frustare il ladro con la borsa pesantissima. Jacob la schivò di nuovo, pensando “Questa mi ha scambiato per un borseggiatore! Non credevo di essere sceso in un livello così basso!”.
Leah riprese la borsa e provò di nuovo a colpirlo, ma Jacob bloccò la borsa, afferrandola saldamente e la tirò via dalle mani di Leah. Lei rimase lì a fissarlo, mentre lui, scocciato, buttò la sua borsa sulla strada.
“Non è la borsa che vuole…” pensò la ragazza, terrorizzata.  Strinse i pugni, pronta a colpire, se necessario.
Ma il ragazzo non le diede il tempo di prepararsi. Prese dalla tasca interna del giubbotto in pelle marrone la pistola e la puntò sulla ragazza.
-Ti conviene non fare scherzi!- disse lui, togliendo la sicura. Leah tremò, la schiena attraversata da mille brividi, il cuore accelerare e il sudore scenderle lungo il viso.
“Cazzo, sono nei guai!” pensò subito.
-Adesso tu vieni con me!- disse Jacob –Altrimenti non solo ucciderò te, ma anche il tuo padrino ispettore e la tua mammina!-
Leah deglutii. Conosceva sua madre e il suo padrino. Non aveva scelta…
-Dove mi vuoi portare?- chiese lei, abbassando la testa, facendo capire al ragazzo che avrebbe fatto la brava. Jacob le afferrò il polso e la strascinò a sé. Ripose la pistola, prese poi le manette dalla tasca del giubbotto e le bloccò le mani.
-Vedrai!- disse, trascinandola verso un auto nera metallizzata.
   
 
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