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Autore: Mired    19/05/2007    1 recensioni
Un anno dopo la sconfitta di Artemisia, Rinoa, si trova al Garden di Balamb, si è stabilita lì pur non essendo nè SeeD nè studentessa, tutto sembra andare piuttosto bene, anche se quella vita non è ciò che si aspettava, ma qualcosa sta per succedere, qualcosa che sconvolgerà la vita di Rinoa e di tutti i gli amici SeeD che da molto sono al suo fianco...
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
Il Ritorno

Due settimane…ancora nessuna notizia. Il preside ed Edea sembrano essere scomparsi, non riesco a trovarli da nessuna parte e questo mi rende ancora più agitata di quanto già non sia.
Osservo la mia stanza illuminata dalla calda luce del mattino in silenzio, sospiro

...Squall…dove sei? Senza tue notizie mi sembra di impazzire, vorrei fare qualcosa, vorrei riuscire a stare calma, ma non ci riesco…e non capisco perché...

Raccolgo le ginocchia al petto, poso la testa su di esse e chiudo gli occhi, so già cosa succederà, da quando sono partiti ormai è così ogni volta ed infatti sento di nuovo le urla, quella sensazione di morte e di dolore sempre più forte nel cuore. Sospiro ancora una volta e alzo la testa, mi metto in piedi lentamente, durante queste due settimane ho sentito la fatica e la stanchezza premere su di me come un macigno ed io non riesco a contrastarle. Mi avvicino allo specchio e mi osservo con attenzione, scosto i capelli neri dal volto il mio volto, è così sciupato, porta i segni delle notti colme di incubi che ormai mi tormentano, delle preoccupazioni, di quelle sensazioni che non riesco a capire…
Mi allontano dallo specchio, da quella che ormai sembra essere quasi un’ombra di quella che ero, il fatto che Squall e gli altri siano partiti non mi ha certo aiutata, con loro qui al Garden almeno potevo chiacchierare, fare qualcosa.
Seguita da Angelo mi dirigo verso la biblioteca, lì potrò leggere qualche storia e allontanare quella stanchezza e quei pensieri almeno per poco, forse potrò rilassarmi e lasciare tutte le mie sofferenze alle spalle, lo spero.
Arrivo in biblioteca, con passo sicuro mi dirigo verso un particolare scaffale, quello che contiene i miei libri preferiti, osservo le coste dei libri con poca attenzione, i colori delle copertine, i titoli scritti scorrono davanti ai miei occhi confusi, sono stanca. Prendo un libro praticamente a caso e mi siedo ad un tavolino, lo apro alle prime pagine e comincio a leggere cercando di prestare attenzione alle parole che leggo, è inutile, mi ritrovo a leggere la stessa frase per almeno cinque volte, le parole sono confuse, non riesco a dargli significato, non riesco a far diventare “reale” quello che leggo, sento che non è come le altre volte, sento che sono io a essere diversa, la mia mente ed il mio cuore sono pesanti, ma per quanto mi sforzi non riesco a liberarmi da questa sensazione.
“Hai sentito?”
“..No, che cosa?”
“Sono tornati!”
“Davvero? Ma sei sicura?”
“Si è successo circa un’ora fa, mentre venivo qui ho sentito gli altri dirlo……”
Stralci di conversazione tra due studentesse, parole che però riescono a destare la mia attenzione, mi faccio attenta, ascoltatrice indiscreta, spero che si riferiscano ai miei amici, ma ancora non ne sono sicura, continuo ad ascoltarle
“…Ho sentito che adesso sono hall, i SeeD…però…”
Non ascolto altro, le parole della ragazza diventano indistinte, ora nella mia testa c’è solo posto per Squall. Mi alzo velocemente dalla sedia che quasi faccio cadere a terra, senza chiudere il libro mi dirigo verso l’uscita dalla biblioteca, poi verso la hall, senza accorgermene quasi comincio a correre, mi sento più leggera, sono felice…Non vedo l’ora di rivederlo, di perdermi nei suoi occhi.
Nella hall c’è una piccola folla che ha accerchiato i miei amici, mi sollevo sulle punte cercando di distinguere tra tutti il mio Squall, ma non ci riesco non lo vedo. Di nuovo quella maledetta sensazione. Continuo a cercarlo, le facce dei presenti mi sembrano sempre più confuse, prive di definizione. Una ragazza viene verso di me, ora la riconosco è Selphie, mi guarda con estrema tristezza, corre fino a raggiungermi e mi si getta al collo scoppiando in lacrime
“Selphie, – ricambio l’abbraccio sorridendo, ma non è un sorriso naturale, non ci riesco qualcosa non va – che ti succede? Ti sono mancata così tanto?”
Cerco di scherzare, ma una sensazione spiacevole si insinua sempre di più nel mio cuore, una vocina perfida mi sussurra qualcosa che non voglio ascoltare
“Ri…Rinoa…”
La mia amica cerca di parlare tra i singhiozzi, non ci riesce
“Selphie, non mi sembra di vedere Squall…sai dove si trova?”
Al solo pronunciare il nome del comandante Selphie scoppia a piangere più forte, non capisco perché faccia così e lei certo non mi aiuta…poi la voce di Quistis, non mi sono accorta che si è avvicinata concentrata com’ero su Selphie in lacrime che ora si allontana di poco da me
“…E’ un aula magna…”
Non le permetto di dire altro, le sue parole per me sono già sufficienti, salgo veloce le scale e prendo l’ascensore, ogni istante che passa so che mi avvicina a lui…sono felice, non ascolto quella vocina che continua a sussurrare dentro di me. Arrivata al piano superiore mi dirigo con passo svelto verso l’aula magna, sento però che qualcosa nello sfondo stona, i corridoi sono pieni di studenti, ma c’è qualcosa di diverso, non mi soffermo troppo a pensare, a riflettere su cosa mi accade intorno, voglio solo riabbracciare Squall.
Ancora affaticata mi fermo sulla soglia dell’aula magna, le porte si aprono di fronte a me, il cuore che batte veloce per la corsa e per la gioia di questo incontro tanto atteso. Ma ciò che vedo non è ciò che avrei voluto vedere.
Al centro dell’aula, un letto coperto da fiori e candide piume, rimango ferma sulla soglia, impietrita, non riesco a muovermi, vorrei, ma non ci riesco. Su quel letto, disteso, un giovane…i suoi occhi sono chiusi, la mia mente continua a dire che non può essere lui…che i miei occhi si stanno sbagliando. Riesco infine a muovermi, riprendo in parte il controllo del mio corpo e mi avvicino, mi sembra che le mie gambe siano fatte di gelatina, qualcuno mi parla, lo sento, ma non capisco cosa mi dica. La vocina che prima sussurrava maligna ora urla, un urlo nella mia testa che sembra di gioia e di dolore assieme, non capisco, non riesco a capire, oppure semplicemente non voglio, non mi sento pronta, so che non potrei affrontare ciò che quella voce continua a ripetermi, preferisco far finta che questa non esista.
Continuo ad avvicinarmi, mi porto al capezzale di quel letto, allestito per l’occasione. Ora ne ho la certezza, il mio cuore e la mia mente però non vogliono accettare quello che gli occhi vedono con chiarezza: Squall Leonhart disteso su quel catafalco, il suo petto non si muove, i suoi occhi non mi guardano con dolcezza, non mi sorride come solo lui sa fare, non sento la sua voce pronunciare il mio nome. Ma ancora non capisco, mi rifiuto di capire cosa stia succedendo, mi sembra di essere dentro ad una semplice storia raccontata in un libro, non sono io quella lì, non è Squall che è disteso senza vita su questo letto.

…Adesso apri gli occhi, so che stai scherzando, ora apri gli occhi e mi sorridi, mi abbracci e mi dici che va tutto bene…lo so che lo fai, lo so…

Cerco di sovrastare quella voce con i miei pensieri, cerco di convincermi che sia vero quello che penso, non posso e non voglio credere che sia vero ciò che vedo, non può e non deve esserlo, lo so. Resto lì ad osservarlo un tempo che a me sembra infinito, respiro a fatica, sento che l’aria non riesce ad entrare nei polmoni, di nuovo perdo il controllo del mio corpo, posso solo sentire cosa accade, ma non riesco ad agire, lascio che gli eventi adesso facciano il loro corso, non mi interessa cosa sta per succedere, non mi interessa niente. Sento le gambe che si fanno molli, un forte ronzio inizia a rimbombare nella testa assieme a quella voce che mi sta dando il tormento da quando sono nella hall, la stanza comincia a girare vorticosamente, tutto diventa solo un turbinio di macchie di colori, poi il buio.
  
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