Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h.
Segui la storia  |       
Autore: MaxT    19/05/2007    3 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
17-fondazione Astro Nascente  
Grazie Mommika, la tua recensione è benvenuta. Sono contento che ti piacciano anche i disegni.
Grazie Amantha, in questa puntata Will tenterà di ottenere delle risposte. Con che successo...
Grazie Melisanna, il tuo aiuto mi è stato utilissimo anche questa volta, soprattutto per il disegno. Ho letto il tuo ultimo capitolo di Terra Magica, è molto bello.
Grazie Eleuthera, è sempre un grande piacere sapere che continui a seguire questa storia.
Grazie anche a kb_master per i suoi suggerimenti.
Come al solito, si può discutere più in dettaglio al  http://freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=4642&idd=8397&p=3

PROFEZIE


Riassunto delle puntate precedenti 
Di nascosto dalle WITCH, Elyon affida a Vera, una copia di sè stessa che appare come una ragazza più grande, l'incarico di rintracciare le gocce astrali, le sosia da loro create e messe in libertà più di un anno prima .
Poco dopo, Elyon e Vera si presentano alle ragazze, rintracciate a Midgale. Assomigliano ancora alle originali, ma appaiono cresciute, sui vent'anni.
Nel povero appartamento, raccontano di essere state mantenute dalla Fondazione Astro Nascente fino a pochi mesi prima, quando sono state improvvisamente scaricate. Da allora hanno vissuto alla giornata, anche perchè sprovviste di documenti validi.
Elyon propone alle gocce di collaborare con Vera a raccogliere informazioni tecnologiche per modernizzare Meridian, e queste accettano.
Vera dimostra subito di essere in grado di materializzare documenti e denaro, e si prepara a trasferirsi in un nuovo alloggio assieme a tutte loro.
La sera, Vera torna a incontrarsi con Elyon a Heatherfield. La Luce di Meridian le confida la sua inquietudine sulla profezia, fatta da lei stessa, che la vede come prossimo tiranno di Meridian. Vera le consiglia di ignorare la previsione, portando ad esempio casi in cui le stesse azioni fatte per scongiurare una profezia nefasta la facevano avverare.
Subito dopo, Elyon presenta Vera alle WITCH, ma tra di loro si crea un'antipatia immediata.
Cornelia incontra privatamente Elyon e, fingendosi offesa, riesce a farsi rivelare dei retroscena sui quali si impegna alla massima riservatezza.
Le guardiane si interrogano sul perchè le gocce siano state abbandonate, e su perchè portino rancore a loro.

cap.17

Fondazione Astro Nascente






Fadden Hills

La targa di marmo lucido recita: “Fondazione Astro nascente”.
I grandi alberi del giardino sono mossi da un vento leggero, ed il suono delle fronde sembra raccontare storie di speranze.
Al dilà degli alberi, una grande villa neoclassica è fiancheggiata da una serra altrettanto alta.
Davanti a quella splendida cancellata, Will non può fare a meno di ricordare i suoi precedenti incontri con Kadma, la ex-guardiana che ha creato e gestisce questo ente benemerito.
Come al loro primo incontro, ha preferito farsi accompagnare da Hay Lin. Entrambe hanno un ricordo piuttosto antipatico della vecchia guardiana, ma hanno pensato che forse la presenza della nipote della sua defunta amica Yan Lin la avrebbe disposta meglio.
Il grande cancello si apre lentamente davanti a loro, accompagnato dal sommesso ronzio di un motorino elettrico.
“Devono averci viste. Cosa dici, Will, entriamo?”.
“Siamo qui per questo”.

Lo sguardo di Hay Lin cerca una presenza sulla cancellata e sulle colonne. “L’altra volta aveva mandato un merlo ad accoglierci”.
“Non siamo qui per parlare con un merlo, Hay. Conosciamo già la strada”. Will si incammina sul vialetto.
Hay Lin la raggiunge rapidamente. Si è abituata a rispettare le decisioni della custode del Cuore, anche se non le condivide sempre. “Perché non hai voluto portare con te Elyon? Ci teneva tanto”.
“Sarà già tanto se Kadma accetterà di parlare con noi”, risponde Will quasi senza voltarsi. “Perché portare qualcuna che non conosce?”.

Un custode brizzolato, con un elegante vestito grigio scuro ed una cravatta di uno sgargiante color topo, si fa incontro. “Signorine, questa è una proprietà privata, e voi non…”.
Tace per un attimo, come interdetto.
Quando riprende a parlare, il tono è piatto e lo sguardo vuoto. “Vogliate seguirmi, la signora vi riceverà tra pochi minuti”.
Le ragazze si guardano tra loro. Come fa a sapere cosa vogliamo?

Vista dall’interno, la meravigliosa serra che la fondazione utilizza come sala di attesa ricorda un po’ una chiesa, con la sua pianta a croce e le volte moto alte, con archi a sesto acuto. Alcuni vetri colorati creano disegni barocchi sulla parte alta delle pareti, e proiettano luci ed ombre variopinte sulle piante e sul pavimento.
“Vogliate attendere…”. Il custode scompare in una porta che collega la serra con il monumentale edificio principale.
Will, guardando le volte, riflette ad alta voce. “Una volta Kadma ci disse di avere esaurito i suoi obblighi nei confronti di Kandrakar”.
“Mi ricordo, Will. Eppure ha accettato di prendersi cura delle gocce astrali”.
“E poi, Hay, se ne è lavata le mani da un mese all’altro. Dobbiamo capire perché”.
“Io credo che l’Oracolo sapesse più di quello che ci ha raccontato”.
“Lo spero proprio, Hay, visto che non ci racconta mai quasi niente. Ma perché tacere questa volta?”.
La cinesina si stringe nelle spalle. “Forse era semplicemente troppo spiacevole per dircelo”.

Quando Kadma entra, indossa un vestito lungo di vaga ispirazione indiana, di un austero colore blu. La sua espressione è contrariata.
“Come avete fatto ad entrare? Non siete le…”.  Si blocca un attimo. Di nuovo, vedono due occhi persi e vitrei.
“…Benvenute”. Riprende con tono vuoto come la sua nuova espressione. “Che cosa vi conduce alla Fondazione Astro Nascente?”.  Si siede di fronte a loro, le mani incrociate in grembo.
Le ragazze si scambiano un rapido sguardo stupito. Cosa sta succedendo?

“Innanzitutto chiedo scusa del disturbo.”, inizia Will, sedendosi a sua volta. “Siamo venute a porre una domanda su una cosa che ci sta a cuore”.
“Nessun disturbo. Domandate pure”.
“Più di un anno fa vi sono state affidate cinque ragazze. Le nostre gocce astrali”.
“Gocce astrali…. Bel nome…”.
“Grazie”, si compiace Hay Lin. “L’ho inventato io!”.
“…per quelle pesti!”.
“Oh”.
Questo non stupisce Will. “Noi abbiamo sentito che qualcosa non ha funzionato. Volevamo saperne di più”.

“Mi ricordo”. Kadma parla lentamente, quasi in trance. “Più di un anno fa, Yan Lin mi apparve in sogno per chiedermi di prendermi cura di loro. Per Kandrakar non l’avrei fatto, ma per Yan Lin è diverso. Incontrai quelle ragazze per dar loro il benvenuto. La mia prima impressione non fu buona. In primo luogo erano ancora troppo simili a voi, poi apparivano quasi ventenni. Mi dissero che era stato per loro scelta. Gli feci presente che tutto ciò avrebbe creato difficoltà, ma furono irremovibili”.
Tace per un attimo, poi riprende, con tono già meno piatto. “La mia fondazione aiuta le persone ad aiutarsi, e ciò presuppone che si tratti di persone serie. Non tollero scorciatoie di alcun tipo, men che meno al curriculum scolastico. L’istruzione è fondamentale! Perciò i documenti e l’inserimento scolastico delle gocce astrali furono fatti in base alla loro età reale, cioè alla vostra, in contrasto con il loro aspetto”. Le guarda. Il suo sguardo non è più così vuoto.
Riprende con più colore nella voce. “Purtroppo questo fu solo il primo di una serie di problemi. L’atteggiamento di quelle ragazze era irresponsabile, come se tutto gli fosse dovuto perché erano state messe al mondo senza famiglia. Beh, la fondazione ha aiutato tanti altri ragazzi senza famiglia, che hanno dimostrato ben altra tempra. Queste, invece, cominciarono quasi da subito a saltare lezioni scolastiche. Dopo alcuni mesi, iniziai a ricevere rapporti ufficiali del tutto negativi dalla scuola, e quattro di loro furono bocciate”. Volge lo sguardo su alcuni incartamenti sul tavolino, quasi come se fossero i rapporti appena arrivati, e resta persa qualche istante nei ricordi. Una vaga smorfia di amarezza si fa strada attraverso la strana cortina di apatia che sta svanendo lentamente. “Ad aggravare le cose, alcune di quelle ragazze fecero grosse sciocchezze. In alcuni casi, fui costretta ad intervenire di persona per risolvere i problemi che avevano creato a scuola, e perfino con la legge”.
Gli occhi aggrottati di Kadma sembrano focalizzare un punto dietro le interlocutrici stupite, un punto lontano nello spazio e nel tempo. “Se la cosa non fosse stata costosamente messa a tacere, la fondazione avrebbe potuto avere seri problemi, avendogli creato delle false identità. Un semplice controllo di routine avrebbe fatto risalire la polizia fino a noi, compromettendo il lavoro di tutti questi anni. Provai a farlo capire a quelle ragazze in molti modi: mandai loro richiami, rimproveri, perfino minacce, sempre senza risultati. Capii poi che avevano acquisito un tale ascendente sul mio fiduciario a Midgale da sentirsi libere di fare tutto quello che volevano”. Tace un attimo, facendo un respiro profondo. “Così decisi di scaricarle tutte, cancellando poi ogni prova , per quanto possibile, dei rapporti che avevamo con loro. Quel denaro ora viene speso per ragazzi che lo meritano molto di più”.

La voce e l’espressione di Kadma sono gradualmente tornate quelle di sempre.
Le guarda negli occhi con rancore. E’ perché vede in loro le gemelle ribelli, o le servitrici di Kandrakar?  “Non so neanche perché vi ho raccontato questa storia! Mi ero ripromessa di non parlarne mai più”.
Will, a disagio, tenta un sorriso conciliante. “Qualcun altro ne è già a conoscenza?”.
Un sorriso sprecato.
“Non sono affari vostri, guardiane. Ed ora scusatemi, ho da fare”. Kadma si alza e si allontana a passo deciso.
Prima di sparire alla vista, getta un’ultima occhiata piena di rancore verso di loro.

Hay Lin ci è rimasta malissimo. “Perché è così, Will?”.
“Forse pensa che la abbiamo ipnotizzata per farla parlare”.
“Ipnotizzata?”. Spalanca gli occhi. “No! Non sapremmo neanche farlo!”.
“Hay, ho la sensazione che non siamo sole”. Will si guarda in giro. “Che ci sia un’altra persona con noi. Lo sento”.
Gli occhi a mandorla di Hay Lin somigliano sempre più ad occhi a noce di cocco. “Come dici? Chi?”. Guarda incredula tra  le piante e le grandi vetrate attorno a loro.
Prima di incamminarsi verso l’uomo grigio e impassibile che è riapparso alla porta per accompagnarle fuori, Will le sussurra con aria complice: “Una che sa dislocarsi, rendersi invisibile, ipnotizzare, fare aprire un cancello e chissà quante altre cose”.
“Capito”. Hay Lin si rilassa. “Qualcuna che ci farà un bel sorrisone largo e ci dirà: Ma ragazze, l’ho fatto per voi! Senza di me avreste trovato solo un cancello chiuso!”.
 

Heatherfield, casa Vandom, il giorno dopo

Dunque, le funzioni sono dette biiettive se ad ogni elemento del …codominio?.. Del condominio? Cavolo, le uniche parole chiare di tutto ciò sono gli articoli! Ed è inutile chiedere a Cornelia, ieri ha guadagnato la sua più bruciante insufficienza dell’anno proprio su questo argomento, e non ha ancora finito di leccarsi la ferita.
Will si lascia trascinare da una fantasia ammiccante. Il viso di Matt prende il posto del libro di matematica nei suoi occhi aperti e focalizzati lontano da quella scrivania ingombra. Che bello… le sorride e le si avvicina per sussurrarle all’orecchio…
DRIIIN! DRIIIN! Il campanello del citofono!
Con una smorfia di stizza, Will torna alla realtà. “Signorina”, ribadisce il telefonino cellulare dal suo posto privilegiato sulla scrivania, “C’è qualcuno al portone a basso”.
“Mamma, chi è?”, grida Will . Fiato sprecato. Un’occhiata alla sveglia raniforme che le sorride dal comò le fa capire che Susan non può essere già tornata.
“Chi è?”, sente provenire dal corridoio. Dean! Si dimentica troppo spesso che c’è anche lui, soprattutto quando passa ore silenziose nel soggiorno, immerso nelle sue letture storiche.
Le è già capitato di uscire dalla camera o dal bagno vestita in modo impresentabile, se si può dire vestita, e trovarsi faccia a faccia con lui
Lui bussa alla porta della camera. “Will, c’è una tua amica. L’ho fatta salire”.
Lei si stiracchia sulla poltroncina girevole. “Grazie. Chi è?”. Chissà se sarà necessario alzarsi…
“Non lo ha detto”, risponde lui facendo capolino nella camera e guardando con disapprovazione scarpe e vestiti sparsi sul pavimento. “Ma ho avuto l’impressione che potesse essere la Portrait”.
“Elyon? …”. Will non si aspettava quella visita. Da quanto ricorda, Elyon non è mai stata a casa sua.
“Avevo giusto qualche domanda da farle”. Dean alza un sopracciglio. “A partire da perché è sparita così, proprio due giorni dopo il tuo arrivo”.
A quelle parole, Will ha la sensazione che tutti i capelli le si siano rizzati in testa. Eppure il riflesso rimandato dal lungo specchio ovale la mostra con la chioma a posto, solo gli occhi sono più spalancati del solito, stile manga. Se fosse in un fumetto, sarebbe di certo disegnata con una enorme goccia di sudore sulla fronte. “Ma… forse lei non ha piacere di parlarne”.
“Forse, Will. Comunque, chiedere è lecito”, risponde aggiustandosi la camicia.
DIN DONN.
“Ecco, vado ad aprirle”.
Will lo segue, annaspando alla ricerca di una scusa per allontanarlo da lei.
Dean apre la porta. Come atteso, c’è la rediviva Elyon Portrait con un sorriso a trentadue denti. “Buongiorno, professor Collins. Will mi ha raccontato la bella notizia. Complimenti!”. Gli stringe calorosamente la mano, guardandolo negli occhi.
“Buongiorno, Elyon. Sei…”. Rimane come perplesso; chiude lentamente la porta con uno sguardo perso, mentre la ospite rivolge il suo smagliante sorriso ad illuminare il corridoio.
“Will cara…”.
“Ciao, Elyon. Vieni in camera”. Le fa strada verso il suo piccolo regno disordinato, chiude accuratamente la porta alle spalle, e le accenna a sedersi sulla sedia.
Will, però, resta in piedi. La guarda intensamente, finché l’altra non riesce più a nascondere il disagio e comincia a tormentarsi le trecce. “Elyon, desideri dirmi qualcosa in particolare?”.
“Sì. A proposito di Kadma… beh, lo hai capito già: anche io ero lì”.

Will la squadra con uno sguardo da lo sapevo bene. “Anche io ti devo dire qualcosa”. Cerca le parole. “Non che ci sia fosse qualcosa di male ad essere lì invisibile e senza invito…”.
Lo sguardo di Elyon si incupisce. “E’ ironico?”.
“No, non lo è. Non dico neanche che ci sia qualcosa di sbagliato nel farci pungere da zanzare, o nel ricercare le nostre gocce astrali, o nel mettere al mondo una che è in grado di spacciarsi per te”.
Elyon si alza lentamente in piedi,  e il suo sguardo si fa sempre più cupo. E’ impossibile non vedere un rimprovero in queste parole.
“E non ti sto neanche facendo una colpa dello spiacevole colloquio dell’altra sera”, continua Will. “Sono in grado di riconoscere da sola che condividiamo una parte del torto”.
Elyon abbassa gli occhi, a disagio. Ha già capito dove l’altra vuole arrivare.
“Ora ti sto chiedendo di metterti nei nostri panni”, continua Will, cercando il suo sguardo con insistenza. “Noi siamo state messe ogni volta davanti ad un fatto compiuto. Inoltre, ci hai informate solo dopo che qualcuna di noi ha avuto dei sospetti. A questo punto, tu, al mio posto, cosa penseresti?”.
Elyon alza gli occhi leggermente dal pavimento. Davvero l’altra vuole una risposta a questa domanda? Forse sì.
Dopo un attimo di attesa, Will si risponde: “Si potrebbe pensare che tu temevi una nostra opposizione, e non hai voluto correre il rischio. Perché?”
“…”
“Forse nei tuoi progetti c’è qualcosa che potremmo disapprovare?”.
“…”
“E non dovremmo essere preoccupate da ciò?”, conclude a braccia conserte.
 

Elyon alza lentamente lo sguardo. “Bel discorso”. La voce è bassa, una voce da groppo alla gola. “Ora, però, prova tu a metterti nei miei panni”. La guarda diretta, anche se le mostra il fianco e le braccia conserte. “Io ho dei doveri verso la mia città, e verso tutto il mio mondo. Io devo offrire loro il miglior futuro possibile, o, quando le cose vanno in altro modo, il minore dei mali”.
Per un attimo, il suo sguardo si perde fuori dalla finestra, poi torna su Will. “Si dà il caso che io abbia delle amiche qui, le uniche persone abituate a trattarmi come una loro pari, dopo due anni e mezzo di vita in cui non riesco a spezzare la soggezione che vedo in tutti gli sguardi e sento in tutte le voci”.
Il tono si alza gradualmente. “Ebbene, tu non ti aspetteresti di meglio che essere seguita per strada, spiata dalla finestra e accusata di fare cose di nascosto quando sei in casa tua, o no? E poco importa che quella in casa fosse Vera”.  Nasconde di nuovo lo sguardo. “E non ti aspetteresti di meglio che sentir pretendere un permesso per tutto ciò che fai?”.

L’amarezza con cui Elyon finisce la frase riecheggia più volte nei visceri di Will. La guardiana osserva l’altra, che le dà il fianco, il suo sguardo basso, le nocche livide tenute davanti alla bocca.
“Elyon, non volevo accusarti. Capisco che ti aspettassi altro. Ma, una volta di più, vedila coi nostri occhi: noi siamo le custodi dell’equilibrio tra i mondi. Tu stai realizzando un’interazione tra questi. Non credi che sia nostro dovere saperne di più?”.
 

Elyon si distende un po’. “Ve l’ho già detto, voglio far sviluppare Meridian. Dargli qualcosa, qualche briciola di quello che avete qui”. Alza lo sguardo verso Will. “Le interazioni tra la Terra ed il cosiddetto metamondo non sono nate con Phobos, sono sempre esistite. C’è almeno un portale naturale sempre aperto, che vaga casualmente. Quando si trova in un luogo accessibile, uomini ed animali possono passarvi, per volontà o per caso”.
Will ricorda il racconto di Elyon di un paio di mesi prima, ma le era parso di capire che fosse solo una leggenda. “Dove si trova, ora, il portale?”.
L’altra torna a guardare verso la finestra: “Sull’oceano Atlantico, al largo della costa est. Fluttua ad un centinaio di metri d’altezza. Ora ci passano solo i gabbiani. Il vostro Oracolo lo sa, di sicuro”.
Will segue incredula la direzione del suo sguardo. “Vuoi dire che si potrebbe arrivare a Meridian in elicottero?”.
“Assolutamente sì, a patto di conoscere con esattezza la posizione e l’allineamento del portale”. Si distende un po’. “Io, però, trovo più pratico il teletrasporto lungo una traiettoria che lo attraversa”.
Guardando l’espressione smarrita di Will, si sente nuovamente sicura di sé. “Queste cose non ve le ha spiegate, il vostro Oracolo. Sei sicura di non avere niente da dire a lui?”.
Will accenna ad un passo indietro. “Tocchi un nervo scoperto, Elyon. Però ti sei già risposta: siamo abituate a trattare te come una nostra pari, ma con lui è diverso”.
 
 

Will osserva l’abbozzo di sorriso con cui l’altra ha accolto le sue ultime parole. Sa che, con il suo discorso, non ha ottenuto niente, ma insistere può fare solo peggio. Una rottura con lei sarebbe negativa in tutti i sensi.
“Va bene, Elyon. Devo dirti il vero: non mi hai tolto i miei dubbi. Però almeno ci siamo dette un po’ di cose, e non vedo ragione di lasciarci male”.
“Siamo sempre amiche?”. Il viso dell’altra lascia intravedere una battaglia tra la tensione e la speranza.
“Sempre amiche, non è neanche in discussione”. Will le risponde con un sorriso dal quale cerca di scacciare le pieghe del dubbio. “Potremmo uscire assieme nei prossimi giorni”.
“Fantastico!”, risponde l’altra, con un’espressione esageratamente felice.
“E poi, Cornelia ha messo via per te una copia del giornale scolastico uscito oggi”. Will allunga la mano verso una specie di tabloid seminascosto sotto il libro di matematica. “Pensavamo che avrebbe parlato di te… ma invece c’è un incredibile articolo sull’infanzia delle Grumper, ci abbiamo riso mezz’ora”.
“Fantastico”, ripete Elyon squadrando le immagini di musetti impiastricciati di cioccolato, di sederini all’aria e di espressioni capricciose in braccio a qualche zia in posa. “Faccio un salto da…”.
“Aspetta, non ti conviene andarci adesso. Cornelia ha preso un’insufficienza ieri mattina, sua madre è sul piede di battaglia. Eri stata da lei il pomeriggio prima, no?”.
“E’ vero… mi dispiace. Ah, non si usa più fare la penitenza?”. Conclude con un occhiolino: “A me non l’avrebbero risparmiata”.
“Ci pensa già sua mamma. A proposito, non credo che la lascerebbe uscire neanche domani. Forse dopodomani…”.
La luce di Meridian fa un’espressione che somiglia fin troppo a quella delle idee geniali di Irma. “Forse se ci metto una buona parola…”.
Will cerca di non stringere i denti. “Le tue buone parole sono un po’ inquietanti. Lascia che le passi da sola”.
“Va bene”, risponde più mogia.
Cosa si può dirle di gentile? “Che ne dici di venire al cinema con noi, una di queste sere?”.
“Fantastico, ci sarò! Cosa c’è in programma?”.
Will esita. Non le viene su il film… ma forse non era la scelta adatta…
Il telefonino si premura di ricordarle il titolo. “Le Cronache di Narnia, miss Vandom. Genere fantasy. Racconta della ribellione ad una regina tirannica, la Strega Bianca”.
“Grazie”, risponde Will, con un’occhiata da ti schiattino le batterie.
Elyon aggrotta gli occhi. “Fantastico…”, ripete gelida. “E se andassimo a vedere una storia d’amore?”.
 
 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h. / Vai alla pagina dell'autore: MaxT