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Autore: Pan    03/11/2012    3 recensioni
'Siamo come le calamite. Una calamita non è ansiosa di sapere come funziona. É quello che è e, per la sua stessa natura, attrae alcune cose e lascia stare le altre.'
[AU!Highschool]
[Steve x Tony, Stony]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Introduction to destruction

Siamo come le calamite. Una calamita non è ansiosa di sapere come funziona. É quello che è e, per la sua stessa natura, attrae alcune cose e lascia stare le altre.’



Steve si lasciò cadere sulle gradinate del campo da football, un panino in una mano, lo zaino mollemente adagiato in spalla. Era stata una giornata sfiancante, l’ anno scolastico era appena iniziato, ma sembrava che ogni insegnante tenesse a ricordar loro che quell’ anno avrebbero avuto gli esami per il diploma, caricandoli di lavoro, come se non bastasse, la sua auto, una vecchia Ford Bronco del 1987, ereditata dai suoi genitori, aveva deciso di spirare nel posteggio della scuola, quindi era bloccato lì, in attesa che Peggy, la sua migliore amica, venisse a prenderlo.
Mentre divorava il suo panino, gli sembrava di non mangiare da secoli- ed era probabilmente dovuto al fatto che non aveva fatto pranzo per ripassare per il test di biologia- tirò fuori dal suo zaino rosso un album da disegno e una bic nera , in campo i ragazzi dell’ ultimo anno si stavano allenando, facendo passaggi e scatti  per il prato.
A Steve non interessava un granchè il football, nonostante con il fisico che possedeva  – frutto di lunghe sedute in palestra negli anni precedenti –  non avrebbe avuto nessun problema ad entrare in squadra, ma lui era poco interessato a questo genere di cose, preferiva usare il suo tempo libero per  disegnare o leggere, quindi lasciò vagare lo sguardo per il campo, più affascinato dalla meccanica del corpo umano, che dal gioco.
Aprì lentamente il blocco, in cerca di  qualcosa che valesse la pena disegnare, lasciando vagare lo sguardo sul campo: i giocatori si erano divisi in due gruppi, uno si allenava sui placcaggi, l’ altro sui lanci corti.
La sua attenzione fu catturata da un ragazzo nel gruppo dei lanci, che non riconobbe subito, atletico e smilzo, se messo a confronto con i giocatori, con i capelli castani spettinati dall’ attività fisica, di statura media, ma che evidentemente non faceva parte della squadra, dal momento che non indossava l’ uniforme, ma stava comunque facendo due tiri con i giocatori, che sembravano voler passare il pallone frequentemente a lui, quasi  a compiacerlo, il quale però non sembrava particolarmente interessato, vista la poca energia che metteva nei lanci.  
Per il tempo di una sinapsi, Steve non si rese conto di star fissando Anthony Edward Stark, il ragazzo in assoluto più popolare,più bello e ricco di tutta la scuola.
Nonostante Steve fosse in quella scuola solamente da una settimana, si era già fatto un’ idea piuttosto chiara su che tipo fosse Stark (Peggy aveva ritenuto fondamentale indicargli tutte le personalità ‘di rilievo’ della scuola) era il tipico ragazzo ricco e strafottente,  narcisista ed egocentrico. Stark oltre ad essere popolare per questo, lo era anche per l’ incredibile intelligenza di cui era dotato: i suoi voti erano i più alti del suo anno ed era risaputo che aveva collaborato ad alcuni progetti  con il padre Howard - praticamente una leggenda vivente nel campo della scienza-  che aveva anche finanziato la costruzione del planetarium della scuola.
Era sempre in gruppo con altri figli di papà come Jim Rhodes, Loki Laufeyson e Clint Barton o perennemente attorniato dalle Cheerleader, come quella tizia, Pepper, se non ricordava male. 
E sembrava che tutti fossero invitati alle feste migliori, che avessero i vestiti migliori, le vite migliori.
Anthony Stark era esattamente il tipo di ragazzo che Steven Rogers odiava.
Nonostantequesto, non poteva far a meno di pensare che fosse bello, maledettamente bello.
Staccò un foglio per poter lavorare più liberamente e cominciò ad abbozzarne distrattamente la figura – per scopi puramente artistici, continuava a ripetersi - approfittando del fatto che il gruppo si fosse avvicinato un po’ di più agli spalti e cercando di non passare per un maniaco mentre lo guardava, non fissandolo troppo a lungo e di non guardando mai quando guardava nella sua direzione. 
‘Che stai disegnando?’ Steve sobbalzò violentemente, chiudendo di scatto l album. ‘Gesù, Peg, vuoi farmi venire un infarto?’ bofonchiò mentre riponeva la penna dentro l’ astuccio. ‘L’ idea era quella’ gli rispose sorridendo ‘Sono felice di vedere quando sei entusiasta che io sia venuta a salvarti dopo l’ ammutinamento della Bronco… dai Cenerentola, muoviti, che sono già in ritardo e mi tocca pure scarrozzare te a casa’ continuò, fintamente offesa.  ‘Signorsì, signora!’ rispose Steve sorridendo, mentre scattava sull’ attenti e prendeva le sue cose ficcandole alla rinfusa nello zaino rosso, non accorgendosi di un foglio che era scivolato via dall’ album e ora giaceva per terra, poco più in là.
‘Dovresti prendere il considerazione l’ idea di prendere una macchina nuova,’ disse Peggy mentre salivano in macchina ‘che non risalga all’ anteguerra, ad esempio.’
‘La Bronco è stata una fedele compagna fino ad oggi, non puoi biasimarla, ha resistito benissimo fino ad ora,’ ribattè Steve, ‘spero solo che in officina riescano a rianimarla…’
‘Ho paura di sì, piuttosto, hai trovato qualche corso extra da seguire che ti dia crediti?’*
‘Stavo pensando a quello di arte, veramente.’ Bofonchiò il ragazzo guardando fuori dal finestrino.
‘Sono sicura che il professor Thompson ti accoglierà a braccia aperte. E’ cosa buona e giusta che tu possa sfruttare il talento che hai.’
Steve annuì poco convinto, continuando a fissare il panorama che gli sfrecciava di fianco.





Tony stava facendo due tiri con il pallone con fare annoiato, era venuto lì perché la sua maschera lo richiedeva: per mantere alta la sua popolarità doveva stare con i suoi ‘simili’, anche se non aveva davvero voglia di star lì.
Non era molto interessato agli sport, però in una scuola dove il football rappresenta uno dei fattori di maggior rilievo per esser popolare non poteva disinteressarsene in maniera totale, quindi quel pomeriggio era rimasto a scuola a vedere gli allenamenti degli altri e aspettare che il suo migliore amico, Rhodey, finisse gli allenamenti per andare a fare un giro insieme.
Mentre reprimeva uno sbadiglio notò sulle gradinate un ragazzo biondo, con quello che sembrava essere un quaderno o un album da disegno in mano. Non gli sembrava di averlo mai visto e per un ragazzo popolare come lui era davvero strano. Infatti per quanto gli risultasse impossibile ricordare i nomi di tutti quelli che gli venivano presentati, le facce le sapeva riconoscere, aveva sempre avuto un’ ottima memoria fotografica,e non ricordava di aver mai visto prima quel ragazzo, che in qualche maniera però gli appariva familiare.
Sembrava totalmente fuori posto, stava lì seduto, da solo, con l’ album appoggiato sulle ginocchia e una mano appoggiata sul mento, lo sguardo perso nel vuoto, pensando a chissà cosa, e gli parve  interessante.
Che lo avesse visto a qualche festa? Improbabile, non gli sembrava esattamente un festaiolo.
Mosso dalla curiosità e con la scusa di un lancio un po’ più lungo, si avvicinò alle gradinate per cercare di osservarlo meglio, da quella distanza non riusciva a distinguerne dettagliatamente i lineamenti del viso, però gli sembrò che si girasse velocemente nell’ istante in cui i loro sguardi si erano incrociati, e nel mentre aveva cominciato a scarabocchiare qualcosa su quello che era decisamente un album.
Poi arrivò una ragazza con i capelli rossicci, lei l’ aveva già vista, com’è che si chiamava? Pearlie? Penny? Peggy? --non riusciva a ricordarselo, poco importava- che cominciò a parlare con il biondo sorridendo, che dopo poco si alzò e se ne andò con la ragazza; Tony li guardò andar via con una punta di risentimento, alla quale non avrebbe saputo, nè gli interessava, dare un perché.
Poco dopo gli allenamenti, grazie a Dio, finirono, e mentre i ragazzi si andavano a fare una doccia, Tony, che praticamente non aveva una goccia di sudore addosso, si andò a sedere sugli spalti.
Era abbastanza seccato, sperava che Rhodey muovesse il culo, non era abituato ad aspettare gli altri, semmai erano gli altri ad aspettare lui, e l’ idea di stare lì a far la muffa non lo allettava nemmeno un po’. Decise di approfittare del tempo che aveva per godersi gli ultimi raggi estivi, inforcò i suoi immancabili occhiali da sole, si stese sulle gradinate e si stiracchiò come un gatto.
Era stata una giornata noiosa e stancante, detestava stare seduto ad ascoltare delle stupide lezioni, come quella di letteratura inglese di quel mattino. Che gli importava di Giulietta e Romeo? Quei due erano degli idioti, Romeo in primis. Cosa  gli costava piangere la morte della sua amata un po’ più a lungo da scoprire chessò, che era ancora viva? No, troppo difficile, molto meglio uccidersi. Bah, un’ esagerazione unica.
Mentre era ancora assorto a pensare sull’ inutilità di Shakespeare, sentì un vociare dagli spogliatoi femminili, forse se i ragazzi ci mettevano abbastanza, sarebbe riuscito ad assistere all allenamento delle cheerleader e quella prospettiva non era niente male, le gambe delle ragazze lasciate scoperte dalle divise indecentemente corte, che poi si sollevavano ulteriormente durante i salti, non erano decisamente niente male.
Mentre cambiava posizione e rifletteva su quante adulazioni avrebbe potuto prendere dalle ragazze, notò un foglio di carta per terra, era troppo liscio e pulito per essere una cartaccia buttata volontariamente da qualcuno, quindi allungò il braccio, nella speranza di trovare almeno un volantino di una festa da leggere.
Sgranò gli occhi sorpreso, quello che aveva tra le mani non era decisamente un volantino, ma qualcosa di centinaia di volte più interessante: una copia abbozzata di se’ lo fissava di rimando dal foglio.
Tony sogghignò e infilò il foglio con cura nella sua tracolla.
Il biondo sembrava decisamente interessante.






*Non ho idea se in America ci siano attività extra che diano crediti come qui in Italia, l’ ho inserito perché mi serve ai fini della storia.

Deliridifondopagina: Saaaalve a tutti, questa è la mia primissima fanfic in generale, quindi spero che il primo capitolo non sia venuto un obbrobrio ¡~¡
L’ idea di scrivere qualcosa riguardo Steve e Tony mi frullava nella testolina da qualche mese, ma non avevo mai un’ idea decente, spero che questa AU!HighSchool lo sia u.u
Il titolo di questo capitolo è un riferimento puramente casuale ai Sum 41 c:
Ringrazio tutti quelli che han letto fin qui, siete stati brrrravissimi (ci sarà qualcuno che legge, vero? ç_ç)
A breve dovrei cambiare nickname con qualcosa di più pratico di questo – che è kilometrico- quindi se trovate la storia con un nome diverso -col quale comincio già a firmarmi - sono sempre io (:
Se recensirete farete la mia felicità e vincerete un biscotto! :3  
Al prossimo capitolo, (spero di poter aggiornare una volta ogni una o due settimane) cià!
Pan;

 

  
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