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Autore: butterbeer95    03/11/2012    1 recensioni
Cecily Rose e London Hudson. Adolescenti, innamorati, alle prese con le prime ribellioni e i sogni adolescenziali, vittime di un odio che, solo in teoria, impedisce loro di stare insieme.
[Continuazione -ma neanche tanto- di Mrs. Brownstone, spero vi piaccia!]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Forbidden&Forgotten'
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Prima di trovare la forza necessaria per suonare un misero campanello, London Hudson dovette pensarci, ripensarci, salire in macchina, sentire un po’ di Metallica, scendere, allacciarsi le Converse, avvicinarsi alla casa, darsi una sberla.
Poi, finalmente, si decise. Il suono gli sembrò più fastidioso che mai.
Ad aprire la porta fu proprio Cecily, come aveva sperato fin dall’inizio. Era così attraente. Sul suo volto era dipinta la sua solita espressione, i suoi occhi erano tornati ad avere quel guizzo che gli era così mancato. E sorrideva. London era sicuro al novantanove percento che quel sorriso avrebbe potuto chiudere il buco dell’ozono, o porre fine alle guerre.
“Hudson, chi non muore si rivede, eh?”
“Ciao Cecily. Ti trovo in splendida forma. Sei uscita dalla clinica, così mi ha detto Max..”
“Sì, Max ha il vizio di non farsi mai gli affari suoi.”
Odiava quel tono di voce che la ragazza assumeva quando parlava a gente che non le piaceva. Ironia mista a disprezzo. E ora lo stava usando con lui, proprio con lui.
“Gli ho chiesto io di te.”
“Ah, sì? Non mi sembra che ti importasse molto in quel cazzo di locale, o in quella fottuta clinica di riabilitazione. No. Tu eri qui, nella tua bella villa, a spassartela e a suonare. Tanto c’ero io in mezzo a quell’inferno. Le occhiate dei miei genitori e di tutti gli altri..Non sai cosa ho passato.”
“Mi dispiace. Non-non riesco neanche a immaginarlo..”
“Perché dovresti, in fondo?”
“Perché ti amo.”
Forse aveva detto la cosa sbagliata. Ma non l’aveva neanche pianificata. Non doveva dirlo in quel preciso momento, era una cosa stupida. Eppure, non aveva potuto farne a meno. Sembravano così giuste quelle due parole, dette a lei..
“Chi è che ama la mia ragazza?”
“Hahaha, nessuno Ethan. A parte te, ovviamente.”
Cecily si girò verso il ragazzo e gli stampò un non troppo casto bacio sulle labbra, prima di voltarsi verso London, visibilmente disgustato.
“Tu, Ethan, sei uno stronzo.”
“Hey, come ti permetti?”
“Già, London, come ti permetti? Smettila di trattarlo così, non ne hai nessun diritto. Hai perso il treno.” Dichiarò la ragazza.
“Dio, scommetto che sei stato tu!!”
“A fare cosa?” domandò Ethan.
“Quella sera..Io ti avevo chiesto..E lei..Oddio, ti ammazzo. Questa è la volta buona!”
“Mi volete spiegare?”
Ethan aveva perso la sua aura di superiorità, per lasciar spazio ad un velo di preoccupazione. Ormai London era sicuro che fosse stato lui ad incasinare definitivamente la sua relazione con Cecily.
“Ti spiego io, volentieri. Tempo fa non ce la facevo più senza di te. Eri in quella cazzo di clinica, e io non sapevo che cazzo fare, e allora ho chiamato questo stronzo qui, sperando che potesse darmi una mano..E lui ovviamente ha detto di sì e ovviamente mi ha preso per il culo. Pensavo mi avessi dato buca, ma evidentemente non hai mai saputo di dovermi incontrare.”
Cecily guardò prima London, poi Ethan, poi di nuovo London. Sembrava il copione di un pessimo film per ragazzine.
“è vero, Ethan?”
“Posso spiegare, ti giuro.”
“Puoi spiegare? Ma ti sembra una risposta?! Non mi interessano le tue spiegazioni. Sei un bugiardo, un maledetto bastardo, e devi uscire da questa casa e dalla mia vita. Ora.”
Ethan guardò London in cagnesco, e si allontanò alla svelta da casa Rose. Il riccio sorrideva soddisfatto, ma tornò subito serio alla vista della sua..Ragazza?
“Levati quel sorriso dalla faccia, cretino. Se credi che tra noi le cose si siano sistemate, ti sbagli di grosso.”
“Ma io credevo..”
“Lo so cosa credevi, ma per ora..Ci devo pensare.”
Cecily chiuse la porta proprio in faccia a London, che appariva più confuso che mai. Un po’ le dispiaceva lasciarlo lì da solo, ma con tutto quello che era venuta a sapere, voleva solo stare da sola.
“Papà! Papà, dove cazzo sei?” urlò la ragazza.
“Te l’ho già detto, Cecily, non si dicono le parole del gatto. Chi è che te le ha insegnate? Dove le hai sentite?”
“Da, hem, te?”
“Oh, giusto. Comunque, volevi dirmi qualcosa? Stavo insegnando a Maciste a fare la pipì sul tappetino, perciò fai in fretta.” Rispose il rosso.
“Ho lasciato Ethan.”
Un’espressione sinceramente contenta si dipinse automaticamente sul volto di Axl.
“Ma forse mi rimetto con Hudson.”
La contentezza di un minuto prima svanì nel nulla più assoluto. Sempre quel cavolo di Hudson. Ne aveva abbastanza di quel cognome, di quella famiglia. Oddio, magari la sua bambina e quel teppista –aveva preso dal padre- si sarebbero sposati. Magari lei gli avrebbe chiesto di cantare al matrimonio, e lui avrebbe dovuto dire di sì perché lei era la sua bambina. Magari Slash avrebbe suonato perché il destino era uno stronzo. Magari ad Axl sarebbe pure piaciuto, e avrebbe dovuto ingoiare il suo orgoglio e chiedere a Slash di fare una reunion. Magari gli sarebbe toccato suonare di nuovo con Adler.
“Vabbè, pà, io vado a dormire. Ciaaao.”
“Eh? Cosa?”
“Ma che hai?”
“No, niente..Huh, senti, tesoruccio, promettimi una cosa..”
“Cosa?”
“Non sposarti mai.”




VENTESIMO CAPIIIITOLO. FESTEGGIAAAMO. Lo so che sono una pessima scrittrice, scusatemi. <3
   
 
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