Cosa vogliono ancora da me?
Cosa devo dirgli di più
per convincerli che sono innocente?
Cosa devo fare più che aprirmi al partito
che difende i loro interessi?

Cammino avanti e indietro
e scrivo lettere a tutti
sperando che mi salvino
perchè questa volta
non posso salvarmi da solo

Voglio che ciò che scrivo
arrivi ai destinatari e resti segreto
Voglio che lo leggano
senza farsi domande
sulle sbavature d'inchiostro

Se andasse a finire male
Se Dio mi volesse con sé
Non voglio la famiglia
e gli amici a ricordarmi
per i pianti sommessi

Vorrei che ricordasse
il mio sorriso, la mia bontà
Che il resto d'Italia
tenesse a mente
il tentato compromesso

Ci credo ancora
nel mio compromesso
E credo che un giorno
non ci sarà più bisogno
di lottare fra nero e rosso

E mentre cammino
in questa prigione
mi chiedo perchè
in tutto il governo
abbiano scelto proprio me



SPAZIO AUTRICE:
Mi riesce difficile immedesimarmi nel personaggio di Moro, sarà che nemmeno il suo partito mi fa impazzire (cé, era un partito di centro!), però una cosa gliela devo riconoscere: è stato un grande uomo. Magari non un grande statista, ma sicuramente un grande uomo. Vabè, dai, non vi annoio.
Questa poesia è stata molto difficile da scrivere e vedrò di rivederla nelle strofe centrali perchè non mi convince pienamente. Quindi, se vi è piaciuta, o comunque avete dei consiglio, fatemelo sapere.
Baci,
Kiyara