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Autore: Atakir    03/11/2012    3 recensioni
racconterò di come sarebbe andata a finire la toria di dragon ball se la vita dei due sayan purosangue fosse stata differente dalla nascita del minore.
se all'esplosione del pianeta vegeta i due cuccioli fossero stati inviati, per volere della madre, su un pianeta a noi conosciuto, come sarebbero cresciuti?
le avventure per loro sarebbero diminuite?
e il principe sarebbe riuscito a nascondere ciò che provava difronte al piccolo e ad un bel faccino?
ulteriore difficoltà: se vegeta avesse subito molti torti da un viscido essere e decidesse di vendicarsi?
questa è la versione migliorata di una mia vecchia fict. non mi piaceva come l'avevo scritta e ho chiesto aiuto ad una scrittrice di efp (Spiraleovale95) se poteva darmi una mano.
per ora abbiamo riscritto il primo capitolo, forse la storia la concluderò da sola, chi ben comincia è già a metà dell'opera. giusto?
spero di ricevere molte più recensioni che nella versione precedente, baci
Faiht
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Freezer, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Goku/Vegeta
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un giorno sconsolato su di un pianeta ormai distrutto da un terribile demone, una donna, abbracciò teneramente due bambini, senza badare a controllare le proprie emozioni che si trasformarono in lacrime di tristezza e disperazione.
Li appoggiò sopra a quel cuscino che vi era nella navicella e gli legò le code al bacino.
–Abbiate cura di voi..- Disse con un fil di voce per poi girarsi e prendere quel mantello che gli era porto dal marito ove sopra spiccava sanguigno lo stemma della propria casta.
Sarebbe appartenuto al più grande dei due, Vegeta, figlio del magnifico Principe Vegeta. Morfeo li cullava nel suo grembo tenendoli ignari di tutto ciò che gli stava accadendo.
L’aria, all’interno del mezzo, era pesante e puzzolente: un posto poco accogliente per due bambini che di differenza avevano 7 anni. Infatti uno era nato da poco più di due mesi terrestri, mentre l’altro aveva appena compiuto il suo settimo compleanno, anche se per essere un bimbo della sua età, era molto maturo.
Su un display si illuminavano luci ad intermittenza, ciò indicava l’imminente partenza del mezzo, e in una lingua incomprensibile scorrevano le numerose informazioni delle coordinate che avrebbero portato quel rottame su un pianta alquanto irrilevante.
I padri dei bambini guardavano quella navetta pronta per partire che arrancava sotto i loro severi occhi.
Le reazioni che ebbero, alla vista di tale scena, furono assai differenti: il primo si rammaricava nel vedere ciò, si disperava perché non avrebbe mai potuto vedere il proprio pargolo crescere, diventare un uomo, non avrebbe mai potuto vederlo combattere, sforzandosi riuscì a trattenere quelle lacrime amare che lo attanagliavano assieme a quel nodo alla gola che non aveva proprio intenzione di sciogliersi.
L’altro padre invece guardava quella scena con distacco, si vedeva che non traspariva sensazione, e forse, il suo cuore di ghiaccio nemmeno ne provava.
La donna coprì entrambi i pargoli, e baciandoli delicatamente ebbe poi la forza d’animo di chiudere quella sfera e lasciarla scappare dalle proprie mani, come un uccellino che abbandona il nido; un uccellino troppo giovane, troppo acerbo per avventurarsi in uno spazio che non avrebbe mai avuto la benché minima pietà di lui.
Ma perché questa partenza? Perché questo dolore?
Bardack, il più giovane dei due uomini presenti all’evento, aveva ricevuto in dono da un abitante di Kanassa il potere della preveggenza.
Una maledizione o una benedizione? Se le era chiesto troppe volte ormai...
Un pensiero nella donna: i due figli si sarebbero protetti o meno?
-Taanipu!-lei si sentì chiamare. -Vieni anche tu?-
Ella rimase in piedi, a fissare il vermiglio cielo ancora un istante, poi si voltò e raggiunse gli altri per lottare contro il demone.
Combatterono per giorni con tutte le loto forze, ma gli uomini morirono nel tentativo di salvare le proprie donne, e costoro furono catturate lo stesso e imprigionate.
Le loro condizioni erano pietose, ma quel mostro spregevole non aveva cuore e le mantenne in vita sino a che non soddisfò ogni suo piacere, dopo di che se ne disinteressò lasciandole morire il dolori atroci e agonie strazianti.
I due bambini arrivarono sul pianeta Terra, era notte e l’atmosfera non era una delle migliori. Infatti la gravità era dieci volte inferiore a quella di Vegeta, l’aria era quasi irrespirabile e tutto ciò che il suolo offriva non era in salute.
Vegeta si guardò intorno, faceva un gran freddo e il piccolo marmocchio che vi era nella navicella vicino a lui aveva appena cominciato a piangere.
-Stupido moccioso!-
   
 
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