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Autore: laverde    04/11/2012    2 recensioni
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“E invece, nell'istante in cui quella porta si spalancò, fu come se l'aria si congelasse. Un ghiaccio caldo, però. Kurt lo fissava con occhi sgranati e con una tale delizia nello sguardo che per Blaine fu come se il suo cuore si spaccasse [...]."
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci al capitolo +1, ovvero l'epilogo della mia storia.
 I discorsi alla fine :)





Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile.
Capitolo 4+1

 

Domenica pomeriggio, un tramonto che non poteva fare altro che rendere giustizia alla magia di un fine settimana sconvolgente.

Blaine stava rimettendo le proprie cose dentro alla sua valigia, col magone nel petto all'idea di tornare a casa dopo ciò che era successo. Non smetteva di rimirare il proprio anulare sinistro, ormai adornato da un sottile anello di argento opaco da 10 dollari che Kurt aveva abilmente scovato, assieme al suo anello quasi gemello, in un negozietto dell'usato.

Non aveva ancora bene idea di come fossero riusciti, alle 7.45 di sabato mattina, a rintracciare un funzionario municipale per convincerlo a trovare un buco nell'agenda ed unirli in matrimonio. Ricordava però chiaramente di come si fossero messi febbrilmente a cercare vestiti nell'armadio di Kurt che fossero adatti all'occasione: Kurt sosteneva che avessero il reciproco obbligo di sposarsi in abiti così glamour da levare il fiato, in barba alle convenzioni stilistiche riguardo all'abbigliamento appropriato per l'orario ante meridiano.

Così, con addosso le giacche più elaborate ed appariscenti che riuscirono a trovare, i loro cravattini più belli e le camicie più pazzescamente bianche, si avviarono, già trafelati, verso il New York City Hall, noncuranti del fatto che il loro turno fosse stato incastrato poco prima delle 13 ed avessero tutta la mattina da trascorrere. Una volta giunti alla loro meta, si concessero di respirare.

Trascorsero le infinite ore d'attesa consumando una quantità discutibile di caffè e scambiandosi un numero imprecisato di baci increduli e isterici, felici come bambini.

Kurt non gli aveva lasciato la mano per un solo secondo.

E ora quelle stesse mani che si stringevano portavano degli anelli quasi gemelli, che Blaine non riusciva sul serio a smettere di rimirare.

Era un uomo sposato.

Il suo maritino era steso a pancia in su sul letto, e lo guardava di sottecchi mentre lui armeggiava coi suoi bagagli, lo sguardo sognante.

“Ora siamo veramente favolosi. Come Tom Cruise e Nicole Kidman.” sospirò Kurt.

“Per noi però mi aspetto un finale migliore.”

“Ovviamente io sono Nicole Kidman.”

“Ovviamente.”

“Io sono l'algida bellezza ariana e tu il piccoletto sexy.”

“All'incirca, si...” rise Blaine, scuotendo la testa divertito.

Con un altro sospiro deliziato, Kurt si tirò a sedere, rivolgendo a Blaine uno sguardo carico d'amore. “Non posso credere di poterti chiamare mio marito.”

“Ora nessuno potrà mettere in dubbio il fatto che sono tuo per sempre.”

“Perché? Chi l'ha messo in dubbio? Il tuo amichetto per caso?”

Blaine gli lanciò un lungo sguardo eloquente, “Kuuuurt...”

“Scusa, scusa... scherzavo! Non possiamo neanche più ridere delle nostre disgrazie?” replicò quello, con una smorfia allegra.

“Sei tu la mia disgrazia.”

“Che dolci, parliamo già come una vecchia coppia sposata!”

Blaine chiuse con un colpo secco la valigia, avvicinandosi a Kurt e saltando a sedere sul letto accanto a lui per poi cingergli la vita tra le braccia e portandolo indietro in una sorta di casqué.

“Sei bellissimo. Sei mio marito.”

“Te lo ripeti continuamente per fartene una ragione?”

“Credo sia la cosa per cui sono nato. Essere tuo marito. Promettere di amarti per sempre.”

“Sono riuscito a incastrarti” mormorò Kurt, alzando una mano a carezzare la guancia e la tempia di Blaine.

“Chi ti dice che non sia stato io a incastrare te, e che tutto il filo del ragionamento che ti ha condotto a chiedermi di sposarti non sia stato da me abilmente orchestrato?”

Kurt alzò le sopracciglia, ammirato “Blaine! Sei un genio. Per questo, se possibile, ti amo ancora di più.”. Passò la mano dalla tempia al retro della testa di Blaine, tirandolo a sé per rapirlo in un profondo bacio.

Tanti altri baci seguirono a quello, nel tragitto che separava l'appartamento a Bushwick dall'aeroporto.

Kurt accompagnò Blaine fino all'atrio, per poi stringergli con forza gli avambracci dondolando da un piede all'altro con espressione tormentata. Il momento della separazione era più atroce di quanto temesse, come se una fetta di cuore stesse per prendere il volo. Ma premendo le mani sulle braccia di Blaine, sentiva il duro metallo dell'anello pressare delicatamente contro il suo anulare. Quella piccola sensazione bastò a fargli riaffiorare un piccolo sorriso sulle labbra.

Blaine controllò l'ora sul maxischermo, sospirando. “Temo sia giunta l'ora di salutarci sul serio, adesso.”

“Sarà una frase banale ma... mi mancherai da morire.”

“Anche tu mi mancherai, terribilmente.

Ma tornerò presto.”

 

Seduto sulle poltroncine del foyer, di fronte alle grandi vetrate dell'aeroporto, Kurt cercava di capire quale tra gli aerei che stavano decollando sotto i suoi occhi contenesse suo marito.

A pensarci, era ancora frastornato di come le cose fossero cambiate in maniera così vertiginosa nel giro di un anno.

Quando si era diplomato aveva giurato di stare sempre con Blaine, qualunque cosa accadesse, e che la distanza non avrebbe cambiato le cose tra loro. Solo quattro mesi dopo, proprio a causa della distanza, che aveva fatto sentire Blaine trascurato e solo, avevano rotto. Era stata una separazione inimmaginabile, dolorosissima, che nemmeno nei suoi incubi più pessimistici avrebbe mai creduto che sarebbe potuta accadere a loro. Seguirono mesi strazianti, che finirono improvvisamente con la comparsa di Blaine, proprio lui, sulla sua porta un qualsiasi venerdì sera. Nulla avrebbe fatto sospettare Kurt del suo arrivo, proprio mentre si stava sforzando di voltare pagina, e nulla come vederlo apparire sulla sua soglia l'avrebbe potuto rendere più felice.

Ed ora eccoli lì, sposati. Si erano promessi reciproco amore per l'eternità. Era stato un gesto quasi folle, guidato da passione sfrenata e dalla consapevolezza, rinnovata, di cosa cercassero entrambi.

Poco importava che fossero ancora troppo giovani, che Blaine frequentasse ancora il liceo, che l'avessero fatto d'istinto senza averlo comunicato ancora a nessuno e che Burt avrebbe probabilmente rischiato un altro infarto alla notizia.

Solo ora, pur guardando Blaine allontanarsi nel cielo diretto attraverso due stati, si sentiva realmente completo, nella consapevolezza che nessuno dei due sarebbe stato mai più solo.











Olè, finita!
Nonostante tutto sono soddisfatta di averla scritta, avevo proprio una gran voglia di riprendere, ehm, la penna (diciamo) in mano e sono felice del risultato.
Devo ringraziare Glee e tutti coloro che ci stan dietro per avermi dato i giusti stimoli e le giuste basi per far partire un po' di fantasia :)
Ringrazio anche, per l'ultima volta, la Fatina per il sostegno morale, e ringrazio tutti quelli che hanno letto questi capitoletti.

...e ora pronti per la ripresa di questa faticosa 4^ stagione!

 

  
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