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Autore: weasleywalrus93    04/11/2012    5 recensioni
Cosa può succedere se la Liverpool del 1958 e la Liverpool a noi contemporanea venissero a contatto tramite due ragazzi? Di uno il mondo conosce il suo nome, la sua vita e i suoi ideali. Dell'altra invece il mondo non fa nemmeno caso, mettendola in disparte e oscurando ciò che potrebbe offrire al mondo. Ma dall'esterno non si può sapere quanto una persona, anche la più famosa, può venire influenzata da qualcuno che il mondo nemmeno vede.
(mia primissima FF... mi sono letteralmente buttata a scrivere)
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I say high, you say low.
You say why and I say I don't know, oh no.
You say goodbye and I say hello
hello hello
I don't know why you say goodbye, I say hello
{Hello goodbye} 
 
Liverpool, 9 Novembre 1958.
 
Menlove Avenue. Sempre stata una bella strada, lo dicevano tutti a Liverpool. Solo che nel 1958 non era così... trafficata. Mi fece uno strano effetto farla con lui, visto che fino a poco tempo prima andavo in quella strada per lui. Sembrava una di quelle vie da tipico villaggio inglese, villette a schiere, tutte con il proprio prato perfettamente curato. 
 
-Troppo da snob eh?-
 
-No... E' bello. Almeno non è una topaia-
 
-Ci sei già stata qui?-
 
-Mmm si... Di passaggio...-
 
Non me la dava a bere. La conoscevo bene. Feci finta di niente e cercai di spingere il cancelletto del 251. Chiuso. Poggiai la mano sul cancelletto e lo scavalcai. Mi voltai per vedere se aveva bisogno di una mano, ma senza il mio stupore stava già scavalcando da sola. La chiave di riserva era solito posto, sotto lo zerbino. Infilai la chiave nella serratura e la feci scattare.
 
-Non vorrai restare la fuori tutto il giorno spero-
 
Mi risvegliò dalla trance in cui mi trovavo. Erano strano essere in quel posto, con lui. Entrai dentro quella casa che avevo già visto centinaia di volte. L'ingresso era in legno e sulla destra si arrivava subito al salotto. 
 
-Sei fortunata... Mimì è fuori-
 
Lessi velocemente il bigliettino che era poggiato sulla mensola sopra il camino e glielo porsi. Presi una sigaretta e l'accesi. Il sapore del tabacco mi invase la bocca e la gola. Mi lasciai andare su una poltrona, mettendo i piedi sul tavolino di legno che era proprio di fronte.
 
-Resti li come una statua?-
 
-E' che...-
 
-Non dirmi che ti vergogni-
 
-Nono... E' solo che... Non mi capitava spesso di stare in casa di un amico quando non c'era nessuno-
 
-E io chi sono? Il vicino della porta accanto?-
 
-Bestia! Non ho detto questo!-
 
-E allora dai! Vieni a sederti-
 
Mi indicò il posto vicino a lui. Posai lo zaino per terra e tolsi il giubbotto, poggiandolo sulla spalliera di una poltrona. Mi sedetti accanto a lui e vidi immediatamente il suo braccio poggiarsi sulla spalliera dietro di me. 
 
-Visto che devo dirti tutto passo passo... Fa come se fossi a casa tua-
 
-Non sono una troglodita come te carissimo-
 
-Sono a casa mia no?-
 
-No. Sei a casa di tua zia il che non fa di questo posto casa tua-
 
-Il tono da saccente non va via nemmeno con la candeggina eh?-
 
-E nemmeno la strafottenza a quanto pare-
 
-Te la senti?-
 
-A far cosa?-
 
-Raccontarmi cosa è successo qualche giorno fa...-
 
Piegò la schiena in avanti e per un attimo ebbi il terrore che stesse vomitando. In realtà si tolse le scarpe e si accovacciò sulla poltrona. Sospirò mestamente.
 
-Non so perchè, papà aveva deciso di portarmi con sè a Blackpool. In fondo in fondo con papà andavo d'accordo... ogni tanto. Mi ha portato spesso a vedere il mare, o le auto d'epoca. Insomma, ci sarei andata. Solo che a sentire questa decisione, mamma è andata fuori di testa. Ha deciso che sarei andata con lei. Tutto pur di non far contento papà. Non era male quando non beveva. Cioè, non ti trattava come se fossi un oggetto ogni santo giorno e dappertutto. Appena tornata da scuola, mi disse di preparare subito lo zaino con le cose indispensabili perchè saremmo partite subito per Birmingham. Avevano deciso tutto senza chiedermi nulla. Ero un oggetto che dovevano contendersi per far dispetti all'altro. Dopo due ore circa ci mettemmo in macchina. Mamma era ubriaca, aveva bevuto tanto quella sera, così non prese la strada giusta per l'autostrada e fummo costrette a girare per le campagne. Non si accorse a un incrocio che era scattato il rosso. Lei continuò a correre con la macchina, nonostante le urlassi di frenare, o almeno di rallentare. E poi... Ricordo solo che due grossi fari bianchi ci venivano addosso da sinistra, il lato dove mi trovavo io. Un prolungato rumore di clacson e poi il nulla.-
 
Senza che me ne accorgessi, avevo il viso pieno di lacrime. Tirai rumorosamente su col naso. Tentai invano di asciugare il viso e gli occhi con la manica della felpa, ma fu tutto inutile. La sua mano sulla mia spalla. Mi avvicinò a sè e mi strinse con entrambe le braccia.
 
-Sto bene... Davvero-
 
-Non mi inganni...-
 
-Non potrei mai-
 
-Stai tentando però-
 
Poggiai la testa sopra la sua. Non ci fu bisogno del continuo per sapere cosa fosse successo. Ricordavo ancora perfettamente quando davanti casa, Julia venne investita da quel bastardo e fece un volo di due metri. Tremava.
 
-Senti... E' stupido che io resti qui creandoti solo casini... Credo che cercherò una pensione o un qualcosa gli vada molto vicino.- 
 
Mi alzai decisa. Presi le scarpe con una mano, misi lo zaino in spalla e con la mano libera afferrai il giubbotto. Mi appoggiai allo stipite della porta per infilare le scarpe.
 
-Tu sei matta-
 
-Perchè non voglio creare ancora casini? Perchè non voglio essere un peso, un obbligo per nessuno? Si probabilmente lo sono-
 
-Tu non sei un obbligo-
 
Mi alzai, ma non sapevo come venirne a capo. 
 
-Ah no? Beh per tutte le persone con cui ho avuto a che fare io sono risultata nient'altro che un fardello da trasportare qua e la-
 
-Non lo sei per me-
 
-Gentile Lennon, ma credimi. Creo solo casini-
 
Riuscì ad infilare finalmente anche l'altra scarpa e uscii dalla stanza diretta verso la porta. Mi scansò velocemente e si parò davanti a me.
 
-Fammi andare-
 
-Te lo scordi-
 
-Ti vengo a trovare. Promesso.-
 
-Tu resti-
 
-Lennon davvero. E' meglio se non mi hai tra i piedi-
 
Mi avvicinai a lei e le presi il viso tra le mani. Aveva ancora gli occhi lucidi.
 
-Ma io voglio averti tra i piedi-
 
Rimasi a fissarlo negli occhi. Lentamente mi avvicinai. Dovetti mettermi leggermente in punta di piedi per arrivare alla sua altezza. Stavo quasi per baciarlo, quando si scansò in fretta e mi baciò sulla fronte. Cazzo. Sapevo che un'opportunità come quella che avevo già avuto non sarebbe capitata più. 
 
-Sarebbe stato un bacio non dato veramente Judy. E so che non lo vuoi nemmeno tu-
 
Chiuse gli occhi e vidi che continuavano a uscire lacrime. La strinsi di nuovo a me, lasciando che si sfogasse. Il cielo era diventato arancione quando finalmente si calmò. Le tolsi lo zaino dalle spalle e lo lasciai cadere a terra. Il giubbotto sopra lo zaino. 
 
-Su, distraiti un po che ne hai bisogno-
 
Mi prese per mano e mi ricondusse di nuovo nel salotto ben curato. Solo allora notai le foto sopra il camino. 
 
-Sei tu qualche anno fa?-
 
-Si. Prima che il rock'n'roll mi rovinasse, a detta di Mimì-
 
-Ha ragione. Eri proprio carino-
 
Fra tutte le foto presenti, la sua attenzione venne catturata da una in particolare. Silenziosamente, mi allontanai e mi risedetti sul divanetto. Mi raggiunse poco dopo con la foto in mano.
 
-Tua madre?-
 
Annuì piano. Teneva una mano sugli occhi. 
 
-Era davvero bella-
 
-Già...-
 
-Ti manca?-
 
Gli occhi pizzicavano. Mi voltai verso le finestra, a guardare il cielo diventare rosso sangue. Le sue dita si intrecciarono con le mie. Non disse nulla. Un rumore soffocato mi disse che aveva poggiato la cornice sul tavolo. Poggiò la testa sulla mia spalla. Improvvisamente la feci spostare da dov'era prima per permettermi di sdraiarmi sul divanetto. Mi guardò confusa prima. Continuando a dire nulla, si lasciò andare vicino a me, senza mai lasciare andare la mia mano. Con la mano libera arrivò fino alla mia spalla. Sapevo che aveva capito. Con le dita giocavo con i suoi capelli. Rimanemmo così fino a quando Morfeo non decise che era il momento di abbandonare quel mondo pieno di dolore per rifugiarsi momentaneamente in uno migliore.
 
 
 
 
 
Spazio autrice.
avete fatto arrivare la mia storia tra le più popolari :') ieri mi sono quasi commossa ve lo giuro! grazie grazie grazie! dico davvero :) *e tu che all'inizio non volevi nemmeno pubblicarla...* hai ragione lennon! beh che altro dire? questi capitoli che sto pubblicando ora (a partire dal capitolo precedente a quello pubblicato prima di questo) mi stanno particolarmente a cuore (infatti nel mio preferito da quel che ho capito eravate tutti con le lacrime ma vabbè XD) spero si noti :) ringrazio chi ha inserito la mia storia tra i preferiti (permettendomi così di arrivare tra le storie più popolari... grazie ancora ^^) e chi l'hainserita tra le seguite. chi la recensisce puntuale come un orologio svizzero, chi arriva un po dopo e anche chi la legge semplicemente senza recensire. ^^ grazie grazie grazie di cuore :) 
ps. dalle vostre reazioni deduco che posso continuare a scrivere anche altro vero??? :)
  
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