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Autore: clare83    04/11/2012    2 recensioni
Questa è la mia prima storia, spero possa piacervi...
Sara è una giovane vedova mamma di due bambini. Per l'estate torna nel suo paesino per svagarsi e stare con i suoi genitori, inaspettatamente incontra di nuovo Walter...cosa succederà?
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera ragazze!

Come sempre prima di lasciarvi alla lettura

voglio ringraziare ognuno di voi, spero di leggere le vostre opinioni!

Un abbraccio

 

Il primo giorno di scuola arrivò rapidamente, Marco era elettrizzato tanto che la sera precedente aveva faticato a prendere sonno; Matteo, che generalmente non era entusiasta della ripresa delle lezioni, si era mostrato eccitato all’idea di frequentare la scuola insieme a quelli che considerava i suoi più cari amici. La mattina la sveglia di Sara non aveva neppure suonato e la donna era stata richiamata dal mondo dei sogni dal suo secondogenito che saltava sul letto canticchiando “ Oggi comincio la scuola! Oggi comincio la scuola!”. L’entusiasmo del suo ometto l’aveva contagiata, in questa atmosfera spensierata aveva preparato le colazioni e svegliato Matteo che, nonostante la gioia, aveva continuato a dormire beatamente fino a quando la madre non lo aveva svegliato.

            Sara aveva immortalato la mattinata con una serie di foto del neo alunno, dei due fratelli e poi delle loro nuove classi. Il cortile della scuola era pieno di mamme e bambini che chiacchieravano felici, tutti erano informati dell’arrivo dei nuovi studenti che ovviamente ricevettero tanti calorosi abbracci di benvenuto. Quando finalmente la campanella aveva suonato gli alunni delle scuole medie avevano fatto il loro ingresso nell’ala est della scuola e una mezz’oretta dopo erano entrati anche gli alunni della scuola primaria.

Nel momento in cui il suo piccolo uomo, in fila, entrava nella scuola, un raggio di sole si aprì un varco tra le nuvole che quella mattina coprivano il cielo, sembrava una carezza.  Il pensiero di Sara andò immediatamente a Simone e il magone che aveva trattenuto fino a quel momento si sciolse in lievi lacrime. Mentre si incamminava al suo nuovo lavoro ripensava a tutto ciò che era accaduto in quella strana estate e per la prima volta si rese conto che pensare a Simone non le aveva provocato quel dolore lancinante che le impediva di respirare, certo soffriva, ma soprattutto pensando a ciò che i ragazzi avevano perso, lei invece si sentiva più forte e sperava con tutto il cuore di riuscire a trasmettere la stessa forza ai suoi piccoli uomini.

 

            I ragazzi sarebbero stati impegnati solo fino all’ora di pranzo e la nonna Angela aveva insistito per festeggiare la prima giornata nella nuova scuola con un pranzo a casa sua. Il pasto era stato letteralmente monopolizzato dai racconti dei ragazzi, la nuova scuola, gli amici che ora avevano anche la veste dei compagni di scuola, gli insegnanti: il loro giudizio sintetico sulla giornata era positivo, ma impiegarono parecchio tempo per esprimerlo.

Ciò che rendeva la situazione difficile era la tensione che ormai si respirava tra madre e figlia, sostanzialmente non si rivolgevano la parola, Sara iniziava seriamente a sospettare che aver ignorato le frecciatine di sua madre non era stata poi una grande idea. Si trovavano in una situazione di stallo, lei non sapeva proprio come uscirne. Dal momento che tutti avevano finito di mangiare il secondo levò i piatti dal tavolo e si diresse in cucina, sentì qualcun altro alzarsi da tavola e sperò vivamente che non fosse sua madre. Suo padre la fissava dalla porta della cucina: - Non mi sono mai intromesso nei battibecchi tra te e tua madre, ma sinceramente questa volta state andando per le lunghe e la cosa sta diventando difficile da gestire. Mi vuoi dire cosa non va?

-          La mamma si preoccupa sempre troppo! Prima di dice che mi devo rifare una vita e poi quando inizio ad organizzarmi subito mi giudica e si altera.

Il padre stava per ribattere quando Angela entrò con la scusa di prendere il dolce e Sara uscì dalla cucina, nonostante tutto non voleva affrontare sua madre soprattutto a portata di orecchio di Marco e Matteo.

 

Il pranzo alla fine era terminato senza morti né feriti, mentre Sara e i ragazzi uscivano Angela punzecchiò la figlia: - Il nostro sportivo non è nei paraggi? Ti sta sempre intorno, ma oggi non si è visto…

La figlia si era limitata a risponderle che Walter quel giorno era via per lavoro, la madre l’aveva guardata con un’aria sospettosa e poi era rientrata in casa senza proferire parola.

 

Nello stesso momento un Walter molto annoiato stava bevendo un caffè insieme  al suo agente e al legale della Regione, il pranzo aveva lo scopo di fissare i termini del contratto per la campagna pubblicitaria che lo avrebbe visto coinvolto di lì a poco. Si era perso nei suoi pensieri già durante la seconda portata ed ora non aveva minimante idea di che cosa stessero parlando; la verità era che lui, in quel momento, avrebbe preferito essere da tutt’altra parte.

Oggi era il primo giorno di scuola di Marco e Matteo, avrebbe voluto guardare i loro visi, i loro sorrisi e avrebbe voluto essere vicino a Sara che sicuramente si sarebbe emozionata nel vedere entrare i suoi ragazzi a scuola. Il solo pensare a lei gli aveva fatto spuntare un sorriso sulle labbra, quella donna e i suoi figli gli erano entrati nel cuore. Ancora una volta si trovò a pensare che Achille aveva ragione: si era innamorato.

Fortunatamente al termine del pranzo il giovane fu lasciato libero di tornare ad Evançon, i punti principali dell’accordo erano stati fissati il suo agente si sarebbe occupato del resto.

Sulla strada del ritorno decise di chiamare Stefano, in fin dei conti ultimamente si sentivano meno, il suo migliore amico era di nuovo felicemente impegnato con Clara e dedicava la maggior parte del suo tempo libero a lei.

-          Buon pomeriggio Romeo! Come va?

-          Buon pomeriggio a te simpaticone!

-          Ti disturbo Stef? Hai da fare?

-          No tranquillo il servizio al ristorante è terminato e ora sto supervisionando alla pulizia della cucina, avere una mano impegnata dal cellulare mi aiuta a tener ferme le mani.

-          Cioè stai davvero cercando di diminuire il tuo lavoro?

-          Certo, finalmente ho di nuovo Clara con me e voglio dedicarle il giusto tempo, quindi per farlo devo imparare a delegare e come tirocinio sto usando il pranzo che è il momento in cui abbiamo meno clienti. E tu cosa fai di bello? Sempre appiccicato a mia sorella?

-          Veramente ho appena terminato un barbosissimo pranzo di lavoro, ora sto tornando su…e comunque non sto sempre appiccicato a Sara!

-          Ci stai eccome e ringrazia che sei il mio migliore amico, se no a quest’ora ti troveresti con qualche osso rotto!

-          Ho sempre apprezzato il tuo essere protettivo nei suoi confronti, ma lo sai che..

-          Non serve neppure che termini la frase fratello, si vede lontano un miglio che sei cotto, come l’arrosto che ho appena finito di servire!

-          Ecco a proposito di questo…

-          Questo cosa? L’arrosto?

-          Piantala di distrarmi e fammi riordinare un attimo le idee, ok?

Dopo un momento di silenzio e uno sbuffo Walter riprese a parlare molto velocemente:

-          CredodiessereinnamoratodiSaracomefaccioadirglielo?

-          Fratello non ho capito nulla, ripeti provando anche a respirare.

-          Sono innamorato di Sara e adesso?

All’altro capo del telefono si sentì un’allegra risata:- I miei complimenti, non credevo che impiegassi così poco tempo per ammetterlo, ora viene la parte più divertente.

-          Quale sarebbe?

-          Dirglielo.

-          Appunto ti ho chiamato per avere un consiglio.

-          Lo sai, da quando frequenti mia sorella ti sei rammollito! Che fine ha fatto il Walter sicuro che faceva strage di cuori?

-          Un conto è agganciare una per una serata, tutt’altro è una relazione seria che io non ho mai avuto…

-          Guarda che non ci sono regole fisse,  io non sono un maestro in queste cose, senza contare che stiamo pur sempre parlando di mia sorella…

-          In effetti, visti gli sviluppi recenti…confidare a Clara che sei ancora innamorato di lei urlando in una discussione telefonica non è stata un’idea brillante.

-          Brillante o no ha funzionato!

-          Touchè, comunque a 36 anni suonati non ho mai detto ti amo a nessuno e ora che ho trovato la persona a cui voglio dirlo sono terrorizzato! E se lei mi rifiutasse?

-          Primo: stai tranquillo l’ansia è la norma, secondo: tu ci stai già con Sara, se lei non ti volesse non stareste insieme, credimi. Vedrai che al momento giusto saprai cosa fare, magari evita solo di urlare, non è proprio il massimo.

I due amici si scambiarono ancora alcune battute spiritose, poi si salutarono definitivamente. Mentre Walter procedeva verso casa, si domandava come avrebbe fatto a capire quando sarebbe arrivato questo benedetto momento giusto.

 

 

 

 

A distanza di due giorni da quella telefonata Walter era sempre più nervoso, davanti a Sara era diventato taciturno e quando non c’erano i ragazzi cercava una scusa per andare via in fretta, insomma un vero disastro. Parlare davanti ai ragazzi era fuori discussione, quando rimanevano da soli la sua agitazione cresceva e non sapeva da che parte iniziare il discorso; fare una vera e propria dichiarazione gli sembrava la cosa migliore, d’altra parte temeva di risultare ridicolo agli occhi della sua donna. Risultato? Battito del cuore accelerato, salivazione azzerata e perdita dell’uso della parola. Nonostante le rassicurazioni di Stefano continuava a temere una reazione negativa di Sara, aveva paura di precorrere i tempi e di spaventarla, ma sapeva che una relazione seria e stabile si costruisce sulla sincerità reciproca e lui sentiva di volerle quasi doverle esternare i suoi sentimenti.

Sara stava iniziando a preoccuparsi, possibile che Walter si fosse già stancato di lei? Da qualche giorno gli sembrava strano, sulle spine, in più di un’occasione aveva avuto l’impressione che le volesse dire qualcosa ma ogni volta che lei chiedeva lui negava. Come se non bastasse i suoi figli richiedevano la massima attenzione dati tutti i cambiamenti a cui erano stati sottoposti e ultimo, ma non meno importante, il lavoro assorbiva molte delle sue energie. Nonostante i lavori di ristrutturazione non fossero molti, era necessaria una continua supervisione che la teneva impegnata per la maggior parte della giornata. Voleva parlare con Walter, con calma, e decise che lo avrebbe fatto quel giovedì sera, magari invitandolo a casa sua per una cenetta tranquilla.

 

Quel mercoledì fu una giornata particolarmente fredda e piovosa, il camino nel salotto dell’albergo iniziò a dare segni di difficoltà nel tiraggio. Sara, per nulla spaventata dal mal tempo, decise di salire personalmente sul tetto per cercare di capire il problema; dopo una mezz’ora sotto l’acqua scrosciante decise che era necessario chiamare l’assistenza. Il ragazzo arrivò verso le tre del pomeriggio, dopo aver esaminato il camino dichiarò che era necessario salire sul tetto per riparare la ventola del posta in cima al comignolo. Sara, mandò suo padre a prendere i ragazzi all’uscita di scuola, quindi si coprì con una cerata gialla, prese un grosso ombrello e giudò il ragazzo in cima al tetto. Verso le cinque la ventola era stata sostituita, Sara si sentiva stremata, nonostante gli accorgimenti che aveva preso era bagnata fradicia e non aveva con sé un ricambio asciutto. Chiuse velocemente l’albergo e si diresse a casa.

Quando entrò trovò i bambini che discutevano per decidere che cosa mangiare a cena e suo padre che, con scarsi risultati, cercava di calmare gli animi. La discussione fu messa da parte non appena Marco e Matteo si accorsero del suo arrivo, Sara li mandò a lavarsi e poi ringraziò il padre per l’aiuto che le aveva dato anche in quel pomeriggio.

Mentre preparava una bella polenta calda, Sara decise di chiamare Walter:

-          Buonasera splendore, come stai?

-          Buonasera a te, sono un po’ infreddolita dire la verità…

-          Tesoro, cosa è successo?

-          Nulla di grave un problema con il camino nel salotto, sono stata un po’ sul tetto e nonostante la cerata mi sono un po’ inumidita.

-          Mi spiace, è un vero peccato che non sia già giovedì sono sicuro che riuscirei a farti passare il freddo in poco tempo.

-          Già non ho alcun dubbio in proposito, riguardo a domani ti andrebbe di cenare a casa mia?

-          Ma certo, in questi giorni siamo stati parecchio impegnati, abbiamo proprio bisogno di una serata tutta per noi.

 

Quando la telefonata terminò Walter decise che non avrebbe perso ulteriore tempo e che la successiva avrebbe dichiarato i suoi sentimenti a Sara. Quest’ultima era sempre più convinta che Walter le nascondesse qualcosa, si tranquillizzò pensando che la sera successiva avrebbe indagato per capire che cosa stava succedendo.

Per tutta la sera Sara si sentì strana, nonostante il bagno bollente, i vestiti asciutti e la polenta calda continuava a sentire freddo nelle ossa, neppure la sua tisana della sera riuscì a riscaldarla; si coricò presto aggiungendo una coperta e sperando che una sana dormita l’avrebbe aiutata a riprendersi.

 

Matteo aprì un occhio, da quando era iniziata la scuola era la prima mattina che si svegliava da solo e non con sua madre che lo chiamava amorevolmente, era un buon segno significava che si stava riabituando ai ritmi scolastici. Si voltò soddisfatto verso il comodino per controllare l’ora sulla sveglia, le cifre rosse segnavano le 7.15. Com’era possibile?! Sua madre si svegliava sempre alle 6.30 e lo chiamava alle 6.45! Come mai non l’aveva chiamato? Mentre si alzava dal letto, stette in ascolto: nessun rumore. Possibile che sua madre si fosse addormentata? Si affacciò in corridoio ed andò direttamente nella camera di Sara, la donna era girata su un fianco e sembrava immobile, un sudore freddo corse lungo la schiena di Matteo. Il ragazzo rimase paralizzato, poi la madre si mosse e diede un leggero colpo di tosse, e lui riprese a respirare e si avvicinò al letto.

-          Mamma, mamma svegliati.

Sara si sentiva strana, accaldata, aveva un dolore diffuso alle ossa. Sentì il maggiore dei suoi figli che la chiamava, se la cercava di notte significava che non si sentiva bene, quindi aprì gli occhi decisa a capire che cosa stava succedendo:

-          Tesoro, che succede? Non ti senti bene?

-          Io sto benone, sei tu mamma che forse non sei in forma, non hai sentito la sveglia!

-          La sveglia? Che ore sono?

-          Sono quasi le 7.20, però credo che tu abbia la febbre, forse dovresti rimanere a letto.

-          No, ora mi alzo devo prepararti la colazione e svegliare tuo fratello.

Mentre parlava, tentò di alzarsi ma la colse un improvviso capogiro, Matteo la aiutò a mettersi seduta:

-          Mamma, tu ci dici sempre di rimanere a letto quando siamo malati, quindi resta qui.

-          Tesoro grazie, ma tu e tuo fratello dovete andare a scuola, siamo già in ritardo.

-          Ora chiamo la nonna e sveglio il nanetto, tu però non ti muovere.

Per quanto ultimamente i rapporti con la madre non fossero dei migliori, in quel momento sentiva il bisogno del suo aiuto. Sua madre arrivò in pochi minuti, Matteo nel frattempo aveva svegliato il fratello, si era vestito e stava cercando di convincere il fratello a fare altrettanto, Marco però era particolarmente nervoso e per nulla ubbidiente.

Angela era arrivata in fretta, aveva preparato due colazioni al volo, ma in primo luogo aveva cercato di capire che cosa avesse la figlia; evidentemente il pomeriggio precedente aveva davvero preso freddo ed ora ne pagava le conseguenze.

Il figlio maggire fu estremamente collaborativo, mentre Marco sembrava davvero ingestibile, si rifiutava di fare colazione e non voleva neppure sentire parlare di scuola. Angela aveva cercato tutti i modi possibili per convincerlo, ma non aveva ottenuto risultati, il piccolo sembrava molto preoccupato per la madre; quest’ultima aveva cercato di tranquillizzarlo, aveva anche tentato di alzarsi dal letto ma era stata colta dall’ennesimo capogiro e questo aveva solo aumentato la preoccupazione di Marco.

Matteo aveva preparato la giustificazione per entrare alla seconda ora, ma vedeva suo fratello sempre più agitato e scontroso, era da tanto tempo che non succedeva, sua madre non stava bene e sua nonna non sembrava in grado di tranquillizzarlo, così decise di fare un ultimo tentativo.

 

Walter si stava preparando un bel caffè, quella mattina si era svegliato presto e, nonostante la temperatura esterna non fosse più quella estiva, era uscito e aveva corso per circa quattro kilometri. Correre lo aiutava a pensare e così aveva progettato mentalmente la serata: le avrebbe portato un mazzo di rose rosse e prima di cena si sarebbe dichiarato, per placare la sua agitazione aveva immaginato almeno cinque discorsi diversi, anche se non si sentiva ancora completamente sicuro. Era soddisfatto del suo lavoro, ora dopo una doccia bollente era pronto per cominciare una nuova giornata. Mentre ripensava ai suoi progetti il cellulare iniziò a suonare, Sara, stava per rispondere salutandola con il suo solito “Ciao splendore” quando la voce di Matteo lo bloccò:

-          Ciao Walter, sono Matteo spero di non averti svegliato.

-          No, no in realtà sono sveglio da parecchio. Che succede? Ci sono problemi?

-          In realtà si, la mamma non è molto in forma e Marco è parecchio agitato.

-          Ok, stai tranquillo sto arrivando.

-          Grazie

Mentre era ancora al telefono Walter spense il fuoco sotto alla caffettiera, si infilò un paio di scarpe ed uscì.

 

  
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