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Autore: JunoEFP    04/11/2012    3 recensioni
Bene, questa è la prima storia che scrivo su Naruto, è tremendamente OOC, quindi se il genere non vi piace non vi consiglio di leggerla.
Ma adesso vi lascio alla trama:
Sakura Haruno, alunna del terzo anno delle superiori è una ragazza timida, e con una sola amica: Karin.
Innamorata da tempo di Sasuke Uchiha, un ragazzo simpaticissimo, allegro e solare, che una volta la difese da Naruto Uzumaki, un ragazzo chiuso e scorbutico.
La sua vita scolastica è sempre stata ostacolata da Hinata, la ragazza più popolare della scuola. Strafottente e bellissima.
Vedrete una serie di amori non corrisposti, amicizie distrutte e rivalità.
Il tutto, in una confusione terribile che giusto una mente idiota come la mia poteva inventarsi.
Premetto che detesto Sakura ed adoro Hinata, ma in questa fic ho deciso di far avere ad entrambe un ruolo pieno di sofferenza per motivi completamente diversi, ma allo stesso tempo piena di colpi di scena, e la serenità di un finale felice.
Spero possa piacervi!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Ti amo




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Confusione. Da molto tempo ormai si faceva spazio tra i neuroni del suo cervello; dentro di lui, senza dargli scampo. Cercava in continuazione di trovarvi qualcosa di diverso, all’interno, ma nulla. Solo confusione, tanta, tanta confusione.
Sasuke certo era un ragazzo sveglio, anche molto intelligente; ma dei sentimenti, di sé stesso, conosceva pochissimo, praticamente niente.
Il parco: quante volte c’era stato? Lì, in quel piccolo quartiere della città di Konoha, era ormai diventato come un posto dove radunarsi con gli amici, passeggiare, pensare, fare chiarezza. Quel parco, rappresentava tutto, per quei ragazzi, da sempre.
-Cosa ci fai qui, e da solo oltretutto? Non lo sai che è pericoloso gironzolare in questo parco così presto? Non saranno nemmeno le cinque di mattina…- Sussultò. Ma chi diavolo era la pazza che parlava alle spalle in quel modo? Senza nemmeno presentarsi, o avvisare della propria presenza? Senza preoccuparsi ulteriormente, il ragazzo si girò sorridendo, abbassando di un poco la testa, giusto per scorgere l’argentea chioma dell’anziana signora sottostante.
Riconobbe immediatamente il piccolo maialino che si trovava sotto di lei, ma nonostante la curiosità, non badò molto all’animale, concentrandosi maggiormente sullo strano ed antiquato, abbigliamento della vecchia: portava uno strano Kimono di taglia ridotta, di un bel rosso carminio, decorato semplicemente da una fascia d’orata sulla vita, ed un piccolo motivo scuro sul petto. –Posso aiutarla in qualche modo?- quella non rispose, e rimase lì, ferma. Immobile.
Ripeté a voce più alta, Sasuke, ma sospettava che non fosse l’udito ormai poco funzionante a non far rispondere la vecchia, pensava piuttosto, che fosse proprio lei a non voler parlare, o semplicemente guardarlo o prestargli attenzione. Poi, dopo una lunga attesa, arrivò, la risposta: -Sai, ragazzo, non sei come tutti  gli altri… sei sveglio, ma anche molto ottuso. Complimenti, mi rendi davvero la vita difficile.- Lui non capiva, ma d’altronde, come avrebbe potuto?
Si schiarì la voce, attirando l’attenzione della signora, -Mi scusi, ma io stavo tentando di pensare, se non le dispiace, io andrei…- fece per incamminarsi, ma nuovamente la voce di lei lo fermò. –Ascoltami bene, non hai proprio nulla da capire, tu.- La guardò estrefatto. Certo non si aspettava di dover intrattenere un vecchia in cerca di divertimento, quando aveva deciso di alzarsi così presto per passeggiare. Sorrise stanco, e le fece un cenno con la mano. –Non si preoccupi, so quello che faccio.-
Ancora un altro passo, e… -Ti ho detto che non hai proprio un bel niente da capire.- Ok, adesso stava veramente esagerando quella vecchiaccia. Possibile che non si potesse nemmeno più fare una passeggiata in santa pace? Non stette ad ascoltarla, e s’incamminò verso l’edificio scolastico; la divisa l’aveva già indossata, e la cartella era poco distante da entrambi, poggiata delicatamente su di una panchina.
-Sappi, giovanotto, che se non ti sbrighi a dirglielo, te la farai scappare. Nella vita, bisogna saper rischiare, altrimenti non si ottiene nulla.- Si fermò improvvisamente. Lasciarsela scappare? Fare qualcosa? Ma chi diavolo era quella tizia?
-Tu… cosa sai, di me? E… di Sakura?- Ghignò la vecchia, ma Sasuke naturalmente, non riuscì a vederla. Tonton prese ad avvicinarsi, il ragazzo poteva chiaramente sentire i piccoli zoccoletti battere energicamente sull’asfalto, e farsi sempre più forti, ma più lenti. Essi cessarono. –Questo non ha importanza, Sasuke. Corri, e sbrigati a fare quello che devi fare, oppure anche l’amicizia diventerà un problema. Vai!-
Non se lo fece ripetere due volte, e le gambe incominciarono a muoversi sempre più velocemente, sempre più impaziente. Sasuke non era mai stato un tipo molto impulsivo, di solito pensava sempre prima di agire, ma questa volta, aveva pensato anche troppo.
“Sakura, arrivo… aspettami!”
 
Ormai era da molto che gironzolava per il cortile della scuola, ma di Sakura, nessuna traccia. Possibile che non la trovasse proprio adesso? Che voleva tanto parlarle?
Non si diede per vinto, e continuò la sua ricerca tra tutti gli studenti della scuola, sperando di vederla presto.
 

* * *

 
-C-come hai detto, scusa…?- Naruto le sorrise, guardandola divertito. Era proprio carina quando si imbarazzava così. –Allora, te lo ripeto per l’ultima volta…- disse ridendo –Io ti piaccio veramente, Sakura?- Mantenne quel sorriso, nonostante il fatto che Sakura non rispondesse, poteva benissimo essere interpretato come un “no”.
Tuttavia, a Naruto non sembrava dare affatto fastidio, anzi, si stava addirittura divertendo! Anche lei sorrise, o almeno, cercò di farlo, e ci riuscì egregiamente, rispondendo poi con un cenno affermativo del capo. –Oh, è suonata la campanella, andiamo in classe, Sakura-chan!- Chissà perché, da qualche giorno, Naruto aveva cominciato a chiamarla “Sakura-chan”; in teoria, entrando in confidenza con una persona, il vezzeggiativo spariva, e dato che lì, in quel quartiere era anche poco frequente l’uso di essi, a Sakura sembrava veramente assurdo essere chiamata così dal proprio… ragazzo, si.
Non chiese spiegazioni al riguardo però, e prendendosi per mano, si diressero nella loro classe. Per Naruto, quella di stare nella stessa aula, era una grande fortuna, mentre per la ragazza era del tutto indifferente. Chiacchierarono tanto, ma appena entrato il professore si scambiarono un sorriso, e ognuno andò a sedersi al proprio posto.
Karin sembrava seccata, non faceva altro che parlare a vanvera, commentando e lamentandosi di ogni cosa. –Sakura, non ho voglia di fare i compiti, puoi farmeli copiare tu?- oppure –Posso venire a casa tua oggi? Non ho capito nulla di questo paragrafo, questo professore non è capace a spiegare.- queste erano le parole che uscivano dalle labbra della ragazza dai capelli rossi. Nessuna parola dolce, amichevole, soltanto sbuffi e lamenti.
Se doveva dire la verità, Sakura avrebbe potuto scommettere che quell’atteggiamento fosse dovuto al fatto che fosse ancora arrabbiata per il modo in cui si era lasciata alle spalle Sasuke; anche se, tutto sommato, non se l’era proprio lasciato alle spalle, ecco.
 
La campanella dell’intervallo suonò, e tutti gli studenti si alzarono, trascinando i piedi verso le macchinette; c’era sempre tanta fila lì, e spesso si incontravano conoscenti ed amici. Anche Sakura ci andava molte volte, e questa era una di quelle.
Si avvicinò al distributore, inserì le monete, e digitò il numeretto per avere una bottiglietta d’acqua. Scese giù il resto, ma della bottiglia, nessuna traccia. Diede un paio di colpetti alla macchina, ma questa sembrava non avere la minima intenzione di rendergli ciò che gli spettava di diritto. –Dannato distributore, rendimi la mia bottiglia!- pronunciò quelle parole sottovoce, ma a quanto sembrava, non era stato affatto difficile sentirla.
-Cosa devi prendere, Sakura?- Si girò, sorridendo amichevolmente a Sasuke, il quale sembrava stranamente a disagio. Lei lanciò di sfuggita un’occhiata alla macchina, e tramutò il bel sorriso in una smorfia tra il seccato, e l’arreso. –Quest’affare non vuole darmi la bottiglietta d’acqua che ho pagato… mi sa che devo lasciar perdere, almeno per questa volta.- Sospirò, e fece per andarsene, ma lui la fermò improvvisamente, dicendole divertito.
-Sakura, guarda che se non ci riprovi, non avrai mai la tua bottiglietta. Sta a vedere, si fa così!- Allungò il braccio verso il marchingegno, e con un colpo secco, spinse il gomito contro la superficie di quest’ultimo. Ci fu qualche secondo di attesa, ma poi la bottiglia tanto attesa, scese giù in quella specie di cestino di ferro.
La ragazza sorrise entusiasta, ringraziando Sasuke. –Devi insegnarlo anche a me, quella specie di trucco. Potrebbe ricapitarmi, non si sa mai.- Lui acconsentì, e insieme passeggiarono un po’, uscendo in cortile. Era da un po’ che tra di loro si faceva spazio solamente il silenzio, e proprio quando Sakura stava per romperlo, Sasuke la precedette: -E’ da un po’ che non parliamo, noi due. Come ti va con… Naruto? State insieme, no?-
Lo guardò, insospettita dalla domanda, forse. Poi annuì pensierosa, senza badare troppo alla risposta da dargli e dicendo semplicemente: -Si, non c’è male. Mi diverto con lui, è un ragazzo tanto dolce, anche se non sembra.- Sasuke non disse nulla. In realtà, non aveva proprio nulla da ribattere, anche se aveva tante cose da rivelare.
Ormai la pausa stava per giungere al termine, probabilmente era il momento giusto quello, doveva soltanto dirglielo, senza paura, Sakura non avrebbe reagito male, perciò… -Emh… Sakura, stammi a sentire, tu per caso vorresti… cioè no, ti piacerebbe…- La ragazza non riusciva a comprendere il significato di quelle parole, ed era ovvio, era impossibile capire. Lo fissò, forse aspettando si sarebbe spiegato meglio.
-Cosa c’è, Sasuke? Ti ascolto, su.- Smisero di camminare, e la campanella suonò. –Io… no, non importa. Devo andare in classe, ci vediamo Sakura!- E se ne andò a passo svelto in classe, non voltandosi nemmeno una volta.
Sakura invece, stava a poco a poco, notando sempre di più lo strano comportamento che in quegli ultimi giorni stava assumendo Sasuke. Purtroppo però, non ne conosceva il motivo. Le dispiaceva, non voleva vederlo così strano, le mancavano i suoi piani, le sue battute, le loro risate.
Che hai, Sasuke?
 

* * *

 
La giornata era voltata via velocemente; tutti gli studente si spingevano verso l’uscita dell’esdificio scolastico, ridendo e scherzando. C’era addirittura che si lasciava andare a sospiri di sollievo, o chi rimaneva attaccato alle spalle di un compagno, facendosi trascinare.
Sakura, invece, se ne stava tranquillamente seduta al suo banco, rimettendo ordinatamente tutte le sue cose nella borsa. –E sbrigati, su! Io voglio andare a casa, Sakura-chan!- Guardò di sfuggita Naruto,se ne stava appoggiato allo stipite della porta dell’aula, sbadigliando di tanto in tanto.
-Si, ho quasi finito, Naruto. Aspetta solo un attimo.- mise l’ultimo oggetto all’interno, e si alzò dal suo posto. Andò incontro al ragazzo, ed insieme, si diressero verso l’uscita, come tutti gli altri. Varcarono la soglia del portone, e si fermarono, ammirando il cortile illuminato dai raggi del sole, che nel frattempo, stava tramontando.
-Uffa, ma perché dobbiamo uscire da scuola così tardi, dico? Non possiamo nemmeno uscire il pomeriggio, visto che lo passiamo qui!- sbuffo lui, e Sakura trattenne a stento una risata, mettendosi delicatamente una mano sulle labbra. –Non te la prendere, a breve ci saranno le vacanze invernali, e potremmo finalmente riposarci ed uscire! E poi con questo freddo, non è meglio starsene a scuola con tutti i nostri amici?-  Lui sorrise, e scesero le scale.
-Sakura!- la ragazza si voltò, e sembrò sorprendersi quando si trovò davanti il viso serio di Sasuke. –Ehi Sasuke! Cosa ci fai ancora qui? Non dovresti essere già a casa?- Sasuke non lo stette nemmeno a sentire, e puntò lo sguardo fisso su Sakura. –Ti devo parlare, vieni un momento.- Poi volse lo sguardo all’altro ragazzo –Da soli.-
Naruto rimase in silenzio, osservando per bene gli altri due. Come mai Sakura non rispondeva? Che fosse successo qualcosa? E come mai tutta quell’atmosfera buia e seria?
Si avvicinò a Sasuke, guardandolo serio. –Senti un po’, io e Sakura dovremmo andarcene a casa se per te non è un problema; per cui, questa cosa gliela dici domani, a meno ché non sia davvero importante.- Sasuke lo guardò, con aria di sfida. Poi disse: -E’ importante. Non posso aspettare, glielo devo dire adesso.- Naruto si girò verso la ragazza, e la prese per mano. –Andiamocene, Sakura-chan.- fece per andarsene, ma Sasuke l’afferrò per un braccio.
-Ho detto che è importante. Non metterti in mezzo!- Sakura era allibita, non capiva cosa dovesse fare, non sapeva cosa dire. Perché diavolo Sasuke si comportava in quel modo insolito? Sperava soltanto che non si mettessero a litigare, l’ultima cosa che voleva era che i due ragazzi più importanti per lei venissero coinvolti in un’azzuffa.
-Sei proprio deciso, eh?- Naruto sorrise.-E va bene. Sakura-chan, ci vediamo domani, oggi ti accompagna Sasuke a casa!- e se ne andò. Se quello che dovevano dirsi era tanto importante, allora non c’era motivo di impedirgli di parlarsi. Tanto erano solo amici, no? Non c’era da preoccuparsi, quindi.
-Sakura… vieni.- La prese per mano, ed incominciarono a correre.
Era da molto che correvano, e ormai erano arrivati davanti alla stazione. Sasuke rallentò la corsa, e lasciò la mano della ragazza. Che dovessero prendere il treno? Ma per cosa, poi? Se aveva capito bene, doveva dirgli qualcosa… ma allora perché non le parlava nemmeno?
Stette a fissarlo per un po’, dopodiché chiese: -Sasuke, che cosa devi dirmi? Io devo andare a casa, potresti sbrigarti? – Lui si nascose dietro una colonna, o almeno a Sakura sembrò nascondersi, e le disse di avvicinarsi. Sakura era un po’ spaventata, ma curiosa allo stesso tempo. Camminò lentamente verso il ragazzo, e quando gli fu accanto, Sasuke indicò la colonna bianca.
C’era una scritta in inchiostro nero su di essa, e c’era scritto… sbarrò improvvisamente gli occhi, e rimase a fissare imbambolata la scritta. Cosa? Oh, mio Dio!
Si girò meccanicamente verso di lui, e non disse niente. La bocca spalancata, e gli occhi ridotti a due palline da baseball. –S… sa… che… che cos…?- Sasuke sorrideva. Poi divenne improvvisamente serio, e la prese per le spalle, portando il viso di lei vicinissimo al suo. –Sakura, è proprio come è scritto su questa colonna. Tu mi piaci Sakura, io… ti amo!-
Eh?
 
Sakura seduta su una panchina del parco adesso. Dopo quella rivelazione aveva mormorato uno “Scusa” ed era scappata via di corsa. Come poteva credere ad una simile idiozia? Insomma, Sasuke era innamorato di lei? L’amava? No, impossibile. Sasuke non poteva essere innamorato di lei, era inconcepibile, era… vero?
A Sakura venne in mente che forse non le andava giù perché ormai lei aveva già fatto la sua scelta: forse si era pentita…? Lei era convinta che Sasuke fosse troppo, irraggiungibile. Sasuke era Sasuke, non poteva innamorarsi di una come Sakura, figurarsi amarla! Eppure, alla fine era stato proprio così. Poteva essere una bugia? No, ancora più inverosimile.
E poi, come avrebbe potuto rispondere, lei? Stava con Naruto adesso, ma da quando Sasuke le aveva dichiarato i suoi sentimenti, era tornato tutto come prima, Sasuke le piaceva, ma anche Naruto! Un momento… “tutto come prima”, cosa? Era forse cambiato qualcosa da quando si era fidanzata con Naruto? La sua cotta per Sasuke era passata? No, e non si era nemmeno innamorata di Naruto.
“Dio, che confusione!” si alzò dalla panchina, e si sedette su di un’altra poco distante. Si alzò nuovamente, e prese a camminare avanti e indietro davanti ad essa. –Cosa devo fare?- un fruscio. Si voltò di scatto, verso il cespuglio da cui proveniva il rumore. Era lo stesso cespuglio dell’ultima volta, quello dove qualche sera prima aveva sentito lo stesso fruscio…!
-C-chi c’è? Stavolta sono sicura che sei lì, esci fuori immediatamente!- un altro fruscio. Poi una voce: -Cosa devi fare? Uh-uh, che sciocca!- questa volta proveniva dalla parte opposta. Ma… un momento! Lei ricordava quella voce, si, e bene anche.
Si tranquillizzò improvvisamente, e con tono calmo e tranquillo, chiese: -Guarda che ho capito, esci fuori.- un piccolo balzo, e dal cespuglio uscì la, ormai conosciuta, vecchietta. –Impossibile… ancora lei?- Sospirò, e la vecchietta fece un furbo sorriso. –Mi hai scoperta Sakura, complimenti davvero uh-uh.-
Sakura sorrise amaramente, e si sedette sulla panchina, di nuovo. –Cosa devo fare… secondo lei?- Si stupì a quella richiesta, la vecchia, ma nonostante questo, si avvicinò alla ragazza in sella al suo fidato maialino. –Sakura, come fai a porti domande con risposte così ovvie? Suvvia, lo sai benissimo cosa devi fare…- Osservò la vecchia, Sakura, e si chiese come mai una donna tanto saggia, se ne uscisse con frasi così ambigue e… stupide.
-Mi scusi, ma se lo sapessi… pensa che glielo chiederei?- Sorrise di nuovo, l’anziana, e poi si allontanò lentamente con il suino. –Fa ciò che devi fare, Sakura. Non permetterti distrazioni, non pensare sempre e solo agli altri. Cosa vuoi tu, Sakura?-
Una folata di vento, e la vecchia svanì. –Cos… non sparisca di nuovo! Si spieghi meglio!- Troppo tardi, quella ormai non l’avrebbe più sentita.
“Cosa voglio, allora? Io…ma certo! Domani, si risolverà tutto domani!”
E con il sorriso, se ne andò a casa, gustandosi già al pensiero l’abbondante cenetta che l’attendeva.
 
L’indomani, quando la sveglia suonò, Sakura non era in casa. Quella mattina, era talmente contenta e sicura di sé, che si era svegliata molto prima del solito; si era vestita, e adesso se ne stava seduta davanti al cancello della casa di Karin, attendendo che uscisse.
La porta cigolò, e da essa, uscì con uno sbuffo la sua cara amica. –Buongiorno, Karin! Dormito bene?- quella sbuffò nuovamente, e alzò un sopracciglio seccata: -Così. A te? Come mai sei così euforica stamani?- Non rispose, Sakura, ed abbassò lo sguardo arrossendo.
Karin aprì maggiormente gli occhi, strofinandoli con il dorso della mano. Era arrossita? Di nuovo? Era da troppo tempo che non lo faceva, che cosa stava a significare allora quel lieve rossore sulle guance? Non fece domande, però, e insieme, chi con gioia e chi con stanchezza e sorpresa, si avviarono verso il luogo dove si svolgevano, per la gran parte del tempo, le loro giornate: la scuola.
-Sakura, sbaglio oppure oggi hai pettinato i tuoi capelli in maniera diversa? Sembrano più lunghi…- Lei sussultò leggermente, e si rivolse alla ragazza con un sorriso. –Ma no, Karin, sono semplicemente cresciuti un pochino, è da molto che non li taglio.- La ragazza dai lunghi capelli rossi annuì, e guardò verso l’entrata dell’edificio, osservando i pochi studenti che erano già arrivati.
Vide di sfuggita un ragazzo, e in lui riconobbe Naruto; accanto a lui, Sasuke. –Vieni Sakura, oggi fa più freddo, possiamo entrare prima a scuola.- Sakura sorrise, e salirono le scale. Davanti alla loro classe, Sasuke e Naruto si erano fermati a parlare, prima di dividersi e andare ciascuno nella propria aula. Karin, che voleva assolutamente vedere il comportamento dell’amica di fronte ad entrambi, li salutò a gran voce, e si avvicinò a loro, seguita dall’altra ragazza.
-Naruto, Sasuke! E’ da molto che non ci si vede, come state?- Naruto rise, mentre Sasuke non rispose nemmeno, preso a fissare qualcosa proprio dietro la rossa: Sakura.
-Ma, Karin! Io sto bene, ma veramente ci siamo visti anche ieri.- Anche Karin scoppiò a ridere, guardando con la coda dell’occhio la sua migliore amica: se ne stava dietro di lei in silenzio, le mani prese a contorcersi tra loro, il rossore sulle guance, lo sguardo basso ed il labbro quasi rosso per la stretta dei denti. La vecchia Sakura, di nuovo?
Karin salutò nuovamente i due ragazzi, e se ne andò in classe. –Ciao Naruto,c-ciao  Sasuke …-Sakura corse letteralmente in classe, e si sedette velocemente al suo posto. Poi sospirò, ed incominciò a sistemare le sue cose sul banco.
Karin la osservava in silenzio, e sorrise divertita quando la vide prendere il cellulare, ed inviare un messaggio al numero di Sasuke. –Cosa fai, Sakura? Spengi questo telefonino su! Oppure ti vrrà sequestrato!- Lei non lo spense, riponendolo semplicemente nella tasca della gonna. –Hai ragione Karin, farò attenzione, ma non posso spegnerlo, mi serve…- Sorrise di nuovo, Karin, ed annuì.
 
-Allora ci vediamo, Sasuke! – Anche Naruto entrò in classe, e Sasuke si incamminò verso la sua.
-Bip – bip- dannata suoneria, si sarebbe dovuto ricordare di spegnere il telefono, o almeno di mettere il silenzioso, Diavolo!
Lo afferrò dalla tasca dei pantaloni, e vide un messaggio. –Sakura. Cos…?!- aprì immediatamente l’SMS e lo lesse con attenzione, cercando di trattenere un fremito della mano.

“Vediamoci oggi pomeriggio in quel posto di tempo fa, devo dirti una cosa, è urgente…
Sakura.”

“In quel posto di tempo fa…? E che vuol dire?” Ci pensò un po’, ma dopo poco smise, data la grande felicità che gli aveva indotto quel messaggio. Certo, Sakura avrebbe anche potuto volergli dire qualcosa di spiacevole, ma bastava il fatto che volesse parlargli a renderlo così contento e pieno di vita. Bisognava essere positivi per ottenere qualcosa, no?
Così se ne andò in classe, attendendo con ansia la fine delle lezioni, e l’arrivo del pomeriggio. Sarebbe andata bene, ne era sicuro.
 

* * *

 
A Sakura sembrava sempre di essere arrivata prima del tempo previsto, pensava che quando qualcuno doveva parlare con lei arrivasse a posta in ritardo, per farla sentire a disagio, per farla stare in pensiero. Poi però, si chiedeva come potesse la gente essere così cattiva, e pensava che c’era sempre un  motivo per arrivare in ritardo, sempre un contrattempo, un qualcosa di imprevisto.
Sakura era un ragazza positiva, e voleva esserlo anche quella volta. Che Sasuke non fosse ancora arrivato, poteva forse significare che quello che le aveva detto fosse una bugia? Improbabile, ma non impossibile. Anzi si, impossibile.
Avrebbe aspettato ancora un po’. Dopotutto, mezz’ora di ritardo non era nulla di grave, no?
Sasuke, dove sei?
 
Ormai era quasi un’ora che cercava di capire invano quale fosse il luogo prestabilito dell’appuntamento. Aveva provato al parco, al centro commerciale, davanti alla scuola, alla gelateria, al Luna Park, addirittura a casa Haruno, ma niente. Di Sakura nessuna traccia.
Avrebbe potuto chiamarla al cellulare, ma non voleva fare la figura di quello che non conosceva il loro posto speciale. Se per lei aveva avuto un significato, perché per lui no? Quindi doveva per forza esserci un posto importante per entrambi, ovvero quello scelto dalla ragazza.
-Avanti Sasuke, pensa…- quand’era la prima volta che aveva parlato con Sakura? Nel corridoio della scuola, no? Ok, quello però non poteva essere, perché a quell’ora l’edificio era chiuso, quindi che cosa rimaneva?
-Ma… certo!- Era ovvio, come aveva fatto a non pensarci subito? Incominciò a correre, arrivò davanti casa, ed afferrò il motorino con  le chiavi. Sakura era davvero una ragazza profonda e… dolce. Si, Sakura Haruno era proprio una ragazza dolce.
Accellerò al massimo, e in pochi minuti, si ritrovò su una strada costeggiata da un immenso prato verde, e di sotto un profondo fossato; il luogo del loro primo appuntamento. Ma di questo a Sasuke non importava minimamente, perché, davanti a lui, uno spettacolo ancora migliore: lei, Sakura.
-S-sasuke, è successo qualcosa? Come mai sei così in ritardo?- rise lui, grattandosi nervosamente la nuca. Poi si avvicinò, e le sorrise dolcemente, invitandola a sedersi su quella panchina di tempo addietro. –No Sasuke, restiamo in piedi…- Il ragazzo divenne improvvisamente serio, e la fissò a lungo, poi parlò, e lei quasi si spaventò del tono duro che aveva assunto: -Allora dimmi, cosa c’è? Per quale motivo hai voluto incontrarmi proprio in questo posto? Se vuoi rifiutarmi fa pure, ma allora dimmi perché Diavolo mi hai fatto venire qui. E’ una cosa simbolica per caso? Non vuoi più parlarmi e hai deciso di rovinare tutti i bei ricordi con te?-
Sakura ascoltava in silenzio, aprendo sempre di più gli occhi, presa alla paura. Perché faceva così? Lei non aveva assolutamente deciso di fare una cosa simile. –Ma… i-io… credimi Sasuk- le sue ossa scricchiolarono sotto la potente presa che il ragazzo fece sulle spalle di lei, e quasi si mise a piangere quando incontrò il suo sguardo. –Sasuke, ma cos…-
-Io non ce la faccio più, Sakura! Perché devi sempre fare così? Perché non mi dici le cose normalmente? Se devi piantarmi, perché cavolo non  lo fai senza balbettare? Di cosa ti vergogni, eh? Hai forse paura che io reagisca mal- uno schiaffo. Veloce, secco. Un semplice movimento della mano di una ragazza, aveva fatto improvvisamente calare il silenzio su di loro.
Poi la sua voce, lieve ma arrabbiata. No, delusa. –Smettila Sasuke, chi ti dice che voglio rifiutarti?! Razza di stupido, non lo capisci che anche a me piaci? Tu… mi sei piaciuto fin dall’inizio, tu… mi piaci da sempre, Sasuke!- Silenzio. Di nuovo.
-Ma, tu allora… no, che cosa diamine…! Insomma, perché non me l’hai mai detto? E poi tu adesso stai con Naruto, no? Quindi sei innamorata di lui. E poi…- Sakura si spostò di scatto, facendo qualche passo indietro. –Che cosa centra questo? Non puoi piacermi anche se sto con un altro ragazzo?- Sasuke era sconcertato, e non ci stava capendo niente, Sakura ne era sicura.
-Ascoltami bene Sasuke, quando mi sono messa con Naruto, era perché pensavo che a te io non interessassi; ho provato ad innamorarmi di lui, ma… non ci sono riuscita. A me piaci tu, Sasuke, e nessun altro. Perciò, penso che noi due… si insomma, penso che noi due dovremmo metterci insieme!- Gli occhi del ragazzo erano ormai quasi fuori dalle orbite, e l’espressione seria… beh, quella era letteralmente andata a farsi fottere.
Lui non aspettava altro, del resto. Si avvicinò sorridente alla ragazza, e quando le fu a pochi centimetri di distanza, di colpo l’abbracciò. La strinse forte a sé, e mentre Sakura arrossiva, lui ne respirava l’inebriante profumo. –Sai Sakura, mi è venuta la gran voglia di baciarti…- allentò la presa, in modo da poterla guardare in viso, ma senza lasciarla andare.
E Sakura, beh, se prima era arrossita, adesso il suo viso stava davvero prendendo fuoco. –C-che cosa…?- si scostò dall’abbraccio, portandosi le mani al petto. –In che senso ti è v-venuta voglia di b-baciarmi?- il ragazzo inarcò un sopracciglio, e la guardò. Quant’era buffa, pensava; era mai possibile che una ragazza così goffa, così impacciata e timida, gli avesse rubato il cuore in quel modo?
-Nel senso, che ho tanta voglia di darti un bacio.- Cercò di guardarlo negli occhi, Sakura, ma non appena ci provò, il suo sguardo cadde nuovamente a terra, sui suoi piedi. –I-io non credo di esserne capace…- lui trattenne una risata, e si avvicinò nuovamente, sorridendo divertito. –Ah, si? Beh, che ne dici di fare una prova?- la ragazza finalmente alzò gli occhi verso di lui, e con la faccia completamente rossa dalla vergogna, chiese: -C-come si fa…?-
Sorrise ancora, lui, e la prese per le spalle. –Si fa che io mi avvicino, ti prendo per le spalle, porto il mio viso davanti al tuo, e…- le sue labbra premettero leggermente su quelle della ragazza, e dopo poco, le ritrasse. –E ti do un bacio.- Sakura era sconcertata, non era riuscita a capire nulla di quello che era successo, e tutto ciò che riusciva a fare in quel momento, era guardare Sasuke, e portarsi una mano sulle morbide labbra.
-Era… il mio primo bacio, Sasuke. E tu non mi hai dato il tempo di rispondere, non ho potuto capire cosa stesse succedendo, e adesso, non potrò nemmeno ricordare com’è stato.- Sasuke rise allora, e poi la guardò, scrutandola. –Si, e allora?- lei abbassò nuovamente lo sguardo, nascondendo il viso sotto i corti capelli di quell’assurdo rosa, e poi ghignò. –E allora… devi morire, Sasuke!-
Il ragazzo la guardò ancora, terrorizzato. Mai aveva visto Sakura tanto adirata come in quel momento. –Aspetta, i-io non volevo… giuro che non l’ho fatto di proposito!- lei alzò lo sguardo, e rise malefica. –Mi dispiace, Sasuke… troppo tardi!- prese ad inseguirlo, e tra risate ed urla di divertimento, i due ragazzi ormai sapevano di amarsi entrambi. E Sasuke... beh, lui non avrebbe mai rivelato a Sakura che quello era anche il suo primo bacio.
Li aspettava proprio un bel finale a quei due, sicuramente.
 

* * *

 
-Si, si certo… si, non dirò nulla a Sasuke, come al solito. Va bene, ci sentiamo presto, ciao papà, buonanotte.-
Riagganciò il telefono, e spengendo la luce, Itachi se ne andò dritto in camera sua. Una bella dormita gli avrebbe fatto sicuramente bene, sì.
 
 


 
Note dell’autrice:

Lalalalalalalalalalalalala! Macciao, gente! Come va, eh?
Come avrete notato, sono proprio in orario quest’oggi, già già, sono stata proprio puntuale con l’aggiornamento, no? (A meno che tu non ritenga due settimane un aggiornamento puntuale… NO .-.)
Ma mi perdonerete, no? Anzi, mi avete già perdonata, giusto? (Anche qui… NO!)
E su, Sasuke e Sakura si sono messi insieme, allegria!! *Lancia festoni e coriandoli in giro per la stanza, e con un cappellino da compleanno in testa balla Gangnam Style* o.o
Beh, come reagirà Naruto non appena scoprirà di loro due? E Hinata? Itachi invece ha ricevuto una misteriosa telefonata da suo padre… cosa accadrà ancora?
Prevedo tempeste e uragani nel prossimo capitolo di… “Un fiore pieno di speranza!” nel capitolo che sì, cara gente, s’intitolerà proprio “Il passato di Naruto – Parte III”!
Dite la verità, non vedete l’ora di leggerlo, eeh? (Se sarà un’altra schifezza come questo, no, assolutamente .-.)
Beh, io ragazzi vi saluto, e spero che il capitolo vi sia piaciuto. Io c’ho messo tutta me stessa, davvero! Un bacione grande!
Juno <3
   
 
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