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Autore: Yuna_Orange    04/11/2012    2 recensioni
E se una bella mattina ti svegliassi, e constatassi di essere diventato G-Dragon? Cosa faresti?
E G-Dragon? Cosa farebbe se, una chiavica di mattina, si svegliasse e scoprisse di essere una scialba e insipida ragazza italiana?
Eccomi qui a scrivere un'altra fanfiction stupida :°D chiedo venia. (?)
Genere: Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 - What a fuck?



Salve. Il mio nome è Lea.
“E mo’ questa che vuole?” vi starete chiedendo.
Beh, voglio raccontarvi qualcosa di assurdo.
 
 
 
Me ne stavo per i fatti miei, come al solito, attaccata allo schermo del computer come una cozza allo scoglio. In fondo è la mia unica finestra sul mondo, vivendo in un paesino dimenticato da dio, e poi, grazie a questo catorcio che mi ritrovo, ho fatto amicizia con un mucchio di persone. Si trovano dall’altra parte del mondo o, nel migliore dei casi, in un’altra regione dell’Italia, ma sono comunque preferibili ai ragazzi che conosco di persona.
Comunque, quella sera stavo riguardando per la millesima volta il MV di Beautiful Hangover, la mia canzone preferita (ebbene sì, sono una V.I.P..), quando sentii il bisogno di prendere una boccata d’aria fresca, quindi me ne andai in terrazza.
Era una tiepida serata di inizio Aprile: il cielo cominciava a diventare color salmone e le prime stelline cominciavano a reclamare il loro posto nel celo seminotturno.
Guardando quel cielo terso, ripensai a quei cinque cretini che vivevano a Seul, a quanto fossero forti, a quanto fossero uniti. Li invidiai: io non avevo nessuno, ero sola. Avevo una “più o meno amica” che viveva nel mio stesso paesino e che frequentava la mia stessa classe, ma non era la stessa cosa.
Fu allora, nel momento di massimo sconforto, che la vidi.
Una stella più luminosa delle altre, e no, non era Venere.
Era grande cinque volte una stella normale e cinque volte più luminosa.
Lì per lì non ci feci neanche caso, sono una svampita, lo ammetto, continuavo a pensare Vorrei essere lì con loro. , ma, quando la notai, quella, in un lampo scomparve.
Mi sentii diversa, avevo una strana sensazione e sentivo la testa leggera, e, quando andai a reclamare farmaci da mia madre, quella mi rispose: - È tutta colpa del computer! Stai sempre incollata d’avanti a quel coso, è ovvio che ad un certo punto il tuo corpo non ce la faccia più. Vai a dormire, che domani hai scuola. –
 
 
 
                                                                                             ~~~~~
 
 
Certe volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se non fossi mai diventato un idol, e quella notte, quel pensiero mi stava arrovellando il cervello.
Erano ormai le cinque del mattino e me ne stavo appollaiato sul letto, guardando fuori dalla finestra: il cielo era rosato, ma qualche stellina coraggiosa continuava a splendere, nonostante il mantello nero della notte stesse andando pian piano via.
Una, più delle altre, splendeva violentemente.
Ripensai a tutti gli impegni che avevo, pensando Chissà come sarebbe stato non essere un idol… 
Notai poi che, quella stella prepotente, in un lampo, era scomparsa.
E, finalmente, mi addormentai.
 
 
 
Mi sembrò di dormire per ore, poi, una voce femminile, aggredì i miei timpani.
- Lea...Lea…LEA! È tardi! SVEGLIATI! –
- Chi cazzo è Lea? E non rompere le palle, che ho sonno. – Grugnii. Doveva essere sicuramente qualcuno che aveva a che fare con i Big Bang, e chi ha a che fare con i Big Bang sa che G-Dragon non ama essere svegliato.
Ma quella si arrabbiò e mi disse: - NON TI PERMETTERE DI PARLARE COSÌ A TUA MADRE, MODERA I TERMINI! –
Incazzato come una belva, mi sedetti sul materasso e sbottai: - NON GRIDARE! E NON DIRMI DI MODERARE I TERMINI SAI! –
La mia voce aveva qualcosa di strano.
Bah, sono ancora mezzo intontito dal sonno…pensai.
Quella persona non aveva niente di familiare: una donna, sulla quarantina, occidentale, con due labbroni rossi e i capelli mori raccolti in una crocchia.
- E tu chi cazzo sei? – Dissi, spaventato.
- Ma come chi sono? – Rispose quella, mostrando un’esasperazione esagerata – Muoviti, non fare la cretina, che devi andare a scuola. – e se ne andò via, chiudendosi la porta alle spalle.
Mi guardai in torno.
Ma questa non è la mia stanza…
Un brivido gelido mi percorse la schiena.
Alzai una mano per passarla fra i capelli, ma mi bloccai.
Quella decisamente non era la mia mano. Era troppo piccola. Le unghie erano troppo lunghe.
E la manica del pigiama.
Io portavo una canottiera.
E la canottiera non ha le maniche lunghe.
E non era azzurra.
Mi guardai dall’alto in basso.
Qualcosa mi bloccava la visuale.
Avevo le tette.
LE TETTE.
Cominciai a tremare e a sudare freddo.
Barcollando, mi alzai e mi diressi verso un grande specchio appeso al muro.
Non può essere…questo non sono io…
…ero diventato una donna.
Gridai con quanto fiato avevo in gola, e quella donna ritornò da me.
- Lea, che ti prende? – Mi chiese, preoccupata, prendendo il mio volto fra le mani.
- Chi sei tu? … Chi sono io? – Cominciai, con le lacrime agli occhi.
Ero spaventato, mi sembrava di essere finito, senza saperlo, in un incubo, o in un drama d’ultima categoria, girato male, per giunta.
- Ehy, ehy, va tutto bene, va tutto bene. – Mi sussurrò quella, accarezzandomi la schiena e la testa, cercando di calmarmi.
Ovviamente aveva capito che qualcosa non andava sul serio, perché mi disse: - Rimettiti a letto, mi sei sembrata stanca già ieri sera…sarà lo stress scolastico…infilati a letto e dormi, ok? – era gentile, come è una madre con il proprio figlio – La mamma deve andare al lavoro, ma tornerò presto, ok? –
Quando quella se ne andò, ponderai a lungo: capii solo che mi chiamavo Lea e che quella tizia era mia madre.
Ma io non capivo perché mi trovassi lì, nel corpo di una ragazzina!
Misi a soqquadro tutta la camera, cercando di capire chi fosse questa dannatissima Lea.
Trovai i nostri CD.
Avete mai sentito la mancanza di voi stessi?
Io sì.
Vidi la mia immagine appesa nell’armadio di quella tizia, assieme a quelle degli altri.
Eppure non era coreana, come non era coreana la lingua con la quale avevo parlato prima.
Sempre più confuso, continuai a cercare.
Trovai un cellulare.
- Bingo! –
Composi in fretta il mio stesso numero e mi chiamai.
Attesi che il mio corpo rispondesse.
- Pronto? –
Ovviamente parlava coreano, ma io lo capivo perfettamente.
- Chi sei? Che cazzo ci fai nel mio corpo?? –
 
 
 
 
 
 
 
 
~ Another idiot’s space o(*o)(o*)o   ~
Salve belli! (^O^)/
Sì, ho cominciato a scrivere qualche altra stronzata, così, tanto per ammorbarvi ancora di più con la mia presenza in questa sezione TuT
Da dove è uscita? Dal “De Rerum Natura” di Lucrezio :D *e che cazzo c’entra?* semplice: mi scocciavo di studiarlo (?)
Qualcosa del genere l’avevo cominciata a scrivere quando vidi per la prima volta la parodia dei BB di Secret Garden *SMEEEEEEEEEEEL*, solo che non voglio pubblicare tutte le cazzate che scrivo *ma tanto un giorno o l’altro le pubblicherò (?)*, quindi…eccomi qui (?).
E poi mi andava di scrivere qualcosa in prima persona…non so, questo punto di vista mi mancava :O
Gli scambi di corpo sono frequenti nei drama…sì, prendo spunto anche da quelli (?) *ma dai?* e sì, i miei primi capitoli sono sempre cortissimissimi :°D
Che dire…fatemi sapere cosa ne pensate ùwù
Alla prossima!
   
 
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