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Autore: sheisfaith    04/11/2012    2 recensioni
Ero terrorizzata:mi aveva raggiunta. Cosa voleva quell’uomo da me?
All’improvviso mi bloccò,prendendomi un braccio. Voltai lo sguardo nella sua direzione e cominciai a piangere disperata.
“Ti prego,non farmi del male.” Singhiozzai.
L’uomo allentò la presa e sorrise. “Non voglio farti del male,sta’ tranquilla.”
Ero sicura di conoscere quella voce,ma in quel momento non riuscivo a ricordare dove l’avessi sentita.
Si tolse gli occhiali da sole e cominciò ad osservarmi attentamente,dalla testa ai piedi,mettendomi in soggezione.
Ma quando incrociai il suo sguardo,il sangue mi si raggelò nelle vene.
[tratto dal capitolo 3]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                Jared

Mi risvegliai con uno strano senso di vuoto,come se mancasse qualcosa. La luce proveniente dalla finestra mi colpì violentemente il viso,costringendomi a richiudere gli occhi.
Mi ricordai di essere in albergo e feci mente locale di ciò che era successo nelle ultime ore. Ma quanto avevo dormito?
Immediatamente mi ricordai di non aver passato la notte solo e così portai un braccio accanto a me,tastando le lenzuola. Nulla.
Mi voltai,mentre una consapevolezza si fece largo dentro di me. È andata via,avresti dovuto immaginarlo.
Lei non c’era più,al suo posto un foglio bianco ripiegato posato sul cuscino. Lo afferrai con mano tremante e lentamente lo aprii,scorgendo un’elegante calligrafia tondeggiante.


Jared,
Probabilmente quando leggerai questa lettera io sarò già lontana. E posso immaginare come ti senta,in questo momento,ma ti prego di non avercela con me.
Come ti ho già detto altre volte,conoscerti è stata la cosa più bella che potesse mai capitarmi e credimi,non avrei mai voluto che finisse così.
Ricordo il mio primo giorno da Echelon,ricordo le risate per le vostre interviste e le lacrime quando sentivo un vostro concerto a cui non ero presente. Ricordo le notti insonni,in cui c’era solo la tua voce a tenermi compagnia,ricordo il primo VyRT e i primi testi imparati a memoria. Ricordo i brividi che scuotevano il mio corpo ogni volta che prendevi una delle tue chitarre e cominciavi a suonare,procurando il suono più bello al mondo.
Voi siete stati la mia salvezza e vi devo molto. Avete fatto di me la persona che sono oggi e per questo non saprò mai come ringraziarvi.
Non cercarmi,non mi troveresti. Continua a fare la tua vita come hai sempre fatto e a rendere felici milioni di persone nel mondo. Io ti sosterrò sempre e comunque.
Mi sembra doveroso darti almeno una spiegazione,per questa mia improvvisa fuga.   
Ricordi
cosa ti ho detto l’altra sera al parco? Che ero andata via perché volevo capire cosa fare del mio futuro? Bene,credo di averlo capito. Ho avuto la possibilità di realizzare ciò che ho sempre sognato,frequentare l’università e trasferirmi all’estero,ricominciando tutto da capo. E probabilmente ora ti starai chiedendo perché non potevamo ricominciare da zero,insieme. È semplice,Jared. Io non ho nulla da perdere,ma se tu facessi una cosa simile,dovresti rinunciare a tutto ciò che in questi anni hai costruito con fatica e sacrificio e non sono egoista fino a questo punto da chiederti di rinunciare alla tua carriera per me;non lo farei mai. Questi mesi insieme sono stati i più belli della mia vita e non li dimenticherò mai,così come non dimenticherò mai te,l’uomo che mi ha rapito con la sua voce dalla prima volta che l’ho sentita. Colui che mi ha insegnato che bisogna sempre inseguire i propri sogni,non importa quali essi siano.
E adesso andrò avanti con la consapevolezza di essere riuscita a realizzare il mio sogno grazie a te,che non hai fatto altro che spronare me -e milioni di altri Echelon nel mondo- a non arrendersi mai,di avere sempre la forza di rialzarsi anche quando tutto sembra remarti contro,anche quando tutto va male.
Vorrei dirti tantissime altre cose,ma sono costretta a fermarmi qui perché le lacrime ormai mi hanno annebbiato la vista e c’è una lotta in corso tra il mio cuore,che mi sta dicendo di rimanere al tuo fianco e non lasciarti più,e il mio cervello,che mi sta dicendo di seguire la ragione e fare ciò che è giusto.
Shannon aveva ragione: questa separazione avrebbe fatto male ad entrambi,perché siamo entrambi estremamente fragili anche se tendiamo a nasconderlo sotto una maschera che ci fa apparire forti agli occhi degli altri.
Non avrei mai voluto che finisse così,ma sono sicura che col tempo riuscirai a dimenticarmi e a voltare pagina;è successo anche con Cameron e alla fine ne sei uscito forte,seppur ammaccato.
 I Mars faranno sempre parte di me,tu farai sempre parte di me e ti amerò per sempre.
Addio uomo.

P.S. Ti lascio la mia Triad,sai bene quanto sia importante per me,ma preferisco che l’abbia tu,a ricordo di questi mesi trascorsi insieme. Sarà la prova che tutto ciò che c’è stato era vero e non un sogno.
‘One day, maybe we’ll meet again.’ Perché sono convinta che un giorno,non lontano,ci rivedremo.

Federica.

Il suo ciondolo scivolò fuori dal foglio ed io lo strinsi forte tra le mani,cercando di essere forte e di non cedere alle lacrime che prepotentemente stavano tentando di sopraffarmi.
Sei forte,Jared,puoi farcela.
Il mio primo istinto fu di uscire a cercarla,ma poi mi ricordai delle sue parole. Non cercarmi,non mi troveresti.
Mi sedetti sul letto privo di forze,rileggendo più volte quelle parole,cercando di convincermi che non fosse accaduto veramente.
Sentii qualcuno bussare alla porta,riportandomi bruscamente con i piedi per terra.
“È permesso?” una giovane donna fece capolino sulla porta,avvolta nella sua divisa da cameriera.
Le feci cenno di entrare e lei mosse qualche passo titubante,stando ben attenta a non incrociare il mio sguardo.
“Sono qui per rimettere a posto la stanza,se non le dispiace.” Sussurrò tremante,quasi fosse intimorita della mia presenza. Che strano comportamento.
La guardai svolgere il suo lavoro e mi fermai ad osservarla in ogni particolare. I tratti delicati del viso,il corpo esile e slanciato e le gambe lunghe e snelle. Si accorse dei miei occhi puntati su di lei e si voltò,arrossendo vistosamente e sorridendo appena.
Perché è così simile a lei?
Mi avvicinai a lei,sovrastandola in altezza,e le presi il viso tra le mani. “Come ti chiami?” mi persi nei suoi occhi scuri pieni di terrore,lo stesso che vi lessi nei suoi occhi la prima volta.
“Marie” balbettò,spostando lo sguardo in un punto impreciso della stanza.
“Sei così bella..” le accarezzai una guancia,sentendola fremere al mio tocco. “Non avere paura,Marie,non voglio farti del male.” Si tranquillizzò appena ed io ne approfittai per avventarmi sulle sue labbra,sentendo l’impellente bisogno di farla mia.
La spogliai velocemente e la feci sdraiare sul letto,sistemandomi sopra di lei. Lo stesso letto dove poche ore prima c’era stata lei.
Marie non protestò,si lasciò privare dell’intimo e senza nemmeno avvisarla entrai in lei con violenza,scuotendo il suo fragile corpo.
Mi mossi dentro di lei con veemenza,affamato come una bestia,non desiderando altro che sentirla godere,immaginando per un momento che fosse lei.
Non riuscivo nemmeno a pronunciare il suo nome,il mio cuore si era sgretolato in un milione di frammenti,lasciando al suo posto un vuoto incolmabile.
Mi sentivo come in un tunnel buio,senza uscita. Tutto l’amore che tenevo nascosto nel mio cuore si era liberato come una furia,trascinandomi nell’oblio più assoluto.
Aumentai ancora di più i movimenti di bacino,sentendo i gemiti incontrollati uscire dalle labbra sottili della ragazza. La guardai e mi accorsi delle lacrime che le stavano solcando le guance,ma nemmeno quello servì a farmi tornare in me.
Ormai non ero più padrone di me stesso,tutto era controllato dai sentimenti che,violenti,erano esplosi nel mio cuore.
 Ero talmente preso che non mi accorsi nemmeno della porta che si spalancò.
“Jared,che diavolo stai facendo?” la voce forte di mio fratello mi giunse lontana,nonostante sapevo che fosse lì ad assistere.
“Jared,lasciala andare. Sei fuori di te.” Più parlava e più lo sentivo distante,come se fosse all’inizio del tunnel,dove c’era la luce,e lui stesse cercando di tirarmi fuori,invano.
Mi ritrovai a terra,il corpo scosso dai brividi a causa del contatto col pavimento freddo,lo sguardo perso nel vuoto e la voce di mio fratello che continuava a giungermi lontana.
“Ti chiedo scusa da parte sua,non è in sé. Adesso rivestiti e va’.” Shannon lasciò che Marie andasse via e poi chiuse la porta della camera.
Mi rialzai barcollante,sentendo un grosso cerchio alla testa.
“Mi spieghi che cosa avevi intenzione di fare?” Shannon mi fu subito addosso;mi lanciò degli sguardi di fuoco e si accomodò in attesa che gli dessi delle spiegazioni.
“Mi ricordava così tanto lei..non ce l’ho fatta..” mi accasciai sul letto,prosciugato di tutta la linfa vitale. Mi sentivo vuoto e abbandonato,come se non avessi un posto nel mondo.
“Jared” mio fratello calmò il tono e si avvicinò a me,circondandomi le spalle con un braccio. “Federica è andata via e non tornerà più,devi fartene una ragione.”
“Avevo così tante cose da dirle..è andata via senza sapere che l’amavo.” Nel mio tono c’era rancore e tristezza. Che sciocco ero stato,a non confessarle i miei sentimenti quando ne avevo avuto la possibilità!
“Credi che lei sarebbe ancora qui,se le avessi detto che l’amavo?”
domandai a mio fratello,fissandolo negli occhi nocciola. Non mi restava nulla a cui aggrapparmi,non avevo certezza più di nulla ormai.
“Non lo so,Jay. Ma non è andata via per quello,credimi. Sapeva che tu l’amavi,a modo tuo,ma l’amavi.”
Shannon sorrise e io mi sentii sollevato.
“Forza,torniamo a casa. Vedrai che ne uscirai più forte di prima.” Detto questo si alzò ed uscì,dicendomi che mi avrebbe aspettato fuori non appena avessi finito.
Mi concessi una doccia calda e rigenerante,che portò via con sé anche l’ultimo briciolo di speranza che avevo nel cuore. ‘È andata via e non tornerà più,devi fartene una ragione’ le parole di mio fratello continuavano a tornarmi in mente prepotenti.
Avrei dovuto accettarlo,il problema era che non volevo. Non volevo credere che mi avesse davvero lasciato solo,proprio nel momento in cui avrei più avuto bisogno di lei.
‘Ne uscirai più forte di prima’ ne sarei stato davvero in grado?
Non puoi arrenderti,hai sempre insegnato agli Echelon a non farlo.
Mi ricordai anche delle parole della lettera. ‘È successo anche con Cameron e alla fine ne sei uscito forte,seppur ammaccato.’ Perché tutti erano così convinti che ce l’avrei fatta a reagire?
Lei e mio fratello erano gli unici a sapere quanto in realtà fossi fragile,e allora perché proprio loro mi dicevano che ce l’avrei fatta?
Forse perché hanno fiducia in te e sanno che puoi farcela.
Scossi la testa,accantonando tutti quei pensieri. Finii di sistemare tutta la mia roba in valigia ed uscii dalla stanza,dove Shannon mi stava già aspettando.
Mio fratello chiamò un taxi e ci facemmo portare in aeroporto.
Addio piccola,avrei voluto dirti che ti amo e farti rimanere al mio fianco,ma mi rendo conto che sarei stato un egoista perché avrei ostacolato il tuo sogno. Non ti dimenticherò mai,credimi.


                                                                                                  

       Federica

                                                           “Sicura di aver preso tutto?” domandò Allison,agitata più che mai.

“Potresti smetterla di fare su e giù? Mi agiti ancora di più. Comunque sì,me l’hai già chiesto cinque minuti fa e ti ho dato la stessa risposta.” Le risposi,ricontrollando per l’ennesima volta di aver preso tutto,come mi era stato imposto dalla rossa.
“È peggio di Terminator,certe volte.” Sussurrai a Tiff,che soffocò una risata.
“Che avete da ridere voi due? Lo so che state sparlando di me.” Allie mise il broncio,ma poi scoppiò a ridere seguita da entrambe.
“Ci mancherai,babe.” Mi abbracciarono forte,cominciando a singhiozzare.
“Vi prego,niente lacrime o divento una fontana anche io.” Le ragazze sorrisero e alzarono lo sguardo,fissandomi con i loro occhi verdi.
“Verremo a trovarti presto,questa è una promessa.” Disse Tiff,con la voce ancora tremante.
Stavo per risponderle,ma qualcuno bussò alla porta.
“Si può?” Alex apparì sulla soglia insieme a Mark e Paul. Sorrisi e feci cenno di entrare.
Il finto biondo mi corse incontro e mi stritolò in un abbraccio.
“Paul?” domandai sconcertata. Da quando era diventato così affettuoso?
“Sicuro di stare bene?” chiese Allison al posto mio,fissando il ragazzo sbigottita.
Paul ignorò palesemente la rossa,la quale divenne color porpora in viso per la rabbia,e mi strinse ancora più forte,quasi a soffocarmi.
“Non voglio che tu parta.” Ecco il motivo di cotanta affettuosità.
“Ci vedremo presto,voi verrete a trovarmi a Londra e io tornerò a New York appena avrò la possibilità.” Paul mi sorrise e allentò la presa,lasciandomi poi un bacio sulla guancia.
“Mi mancherai.” Mormorò triste,lasciando posto a Mark che mi abbracciò forte.
Gli accarezzai la schiena e lo sentii sospirare afflitto.
“Qualcosa non va?” domandai,guardandolo in quegli zaffiri splendenti.
“Non sarà lo stesso senza di te.” Disse,sciogliendo l’abbraccio.
“Lo so bene,sarà difficile per tutti. Ma vi prego,non siate tristi o rischio di piangere anche io.” Lo abbracciai un’ultima volta e poi corsi da Alex,accoccolandomi tra le sue braccia.
“Come farò senza di te?” chiesi. I suoi occhi scuri si ancorarono ai miei e un sorriso si fece largo tra le sue labbra.
“Non preoccuparti,noi ci rivedremo presto. Pensa a realizzare il tuo sogno e dimostra a tutti quanto vali.” Mi baciò la testa e rimasi tra le sue braccia ancora un po’,fin quando papà non venne ad avvisarmi che era ora di partire.
Durante il viaggio i ragazzi non parlarono molto;i loro visi erano tristi e preoccupati.
Ma c’era una cosa di cui mi ero accorta negli ultimi giorni. Che Tiff fosse innamorata di Mark era palese e avevo notato che trascorrevano molto tempo insieme ed ero certa che ben presto si sarebbero messi insieme. Ma ciò che mi lasciò sorpresa fu l’evidente cambiamento di Allison. Aveva smesso di prendere in giro Paul e anche loro trascorrevano molto tempo insieme. Che mi stessero nascondendo qualcosa?
Preferii non chiedere nulla,dato che la situazione non era proprio ‘felice’.
Arrivammo in aeroporto e dopo gli svariati controlli,giunse il momento dei saluti. Era per questo che odiavo le partenze.
Abbracciai prima papà,poi tutti i miei amici.
“Ragazzi,non piangete vi prego. Mi fa male vedervi così.” Sentii gli occhi riempirsi di lacrime e bruciare.
“Ci sentiremo tutti i giorni,te lo prometto.” Allison era ormai scoppiata e i suoi occhi verdi erano divenuti gonfi a causa del pianto.
Paul l’abbracciò e lei si strinse contro il suo petto,continuando a piangere. Stessa cosa fece Mark,che abbracciò Tiffany ormai in un mare di lacrime.
Alex si avvicinò a me e per la prima volta lo vidi piangere. “Ti prego,anche tu no.” Singhiozzai,abbracciandolo.
“Mi mancherai,piccola.” Mi lasciò un bacio all’angolo delle labbra,gesto insolito a cui però decisi di non badare.
La voce proveniente dall’altoparlante mi ricordò che avevo un aereo da prendere e così salutai tutti un’ultima volta,con il cuore in gola e le lacrime agli occhi.
“Vi voglio bene ragazzi,ci rivedremo presto.” E detto questo,attraversai il gate fino a raggiungere l’aereo.

Arrivai a Londra due ore dopo. Non c’ero mai stata e dovevo ammettere che era davvero come tutti la descrivevano: meravigliosa.
Esattamente come New York,una volta che ci vai non vuoi più andare via.
Da qui avrebbe avuto inizio la mia nuova vita.
Trovai una ragazza ad attendermi all’aeroporto e mi spiegò che era la mia compagna di stanza al college.
“Come hai detto di chiamarti?” mi chiese per l’ennesima volta,non riuscendo a memorizzare il mio nome.
“Federica.” Risi;era davvero simpatica.
Scoprii di avere un sacco di cose in comune con lei. Si chiamava Claire ed aveva dei lunghi capelli biondo grano raccolti in una treccia laterale e gli occhi grigio-blu.
Arrivammo al college e insieme alla direttrice mi illustrarono tutto l’imponente istituto.
Mi spiegarono che aveva una tradizione molto antica,ma sinceramente mi persi dopo i primi tre minuti di conversazione.
“Claire,adesso potete andare nella vostra stanza.” Esordì la preside alla fine del suo discorso. Ringraziai mentalmente che quello strazio fosse finito e appena arrivata in camera mi fiondai a letto.
“Per oggi sei libera,domani iniziano le lezioni. Io adesso devo andare,ma tu puoi dare un’occhiata in giro se vuoi.” Claire sorrise ed uscì dalla stanza.
Ne approfittai per sistemare le mie cose e poi decisi di andare in esplorazione.
Il college era davvero gigantesco e più volte non seppi dove andare. Arrivai nel cortile sul retro e mi sdraiai all’ombra di una grande quercia.
Quindi,è davvero questo il mio nuovo inizio?

Londra,sei mesi dopo.
“Muoviti o faremo tardi!”
Claire e la sua solita delicatezza.
Tanto per cambiare,ero in ritardo. Balzai dal letto e mi vestii in fretta,raggiungendo poi la mia compagna di stanza in corridoio.
Eravamo ormai in primavera e le vacanze erano ormai vicinissime;infatti quella mattina sarebbero arrivati i miei amici da New York e non vedevo l’ora.
Da quando ero partita non ci eravamo più visti,anche se eravamo rimasti sempre in contatto.
Avevo raccontato a Claire tutto di loro e da come gliene avevo parlato,non vedeva l’ora di conoscerli.
“Ti prego,dimmi che non abbiamo matematica ora!” dissi,mentre varcavamo la soglia dell’aula.
“No,c’è letteratura moderna ora.” Claire ammiccò e prendemmo posto.
La fortuna volle che le lezioni terminarono in fretta e quando uscii dal college con la mia amica,riconobbi cinque figure familiari.
“Ragazzi!” urlai,precipitandomi verso i miei amici.
“Ehi!” mi abbracciarono a turno,cominciando a tempestarmi di domande.
Mi fermai a guardarli;non erano poi cambiati molto!
“Mi siete mancati da morire!” esclamai,abbracciandoli un’altra volta.
“Anche tu,non sai quanto!” esordì Allison,più raggiante che mai.
La mia attenzione cadde su un particolare che mi fece sorridere. Lei e Paul mano nella mano,così come Tiff e Mark.
“Ci avrei scommesso che un giorno vi sareste messi insieme!” risi,beccandomi un’occhiataccia da parte della rossa.
“Vorrei presentarvi la mia compagna di stanza,Claire.” Mi voltai verso la bionda,che apparì timidamente dalle mie spalle.
Strinse la mano ai miei amici e subito mi accorsi dell’intesa e degli sguardi fugaci tra lei e Alex. Sorrisi.
Io e Claire facemmo da guida ai ragazzi e trascorremmo tutto il pomeriggio lungo le strade di Londra a chiacchierare. Poi ci fermammo in un bar a prendere qualcosa da bere.
“Paul,io sono curiosa di sapere la vostra storia.” Sorrisi maliziosamente,beccandomi un’occhiataccia da parte di Allison.
Il mio telefono cominciò a squillare e così mi allontanai,scusandomi con i miei amici.
“Ciao papà,come stai?” dissi in italiano,uscendo dalla caffetteria.
“Tutto bene,come procede lì a Londra?”
“Alla grande,oggi pomeriggio sono arrivati i ragazzi da New York.”
“Oh,allora salutameli. Ora vado,che le chiamate costano una cifra. Ciao tesoro.”
“Ciao papà.”
Riattaccai e riposi il telefono nella tasca,ma finii a sbattere contro qualcuno.
“Mi scusi.” Alzai lo sguardo e il cuore perse un battito.
Non è possibile.
Le parole mi morirono in gola,mentre il cuore prese a battere all’impazzata.
“Jared” sussurrai.
Anche lui era al telefono e non appena si accorse della mia presenza,mi fissò con i suoi meravigliosi occhi azzurri,sconcertato.
“Sei davvero tu?” domandò incredulo.
Annuii,osservando le sue labbra incurvarsi in uno dei suoi splendidi sorrisi.
Ah,quanto mi era mancato.
In quei sei mesi mi era capitato di pensare a lui,specie da quando aveva annunciato l’uscita del quarto album.
Ma non avrei mai pensato di rincontrarlo,specie qui a Londra.
“Come stai?” azzardai a chiedere,timorosa. Dopo tutto ciò che gli ho fatto,è già tanto se mi rivolge la parola.
“Bene,tu?”
e non c’era stato un momento in cui aveva smesso di sorridere. “Vedo che alla fine sei riuscita a realizzare il tuo sogno.”
“Già,sono davvero contenta” risposi,non troppo entusiasta. “Mi spiace essere andata via in quel modo.” Certo,ti ricordi dopo sei mesi di chiedergli scusa?
Jared sorrise amaramente;lo avrei capito se mi avesse mandato a quel paese.
E invece si avvicinò a me,facendomi rischiare il collasso. Cercò qualcosa nella tasca dei jeans e quando la trovò,la riconobbi subito. Il mio ciondolo con la Triad,quello che gli avevo lasciato come ricordo.
“L’ho conservata proprio per questo giorno.” Sussurrò,avvicinandosi al mio collo per legare il ciondolo. “Alla fine hai avuto ragione.” Esordì,lasciandomi confusa.
Osservai di nuovo il mio amato ciondolo;forse è vero che quando desideri fortemente una cosa,questa si avvera.
Forse questa non è davvero la fine.


 

Salve a tutti!
Eccoci giunti alla fine di questa fan fiction. Sinceramente mi fa parecchio schifo,ho cambiato un po' il finale decidendo di farli incontrare di nuovo per non farlo troppo tragico,ma devo dire che non mi ispira per niente. A cominciare dai contenuti e da come è stato scritto.
Quando mi è venuta l'idea per questa ff ero contentissima e ci ho messo davvero anima e cuore per scriverla,ma poi col passare del tempo ho solo sperato di finirla presto perchè era diventato difficile,per me,continuarla. Non chiedetemi perché,non lo so nemmeno io.
Premetto che per scrivere questo obrobrio ci ho messo quattro giorni,di cui due solo per scrivere la lettera a Jared che -lo ammetto- mi ha strappato qualche lacrima.
Come dissi un po' di tempo fa,ne ho un'altra in serbo,il primo capitolo è pronto solo che non so come continuarla. Ma tranquilli,non vi liberete così facilmente di me,purtroppo. AHAHAHAH ben presto tornerò con la nuova ff che avrà come protagonista *rullo di tamburi* il nostro amato Shannon!
Ora è meglio che evaporo,sono le undici e dieci di sera e io sto delirando perchè domani torno a scuola dopo quattro giorni a casa.
Gioia mia che stai leggendo,sappi che ti amo da morire ed è per te che ho continuato a scrivere,perché mi hai dato la forza per continuare nonostante non ne avessi più voglia. Ti devo molto,grazie.
Vi saluto,a presto!
Fè.

  
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