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Autore: taRtRuGa    22/05/2007    1 recensioni
E se una ragazza alla quale sono state proibite da sempre uscite la sera ed altro si ritrovasse la completa gestione della propria vita in un ambiente sconosciuto, in un mondo diverso dal suo, in una lingua di cui sa poco?
Dedicata a chi, come me, non ha libertà.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo qui

Eccomi di nuovo qui!

So di essere in ritardo, ma ho la scuola, ma soprattutto, la FINE della scuola.

DraMatIc!

However, questo è il nuovo capitolo, pronto per voi.

E’ lunghetto e demenziaLe ma non fateci caso… XD

*Le recensioni dopo iL cHaPPo!

kIzzez.





Nuove Libertà.




Capitolo Secondo.



Il mio nuovo Mondo.




Il giorno stesso, della visita di quello che avrebbe dovuto divenire il mio Preside, festeggiai i miei 15 anni compiuti, in compagnia della mia famiglia, ben consapevole che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui li avrei rivisti tutti insieme, almeno fino a Natale.

Il giorno seguente festeggiai con tutti i miei amici annunciando il mio trasferimento in “un college scozzese tra le montagne”.

Mi dispiacque soprattutto quel distacco.

I miei amici.

Coloro con cui avevo passato ben due anni della mia vita.

Erano diventati loro stessi la mia vita, quasi.

E dire che noi saremmo stati la “3^Z”.

Più unica che rara.

Pionieri di una nuova era.

Oggi dovrebbe venire il mio Preside, Albus Silente, per portarmi via dal mio nido.

Già mi sento male.

Cerco di ricacciare indietro le lacrime, mentre mamma con lo sguardo triste mi chiede per la milionesima volta se ho preso tutto.

Sa meglio di me che non ricordo mai nulla.

E io per la milionesima volta immagino una lista su cui sono appuntate le varie cose da portare.

Vestiti invernali e estivi, ce l’ho.

Ipod, ce l’ho.

Carta e penna, ce l’ho.

Insomma ho portato tutto.

Cos’altro potrebbe mancare?

I libri forse, ma di quelli non ho nemmeno la lista, e poi questa scuola non può aprire proprio il 23 Giugno, no?

Perchè NON aprirà.

Oh mammina, forse questa che sto avendo non è una crisi di nervi.

Sarà l’agitazione.

Sarà che fa caldo.

Sarà l’estate.

Sarà che già mi manca la mia scuola.

Sarà che non mi manca la mia scuola, ma quel ragazzo biondo.

Sarà che la devo smettere di pensarlo.

Oh, per la miseria!!

Sarà per…

“Le pagelle!” urlo come un’ossessa.

“MAMMA!! Corri!” Ovviamente mia madre si precipita e non vedendo alcun pericolo inizia a farmi la predica.

Ma cosa ti salta in mente? Urlare in questo modo! Sei IMPAZZITA?!

Ma mamma, le pagelle.” Dico piagnucolando.

“Mamma e se facciamo una corsa veloce, vediamo quanto ho preso e torniamo? Tipregotipregotiprego!!”

“Tesoro, non devi essere così attaccata allo studio, soprattutto il giorno delle pagelle; magari prima lo avrei accettato. Sospira mentre io sono pronta a ribattere. “E comunque non ti deve interessare. Al momento hai cose ben più importanti. Casomai andremo io e tuo padre a vedere le tue valutazioni e ti avviseremo. Va bene?”

Si mamma.”

“Bene. Comunque ho trovato cosa ti sei scordata.”

E sarebbe?” dico io scettica.

“Vestirti” e con una faccia seccata gira i tacchi e va via.

Sono un caso disperato.

Ed eccomi qui, pronta dopo un quarto d’ora, con il trolley azzurro cielo in mezzo alle gambe, mentre seduta al tavolo di cristallo del salone mi guardo lo scrigno con la bacchetta.

L’unico pensiero che mi sta passando per la testa in questo momento è se la mia trisavola, oltre poteri e bacchetta, mi abbia lasciato anche qualcosa di soldi.

Sono incredibilmente venale.

Sospiro per la miliardesima volta, stanca sia per il caldo che per l’attesa.

“Se avessimo fatto come avevo proposto, saremmo già tornati da un pezzo, con me felice sia per l’aria condizionata della macchina sia per i bei voti che avremmo trovato affissi.” Questa strana uscita fa sorridere mia madre, alla quale sorrido di rimando.

Nonostante tutte le incomprensioni tra me e lei, non la cambierei per nulla al mondo.

La chiave nella toppa ci fa sobbalzare.

Mamma va a vedere chi sia, mentre io scuoto il capo.

Il mio preside Albus Silente è in ritardo di 35 minuti.

Doveva essere qui alle 11.00 esatte e ancora nessuna traccia.

Papà fa capolino dalla porta.

“Ciao papy” dico guardando a terra.

“Da te non me lo sarei mai aspettato…” Lo guardo in viso con un’aria scioccata mentre smetto di giocare con la mia treccia destra.

Cosa?” chiedo io disperata vedendo che brandisce il foglio con il simbolo della scuola.

“Non mi sarei mai aspettato dei voti simili! Complimenti!” Un sorriso genuino dipinge il viso del mio papà.

Estasiata gli corro incontro per abbracciarlo, mentre mamma consulta la fotocopia della mia pagella, con un grande sorriso che fa capolino anche sul suo volto.

Sono orgogliosa di me.

Intanto anche le mie tre sorelle che piangevano palesemente in bagno, sono uscite sentendo il mio urletto di gioia.

Venute a conoscenza della mia valutazione esultano con me (e ballarono tutti felici e contenti la conga XD Nda); ma come se il destino mi volesse punire per le mie feste caratterizzate dal trenino mio e delle mie sorelle ( o meglio, data la sfiga che mi perseguita…) un ‘Crac’ interrompe le nostre danze.

Davanti a me non solo Albus Silente, ma anche un uomo affascinante, alto dai capelli lunghi e biondi e uno altrettanto alto ma più bruttino e dai capelli rossi sparsi per il capo, guardano principalmente me, capo-trenino.

Le espressioni però sono diverse per ognuno.

Il primo è divertito, il secondo mi guarda con aria di sufficienza e il terzo ha un viso che trasuda curiosità.

Mamma è lui il padre del ragazzo che mi piace?” Dico la prima cosa che mi passa per la testa, indicando l’uomo biondo.

“No.” Secco e deciso. Ti amo mamma!

Dandomi un contegno, tento di sorridere mentre mi accorgo di avere stranamente più caldo del solito.

Mi viene da piangere.

Il mio preside, sorridendo mi dice “Come vedi siamo venuti. Anche se un po’ in ritardo. Spero tu possa scusarci”

L’uso perfetto del congiuntivo mi stupisce. E dire che io, italiana, molte volte lo sbaglio, nonostante lo adori.

“Di nulla.”

Mi sento tanto come il sarto nei Promessi Sposi che dice solosi figuri!” , al Cardinale Borromeo, nonostante volesse dire di più.

L’uomo dai capelli rossi mi si avvicina e prende la mia valigia, mentre la borsa blu della Pucca è salda sulla mia spalla.

“Immagino tu voglia salutare la tua famiglia” dice cordiale il Preside e io voltandomi lentamente, sorrido ai miei genitori e alle mie sorelle.

Abbraccio forte ogni singolo membro della famiglia, non facendo mancare le mie raccomandazioni per ognuno di loro.

A mamma, di non cambiare la disposizione dei mobili, e di mandarmi ogni tanto qualche loro foto.

A papà di stare attento al resto della famiglia.

Alle mie sorelle più grandi di non toccare nulla di mio e alla più piccola di fare la brava.

Sorridendomi mi dicono di andare e io lo faccio, mentre una morsa allo stomaco mi soffoca.

Mi avvicino al Preside Silente, pronta per partire, voltandomi un’ultima volta prima di venire trasportata in un altro luogo, mentre mi sento stritolata in una morsa, senza la possibilità di respiro.

Apro gli occhi lentamente, quasi con la paura di trovare avanti a me un mostro gigantesco, pronto a divorarmi.

Godzilla ieri non me lo dovevo vedere! Lo sapevo!

“Benvenuta a Malfoy Manor! Purtroppo dovremmo fare un po’ di strada a piedi, prima di giungere all’interno. Mi dice il Preside, indicandomi l’imponente cancello in ferro battuto.

Nessuno fiata e quindi neanche io lo faccio.

Mi sento male con una strana paura. Mi viene da piangere.

Voglio il mio papà.

Intanto osservo con circospezione i due uomini.

Già mi sono innamorata di quello biondo.

Sembra essere ricco, intelligente e con quella che dalle mie parti è chiamata ‘cazzimma’.

Chissà se ha un figlio.

Chissà se è bello come lui.

Passo in rassegna anche l’altro uomo, al contrario del primo è gentile, si gira e mi sorride e io rispondo a quel sorriso mentre imbarazzata e impaurita penso solo ad una cosa.

Maniaco!

Abbasso lo sguardo sperando di giungere presto nell’enorme castello.

Credo sia dell’uomo biondo.

E dopo qualche pensierino su un mio futuro matrimonio con il figlio di costui, che sposerò anche se si rivelerà essere ciuccio come una capra e brutto come lo scarico del bagno.

Si è appena aperto l’enorme portone con due ‘M’ sulla facciata.

L’interno non poteva che essere spettacolare.

Trionfo dorato saltami addosso.

Tutto trasuda di ricchezza e io fortifico l’idea di sposarmi o lui o il figlio.

Non m’importa chi, basta che vivo in questa casa!

“E’ sposato, signore?” chiedo, ma è come se parlassi al muro.

Il Preside si gira e ridacchi divertito, fermandosi e fissandomi.

“E’ inglese, non sa l’italiano”

Che scema che sono!

Intanto il Preside parla con l’uomo biondo che solleva piano il sopracciglio rispondendomi in perfetto Inglese Si lo sono.”

Freddo e coinciso.

Mia madre andrà a pennello con lui.

“Ha figli?” chiedo in inglese stavolta.

“Si, uno.”

“Quanti anni ha?” Non c’è frase più semplice per me.

“Diciassette”

“Interessante.”

Cosa hai detto?”

“Ehm…Si!” ovviamente non ho capito. Ha parlato troppo veloce.

Intanto il mio Preside se la ride e io mi domando perchè credevo avesse la faccia simpatica.

Ride su tutti!

Intanto il maniaco dice “Anche io ho figli!”

Che bello.” Dico con poca enfasi. “Quanti?”

“Sette.”

La mia faccia in questo momento non so come sia.

Sette figli. Lui è un maniaco ma la moglie sarà del suo stesso avviso.

Oppure sono figli avuti da più donne. Possibile.

Vorrei chiederglielo, ma un suono di passi affrettati ci raggiunge, anche se non vedo nulla sulle imponenti scale.

Abbasso lo sguardo e vedo uno strano ‘coso’ che parla affrettatamente al pavimento, ma non capisco nulla tranne un “venire”, “litigare”, “figlio” ed “erripotta” che non so cosa significhi.

Sarà francese.

L’uomo biondo parte in quarta con una marcia a dir poco arrabbiata, seguito dal maniaco che sbandiera la mia valigia per le scale.

Il Preside invece tocca le mie labbra con la bacchetta.

Inutile dire che mi ha fatto un male cane, ma che sarà mai per quest’uomo.

Riderà anche per questo, di me?

“Ora dovresti capire cosa diciamo” dice sorridendo.

Incredibile, sta parlando inglese, ma io lo capisco.

Come se sapessi tutte le parole.

“Potrò farlo anche io?” ancor più incredibile sto parlando un inglese impeccabile.

Sorrido come un’ebete.

“In futuro, chissà. Ora è meglio che tu mi segua.”

Sisi.” Non mi piace questo ‘sisi’ in italiano suona meglio.

Già mi manca la mia patria.

Esisterà il calcio qui?

Dopo i vari viaggi mentali e le paure prese per i quadri che si muovono, ci troviamo in una grande sala circolare, dove l’uomo biondo guarda arrabbiato ogni singola persona, mentre una donna stupenda, bionda anche lei, poggia una mano sul braccio dell’uomo.

Che bella coppia.

Il Preside tossisce per poi proferire “Signori, vi presento Danielle McPhoen

Una schiera di persone rosse stanno per applaudire ma il mio “CHE COSA?” in stupendo italiano stupisce i presenti.

Più che stupire, li allibisce.

Sono incredibilmente spaventati.

Faccio quest’effetto lo so.

“Tu sei Danielle McPhoen” scandisce l’uomo.

“No io sono Daniela ***” (non sapevo che cognome mettere e volevo evitare che questa ipotetica persona, esistesse realmente Nda)

“Non qui.”

Confusa più che mai lo guardo in silenzio, con gli occhi strabuzzati.

“Insieme alla bacchetta, qui, nella comunità magica prendi il Cognome della casata della tua trisavola. Quindi sei Danielle McPhoen

Ma perchè Danielle? Non va bene Daniela? E’ bello, te l’assicuro… Gliel’assicuro…” mi correggo.

“Non ne dubito, ma Danielle era il nome della tua trisavola.

E con questo?” lo guardo scettica. Mi vogliono cambiare l’identità, fare il lavaggio del cervello e farmi diventare loro schiava.

In realtà sono alieni! Ora si spiega tutto!

Credimi ti aiuterà. E agevolerà noi, nel pronunciare il tuo nome” Mi sorride e io accetto.

“Ah. Allora va bene”

Ancora con gli occhi di tutti puntati addosso decido di osservare lo splendido marmo che funge da pavimento.

E’ bianco con striature nere e azzurrine.

Bello.

“Immagino tu voglia sapere chi siano queste persone. Interviene il Preside a spezzare il silenzio che c’è.

Io alzo così la testa beandomi dello spettacolo meraviglioso che mi propone la stanza.

E’ grandissima, con un lungo tavolo, posto orizzontalmente rispetto alle vetrate dagli infissi bianchi.

C’è molta luce e i tanti fiori posti su tavolini in marmo a muro, rendono l’ambiente come un salone delle fiabe.

Riporto lo sguardo sui presenti e Albus Silente spiega chi sono.

L’uomo biondo si chiama Lucius Malfoy, la donna è la moglie e si chiama Narcissa, il maniaco, Arthur Weasley e tutti quelli in rosso hanno un nome e fanno di cognome Weasley.

Poi c’è un ragazzo dai capelli neri che si chiama Harry Potter.

Sarà stata questa, l’arcana parola pronunciata da quell’essere?

Una ragazza riccia dai capelli castani di nome Hermione Granger.

Un bel ragazzo moro di nome Bla…qualcosa Zabini.

Molte persone adulte delle quali non ricordo i nomi, oppure perchè alcuni sono impronunciabili… Ninfadora!

Incredibile che non si sia ancora ammazzata.

Io lo avrei fatto.

O forse ha ucciso i genitori.

Possibile, si.

E infine, ma non per importanza, ne sono certa, mi è stata presentata la creatura più bella che abbia visto.

E’ il figlio diciassettenne di Lucius e Narcissa Malfoy.

So dove abita, l’età, genitori…Cos’altro manca?

Sapere la data di nascita e le sue abitudini.

Ma a questo c’è rimedio.

Lo spio, ovvio. ( La MaNIaCa è LeI!!! XD Nda)

“Ora Narcissa, Molly, Ninfadora e Minerva ti accompagneranno a fare spese. Ninfadora e Minerva ti aiuteranno per il materiale scolastico, mentre Narcissa e Molly saranno con te per scegliere le tuniche per la scuola e indumenti vari.” Mi dice Silente con un gran sorriso.

“Fanno beneficenza, così?” chiedo; alle mie parole scappano risatine a destra e a manca da parte di alcune ragazze, o almeno credo siano ragazze.

“Come mai, cara?” mi chiede ingenuo il Preside.

“Non ho soldi!” sbotto.

Ma sono in banca.”

“Perchè mio padre mi avrebbe fatto un conto bancario?” chiedo stupita. Sono tutti pazzi qui!

“Non sono stati i tuoi genitori, ma la tua trisavola.

“Era indovina per caso? Oppure è ancora viva…”

“Per la prima domanda, si era ‘indovina’, se così si può dire. Ma ti assicuro che purtroppo è morta.”

Sorrido in modo idiota all’ultima risposta.

“Aveva una tresca con lei!” sono consapevole di aver fatto una figuraccia.

“No. Ho detto purtroppo perchè grazie a lei, abbiamo avuto molte innovazioni in ambito magico. Ma ti spiegherò meglio più tardi. Ora .” Mi sorride mentre mi si avvicinano Narcissa Malfoy e Molly Weasley, seguite da Ninfadora Tonks e Minerva McGranitt.

Adesso mi fanno il cosiddetto ‘cappottone’ (XDXDXD Nda)

Ho una mente malata lo so.

Seguimi, cara.” Mi dice Narcissa.

E’ un angelo.

Usciamo dalla stanza, ma dopo aver oltrepassato la soglia mi ricordo del mio iPod che non può essere sentito.

Per evitare di spararmi dunque torno indietro e rientro nella grande stanza.

Mi fermo davanti al Preside e frugo nella borsa.

Dopo poco le mie mani riemergono tenendo come un tesoro il mio iPod.

“Può? Per favore.” Chiedo quasi supplicando.

Ma certo.” Mi risponde.

Con un tocco di bacchetta fa illuminare per un attimo il mio iPod, che ritorna del colore di base.

Sorrido per poi mormorare un “Grazie” e tornare dalla comitiva femminile ancora ferma in corridoio.

Riprendiamo a camminare, mentre un silenzio sovrumano regna nel gruppo.

Entriamo in una grande stanza dai colori scuri, piena di camini.

Su ogni camino c’è un’anfora, ognuna diversa dall’altra.

Narcissa si reca al camino più vicino e afferra l’anfora verde posta su esso.

“Prendi un pugno di Polvere Volante e…”

“Santo cielo, che spreco! Un pizzico va più che bene, cara” dice apprensiva Molly Weasley.

“Non sta a lei decidere quanta polvere prendere. Ribatte Narcissa. “ Scegli tu quanta polvere prendere, avanti. Mi esorta Narcissa. Titubante prendo un pugnetto di Polvere.

“Adesso?” chiedo intimidita.

“Gettala tra le fiamme, entra dentro appena le fiamme saranno verde smeraldo e scandisci bene ‘Diagon Alley’. La prima volta è meglio che urli la destinazione.

“Chiudi gli occhi quando senti che stai vorticando, appena smesso, apri piano gli occhi e salta giù dal camino. Chiaro?” mi spiega Minerva McGranitt.

Annuisco ed eseguo i consigli dati.

Dopo aver girato vorticosamente parecchie volte mi sento rallentare, socchiudo gli occhi e vedo delle persone.

Incurante di tutto e tutti salto.

Tornata alla luce apro piano gli occhi, mentre tossisco sbuffando polvere nera.

Mi scosto piano, ammirando le pareti di quello che dovrebbe essere un negozio; sono piene di tessuti di vari colori e generi.

Capisco inoltre che ci sono varie stanze, ognuna di esse separate da dei mobili a scacchiera dove maglie e pantaloni già confezionati, sono in bella mostra.

Mi si avvicina una donna di mezz’età con un enorme vestito a palloncino.

“Oh, cara sei nuova, giusto?” mi chiede frettolosa

“Ehm, si.” Rispondo piano guardandomi ancora intorno.

Mmm, chi ti ha mandato qui….Voglio dire, un genitore? Parente?”

“Oh, Narcissa Malfoy.”

Ma cara! Perchè non l’hai detto subito!! Accomodati! Accomodati!” Con una voce improvvisamente smielata mi spinge verso una porta che apre rivelando una grande stanza luminosa.

“Accomodati qui, avanti. Tornerò subito.” E corre via.

“Certo.” Dico al muro.

E’ passato qualche minuto, credo, ed entrano Narcissa e Molly.

“Vedo che hai seguito i consigli di Minerva, brava!” esulta Molly.

“Grazie.”

“Minerva e mia nipote sono andate a fare spese per la scuola, mentre noi ti aiuteremo con la scelta dei vestiti, ma prima dovremo ritirare i tuoi soldi dalla banca. Seguimi, cara.” Mi dice Narcissa.

Adoro questa donna; intanto lei sta aprendo la porta, seguita da Molly e ovviamente da me.

Al contrario nostro (Mio e di Molly), è andata a parlare con la signora che mi ha infilato in quella stanza.

Dopo poco torna da noi e ci invita ad uscire.

Non l’avessi mai fatto.

Appena messo piede fuori mi ritrovo una baraonda di gente. E poi dicono che quelli del Sud sono caotici.

Mentre ungentile’ signore grassoccio ci taglia la strada Narcissa esclama contrariata “Ammira! Questo è il tuo nuovo mondo!”

“Si…Il mio nuovo mondo” mormoro io.




***



Odei dopo tre giorni di stesura è finito. XD

Che stress in questi giorni, tra compiti e interrogazioni -.-

Fortuna ke tRa poco fiNiRà!!! =D

iNtaNto tRa Nuovi aMoRi sbocciaTi, RiNgRazio peR Le ReceNsioNi

Nikeforos La mia Daniela è complicata ( =io sono complicata XD) Non vuole ferire i sentimenti di nessuno, in partikoLaRe deLLa MadRe, quIndI sta zitta e accetta quasi tutto XP…

albicoccacida CioBBy Mia!!! =* aMMoRa, giuRo ke qNd iL mio peRsoNaGGio aNdRà ad HogWaRts Le faccIo iNcoNtRaRe uNa Raga seMpRe iNkazzosa coMe te uhauahuhahauhauha (skeRzo! peRò le faccio iNcoNtRaRe uNa coMe te! E’ deciso…)


speRaNdo iN aLtRe ReceNsIoNi

.taRtRuGa.

  
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