Nel giro di un pochi di giorni Sunnydale era quasi deserta. L’influenza maligna e
l’energia negativa era talmente alta e penetrante che spinse moltissimi uomini
e anche alcuni vampiri e demoni ad evacuare la città. Chi non era già partito,
lo avrebbe fatto presto, entro un giorno o due. Soltanto casa Summers brulicava ancora di gente, ma certo non vi era
tranquillità: Xander cercava di sdrammatizzare,
ironizzando pure sul proprio occhio perduto, Willow
non faceva altro che cercare informazioni, ovunque le fosse possibile, ma senza
osare a far ricorso alla magia; Buffy teneva sempre
d’occhio la zona, pronta ad intervenire qualora ce ne fosse stato bisogno; Anya ed Andrew sopperivano alle lezioni di teoria alle
potenziali che ormai avevano perso la speranza, anche Kennedy era un poco
sfiduciata, dopo aver visto l’incredibile forza di Caleb.
Faith, nonostante le cupe circostanze, o forse
proprio grazie ad esse, era stata ben accolta dalle adolescenti che spesso si erano
rivolte a lei in quelle giornate di smarrimento; la Cacciatrice mora le
ascoltava e dava loro consigli quando poteva, nonostante il loro numero aveva
imparato quasi tutti i nomi delle giovani, inoltre si era molto divertita
quelle volte in cui aveva fatto allenamento istruendole. Essendo la situazione
grave e la scuola ormai chiusa, il Preside Wood era quasi sempre presso il
quartier generale delle Cacciatrici, era stato invitato a trasferirsi presso di
loro un paio di volte, ma aveva rifiutato. Robin stava il più possibile lontano
da Spike, per evitare di essere preso dalla rabbia; aveva avuto modo più volte
di parlare con Faith e aveva trovato molto piacevole
discorrere con lei.
Quella mattina Buffy e Giles stavano facendo due passi assieme, in realtà
la Cacciatrice doveva tornare a recuperare alcune cose a scuola, così
l’Osservatore aveva deciso di accompagnarla per un tratto di strada. “Hai avuto
qualche visione?”
“No, purtroppo. Sembra che non mi
si voglia più rivelar nulla. Ok, ho visto come è stato dato il potere alla
prima Cacciatrice e forse ho sbagliato a rifiutarne di più, ma non me ne pento,
tuttavia non ho abbastanza informazioni per sapere come agire. Sento solo che
esiste un qualcosa in grado di darmi più potere.”
“Willow
sta indagando e anch’io sto facendo appello a tutte le possibili fonti, seppure
scarse, per cercare qualcosa di utile.”
“Ma non c’è tempo! È questo che
mi innervosisce, dobbiamo sbrigarci.”
“La fretta è una cattiva consigliera…” intendeva vagamente alludere alla questione
del vigneto “Ad ogni modo i fascicoli, che abbiamo preso io e Willow dalla polizia, dovrebbero tornarci utili, almeno
spero. Sai, mi dispiace di non avere maggior numero di alleati.”
“Più carne da macello, intendi?”
ironizzò Buffy, sconfortata “Il numero non conta, se
non sappiamo come sconfiggere Caleb… e il Primo.”
“Giusto. Avevo delle conoscenze
che avrebbero potuto rivelarsi preziose, ma non riesco più a contattarli.”
“Di che si tratta?”
“Una setta particolare, che si
trova in Italia, la sovrintende un mio vecchio e fidato amico. Sovrintendeva,
temo di dover dire…” il signor Giles era vivamente
preoccupato “Non mi sorprenderebbe scoprire che il Primo ha provveduto a
sterminare anche loro.”
“Mi pare inutile parlarne, torni
a casa e diriga le ricerche: Caleb deve avere un
passato, non può essere comparso dal nulla di punto in bianco, o forse il Primo
ha un cilindro magico da cui, anziché conigli, può estrarre predicatori pazzi?”
Intanto, nello scantinato di casa
Summers, continuavano le lezioni o, più precisamente,
le discussioni. Anya tentava di non distrarsi, di non
divagare, raccontando della sua vita intima con Xander,
e di rimanere concentrata sul problema Turak Hon e portatori, ma la situazione non la aiutava per nulla.
Tutte le ragazze erano preoccupatissime per la venuta di Caleb,
lo temevano sopra ogni altra cosa e non facevano altro che demoralizzarsi ed
impaurirsi vicendevolmente. Iole disprezzava profondamente quell’atteggiamento
e non esitò a dirlo chiaramente: “Serve a qualcosa piagnucolare? Credete forse
che, vedendo che riconoscete la sua superiorità, Caleb
vi lascerà vivere? Ha intenzione di ucciderci e se vogliamo avere una speranza
di salvezza, dobbiamo potenziarci, pensare a una strategia, non abbandonarci
alla paura. Scene di isteria come queste non permettono di concludere
assolutamente nulla. Il problema c’è e va affrontato con determinazione,
indipendentemente da quanto sia complicato o meno; non si risolverà da solo,
mentre vi piangete addosso.”
“Ma è tutto inutile!” protestò
Amanda “Fare piani è inutile, lui è troppo forte, ci ucciderà.”
“E allora moriremo. Qual è il
problema?” Iole era imperturbabile.
“Il morire?!” fece osservare Rowna, perplessa.
“Stando a sentire voi, moriremo
sia combattendo, che piagnucolando. Allora, sinceramente, se deve semplicemente
scegliere il modo in cui essere uccisa, io preferisco morire in battaglia,
difendendo ciò in cui credo, piuttosto che nascondermi da qualche parte e
contare con stupida felicità ogni minuto in più che mi viene concesso.”
Detto ciò, Iole uscì dalla
stanza, non sopportava di rimanere chiusa lì dentro con quelle ragazze così
fragili. Erano giovani, doveva essere comprensiva. Ma non era, forse, giovane
anche lei? Sì, tuttavia la situazione era differente. Ella aveva già fatto
parte di qualcosa, era già stata addestrata per essere una guerriera. Le altre
potenziali, invece, erano state per lo più strappate alla loro vita spensierata
(e tal volta frivola) di adolescenti.
Non era, però, uscita da sola
dallo scantinato, Andrew l’aveva seguita e, subito, le aveva detto:
“Complimenti per il discorso, neppure Aragorn al
Fosso di Elm, avrebbe saputo dire di meglio.”
“Ti ringrazio, ma a che vale?
Quelle ragazze non sono per niente pronte alla battaglia. Come allenamento non
sono male, anzi sono tutte molto abili, quel che manca è lo spirito, la
mentalità, la determinazione. Se non avranno maggior fiducia in se stesse,
verranno tutte uccise, indipendentemente dalle armi e dalla preparazione. Non
possiamo certo ritirarci, non abbiamo altra possibilità che combattere; e
allora dobbiamo farlo al meglio, non credi?”
“Certamente e anch’io farò la mia
parte…. Se me ne daranno la possibilità.” confermò
Andrew, dapprima entusiasta, poi meno convinto.
“Tu cosa sai fare, di preciso,
oltre ad evocare demoni?”
“Per il momento nulla di ché,
temo.” fu la triste risposta del giovane “Le mie conoscenze teoriche non
possono essere utili, in questo momento, mentre le tecniche di combattimento… le devo decisamente affinare.”
“Ti stai allenando un po’ con
noi, però, almeno l’impegno e la buona volontà ce li metti tutti.”
“Basteranno? E poi non mi sembra
di fare molti progressi, anche perché mai nessuno vuole allenarsi con me.
Neppure tu!” si lamentò il nerd.
“Eh, non devi sentirti offeso per
questo, ma vedi io non provo soddisfazione a combattere con chi è meno abile di
me. per migliorare ho bisogno di confrontarmi con i più forti. Persevera ancora
e tra non molto potremo lottare assieme.”
“Sai, non è carino svirilizzare
un uomo.” finse di protestare il ragazzo “Specie se sta appena iniziando a
riacquistare fiducia in sé. Sai ero molto perseguitato alle scuole elementari… e alle medie… e alle superiori… e un po’ anche adesso, effettivamente. Se non
riesco ad ottenere un po’ più di rispetto da parte degli altri, c’è il rischio
che diventi malvagio come è successo a Crane in
Batman, che è diventato lo Spaventapasseri… No,
aspetta, ho già passato e superato questa fase. Wow! Sono una persona migliore
dei cattivi di Gothamcity. Tu leggi i fumetti di
Batman?”
“No, mi spiace deluderti.”
“Non fa niente, provvederò a
colmare questa tua lacuna. Piuttosto, sai che ho proprio fame? In frigo ci sono
degli involtini surgelati, li ho prenotati, vado a riscaldarli e poi te li
porto, così li dividiamo e li mangiamo assieme. Aspettami di sopra, va bene?”
Iole gli sorrise e fece come
richiesto e salì le scale. Andrew andò in cucina, aprì il frigo, prese la
scatola su cui aveva messo anche post-it col proprio nome e la trovò vuota. Chi
aveva mangiato i suoi involtini? Sicuramente Faith,
si disse, per cui andò nella stanza accanto, dove stavano lavorando Dawn e il signor Giles, e si lamentò: “Ehm, Signor Giles, Faith ha mangiato gli ultimi involtini di carne e
mozzarella surgelati, anche se io li avevo prenotati.”
Venne ignorato, gli altri due
continuarono a parlare del documento appena trovato da Dawn.
“Vede la scatola? Avevo messo
pure il post-it: di Andrew, prego non mangiare, ma adesso la scatola è
vuota!”
L’Osservatore notò qualcosa nei
fascicoli trovati e si recò in salotto, già pieno di potenziali, per studiare
meglio una foto, la ragazza lo seguì e anche il nerd andò con loro, continuando
il suo discorso: “Vene, non me la prendo per il fatto in sé, anche se quegli
involtini erano conditi con la nuova salsa al pomodoro più densa…,
ma per la mancanza di rispetto!”
“Chiudi il becco e fa attenzione!”
lo sgridò, spazientito Giles.
Andrew si fece mogio e si
avvicinò di più, per meglio vedere la foto, ma si tirò su subito di morale,
pensando che finalmente lo stavano coinvolgendo nell’azione! Immediatamente
venne deluso, accorgendosi che il signor Giles pose la successiva domanda solo
a Dawn. Evidentemente, però, era stato trovato
qualcosa di importante, in quanto Amanda fu mandata a chiamare Spike. In quel
momento fece capolino nella stanza Faith, che
sbocconcellava l’ultimo involtino. Andrew l guardò malissimo: quella donna
stava mangiando il suo cibo! Credeva di poter fare quello che voleva solo
perché era una cacciatrice? D’accordo lei era sicuramente più forte di lui, ma
non si sarebbe dovuta approfittare della sua capacità di difendersi. Le cacciatrici
dovevano proteggere i deboli, non…… ma che diamine si
lamentava? Tanto era inutile! Specialmente perché stava pensando le sue
lamentele e, dunque, nessuno poteva ascoltarlo, ma se anche le avesse espresse
ad alta voce, tutti lo avrebbero ignorato. Eh già, chi mai avrebbe dato retta a
una persona totalmente inutile, come lui in quella situazione? Ah, quanto
avrebbe voluto poter mettere anche lui le proprie capacità al servizio di Buffy, per salvare il mondo… o
almeno per non sentirsi soltanto un peso. Almeno, però, cucinava e questo era
già qualcosa!
Sopraggiunse Spike che chiese a
Rupert (era l’unico a chiamarlo così) che cosa volesse; informato che stava per
essere mandato in missione, il vampiro domandò se era una di quelle in cui,
alla fine, Rupert avrebbe tentato di ucciderlo. Il signor Giles spiegò che si
trattava di una missione ricognitiva, per scoprire che cosa fosse successo
all’abazia di Ghirloy, aggiunse che voleva mandare
qualcuno in gamba, nel caso Caleb (stato lì
certamente) avesse lasciato qualche scagnozzo. Vedendo che Spike era andato a
prendere il cappotto, Andrew tentò di riportare l’attenzione su ciò che gli
stava più a cuore: “Vogliamo parlare della questione del furto degli
involtini?”
“Portati Andrew.” disse Giles,
ignorando il nerd e volendosene liberare per un giorno: se avesse sentito
nominare un’altra volta quei dannati involtini, in casa Summers
si sarebbe scoperto come mai fosse soprannominato Squartatore!
“Cosa?” si meravigliò il ragazzo.
“Non fai altro che lamentarti di
uscire troppo di rado!” diede manforte Dawn, anche
lei sollevata al pensiero di allontanare per un po’ Andrew.
“E poi potrebbero esserci dei
demoni appostati nei paraggi” improvvisò Giles, ma con disinvoltura “E Andrew
potrebbe esserti utile”
“Oh, ma per piacere!” sbuffò
Spike.
“È un esperto, potrebbe portare
quella specie di flauto di pan. Ottima idea!” dicendo così, Giles appoggiò una
mano sulla nuca del nerd e lo spinse piuttosto energicamente, per farlo alzare.
Andrew era sorpreso e,
soprattutto, contento: finalmente si fidavano di lui! Finalmente gli veniva
data la possibilità di collaborare attivamente! Non avrebbe deluso il signor
Giles, avrebbe fatto del suo meglio!
“Sali sulla moto e sbrighiamoci.”
ordinò Spike, un po’ contrariato all’idea di lasciare Buffy
da sola; d’altra parte, però, si diceva che la Cacciatrice era in gamba e i
suoi amici le volevano bene e l’avrebbero protetta; in fondo Buffy sarebbe stata al sicuro, nonostante la lontananza del
vampiro.
“Un momento” borbottò Andrew “Hai
un casco? Io non vengo in moto senza. Tu sarai anche un vampiro immortale e non
hai paura degli incidenti, ma io non ho alcuna intenzione di diventare un ghost rider, quindi pretendo un casco!”
“Non ti fidi della mia guida?” replicò,
tediato, Spike “Prova a guardare nel garage se c’è qualcosa, ma fa in fretta.
Se non sei qua fra due minuti, parto da solo e, quando torno, ti mordo!”
Andrew rabbrividì e si diede una
mossa ma, arrivando al garage, fu raggiunto da Iole. Il ragazzo sorrise
istintivamente e farfugliò: “Scusa, ti avevo detto di aspettarmi, ma poi… Il signor Giles mi ha detto di andare con Spike, che
però ha fretta e io… Io non sono riuscito a
salutarti, ma volevo, davvero!”
Iole provò tenerezza per quelle
parole e rassicurò il ragazzo: “Visto che tardavi, ero scesa per vedere che
cosa stava capitando e ho fatto giusto in tempo a vedere Giles che ti spediva
fuori. Ho pensato di darti un saluto e augurarti buona fortuna…”
c’era timidezza, in quest’ultima frase “Starai attento, vero?”
“Non…
non ti preoccupare. Non dovrebbe essere pericoloso e…
e poi con me c’è Spike, che è un osso davvero duro e anch’io me la so cavare
discretamente, più o meno.” era sorpreso, compiaciuto e rassicurato dal fatto
che qualcuno si preoccupasse per lui, il fatto che fosse proprio Iole a farlo,
gli rendeva la cosa ancor più speciale.
“Ehi, sbrigati! Il tempo sta per
scadere!” intimò la voce del vampiro, già in sella alla moto.
“Devo andare” disse, un po’
dispiaciuto Andrew “E non ho ancora trovato il casco.”
“Temo ce ne sia soltanto uno da
rugby, non da moto.” disse la potenziale, accennando a uno scaffale nel garage.
“Già vedo” il giovane si
allontanò un attimo e prese il casco, poi tornò di fronte all’amica “Beh,
allora, credo di dovere andare. Ciao.” eppure non mosse un passo verso la moto
e continuò a guardare l’altra.
“Andrew, ascoltami, vorrei che tu
avessi questo.” tirò fuori da una tasca una specie di catenina e la porse al
ragazzo.
“Cos’è? Un rosario?” domandò
l’altro, analizzando lo strano oggetto.
“Una specie, più precisamente è
una corona angelica, sulla medaglietta è inciso San Michele arcangelo, ti
proteggerà.”
“Oh, grazie, è molto gentile da
parte tua!” la gradevole meraviglia aumentava nel nerd “Ma tu come farai? Se
foste attaccate? Se saltasse di nuovo fuori quel predicatore? O i portatori? O…? È più importante che tu sia al sicuro, insomma tu sei
una potenziale cacciatrice, io invece…”
“Muoviti!” ringhiò nuovamente
Spike.
“Oh, non devi avere paura per me.
San Michele mi protegge sempre.”
“In tal caso, va bene. Grazie ancora.”
I due giovani si fissarono ancora
negli occhi, c’era tenerezza e imbarazzo, misti ad un poco di apprensione. Dopo
qualche istante Andrew si decise e abbracciò, piuttosto rigidamente, la ragazza
che ricambiò e gli diede anche un bacetto su una guancia. All’ennesimo richiamo
di Spike, tuttavia, Andrew si congedò davvero, salì sulla moto e partì col
vampiro. Iole lo guardò allontanarsi e, ancora una volta, si rivolse
mentalmente al proprio santo protettore, pregandolo di evitare pericoli
all’amico. La potenziale rientrò in casa e trovò le sue compagne in salotto,
ancora molto sconfortate.
“Secondo voi Caleb
sa dove ci troviamo?” chiese una delle ultima arrivate nella casa.
“Certo” rispose Rowna preoccupata “Infatti mi chiedo come mai non sia già
venuto ad attaccarci.”
“Ehi, qualcuno sa dove sia Buffy?” domandò invece Amanda “È tutto il giorno che è
fuori. Non è che le sia successo qualcosa?”
“Forse è stata aggredita”
ipotizzò un’altra “Forse stanno per venire qui a prenderci.”
“Lo sappiamo, lo abbiamo sempre
saputo che il nostro destino è quello di aspettare pazienti di venire uccise.”
fu la triste lamentela di un’altra ancora.
“Caleb
è davvero maledettamente forte, è come un titano, non c’è alcuna possibilità di
riuscire a sconfiggerlo.”
I discorsi continuavano tutti su
questi sconfortanti toni, neppure il signor Giles aveva la forza di dire
qualcosa che tirasse su il morale e quindi non si oppose nemmeno all’iniziativa
di Faith di portare le potenziali al Bronze. Le
ragazze furono entusiaste di quell’idea, avevano proprio bisogno di svagarsi,
di rilassarsi, di dimenticare tutto quanto per qualche ora. Andarono tutte
quante, tranne Iole a cui non piaceva quel tipo di locali. Siccome erano già le
otto di sera, la ragazza decise di mettersi ai fornelli e cucinare qualcosa per
chi era rimasto in casa, ma, quando fece il giro delle stanze per chiamare la
gente a tavola, trovò Willow addormentata sui
fascicoli che stava consultando, mentre Xander e Anya si erano chiusi in camera. A cena, dunque, era
presente solo il signor Giles.
“Grazie per la zuppa, è molto
buona.” si complimentò l’Osservatore “Non immaginavo sapessi cucinare così
bene.”
“Nessuno lo immagina.” sospirò Iole
“Tutti vedono il mio lato più guerresco e nessuno mai sospetta ch’io possa
essere anche una buona donna di casa. Sento molto la necessità di cucinare per
gli altri, per le persone a cui voglio bene.”
Rimasero in silenzio alcuni
momenti, poi Giles domandò: “Come mai non sei andata con le tue amiche?”
“Non sopporto la folla e neppure
la musica assordante, mi tengo ben lontana da quel genere di locali, generalmente.”
“Strano. Persino Willow, la ragazza più assennata che ho conosciuto qui a Sunnydale, adorava il Bronze.” constatò l’uomo “Non hai il
moroso, non vai in discoteca, che fai solitamente la sera?”
“Beh, difficilmente sto sveglia
fino a tarda notte, vado a dormire prima della mezzanotte, salvo rare
occasioni. Alla sera vado in palestra: tre giorni mi esercito nelle arti
marziali, due nella scherma medievale.”
“Il tuo Osservatore ti faceva
fare un così duro allenamento, nonostante tu fossi solo una potenziale e non la
Cacciatrice?”
“No, no, era una mi scelta. Io studio
arti marziali fin da quando ero molto piccola, avevo sei o sette anni quando ho
iniziato. La scherma, invece, ho iniziato a praticarla un paio d’anni fa, per
puro interesse personale. Io mi diverto con questo. Sto tutto il giorno sui
libri a studiare e alla sera ho bisogno di sfogare le mie energie. Mentre mi
alleno, mi sento pervadere dalla forza, mi trasmette una sensazione
meravigliosa, non mi sento appagata se non sfido i miei compagni più abili e
forzuti e torno a casa soddisfatta solo quando sono sudata fradicia e tanto
sfinita da non osare far altro che andare a dormire.”
Giles era piuttosto meravigliato;
chiese: “Hai detto che studi tutto il giorno, che cosa di preciso?”
“Storia, principalmente, ma anche
letteratura, antica e moderna, storia dell’arte, religioni e mitologia. Siamo più
precisi, le materie umanistiche sono quelle che prediligo, ma ovviamente per la
scuola devo studiare anche quelle scientifiche che mi attraggono molto meno.”
“Come mai?”
“Perché sono definite da leggi,
tutte le cose sono determinate e non possono essere diverse. Le altre, invece,
sono espressione dell’animo umano, mostrano le sue mille sfaccettature, le
infinite possibilità, le trovo maggiormente stimolanti.”
“Condivido pienamente il tuo
pensiero.”
Iole indugiò qualche momento, ma
poi disse: “Nel leggere un volume su società, gruppi e ordini segreti, lettura per
interesse mio e non certo per la scuola, ecco mi è capitato di trovare citato l’OSM…”
“L’Ordine di San Michele.” la
interruppe l’uomo, con un bagliore negli occhi.
“Sì, esatto. Ecco, vede” la
giovane era palesemente nervosa “Mi ha affascinato molto come concetto, storia,
valori e propositi e, allora, mi chiedevo cosa lei sapesse al riguardo e se me
ne potesse parlare.”
“Certamente. Sai è buffo che tu
mi chieda di esso proprio oggi. Questa mattina stavo giusto dicendo a Buffy che ero preoccupato perché non riuscivo più a
comunicare con degli alleati che volevo contattare. Costoro erano proprio i
membri dell’OSM. Vedi, la loro sede principale è in Italia e la presiede un mio
carissimo amico, ma da un paio di mesi non riesco ad avere più notizie.”
Un balenio di preoccupazione e
ansietà attraversò il viso di Iole.
“Spero si stiano solo nascondendo
dal Primo” proseguì Giles “Le ultime informazioni che mi erano giunte, mi
notificavano che anche da loro si erano mostrati i portatori.”
“No, loro non si nasconderebbero
mai.” dichiarò la ragazza “Loro combattono il male, senza temerlo.”
“Eh, questo il linea di
principio, ma il Primo è qualcosa di troppo potente, anche per i devoti dell’arcangelo
guerriero.”
Iole scosse la testa con dissenso
e sicuramente avrebbe replicato, se in quel momento non avesse fatto rientro in
casa Buffy, coi capelli scompigliati e qualche
graffio e livido. Il signor Giles si alzò preoccupato e le andò incontro,
domandandole: “Hai combattuto?”