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Autore: GhostFace    05/11/2012    4 recensioni
Riflessioni interiori, ma anche azione, istinto ed avventure, senza mai farci mancare qualche risata... Questa è una storia che coinvolgerà tutti i personaggi principali di Dragon Ball, da Goku a Jiaozi! Cercando di mantenermi fedele alle vicende narrate nel manga, vi propongo una serie di avventure da me ideate, con protagonisti Goku ma soprattutto i suoi amici. I fatti narrati si svolgono in alcuni momenti di vuoto di cui Toriyama ci ha detto poco e nulla, a cominciare da quell'anno di attesa trascorso successivamente alla sconfitta di Freezer su Namecc (ignorando o rielaborando alcuni passaggi only anime). Come dice qualcuno in questi casi, Hope You Like It! Buona Lettura!
PS: la storia è stata scritta prima dell'inizio della nuova serie DB Super, quindi alcuni dettagli non combaciano con le novità introdotte negli ultimi anni. Abbiate pazienza e godetevi la storia così com'è, potrebbe piacervi ugualmente. :)
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una mattina noiosa come tante, Bulma bussò alla porta del suo ospite Saiyan, che le diede il permesso di entrare. «Salve, Vegeta.» Lo salutò con un sorriso gentile: non avevano motivi per essere ostili, nonostante l'atteggiamento freddo del Principe.
«Salve, donna terrestre.»
«Non puoi chiamarmi Bulma? È un bel nome…»
«Non mi interessa… dimmi cosa vuoi, altrimenti ho da fare.» tagliò corto Vegeta; niente di personale contro la ragazza, ma in quel periodaccio preferiva nettamente la solitudine.
«Come forse saprai, mio padre è un grande genio scientifico… si occupa di elettronica, meccanica, ingegneria!» Bulma si illuminava quando doveva tessere l’elogio dei meriti del suo papà. A volte padre e figlia bisticciavano, o meglio era lei che si innervosiva con lui… un po’ per il divario d’età, un po’ perché suo padre era il prototipo del genio bizzarro e sbadato; ma questo non intaccava l’affettuosità sincera dei loro rapporti. «È uno scienziato molto versatile, sai? La tecnologia più avanzata diffusa su questo pianeta è frutto delle sue brillanti intuizioni…!»
«Un raggio di sole in un pianeta di primitivi, ho capito. Vieni al sodo.» tagliò di nuovo corto Vegeta, smorzando il sorriso e l’entusiasmo della ragazza.
«Ok. Mio padre vorrebbe farti una proposta.» abbreviò con serietà, dal momento che il Saiyan aveva smorzato il suo entusiasmo e che non valeva la pena di spendere la propria solarità con quel burbero scimmione. «Se vuoi degnarti di passare nel suo laboratorio di progettazione, ovviamente. Credo che ti potrà interessare: si tratta di una questione di navicelle e simulatori gravitazionali. Non ti dico altro: papà ci terrebbe a spiegarti tutto in prima persona.»
Il Principe, vinto dalla noia, decise di lasciarsi coinvolgere dall’invito; inconsciamente, la sua mente aveva scelto di cogliere l’occasione per distrarsi dagli assillanti pensieri. Vegeta percorse i corridoi dell’edificio con calma e svogliatezza. Gli erano abbastanza familiari, dato che talvolta era costretto ad avventurarsi in cucina in cerca di cibo: non sempre gli veniva servita la cena in camera, anche se ogni tanto Bulma, ma ancor di più sua madre, gli portavano qualcosa da mangiare. Le due donne erano consapevoli di quanto gli scocciasse frequentare i terrestri, nonché i namecciani che in quel periodo soggiornavano in quel posto, in attesa che le loro Sfere del Drago si ricaricassero. Nel corridoio incontrò un’altra buona ragione per starsene in disparte ed evitare la presenza umana: la madre di Bulma. La figlia del dr. Brief era stata chiara sulle condizioni e regole di quella ospitale sistemazione: avrebbe dovuto portare rispetto almeno ai due padroni di casa, se non agli altri inquilini presenti; niente cafonaggine e niente scortesia gratuite ed ingiustificate. Ora Vegeta si trovava davanti la padrona di casa, con i biondi capelli cotonati, quell'espressione sciocca e giuliva che la caratterizzava, la cui molestia era superata solo da quella della sua voce acuta. «Ciao, Vegeta! Non hai una bella cera, gioia... ti serve qualcosa?» cinguettò la signora con sincera premura, senza perdere il sorriso.
«Non si preoccupi, sto solo andando a parlare con suo marito.»
«Uuh, fai bene! Infatti mi aveva accennato ad un progetto che ti coinvolgeva, che caro! Però ricordati che un giorno mi accompagnerai a fare shopping... un po' di tempo fa ho trovato una bellissima e grandissima pasticceria di ottima qualità. E tutto grazie al fatto che il nostro caro Goku aveva salvato il mondo dalla distruzione... meno male! Pensa che spreco sarebbe stato, se un così bel negozio fosse andato perduto! Però non ho ancora trovato l'occasione di fare una visita come si deve... sai, tra gli animali che richiedono cure quotidiane, e tutti quei simpatici e gentili ospiti namecciani, c'è sempre tanto da fare in questa casa...!»
«Capisco.» chiuse il discorso, iniziando a spazientirsi per ovvi motivi. «Ora la saluto, perché suo marito mi aspetta.» e proseguì per la sua strada.
 
Il dr. Brief era nell’hangar - separato rispetto al corpo centrale della Capsule, ma collegato alla casa di Bulma tramite alcuni cortili e vialetti scoperti che si allungavano nel giardino - adibito a centro di studi, ricerche e progettazione degli innovativi modelli meccanici dei mezzi di trasporto per i quali la ditta era famosa nel mondo. Il dr. Brief, come era noto, era un grande scienziato e ricercatore, amante del suo lavoro e dotato di un talento quasi naturale, scientificamente curioso per indole. Aveva avuto l’accortezza di trasformare la sua passione in un lavoro e in un business che lo aveva collocato in una posizione estremamente agiata. Vegeta aveva avuto scarsi rapporti con lui perché, come sappiamo, tendeva ad evitare ogni forma di tediosa presenza umana, ma in effetti non aveva ragioni per essere ostile e scorbutico nei suoi confronti. Lo trovò in camice bianco, sigaretta in bocca e gattino nero posato sulla spalla, intento a dialogare con uno degli ingegneri-capo del reparto progettazione, il quale lo seguiva con grande interesse. Vedendo arrivare Vegeta, il professore abbreviò il discorso con il proprio dipendente: «…quindi ricapitoliamo! Per prima cosa, non trascuriamo il problema della collocazione delle casse dello stereo! È fondamentale, se vogliamo che il suono si diffonda in maniera uniforme per tutto l’ambientedel veicolo! Inoltre, dobbiamo sistemare meglio le lampade per l'illuminazione, in modo da rendere l'astronave un ambiente caldo e accogliente.» Poi si avviò verso Vegeta e, con un gesto spontaneo e cordiale, gli tese il braccio per stringergli la mano: «O-oh, buongiorno, Vegeta! Ti aspettavo, speravo proprio che venissi!» Del resto, la sua più che decennale esperienza nel mondo degli affari lo aveva istruito nell’affrontare, nel “saper prendere” anche i manager più riottosi. Il Saiyan raccolse il saluto stringendogli la mano.
«Che stretta di mano tosta, ragazzo mio!» commentò divertito il dr. Brief. «Guarda! Sto completando e perfezionando il veicolo a cui mi hai visto lavorare il giorno in cui sei arrivato a casa. Ricordi? Questa era la navicella che Chichi, la moglie di Goku, mi aveva chiesto di costruire, preoccupata per le sorti del marito e del figlio su Namecc. Poi non ce ne fu più bisogno, ma ovviamente ho portato avanti il lavoro. Del resto, anche senza le pressioni di Chichi, ho continuato a dedicarmi a questo lavoro con vero piacere...» Poi, abbassando il tono della voce, aggiunse: «Sai, la moglie di Goku a volte è un po'... eccessiva...»
«Non ho avuto il piacere di conoscerla.» ghignò il Principe. «Comunque non pensavo che sulla Terra possedeste le conoscenze tecniche necessarie per un lavoro simile.»
«In effetti, per realizzarla ho studiato la navicella con cui Goku fu inviato sulla Terra da piccolino! In pratica, l'astronave usata da Goku per raggiungere Namecc non era altro che la rielaborazione di quel mezzo. Questa seconda nave, invece, è stata costruita da zero, ma prendendo a modello la tecnologia Saiyan.»
«Non è esatto definirla così... quella tecnologia, noi l'abbiamo rubata ad uno dei tanti popoli che abbiamo sterminato.» precisò Vegeta con un leggero sorriso spavaldo.
«Capisco.» aggiunse il dr. Brief mentre si strofinava le lenti degli occhiali col camice, glissando sulla tematica della guerra e del genocidio, per non sollevare polemiche. «Ad ogni modo, onore al merito. La vostra razza doveva essere in gamba, per  acquisire dimestichezza con apparecchiature così evolute! Ma adesso saliamo a bordo, voglio mostrarti un paio di chicche.»
Salirono a bordo. Il dr. Briefs aveva arredato il veicolo in modo simile a quello della prima nave, quella usata da Goku per recarsi su Namecc. «Vedi? I comandi ti risulteranno familiari, perché sono basati su quelli delle navicelle Saiyan.»
«Sì, infatti... li riconosco. L'accensione, le leve per gli spostamenti nelle tre dimensioni, il dispositivo del pilota automatico... mmm, lì ha mantenuto la scatola nera... vedo che non manca nulla...» considerò Vegeta ispezionando superficialmente i comandi.
«Ora voglio mostrarti la chicca delle chicche! Guarda qua... questo è un simulatore gravitazionale! Sai a cosa serve? Ad aumentare l'attrazione gravitazionale nello spazio interno della navicella, moltiplicandolo per un determinato numero di volte. Si può regolare la gravità tramite questa pulsantiera. Pensa, si può arrivare  fino a cento volte quella terrestre. Per esempio, se tu pesi 60 chilogrammi, con questa macchina arriveresti a pesare 6 tonnellate! L'idea di installare un’apparecchio simile è stata di Goku... anche sulla sua nave ne avevo impiantata una. Si è voluto allenare per tutta la durata del viaggio verso Namecc sottoponendosi a sforzi via via maggiori. Massacrante, vero? Solo a quel testone poteva venire un'idea simile!»
“Maledetto! Quindi è per questo che Kakaroth su Namecc era così diverso da quando ci scontrammo sulla Terra, nonostante fosse trascorso così poco tempo! Non avrei mai sospettato che si fosse fatto installare un apparecchio simile sulla navicella!” pensò rabbiosamente Vegeta, ed ecco che il chiodo fisso di Kakaroth aveva ripreso a conficcarglisi nella mente.
«Ho installato anche un apparecchio per i collegamenti audio e video, per mantenere i contatti con la Terra: sarà particolarmente utile in caso di necessità. Ormai l'astronave è quasi completa, e mi interesserebbe verificarne il funzionamento: in particolare, il funzionamento del dispositivo di gravità nello spazio aperto dove, come sai, si deve evitare l’attrazione di forze gravitazionali intense che agiscano sui corpi vaganti. Il motivo per cui ti ho invitato a venire qua quest'oggi è il seguente: ti interesserebbe collaudare la nuova astronave?»
«Interessarmi?» ribatté il principe con una smorfia corrucciata di sufficienza. L'idea che lo scienziato stesse mettendo a punto quel progetto solo nel suo interesse, per offrirgli la possibilità di viaggiare nello spazio suonava alle sue orecchie leggermente ipocrita... anche se, doveva ammetterlo, la famiglia si era mostrata sempre generosa e disinteressata nei suoi confronti, fin dal giorno del suo arrivo.
Il grugno di Vegeta indusse il professore a riformulare la domanda: «Saresti disponibile a collaudarla? Credo che tu sia la persona più indicata. Puoi reggere sotto sforzo le elevate gravità che la macchina può raggiungere; naturalmente potrei attrezzarla di tutti gli strumenti ginnici che ritieni utili.  Inoltre tu conosci in parte questa tecnologia, mi pare; e per di più hai viaggiato a lungo nello spazio, e in caso di emergenza sapresti giostrarti meglio di chiunque altro.»
Il pensiero di Vegeta corse allo spazio, a Freezer e ai pensieri tormentosi di sempre. E poi... Kakaroth! Era vero, Kakaroth era ancora vivo! Lo aveva detto il Dio Drago namecciano, il giorno in cui avevano cercato di riportare Goku in vita – Goku non poteva essere riportato in vita perché era già vivo, e non poteva essere trasferito sulla Terra perché si era opposto a questo desiderio. Quindi doveva essere ancora in giro per lo spazio, magari ad allenarsi chissà dove, magari chissà di quanto era migliorato, magari stava cercando altri modi per surclassare la potenza di chiunque e di lasciare Vegeta indietro, sempre più...
«Accetto.» rispose Vegeta, prima ancora di rendersi conto che era atterrito dal pensiero che Goku diventasse... irraggiungibile. «Quando si parte?» L'espressione di Vegeta, normalmente accigliata, sembrò in quell'istante diventare ancora più truce.
                     
A poche centinaia di metri di distanza dall'hangar, nella cucina della casa di Bulma, la ragazza stava sfogandosi con il suo fidanzato per i modi scortesi del Principe dei Saiyan. Certo, per Yamcha sarebbe stato piacevole poter fare colazione in pace leggendo in silenzio le notizie sportive. Il giovane, però, non aveva dimenticato che l'ultimo periodo era stato a dir poco tempestoso e turbolento per la loro relazione, tra litigate e sfuriate, allenamenti nell'aldiqua e nell'aldilà, trapassi a miglior vita ed invasioni aliene; lui era caduto combattendo in prima linea, lei era partita nello spazio aperto per riportarlo in vita... Il semplice fatto di essere tornato alla placida vita quotidiana lo rendeva soddisfatto, malgrado il carattere pepato e difficile della fidanzata; quindi tollerava di buon grado gli sfoghi di Bulma, quegli sfoghi che erano stati causa dei loro famosi tira e molla. E poi era vivo da troppo poco tempo per potersi lamentare; e comunque, al di là di questo, quasi quasi gli piaceva aver davanti la sua Bulma, poterla vedere coi suoi occhi, godendo della sua compagnia, anche quando dava di matto.
«Capisci che fastidio che mi dà?! Non riesce ad apprezzare nemmeno il talento di mio padre, la sua abilità universalmente riconosciuta! Non sono mica io, la sola a dire che è un genio!»
«Beh, cara, non vorrei sembrare l'avvocato del diavolo, anche perché sai quanto lo odio...» Il ragazzo, diplomatico, voleva arginare l'ira della sua amata. «Però molte delle cose che a noi sembrano delle comodità tecnologiche super avanzate, forse per lui sono tecnologia obsoleta... chissà con quali aggeggi evolutissimi avrà avuto a che fare! Ricorda che voi avete viaggiato a bordo di navicelle rimesse a nuovo per l’occasione... immagina quelle che avrà usato lui nei suoi viaggi interstellari. È difficile impressionarlo sul piano tecnologico!»
«Sì, lo capisco...» Bulma sembrò per un momento mostrarsi comprensiva. Poi ripartì: «Però, questo non lo autorizza ad essere sgarbato con me! Non pensi che potrebbe chiamarmi col mio nome di battesimo, anziché “terrestre” o “donna”?? Mah!»
«Sì... certo, cara.» Yamcha accolse l'obiezione con un leggero sospiro.
«Lo dici con convinzione o solo per darmi il contentino??» chiese lei insoddisfatta, con uno sguardo sospettoso. Yamcha attribuiva questo puntiglio alla femminilità di Bulma, e per questo lo adorava.
«No no, sono convinto... sei tu la padrona di casa, e fai già tanto per lui, ospitandolo! Anzi...» aggiunse con convinzione il giovane «...quando ti deciderai a buttarlo fuori? Credo che sarebbe una liberazione per tutti!»
«Non dire scemenze... lo sai che non è cortese! E poi per il momento un ospite in più non è di troppo disturbo: considerato che casa mia è piena di un centinaio di namecciani, la presenza di Vegeta quasi non si sente... sta tutto il tempo in camera sua, oppure esce senza dire nulla e senza farsi sentire! Se non altro, siamo sicuri di tenerlo sotto controllo affinché non danneggi il nostro pianeta.»
«E tutta quella tirata che hai appena fatto sulla sua maleducazione? Dovresti provare a dargli una lezione di bon ton...»
«Se vuoi puoi dargliela tu, una lezioncina...» chiuse con un sorriso malizioso, insinuando  che nemmeno Yamcha era in grado di impartirgli quella famosa lezione. Povero Yamcha, colpito e affondato.
Fortunatamente, entrò la madre di Bulma a stemperare gli animi.
«Buondì, ragazzi! Non crederete mai alla novità del giorno! Ho incontrato Vegeta e l'ho invitato per un giro in centro a fare shopping... e lui ha accettato! Uh, come sono contenta! E poi gli farà bene stare un po' in mia compagnia mentre andiamo in giro per negozi... è sempre così serio e musone...!»
I due fidanzati trattennero a stento le risate, al solo pensiero che quella scena potesse divenire realtà.
 
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L’ANGOLO DELL’AUTORE
Su questo capitolo non c'è molto da dire. Ho voluto dare un po' di spazio ad altri personaggi: Bulma e Yamcha, ma anche quei due simpaticoni dei genitori di Bulma (la madre è fantastica, ci lascia sempre delle perle). Vegeta non sarà protagonista assoluto di questa storia; cercherò di dare spazio anche agli altri super guerrieri, e più avanti entreranno in gioco personaggi nuovi.
La presenza di Yamcha ci fa capire anche in che periodo si svolgono i fatti narrati: sono già passati i primi 130 giorni dopo il ritorno sulla Terra, quindi lui e Crilin sono già tornati in vita. :-)
  
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