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Autore: Apoikia    05/11/2012    1 recensioni
Louis ha sempre pensato di avere una vita perfetta ma, forse, ha sempre mentito a se stesso dato che non appena ha avuto l'opportunità di cambiarla, di fuggire, l'ha fatto senza esitazione.
Louis va a vivere in una nuova città, in circostanze piuttosto strane, e trova dei nuovi amici.
Tra antiche leggende, medaglioni e foreste maledette;
riuscirà il ragazzo a capire che l'amore è più vicino a lui di quello che crede?
Genere: Erotico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Louis aveva visto quella donna una sola volta, un giorno di pioggia, anni prima.

Era solo un bambino: non capiva come la sua presenza potesse mettere talmente a disagio i suoi genitori, certo, era stravagante ma in un modo che lo affascinava.

Quando il giorno dopo chiese ai suoi: "Quando torna la Signora?" loro rimasero a fissarlo sconvolti.

Il giorno dopo ancora si era completamente dimenticato della suddetta, non ricordava i suoi capelli rossi, i suoi occhi furbi e vitali nonostante le rughe pronunciate, non ricordava i suoi vestiti, i suoi medaglioni e il regalo che gli aveva lasciato prima di andarsene, nascosto precipitosamente da sua madre.

Una strana nebbia aveva avvolto il tutto senza che lui se ne accorgesse.

Quella nebbia divenne improvvisamente sottile con l'arrivo della posta, anni dopo.

La linea pronunciata tra le sopracciglia di sua madre, il ticchettio nervoso delle unghie di suo padre sul tavolo e quella strana tensione nell'aria non promettevano niente di buono.

Leggendo un foglio, che doveva aver stropicciato in precedenza per il nervoso, sua madre gli spiegò brevemente che Andra Cynthia Deirdre Obscuroak (deceduta alcuni giorni prima) gli lasciava tutti i suoi averi, tra cui un'abitazione, a un patto: doveva prendersi cura dell'animale domestico (di cui non era riportato il nome) e garantirgli un'esistenza agiata.

Quando Louis lo raccontò ai suoi amici loro pensarono fosse uno dei soliti scherzi del ragazzo a cui non mancava certamente l'inventiva.

Poi , venendo a conoscenza di maggiori dettagli, si resero conto che era tutto troppo ben congegnato anche per un tipo come lui.

Lui rimase piacevolmente stupito da tutte le loro domande.

Una settimana (circa) dopo l'interesse non era diminuito, anzi.

 

***

"Un brindisi per Louis e per la morte di Adrawa Cxinhkdhta Dede Obshkddhjroak!E per il maledetto gatto!"

Uno Stan decisamente ubriaco stava decisamente mettendo in imbarazzo Louis.

Era una novità per il ragazzo: di solito era lui che metteva in queste situazione le persone.

"Goooo Louis!Gooooo!Sei riccoooooooooooo!"

Se Stan non fosse stata l'unica persona di cui si fosse fidato sul serio Louis non avrebbe cercato di trattenere i suoi istinti omicidi.

Tutti in quella squallida discoteca di quella merda di città lo stavano fissando e per la prima volta in vita sua odiò essere al centro dell'attenzione.

Tappò malamente la bocca al suo migliore amico e lo portò di forza fuori per fargli andare un po' di ossigeno nel cervello.

Spostò la mano dalla bocca dell'altro solo quando questi cominciò a vomitare l'anima.

Un flash lo distrasse da quello schifo: un paparazzo stava palesemente cercando di avere una prima pagina interessante.

Louis non capiva come mai la gente si interessasse tanto a lui e alla sua storia: aveva ereditato un sacco di soldi?La donna deceduta lo conosceva a malapena?Avrebbe passato la sua esistenza a prendersi cura di un gatto?...e allora?Cosa c'era di così interessante?Perché cazzo continuavano a importunarlo?

Per fortuna di lì a poco si sarebbe trasferito: Doncaster cominciava a stargli stretta.

Certo che Stan gli sarebbe mancato un sacco, come le sue sorelle;

Sua madre non gli sarebbe mancata per niente: da quando lei e Mark avevano divorziato era diventata intrattabile, più del solito.

***

Louis stava impacchettando le sue cose quando sua madre fece irruzione nella sua camera, con un sorriso nervoso.

Il ragazzo si era preparato psicologicamente per quel momento.

Sapeva che sua madre non voleva lasciarlo andare, era una cosa palese, e di conseguenza si era preparato un discorso convincente per far durare le sue lamentele il minimo necessario.

Solo che fu inutile dato che la madre non gli parlò nemmeno mentre, con una strana consapevolezza negli occhi, appoggiò sul suo letto un medaglione, per poi uscire.

Louis fissò a lungo il vuoto, con la mente piena di perché, per poi concentrarsi sul medaglione che riconobbe immediatamente.

Era il regalo che gli aveva lasciato la donna defunta.

Louis lo prese in mano con timore e notò che aveva un'apertura.

Lo lasciò cadere per terra vedendo cosa c'era al suo interno: il ritratto di un ragazzo.

E Louis si spaventò perché quel ragazzo, mai visto prima nella realtà, era stato la sua ossessione erotica per anni.

Si accorse successivamente che all'interno di quello strano regalo doveva esserci anche una ciocca di capelli corti,color cioccolata,ormai sparsa sul tappeto.

Cercò di salvare il salvabile e indossò il medaglione nascondendolo sotto la maglia perché, davvero, non si addiceva al suo stile.

Infilò il suo computer portatile nella valigia e la guardò soddisfatto: era riuscito a farci stare tutti i suoi vestiti e le sue scarpe.

Un miracolo.

***
 

"No, mamma, non ho bisogno di te!Ho il navigatore satellitare!"

Louis scimmiottò la propria voce mentre cercava di guidare nonostante la pioggia che a malapena gli faceva distinguere la strada dal fosso che si trovava alla sua destra.

Per non parlare di quel pluridannato naviga-coso.

Per ben due volte aveva rischiato di finire in un campo fangoso ed aveva girato in tondo per quanto?Mezz'ora?

Louis tirò un pugno sul volante prendendo paura al rumore del clacson e si lasciò sfuggire una risata isterica,stava per parcheggiare e dormire in macchina quando il navigatore sentenziò un: "Arrivo!".

Louis si guardò intorno spaesato e la vide.

Quella era la sua nuova casa: ce ne avrebbe messo di tempo per abituarsi. 

   
 
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