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Autore: TakyRiida    05/11/2012    1 recensioni
2021, il mondo è cambiato, ora per le strade di Seattle girano i transgenici, e la gente ha paura. E la vita di persone normali si intreccia con le loro. E questa è la storia di una di quelle persone.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alec
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 09
 
24 Maggio 2021 America, Seattle, ore 10.00
Due giorni. Erano gia passati due giorni.
Era riuscita a convincere Ice a rimanere ancora per un po', le aveva detto che l'avrebbe chiamata, e voleva fidarsi. Avrebbe aspettato.
Li seduta sulla sedia, con un barattolo di gelato posato sul tavolo, guardava la televisione. Normalmente l'avrebbe spenta, ma Ice aveva insistito nel volerla guardare.
-Quanto ancora dobbiamo aspettare?- le chiese mentre lei prendeva un'altra cucchiaiata di gelato e se la infilava in bocca -Diaz è qua, lo sai vero? Dobbiamo andarcene, a meno che non vuoi tornare in Inghilterra. Ma sappi che io non ti seguirò.-
Ingoiò il gelato.
-Ice, tu vai se non ti senti sicura. Io me la saprò cavare.- rispose alzando le spalle -Ti sto solo rallentando. Se non fosse per me, a quest'ora avrebbero perso di nuovo le tue tracce.-
-Non ti lascio sola, ok? L'ultima volta che l'ho fatto sei.. insomma guardati!- la vide alzarsi dal divano e dirigersi verso la cucina. Dal mobile tirò fuori una scatola di ramen precotto.
-Ancora con questa storia?- alzò gli occhi al cielo, mentre la sentiva mettere una pentola sul fuoco, sicuramente stava facendo scaldare l'acqua per il ramen.
-Si. Ancora.- le rispose alzando la voce -E non la smetterò tanto presto. Io non ti riconosco più, queste cavolate dovrei farle io, e di certo non tu.-
-Oh andiamo, Erin.- lasciò andare il cucchiaio dentro al barattolo -Io non sono perfetta. Non lo sono mai stata.-
-Non ho mai detto questo, intendevo dire che io faccio abbastanza casini per entrambe, e tu invece avresti dovuto fare solo cose buone e positive. Fare la brava ragazza per entrambe.-
-Scemenze.- si alzò dalla sedia per riportare il gelato nel frigorifero.
-Si ormai sono scemenze, perchè hai iniziato a fare cazzate. E tutte le mie teorie per avere la coscienza a posto, sono andate a farsi fottere.-
Takami aprii la bocca per ribattere, ma lo squillo del telefono mise fine alla discussione.
Afferrò la cornetta e rispose.
-Pronto?-
-*Ti aspetto a casa mia. Puoi venire subito?*- riconobbe la voce di Alec.
-Si, arrivo.- chiuse la chiamata e tornò a guardare la cugina -Inizia a preparare le valige. Io torno il prima possibile.
-Va bene.- mormorò versando l'acqua calda dentro alla confezione, e prendendo un paio di bacchette.
 
Quando arrivò davanti alla porta dell'appartamento di Alec, suonò subito infilandosi poi le mani in tasca. Non ci volle molto prima che la porta si aprii. Lei entrò e si slacciò la giacca, la porta si richiuse dietro di lei con un tonfo.
-Prima di parlare..- iniziò lui avvicinandosi -Vorrei fare una cosa.- le prese la giacca dalle mani posandola sulla sedia.
-Cosa?- lo seguiva con lo sguardo mentre infilava le mani nei pantaloni. Quel giorno aveva indossato dei vecchi pantaloni di Ice, talmente grandi che ci sarebbero entrate almeno due persone, e sopra un maglione nero.
-Devi solo stare ferma.- lui le si avvicinò di nuovo mettendosi davanti a lei.
-Va bene.- le mani di lui le alzarono la maglia scoprendo solo la pancia. Stette fermo a guardarla per qualche minuto, per poi posarci sopra una mano.
-Guarda che è troppo presto se vuoi sentirlo muoversi.- mormorò, senza muovere un muscolo.
-Lo so.- lui allontanò la mano e lasciò ricadere la maglia -E' così difficile.-
-Cosa è difficile?- si allontanò da lui -Non ti ho chiesto niente Alec, ritenevo solo giusto dirtelo.--
-E tu pensi che con la situazione attuale io accetti silenziosamente che tu riparta e vada via?- si avvicinò ancora a lei -Non indietreggiare.-
-E cosa dovrei pensare? Che tu vuoi mettere su famiglia?- rise piegando la testa di lato -Andiamo, non dire scemenze.-
-Perchè no scusa?- incrociò le braccia al petto osservandola -Almeno ci possiamo provare. Saresti protetta, ventiquattro ore su ventiquattro. E se le cose vanno male, ognuno per la sua strada.-
-Ci devo pensare.- lei si girò andando verso la sedia dove era la sua giacca, ma lui la fermò afferrandola per un braccio.
-Aspetta.-
-Cosa?- appena si girò verso di lui si ritrovò la sua faccia a pochi millimetri di distanza, e in pochi secondi le sue labbra sulle sue.
  
 
24 Maggio 2021 America, Seattle, ore 12.00
Takami se ne era andata da più di un'ora ormai, ed Ice era rimasta ferma ad oziare sul divano. Con il telecomando continuava a cambiare canale in televisione, senza guardare niente di specifico.
Nella tasca dei pantaloni il cercapersone vibrò, fino a che lei non lo prese non lo fermò schiacciando il pulsante per poi guardare il numero di telefono.
Spense la tv e si alzò dal divano andando a prendere la cornetta del telefono.
“Chi diamine è che rompe..” pensò mentre aspettava che rispondevano.
-*Pronto?*- una voce femminile, la riconobbe subito.
-Yuki! Dannazione, ma non dovresti dormire a quest'ora? Da te dovrebbe essere mezzanotte!-
-*Oh, mi hai richiamato subito, che brava!*-
Fece una smorfia massaggiandosi una tempia con la mano libera -Che vuoi Yu-chan?-
-*E' vero che Tak è incinta? Ho appena finito di  parlare con Hiei*-
-Si.- la sentii scoppiare a ridere, e se la immaginava, seduta sul suo letto che si teneva la pancia con un braccio e che si contorceva come una pazza. -Hai finito? Guarda che te la mando li così te li sorbisci tu i suoi sbalzi di umore.-
-*Scusa! Ahah! Scusa, ora smetto. E ridicolo però! Tak! Incinta!*-
-Hai chiamato solo per questo?-
-*No.. ehm. No, ho chiamato anche per sapere come va.*-
-Malissimo. Quella dannata ha continui sbalzi di umore, ed è insopportabile, più del solito.- fece una pausa mentre si appoggiava con la schiena al muro -Poi ieri, ho visto Diaz, lui non sa che l'ho visto però.-
-*Oh! Approposito di Diaz! Hiei ha scoperto che non vogliono più Tak, ora che hanno ritrovato le tue tracce.*-
-Bhe ma non posso mica lasciare Takami da sola per scappare!-
-*E lasciarla con il padre del bambino?*-
-Chi quell'idiota? Figurati se si prende le sue responsabilità!- alzò gli occhi al cielo. Certo per lei sarebbe stato più facile se quel Alec, o come diamine si chiamava, si fosse preso le sue responsabilità e aveva anche la forza necessaria per proteggere sua cugina da eventuali problemi familiari.
-*Protrebbe non essere come sembra lo sai?*-
-Vedremo. Tra poco dovrebbe tornare Takami, e scopriremo che intenzioni ha il trangenico padre.-
-*Transgenico?*-
-Te lo spiego un'altra volta. Ora ti saluto.-
-*Ciao!*-
Chiuse la telefonata con Yuki, e si grattò la pancia alzando la maglietta. Tornò al divano rimettendosi nella posizione di prima e afferrò il telecomando per riaccendere la televisione. Prima di schiacciare il pulsantino rosso, girò la testa verso la porta, aveva sentito dei passi nel corridoio.
Riappoggiò il telecomando e si rialzò dal divano, cercando di fare il meno rumore possibile. Lo sguardo vagò nella stanza in cerca di qualunque cosa potesse usare come un'arma.
“Maledizione, quando ti serve una pistola, o anche un fucile, quello non cè mai” pensò prendendo la scopa, e nascondendosi vicino alla porta, premendo la schiena contro il muro.
Trattenne il respiro, finche non bussarono alla porta.
-Si?- domandò ad alta voce.
-Pizza.-
“Peccato che io non ho ordinato nessuna pizza.”
-Mi spiace, hai sbagliato. Devi bussare alla prossima porta è sempre lui che la ordina. Sbagliate sempre a consegnare.- cercò di usare un tono naturale mentre teneva la scopa come una mazza da baseball.
-Oh mi dispiace.-
-Di niente.- osservava la maniglia, che lentamente si girava, perchè diamine non aveva chiuso a chiave?
Le giunture della porta cigolarono, e lei si leccò le labbra pronta a colpire in faccia chiunque stesse per entrare, e appena la porta fu completamente aperta, lei mosse le braccia per colpire, come se la faccia dell'uomo/donna fosse la palla che arrivava al massimo della velocità consentita dalla fisica.
Lo colpii sul naso, quello indietreggiò fino a sbattere la schiena contro il muro e lei si avvicinò a lui premendogli le setole della scopa contro il collo e tenendolo fermo contro il muro.
-Diaz.- sorrise vedendo il fratello che ora aveva perso i sensi, si guarò poi prima a destra ed infine a sinistra, constatando che nessuno si era affacciato dalla porta.
Lasciò la scopa a terra e trascinò il ragazzo per i piedi dentro l'appartamento, dopo aver chiuso la porta, andò ad aprire la valigia e prese del nastro isolante usato nei traslochi, quello passava tranquillamente i controlli all'aereoporto, e tornando nella stanza principale, iniziò a legare le mani del rgazzo dietro la schiena, in modo che non si potesse liberare. Passò poi ai piedi. Infine lo trascinò vicino alla colonna portante, posta vicino alla cucina, da un lato di essa c'era appoggiato il tavolo, gli altri tre lati erano liberi, ed era proprio contro uno di questi tre lati che appoggiò la schiena di Diaz, per poi legarlo con lo schoch, facendo più giri intorno alla colonna.
-Ecco così sembri proprio un salame.- mormorò tornando sul divano ed accendendo la televisione in attesa del risveglio del fratello.
 
Ci mise un'ora a riprendersi. E la ragazza si inginocchiò subito al suo fianco.
-Ciao, fratellone.- sussurrò avvicinando la faccia al suo orecchio.
-Erin.- sbatte più volte le palpebre osservandola. Le intanto si era seduta sulle sue gambe -Come hai fatto..?-
-L'altro giorno ti ho visto, e sapevo che tenevi d'occhio la casa.- gli appoggiò una mano sulla guancia accarezzandola lentamente, per poi scendere verso il collo -Poi mi hanno detto che non vi interessa più Takami, e mi è bastato aspettare.- avvicinò il volto al suo sfiorandogli il naso con il proprio -Ma mi hai stupito. Venire qui da solo.-
-Avrei dovuto aspettare il ritorno di Vicktor.-
-Infatti.- lei ghignò e si alzò allontanandosi da lui e andando verso la cucina.
-Sono qui per riportarvi a casa, Ice, tutte e due.- lo sentii tossire mentre apriva un cassetto del mobile e tirava fuori un coltello da cucina -E questo è un ordine di papà. Dovete tornare a casa.-
-No.- tornò da lui rimettendosi nella posizione precedente -Sai cosa faremo invece? Aspetteremo il ritorno della nostra adorata cuginetta. Poi tu chiamerai Vicktor, e gli dirai di andare a nord, mentre noi ce ne andremo e sempre tu rimarrai qui legato come un salame. E se non ti va bene..- gli avvicinò il coltello alla gola, sfiorandolo lentamente -..ti uccido. In fondo è per questo che papà mi ha cresciuto. Uccidere.-
-Sono tuo fratello, non puoi...- balbettò lui.
Lei infilzò il coltello nella parete vicino al volto di Diaz -Anche io ero tua sorella, quando hai cercato di violentarmi. Ma questo non ti ha fermato. Perchè dovrebbe fermare me?-
-Stai bluffando. Non lo farai mai.- socchiuse gli occhi continuando a fissare quelli di Ice -Tu odi farlo.-
-Hai ragione. Io odio uccidere.- riprese il coltello per il manico e lo staccò, subito dopo si alzò ed appoggiò l'arma improvvisata sul tavolo -Lo odio perchè mi rende più simile a te e a nostro padre. E invece io non sono come voi.- mentre parlava prese lo schoch e ne staccò un altro pezzo con il quale andò a coprire la bocca del ragazzo. -Io, non sono affatto come voi.-
 
 
24 Maggio 2021 America, Seattle, ore 16.00vvv-Pronto?-
La vibrazione di un cellulare lo svegliò. Si alzò dal letto e andò a recuperare l'oggetto nella tasca dei pantaloni, abbandonati a terra.
-Pronto?-
-*Dov'è Takami? Perchè rispondi tu al suo cellulare?*-
-Chi parla?- domandò rimettendosi a letto.
-*Sua cugina. Insomma vuoi dirmi dov'è?*-
Lui girò la testa a guardare la ragazza che dormiva accanto a lui nel letto, sorrise mentre le scostava una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
-Sta dormendo.-
-*COSA?*- allontanò il cellulare dall'orecchio -*Non voglio sapere cosa è successo. Sto venendo li. Svegliala!*-
La linea cadde. E lui fissò il cellulare per un secondo prima di appoggiarlo sul comodino. Ormai era pomeriggio inoltrato, erano passate almeno cinque ore da che Takami era entrata nel suo appartamento.
Si chinò verso di lei dandole un bacio sulla fronte.
-Svegliati.- le sussurrò nell'orecchio mentre le accarezzava la schiena con una mano -Tak, sveglia.-
-Mh.. cosa c'è?- borbottò lei mentre sentiva le sue braccia circondargli la vita.
-Tua cugina sta venendo qui.- lentamente aveva iniziato a lasciarle dei baci sulla spalla nuda.
-Cosa? Ma che ore sono?-
-Quasi le quattro.- la vide sbarrare gli occhi, e la presa delle sue braccia svani, mentre si alzava dal letto. -Che ti prende?- si mise seduto.
-E' tardi.- lei rincominciò a raccogliere i suoi vestiti sparsi a terra nella stanza -Come fai a sapere che Ice sta venendo qui?-
-Ha appena chiamato.- decise di alzarsi anche lui e vestirsi.
  
 
Fine capitolo 09


 

NDA - Dovrebbe essere corretta in caso se riuscite a farmi presenti gli errori ve ne sarei grata!!!!
  
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